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L'identità ebraica come prodotto dell'antisemitismo
PAR.I - Il ghetto
Il Ghetto, termine col quale sì indicò, in Italia, il quartiere di dimora coatta degli ebrei, rappresentò una delle più palesi forme di isolamento del gruppo ebraico.
Nell'antichità e nel Medioevo, la necessità di proteggere la propria incolumità spinse gli ebrei ad isolarsi volontariamente in quartieri separati, le giudecche, in cui potevano esercitare le loro principali attività, senza restrizioni. Risiedere in luoghi circoscritti divenne un obbligo solo a partire dal XVI sec. e fu applicato come norma generale per tutti gli ebrei in seguito alla bolla "Cum nimis absurdum" (del 12-VII-1555) emanata dal pontefice Paolo IV. L'istituzione, subito attuata nello Stato Pontificio, si estese, in seguito, anche nel resto d'Italia (trasfusa nelle leggi civili) e nell'Europa cristiana.
Il termine ghetto deriva dal gheto veneziano, una fonderia di metalli in cui, per la prima volta, gli ebrei furono costretti a concentrarsi nel 1516. Ideologicamente nacque dall'intolleranza della Controriforma nei confronti delle altre religioni.
Circondati da alte mura, sorvegliate da una sentinella, i ghetti divennero, col passare del tempo, luoghi malsani, a causa dell'inevitabile sovrappopolamento.
Il fenomeno di ghettizzazione costituì una delle più gravi violazioni della libertà individuale, a cui si associarono notevoli ripercussioni sulla vita economica e sociale, nonché, sulla stessa psicologia degli ebrei. Nell'ambito economico e sociale le maggiori ripercussioni riguardarono l'organizzazione del lavoro, in quanto gli ebrei furono costretti a dedicarsi esclusivamente ad attività artigianali soprattutto legate alla metallurgia, all'oreficeria, alla tessitura, tanto più capillari quanto più dure erano le difficoltà di sopravvivenza nel ghetto; vigeva, inoltre, l'impossibilità di esercitare libere professioni, salvo l'attività medica, alla quale si affiancava la pratica di prestare denaro ad interesse, l'usura. Lo sviluppo di queste due attività, e, quindi, la crescente abilità di chi le esercitava, consentì l'uscita dal ghetto e la conquista di una funzione pubblica all'interno di una società non ebrea, il che migliorò molto la posizione sociale dell'ebreo, garantendogli alcune libertà.
La separazione, fra le tante conseguenze, comportò anche l'instaurazione di una differenza netta tra ebrei e cristiani riguardo alla lingua parlata, essendosi nei ghetti in genere conservate le parlate in uso nelle singole località al momento della clausura. E' necessario, però, ricordare che un'altra notevole differenza tra ebrei e cristiani è data dall'importanza assegnata allo studio, utile all'approfondimento delle loro principali attività, che risentì e risente particolarmente del peso della tradizione religiosa, rimasta intatta a causa della condizione di isolamento degli ebrei. La conservazione della cultura ebraica, complementare agli studi accurati cui, fin dal cinque anni di età, venivano e vengono avviati i bambini sui testi sacri (Bibbia e Talmud), basi della cultura e fonti della fede e della scienza, rimane, per tutta l'esistenza, un impegno e una verifica costante della propria identità di fede, perseguitata spesso nella storia, e, perciò, più intensamente vissuta nella clandestinità o nella segregazione.
In conclusione il fenomeno della ghettizzazione contribuì a creare nella società ebraica attuale spirito di identità unitario derivato, non solo dall'obbligo di risiedere in una medesima comunità ma, soprattutto, dalla consapevolezza di dover sopravvivere ad un destino comune.
