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L'irrazionalismo conteneva elementi e propellenti delle idee autoritarie e totalitarie. Il liberalismo dimostrò poca fiducia in se stesso e scarsa capacità di resistenza. All'inizio furono toccate solo alcune minoranze di intellettuali di destra e di sinistrsa. Solo con la guerra mondiale si arriva alla radicalizzazione delle "masse".
La confusione spirituale di quel periodo porta ovunque alla scomparsa del centro.
Le polemiche contro
la democrazie avevano il significato di essere una lotta contro il progresso e al
tempo stesso lotta ideologica per il progresso.
L'italiano Gaetano Mosca aveva fornito una dura critica della democrazia sotto
forma di teoria delle elite, teoria che ebbe senza dubbio conseguenze
autoritarie.
Si arrivo a una formazione di singoli sistemi di "sociologia politica", le cuimenti furono Durkheim, Tonnies, Simmel e Max Weber.
Contemporaneamente a questi si formò un fronte di sociologica della politica fatto di antiliberalismo, antidemocraticismo e antisocialismo. Appartengono a questo Sorel, Barres e Maurras in Francia, Mosca e Pareto in Italia, Michels in Germania, Adams e i teorici della geopolitica in USA. Essi sicuramente non raggiunsero le masse. Come si può definire la responsabilità intellettuale nel campo dell'azione politico-morale?
E' qui il concetto cotnraddittorio di "avanguardi", che nell'arte vuol dire battersi per l'egemonio spirituale, mentre in politica significa (con Lenin) passare all'organizzazione del partito unico, con la dittatura sulle masse e l'annientamento fisico dell'avversario.
Max Weber è colui che
fino ad oggi ha esercitato la maggiore influenza: la separazione tra scienze
sociali e politica apparein lui, l'uomo
dell'analisi scientifica "avalutativa" (oggettiva) e il politico nazional-liberale
impegnato.
Suoi sono gli studi sul nesso tra "etica protestante e spirito del
capitalismo". Egli ebbei il presentimento di un'epoca cesaristica di uomini
forti e i demagoghi dell'ideologia.
Distinzione weberiana dei tre tipi di autorità legittima, tradizionale,
legale-burocratica e carismatica. Egli sottolinea il principio della
"razionalizzazione" come tendenza evolutiva permanente: il peso della
burocratizzazione come conseguenza del processo di scientificizzazione. Ma la
razionalizzazione dell'amministrazione porterebbe all'irrigidimento e alla
oligarchizzazione dell'autorità.
Michels aveva osservato una "ferrea legge dell'oligarchizzazione"; trovò la soluzione nel sistema del partito unico del fascismo, con la sua capacità di mobilitare con motivazioni irrazionali le masse.
Quando l'autorità in quanto governo si burocratizza, si ha un "disincanto", come Weber lo definisce: una perdita della persuasione politica.
Uomini politici geniali e dotati di carisma, come Cesare o Napoleone, grazie alla loro autorità irrazionale, spezzano e modificano quest'ordine.
Razionalità e irrazionalità, autorità burocratica o personale si contrappongono; il problema della democrazia moderna sta nel riuscire a tenere uniti questi due princìpi.
I movimenti irrazionali aggiungono una nuova dimensione: quella plebiscitario-totalitaria. Weber mirava a valorizzare la componente del capo carismatico nella forma di un presidente eletto direttamente dal popolo, accanto e al di sopra della democrazia parlamentare. Ma questo funziona solo se gli indirizzi politici coincidono.
Giungendo al potere sotto la monarchia, si può dire che Mussolini abbia usato il metodo tradizionale, creando il modello per la maggior parte dei movimenti autoritari che si muovevano entro la cornice della dittatura conservatrice e militarista.
Questa posizione non permette l'equiparazione tra l'organizzazione del potere autoritario fascista e quella nazionalsocialista sotto l'unico concetto di fascismo, ed è il ruolo del partito e l'aspirazione totalitaria dell'ideologia che rendono possibile e necessario invece un confronto tra i tre grandi movimenti totalitari, anche se estremamente diversa è la sostanza politica delle singole ideologie.
Meno condizionato in senso politico fu il sociologo francese Durkheim, che si riallacciò alla sociologia positivistica della storia di Comte. Egli osservò la decadenza dei legam sociali e delle "solidarietà" tradizionali, l'insicurezza dell'individuo subentrata alla perdita o al rifiuto delle forme sociali, dei modelli e delle autorità tradizionali
Mutamento della stratificazione sociale: da una parte, classi politicizzate dal partito, dai marxisti innalzate a criterio assoluto; dall'altra associazioni e organizzazione di massa depoliticizzate.
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