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Il "socialismo
emocratico" si riconosce in una sintesi di socialismo e democrazia
parlamentare. Inizialmente il concetto venne adoperato per indicare sia i
socialisti rivoluzionari, sia i socialisti riformisti. L'obbiettivo è la
democrazia ugualitaria.
Me le pesanti polemiche all'insegna del riformismo prepararono la spaccatura
del socialismo in un movimento democratico e un movimento comunista. La scelta
socialdemocratico è quella di un socialismo liberale che rifiutava la
dittatura, seguendo una via "evoluzionaria" che rifiuta la violenza.
Fino alla Prima
guerra all'interno del movimento socialista non vi furono spaccature definitive
tra i vari partiti. Un movimento socialdemocratico si era sviluppato in
Inghilterra. Il partito laburista acquistò un profilo il 1918 sotto i teorici
socialisti della "Fabian Society". L'obiettivo era la "rivoluzione nel
consenso" (Laski). Nel '23 il Labour Party ivenne per la prima volta partito di
governo, mentre i comunisti non ebbero alcun significato.
Nel 1863 Lasalle in Germania sperava una "rivoluzione con la scheda
elettorale". Nacque qui l' SPD, Partito socialdemocratico di Germania. 1877 in
Svizzera; in Austria teorie semi autonome con l'"austromarxismo". Forti
contrasti nel Partito socialista italiano dal 1892: la spaccatura era
cominciata prima della guerra.
Allo scoppio della guerra in quasi tutti i paesi la corrente socialdemocratica
che si schierò dalla parte della nazione prese il sopravvento. Questo fu
provocato dalla rivoluzione bolscevica in Russia. Le forze socialdemocratiche
invece erano inscindibilmente legate all'idea di una democrazia capace di
attuare le riforme.
Soltanto in Inghilterra e paesi scandinavi i socialdemocratici riuscirono pienamente a inserirsi nella cornice democratica.
Nell'Europa centrale
e orientale il marxismo era diventato la dottrina dominante dagli anni sessanta
del XIX sec. Quando il socialismo iniziò la sua ascesa, in Europa occ.
liberalismo e democrazia liberale erano ormai molto avanti.
Le varie internazionali avevano scarso peso sulla struttura del programma nei
vari paesi. Vi fu un processo di adattamento pratico.
Tentativi di spiegazione del socialismo sul terreno della psicologia sociale
trovarono formulazione nelle concezioni del capo dei socialisti belgi de Man.
Egli intese il concetto di socialismonel senso della libera cooperazione.
Secondo lui gli operai si ribellano alle condizioni alienanti e vorrebbero più
prorpietà per compensare quella persa con la riv. Industriale. Questo va contro
i principi marxisti. Qui si parla di psicologia degli interessi, di "teoria
degli impulsi sociali". Secondo de Man non poteva essere interesse del
lavoratore che tutti diventassero proletari.
L'idea di libertà allora era ormai espressamente al centro del programma socialdemocratico: questa idea doveva condurre a una democrazia economia con la cogestione e un'economia mista. Si può chiamare quasi una "secolarizzazione" del socialismo.
Si abbandonavano gli atteggiamenti anti-religiosi; rispetto al determinismo si parla di elemento etico-volontaristico.
Dopo la Seconda guerra l'Internazionale socialista guardava a "un mondo nel quale lo sviluppo della personalità individuale sia il presupposto ello sviluppo dell'intera umanità". Questo correggeva la visione di Marx, nella quale subentrava il modello di un "umanesimo socialista" su basi etiche, che riconosce agli individui il primato rispetto alla collettività.
I contrasti rimasero
su alcuni problemi,come quello della politica scolastica.
Il totalitarismo aveva dato un segnale decisivo: ogni riforma economica nella
società doveva essere collegata al consolidamento interno della democrazia
liberale di fronte alle minacce autoritarie e totalitarie.
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