PAR.II - Il segno e l'usura
Attualmente i simboli dell'ebraismo sono la 'stella di Davide', stella a sei punte, e il candelabro a sette bracci; ma, in origine, il primo simbolo utilizzato allo scopo di distinguere uomini appartenenti a religioni diverse, fu introdotto da Omar 11, califfo arabo. Esso era un pezzo di stoffa, a forma di maiale, per gli ebrei e, a forma di scimmia, per i cristiani. Nel 1215, anno in cui si tenne il Concilio Lateranense, la Chiesa, alfine di evitare 'peccaminose unioni' tra ebrei e cristiani, emise l'ordine di contraddistinguere gli ebrei mediante un simbolo. Esso in genere era costituito da una pezza di colore giallo, ma diverse erano le varianti; dall'obbligo furono esentati medici ed usurai che avevano, evidentemente, già assunto allora una funzionalità sociale tale da eludere qualunque valutazione di tipo religioso. Se si tiene conto che in Italia lo stesso segno (simon in ebraico) spesso fu imposto alle donne ebree ed alle prostitute, si comprende come, nell'immaginario collettivo, la discriminazione si sia sempre associata all'idea di ciò che è 'moralmente biasimevole ': nel linguaggio comune italiano il simon diventò scimon, da cui 'sciamannato ' per indicare chi è sciatto e sporco. Il simbolo della 'stella di Davide ' è un merito puramente nazista che contribuì, tenuto conto del clima terroristico, in cui fu imposto, a incidere ulteriormente sull'identità ebraica: essere segnati come individui inferiori induce alla diffidenza, ma anche al disperato bisogno di essere riconosciuti nella propria dignità di uomini: da qui l'impegno nello studio, nell'esercizio delle proprie professioni, nell'educazione dei propri figli che ha spesso distinto nel tempo le comunità ebraiche.
Gli ebrei, a causa della loro posizione sociale, erano soggetti a delle restrizioni anche nel lavoro. Che la parola 'ebreo ' sia diventata sinonimo di 'usuraio ' si deve a precisi motivi di carattere giuridico: agli ebrei era consentito il contatto unicamente con materiali sterili, il danaro appunto, mai in nessun caso la Terra. Agli ebrei, perciò, furono consentite attività artigianali, di trasformazione di materiali inerti (metallurgia, oreficeria) o materiali organici(concia di pelli di bestie morte) e fu consentita un'unica libera professione, quella del medico, perché essa comportava il contatto , indesiderato e temuto dai più, con le malattie. Mentre le attività artigianali si svilupparono all'interno del ghetto, l'usura e la professione medica consentirono agli ebrei l'affermazione di un'identità sociale tollerata perché funzionale, utile ai non ebrei (cristiani). Anche i sovrani cercarono di approfittare degli ebrei: si trattò soprattutto dei re di Francia, di Spagna e di Inghilterra che avevano bisogno di notevoli quantità di denaro per finanziare le crociate, le guerre, le spedizioni verso il Nuovo Mondo e per mantenere la corte ed il mezzo ordinariamente usato per estorcere denaro agli ebrei fu l'imposizione di una tangente sui loro affari.
Ma anche altri metodi furono applicati: l'arresto in massa seguito dalla liberazione dietro il versamento di un riscatto, le multe che gravavano su tutta la comunità ebraica, spesso giustificate con le accuse più assurde e, infine, l'espulsione collettiva, seguita dal ritorno dietro pagamento di notevoli somme di denaro per la restituzione dei beni confiscati. La situazione degli ebrei si aggravò, nel Medioevo, quando i grandi feudatari incominciarono ad approfittare delle loro attività: si arrivò anzi al punto di vendere all'asta ebrei. In seguito, anche la nascente borghesia riuscirà a conquistarli e il più delle volte ad acquistarli: cosi , per esempio in Germania, gli ebrei si ritrovarono a dover pagare tre tasse distinte, alla monarchia, alla nobiltà e ai borghesi. L'usuraio ebreo divenne cosi 'sfruttatore ' e 'sfruttato ' allo stesso tempo. Man mano che questo sistema andò decadendo e man mano che la borghesia acquistò sempre più importanza, gli ebrei si dedicarono sempre meno all'usura, ed articolarono di più le loro attività. In età moderna, quando la borghesia capitalistica generò dinastie di banchieri cristiani e maggiore tolleranza, se non indifferenza religiosa, le attività di molti ebrei si diversificarono ed essi diventarono industriali (metallurgia), importatori(di materie prime), assicuratori(Lloyd), finanzieri(CREDIT MOBILIER dei Rotschild). Alta finanza, certo, alta industria, ma dopo secoli di apprendistato forzato.
