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Parlamento e rappresentanza
Considerazioni introduttive
I parlamenti nascono per limitare e controllare il potere dell'esecutivo e del capo/re, nel tassare e nello spendere per proteggere gli interessi di chi li subisce (nobili).
I parlamenti si distinguono in
1) monocamerali e bicamerali; 2) dall'esistenza o meno di commissioni parlamentari, che a loro volta si distinguono dalla quantità e qualità dei loro poteri.
Nei parlamenti dei regimi democratici c'è sempre una camera elettiva che può essere accompagnata da altre camere ereditarie di nomina regia/dall'esecutivo/elezione molto indiretta/composite.
Le camere basse sono composte esclusivamente da rappresentanti eletti;
Le camere alte hanno poteri politici inferiori rispetto le camere basse (ecc.USA).
Le strutture
I parlamenti bicamerali si distinguono in
1) bicameralismo simmetrico: ultimo esempio Italia, dove camera dei deputati e senato hanno gli stessi poteri e svolgono le stesse funzioni, rimanendo differenziati soltanto per il sistema elettorale e per l'età degli elettori e degli eletti. (18 e 21 per Camera, 25 e 40 per Senato).
2) le camere alte si differenziano dalle basse per
a - formazione tramite elezione diretta o indiretta o nomina;
b - hanno meno poteri;
c - sono più piccole di N rappresentanti (ecc.GB).
Le camere numericamente più piccole hanno maggiori probabilità di essere camere politicamente rilevanti e viceversa. Le camere ipertrofiche operano male e avvantaggiano i poteri forti.
La discussione sul ruolo delle seconde camere rimane aperta. Le seconde camere, eccetto che nei sistemi federali, sono poco influenti nel sistema politico.
Nei sistemi federali la 2° Camera è ben giustificata dalla necessità di rappresentanza delle componenti territoriali.
I parlamenti possono dotarsi di commissioni specifiche, con compiti di controllo sull'applicazione e sulle conseguenze di determinate leggi, di investigazione e raccolta delle info, ecc.
Alle volte le commissioni appositamente istituite sono una tecnica governativa x insabbiare un problema allontanandolo dai dibattiti d'aula.
Le commissioni perciò funzionano bene solo quando il Parlamento ha poteri reali.
Le funzioni
I parlamenti non fanno solo le leggi e le leggi non sono fatte soltanto dai parlamenti.
Il parlamento inglese viene considerato il padre di tutti i parlamenti.
Bagehot (il primo ad analizzare approfonditamente) afferma che i compiti del parlamento sono
1) "eleggere bene un governo" (funzione d'indirizzo). Ciò è possibile grazie alla configurazione del sistema partitico, che fa diventare il capo del partito con maggioranza assoluta di seggi primo ministro.
Tuttavia può essere sostituito nel corso del mandato dai parlamentari del suo partito.
Il primo ministro non necessita del voto esplicito di fiducia, e può sciogliere il parlamento A) quando perde la maggioranza, B) quando pensa che le condizioni politico-elettorali siano favorevoli alla sua riconferma (con il consenso della sua maggioranza).
Nel modello Westminster è davvero il parlamento a regolare nascita/trasformazione/scioglimento del governo; non può farlo dimettere a causa del modello bipartitico.
Nei parlamenti continentali, siccome sono multipartitici, rimane la possibilità di dimettere il governo conferendo la fiducia/non esprimendo sfiducia.
Con il conferimento della fiducia il parlamento non si espropria del proprio potere, ma mantiene un notevole potere sul governo, perché può ritirarla.
Bagehot dice che il segreto dell'efficienza di Westminster è che vi è una fusione del potere esecutivo e legislativo, dove la camera indirizza il premier che la conduce. L'organismo che li connette è il gabinetto: commissione del corpo legislativo scelta per diventare organo esecutivo.
2) "esprimere l'opinione degli inglesi su tutti gli argomenti che le vengono presentati" (f. Rappresentativa)
3) "insegnare alla nazione ciò che non sa (f. Pedagogica)
4) "sottoporre all'attenzione della nazione idee/richieste/desideri di certe particolari classi" (f. Informativa). Oggi agenzie alternative svolgono la funzione: prima erano solo i partiti, ora anche i mass media. Il parlamento non sarà mai cmq sostituito del tutto, perché l'adempimento della funzione dipende sempre dall'attività svolta in Parlamento.
5) funzione legislativa, e distingue fra legge come "disposizione generale applicabile a molti casi" e leggine "raccolte di leggi che sfiancano le commissioni parlamentari e sono applicabili ad un caso soltanto".