PAR.III- Alcuni momenti fondamentali nella storia dell'antisemitismo
Parlare dell'antisemitismo, comporta la necessità di una periodizzazione del fenomeno, tutt'altro che unitario nel suo svolgimento e nel corso dei secoli collegato con altri fenomeni storici o movimenti ed ideologie 'alternative'. Alla base del pregiudizio antisemita da parte cristiana è possibile individuare molte ragioni: accattivarsi le simpatie dei romani e combattere il proselitismo ebraico furono le principali.
- 132 In seguito alle repressioni romane, avvenne la definitiva dispersione degli ebrei denominata 'diaspora'.
- Dal IV sec. gli imperatori romani, pur garantendo la libertà di culto, distrussero alcune sinagoghe, vietando la ricostruzione di nuove; negarono la possibilità di sposare donne cristiane e di accedere ai pubblici uffici.
A partire dal IV secolo si passerà da forme di intolleranza, ad una di antisemitismo vero e proprio, quando il cristianesimo diventò religione di Stato. Può sembrare incomprensibile come la Chiesa abbia potuto, nel giro di pochi secoli, calpestare e stravolgere fino a questo punto il messaggio cristiano. In realtà la spiegazione è piuttosto nota agli studiosi e si può riassumere con le seguenti parole di R. Piperno: «Alla radice dell'azione antiebraica cristiana vi furono motivi politico- sociali e ideologici. Per quanto riguarda i primi, è chiaro che i cristiani, nel momento in cui iniziavano la conquista interna dell'impero romano, avevano tutto l'interesse a scindere completamente le loro posizioni da quelle degli ebrei, che non erano sempre ben visti, in particolare dal ceto conservatore che, convertitosi al cristianesimo, ne diveniva il principale sostenitore.
Contemporaneamente importava ai cristiani mantenersi attivi cittadini e scagionare i romani dall'accusa di aver crocifisso Gesù, mentre nulla era più facile che farne ricadere la colpa sugli ebrei (.) : per tutto ciò si sviluppò l'accusa di deicidio (.). Non contava che ormai la maggior parte degli ebrei vivesse già da diversi secoli fuori d'Israele al momento della crocifissione che la condanna fosse stata pronunciata da un magistrato romano, eseguita da soldati romani, con un supplizio tipicamente romano (.) che l'accusa di deicidio era moralmente inconcepibile perché presso gli ebrei mancava la convinzione che Gesù fosse Dio. In realtà, trasferendo l'accusa sul capo degli ebrei, a parte ogni considerazione dottrinaria, si aveva il doppio vantaggio di accattivarsi le simpatie romane e di combattere il vivace proselitismo ebraico».
L'antisemitismo continuò a crescere negli anni del cristianesimo trionfante, corrispondente più o meno al papato di Gregorio I Magno, nella cui bolla 'Sicut Judels' si affermava che si sarebbe dovuto continuare nell'intento di conversione forzata. Posti in condizioni di inferiorità giuridica e privati di ogni diritto civile agli ebrei fu proibito il possesso di schiavi. Questo fatto , in un'economia basata sul lavoro di questi ultimi come quella romana, implicava praticamente l'esclusione da alcune attività economiche come ad esempio l'agricoltura. Durante i secoli della decadenza dell'Impero Romano e dell'Alto Medioevo, discriminati e fatti oggetto di misure vessatorie, soprattutto sotto le monarchie barbariche, gli ebrei conobbero tuttavia momenti di prosperità e di sviluppo sul piano economico. Esclusi dalle funzioni amministrative e dalle attività agricole, si dedicarono alle attività commerciali e mercantili, particolarmente importanti in un periodo di trapasso da un tipo di economia , quasi esclusivamente agricola, ad un altro di tipo di economia imprenditoriale. A partire dal secolo XI si assiste alla nascita del capitalismo medievale nell'Europa centrale. In questo stesso secolo, nel momento in cui cominciarono ad affermarsi le repubbliche marinare che conquistarono rapidamente il monopolio degli affari mediterranei si verificò il declinare della supremazia commerciale ebraica. Le crociate allontanarono definitivamente dalla vita mercantile gli ebrei che si trasformarono in usurai. Quest'attività fu in un primo momento rivolta al finanziamento dei sovrani e dei nobili , ma presto venne estesa ai contadini ed al popolo minuto, divenendo il fondamento della potenza finanziaria ebraica. Naturalmente la pratica di queste professioni suscitò nei confronti degli ebrei il risentimento e l'odio popolare che spesso provocarono persecuzioni e massacri, a cui seguiva normalmente la distruzione delle note di credito. La Chiesa contribuì ad accreditare l'immagine di un preciso stereotipo di usuraio ebraico, ed ad indurre la popolazione ad intravedere negli ebrei la causa della propria miseria. Nel 1198 il conte di Champagne stipulò un accordo con il re di Francia, volto a stabilire il possesso degli ebrei presenti sul proprio territorio. Quando si arriva alla vendita all'asta di questi uomini è chiaro che essi rappresentavano una risorsa per l'economia del territorio in cui risiedevano. Verso la fine del XIII secolo, quasi tutto il popolo ebraico residente nel paesi cristiani, con l'eccezione dell'Italia meridionale e della Spagna, viveva di quest'occupazione, che spesso era l'unica professione possibile per loro. Il predominio ebraico nel mondo finanziario si realizzò nel secoli XII e XIII, quando furono completamente emarginati dall'attività commerciale, e vennero severamente applicate le leggi che vietavano ai cristiani il prestito con usura. In Francia, dove questo popolo era presente fin dall'età romana, i primi Carolingi li protessero per incrementare lo sviluppo del commercio. Le fiere della Champagne, che in un certo periodo furono tra i principali fattori di ricchezza, diedero nuovo impulso all'insediamento ebraico. Nel secoli successivi diventarono importanti centri di cultura ebraica soprattutto le comunità del nord- est della Francia, dove gli ebrei ricevevano l'invito o l'autorizzazione a stabilirsi in una città, perché si riteneva che sarebbero potuti essere utili allo sviluppo economico del paese, si garantivano loro certi diritti, sottoponendoli però ad alcune restrizioni. E così in cambio di protezione, secondo il sistema feudale, essi si legavano alla corte con un giuramento di fedeltà, impegnandosi a pagare regolarmente le tasse al loro protettori.
- 1348-49 In Europa dilagò la peste nera e gli ebrei furono accusati di esserne responsabili.
-1492 Gli ebrei furono espulsi dai domini Aragonesi. Il re di Spagna ordinò che essi lasciassero il paese entro 4 mesi con l'alternativa del battesimo forzato o della morte.
Non tutti gli ebrei di Spagna, nel 1492, abbandonarono il paese. Alcuni preferirono, con la disperazione nel cuore, accettare la seconda alternativa prevista dall'atroce decreto di re Ferdinando: si convertirono dunque al cattolicesimo e furono chiamati 'marrani', che in spagnolo significa 'maialini'. La loro vita divenne presto un inferno. Insopportabile era il loro stesso appellativo, allusivo all'animale che, prima, i non convertiti non potevano toccare, secondo il noto precetto della religione ebraica, ed al quale ora essi venivano associati con rovente disprezzo.