6) si domanda se aggiungere la funzione di controllo dell'economia, spese,risparmi; alla fine la concede all'esecutivo.
Altre funzioni da aggiungere a quelle di Bagehot
7) f. Negoziale = riconciliazione degli interessi e tentativo di trovare punti d'incontro fra i diversi gruppi parlamentari;
8) f. di controllo sul governo attraverso le commissioni permanenti d'inchiesta e interpellanze dei ministri sul loro operato.
Formazione delle leggi: i parlamenti ne prendono parte, ma l'iniziativa viene dal governo, perchè la legge risponde alle promesse programmatiche del partito che ha vinto le elezioni. Per tale ragione esiste uno stretto collegamento fra il governo e la sua maggioranza parlamentare. Il parlamento non fa le leggi, ma le approva.
La rappresentanza
Il modo in cui i parlamenti sono eletti influenza la loro percezione sulla propria funzione di rappresentanza e su come la esercitano.
Si fanno due principali distinzioni:
A - parlamento di parlamentari = gli eletti hanno grande autonomia di voto;
B - parlamento di partiti = gli eletti hanno poca autonomia e una rigida disciplina di voto.
La distinzione non è mai limpidissima; un parlamento di parlamentari si ha quando gli eletti hanno vinto grazie a qualità personali, possono cmq essere richiamati alla disciplina di voto. (es. congresso USA)
Siccome tutti i regimi democratici hanno una rappresentanza parlamentare mediata da partiti, bisogna osservare le differenze interne fra parlamenti e partiti.
Esempio utile: il voto multiplo di preferenza, cioé la possibilità per gli elettori di selezionare 3 o 4 candidati preferiti (utilizzato in ITA fino 1991), consentiva ai parlamentari notevoli margini di contrattazione con il partito e i ministri, indisciplina e frammentazione, perché formavano correnti all'interno dei partiti di governo. Premevano sul governo minacciando di votare diversamente (erano protetti dal segreto di voto) per ottenere provvedimenti che ricompensavano i gruppi di interesse particolaristici che avevano sostenuto l'elezione.
Rappresentanza politica: non si esaurisce nelle org partitiche e in parlamento, ma è un rapporto stratificato e dinamico che si esprime in più sedi e più stadi, con diverse modalità, perciò la rappresentanza politica parlamentare è una fra le tante forme.
Sartori individua 7 possibili concezioni di rappresentanza:
il popolo elegge liberamente e periodicamente un corpo di rappresentanti (teoria elettorale della rappresentanza);
i governanti rispondono responsabilmente nei confronti dei governati (teoria della rappresentanza come responsabilità);
i governanti sono agenti o delegati che seguono istruzioni (teoria della rappresentanza come mandato);
il popolo è in sintonia con lo Stato (teoria della rappresentanza come idem sentire);
il popolo consente alle decisioni dei suoi governanti (teoria consensuale della rappresentanza);
il popolo partecipa in modo significativo alla formazione delle decisioni politiche fondamentali (teoria partecipazionista della rappresentanza);
i governanti costituiscono un campione rappresentativo dei governati (teoria della rappresentanza come somiglianza/specchio).
Le prime 2 teorie collegate vengono chiamate teoria elettorale: anche se è la più diffusa è criticata perché considerata
A - parziale riguarda solo i veri votanti;
B - preliminare pone solo le basi alla rappresentanza;
C - insufficiente comunica poca info agli eletti e li vincola poco.
La teoria partecipazionista e quella della somiglianza entrano spesso in contrasto con quella democratico-elettorale; la t. Partecipazionista mira a completarla (vedi referendum); mentre la t. della somiglianza è impraticabile congiuntamente.
Teoria della rappresentanza come somiglianza: esige che i rappresentanti rappresentino un microcosmo dei rappresentati, che siano lo specchio sociologico dei governati. La differenza dalla teoria della rappresentanza è che oltre ad esigere assemblee politically correct, le vuole anche sociologically correct. Non è conseguibile con modalità democratiche, perché le caratteristiche sociologiche della cittadinanza sono in costante cambiamento e ci vorrebbe un parlamento troppo ampio; la perfetta rappresentanza equilibrata dei sessi e delle minoranze etniche e cmq auspicabile.
Nel corso del tempo i parlamenti elettivi hanno finito x assomigliarsi nella composizione sociologica: la maggioranza dei rappresentanti è di sesso maschile ed un massimo del 30% è femminile;
il ceto è medio, il reddito e il livello d'istruzione è superiore alla media; per la maggioranza la "politica" è l'unica professione mai esercitata.
Stili di rappresentanza
Importante è individuare le modalità usate dai parlamentari x conciliare la loro indipendenza di giudizio con la disciplina di partito. Quale sanzione è più temuta: quella dell'elettorato, del partito o dei gruppi di sostegno?
In questo caso la rappresentanza politica è il rapporto tra elettori - rappresentante/partito + la volontà del rappresentante/partito di tradurre in decisioni il programma presentato agli elettori + la capacità di farlo = cocktail di ricettività e responsabilità.
Stili di rappresentanza
Delegato = in origine si occupava degli interessi specifici del collegio; oggi il suo mandatario è il partito che lo ha candidato e segue le sue indicazioni.
Fiduciario = ha gli strumenti tecnici e la forza politica x scegliere come votare; sono numerosi nei sistemi dove i partiti sono deboli.
Politico = cercano un punto d'incontro fra le esigenze del partito e gli impegni presi con l'elettorato; fra la propria autonomia di giudizio e le proprie conoscenze tecniche.
Dallo studio della rappresentanza come ricettività, Karps e Eulau hanno individuato 4 componenti della ricettività di un rappresentante eletto:
politica affronta le tematiche politiche in sintonia con le preferenze degli elettori;
di servizi ottiene vantaggi particolaristici x gruppi di elettori della sua circoscrizione;
di assegnazione incanala risorse varie a beneficio dell'intera circoscrizione;
simbolica tentativo di intessere un rapporto generle di fiducia fra elettorato e rappresentante (sintonia).
Le degenerazioni dei parlamenti
Trasformismo: ciascun parlamentare si comporta in modo del tutto svincolato dal suo partito; gli impegni assunti, coerenti al programma del partito, difficilmente vengono rispettati e perde contatto con l'elettorato.
I parlamentari si fanno manovrare dal governo x ottenere risorse/cariche, e il rapporto maggioranza di governo-opposizione si incrina, perché la debole opposizione non riesce a controllare l'operato del governo.
Gli spostamenti trasformistici rendono difficile all'elettorato di sanzionare con il voto.
Consociativismo: le coalizioni frammentate di governo e le opposizioni si scambiano sottobanco risorse collettive, attraverso politiche pubbliche approvate a larghissime maggioranze, x ammorbidire l'opposizione e rendere rapido il processo decisionale.
Ciò succede nei parlamenti in cui per varie ragioni, l'alternanza è impraticabile e governo e opposizione sono fissi. Serve ad evitare la paralisi decisionale, ma allontana la possibilità dell'alternanza perché l'elettore non riesce a sanzionare o individuare i responsabili.
Assemblearismo: I parlamentari fanno e disfanno i governi e non c'è disciplina né di partito, né di tendenza politica. Il governo non ha controllo sull'attività parlamentare, a far leva su una maggioranza compatta e solidale, a fissare l'agenda dei lavori, a usare l'arma dello scioglimento. Il parlamento assembleare ha modalità operative costose e confuse, è lento e c'è clientelismo: pretende di governare, svolgendo male tutte le sue funzioni e impedendo al governo di svolgere le proprie.
Declino o trasformazione dei parlamenti?
Le degenerazioni parlamentari pure sono rare; invece la varietà di comportamenti trasformistici, consociativi, assembleari sono frequenti.
Il numero delle leggi prodotte da iniziativa parlamentare e approvate non indica la quantità di potere del parlamento, anzi, più alto è il numero delle leggi prodotte, più limitato è il potere complessivo del parlamento, poiché ha poco tempo per fare grandi dibattiti politici e per esercitare controllo sul governo.
Un parlamento declina quando
1) gli è affidato il sistema politico attraverso la produzione legislativa;
2) sono incapaci di strutturarsi in modo da offrire sostegno continuativo e disciplinato al governo;
3) non ha un'opposizione disciplinata e alternativa;
4) sia la maggioranza che l'opposizione è incapace di controllare l'attività di governo.
L'efficienza del parlamento si valuta osservando i tempi di approvazione delle leggi;
la disciplina della maggioranza e il grado di antagonismo dell'opposizione si misura dal ricorso al voto di fiducia, che è più frequente quando la maggioranza governativa si sente divisa e teme defezioni e l'opposizione è compatta.
L'attività di controllo si valuta dalla capacità di sfiduciare individualmente i singoli ministri, dalle dimissioni dei ministri obbligate da indagini parlamentari, dal mutamento delle politiche governative, dall'applicazione del voto di sfiducia costruttivo/capacità di rovesciare il governo.
Appunti su: rappresentanza parlamentare appunti mania, parlamenti e rappresentanza appunti mania, degenerazioni parlamentari, |
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