Insopportabili le loro condizioni di vita, a causa delle restrizioni apportate alle già limitate libertà civili ed economiche. Insopportabile soprattutto l'incessante sospetto che gravava su di essi, di essersi mantenuti segretamente fedeli alla religione dei padri. Ed il più piccolo indizio era sempre fatale: i roghi di marrani continuarono ad attrarre le folle sulle piazze spagnole, dapprima frequentemente, poi sempre più di rado, per oltre due secoli, fin verso la metà del '700.
- 1541 Carlo V espulse nuovamente gli ebrei del regno di Napoli. Dopo la controriforma, il Papa ordinò che gli ebrei fossero relegati nei ghetti; 1569 Pio V decretò la loro espulsione dalle città appartenenti alla Chiesa.
Per quanto riguarda l'Inghilterra, gli ebrei furono riammessi soltanto nella seconda metà del 1600, durante il regno di Cromwell. Per incrementare il commercio furono invogliati a trasferirsi a Londra i mercanti marrani di Amsterdam.
Per quanto particolarmente riguarda lo Stato pontificio, si deve dire che il Papa tollerava gli ebrei, ma non tollerava che gli ebrei convertiti al cattolicesimo si riconvertissero pubblicamente alla religione ebraica, oppure continuassero a praticarla segretamente. Nel 1685 un decreto di re Gillano Il permetteva agli ebrei il libero esercizio del loro culto.
-1861 USA. Durante la guerra di Secessione, gli ebrei furono accusati di vari reati economici e perseguitati. 1881 in Russia vennero distrutte centinaia di comunità ebraiche.
-1935 Germania. Con le leggi di Norimberga venne attuata la distinzione legislativa tra compatriota ed ebreo; venne attribuito all'ebreo lo status giuridico di razza inferiore, e negata anche la cittadinanza, gli fu vietato di sposare ariani. In Germania il ruolo svolto da questo popolo nella vita economica fu così rilevante, che il dissidio, fra gli elementi proebraici ed antiebraici di tutta la nazione raggiunse proporzioni pubbliche senza precedenti.
In Italia solo nelle regioni settentrionali e centrali gli ebrei rimasero di continuo, ma non furono mai molto numerosi ne' ebbero molta importanza all'interno del giudaismo. Soltanto nel Rinascimento la loro attività intellettuale ed artistica fu degna d'attenzione anche a livello internazionale. Ma la storia degli ebrei italiani, soprattutto quella del Rinascimento, riguarda generalmente singoli individui, in quanto il rinnovamento intellettuale per esempio, non coinvolse quasi mai la totalità delle comunità ebraiche.
-1938 GERMANIA: 'Notte dei Cristalli'. I cittadini furono autorizzati al libero genocidio degli ebrei che vennero esclusi dal diritto di voto e dai pubblici impieghi.
-1938 ITALIA. Il consiglio dei ministri approvò l'Istituto per la bonifica umana e l'ortogenesi; il Duce ordinò che tutti gli ebrei venissero esclusi dai ruoli diplomatici e ne proibì l'iscrizione in scuole italiane, congedando gli insegnanti ebrei. Venne attuata la distinzione tra ebrei e italiani nelle sessioni di esami; furono censurati tutti i libri di scrittori ebrei; fu vietato loro di dimorare nel Regno e nelle colonie; tutti gli scienziati e intellettuali ebrei vennero espulsi dalle accademie.
-1941 GERMANIA e ITALIA. Venne imposto agli ebrei di portare sul petto una stella gialla a sei punte, come segno di riconoscimento; cominciarono ad essere deportati verso campi di sterminio.
-1943 ITALIA. I tedeschi occuparono il nord e il centro intensificando le persecuzioni.
-1944 ITALIA. Truppe fasciste eseguirono l'arresto degli ebrei sfuggiti alle razzie tedesche.
-1948 Nacque lo Stato della Palestina.
Attraverso un corso così ampio del tempo le motivazioni di fondo dell'Antisemitismo variano: da quella iniziale del presunto deicidio, ritornato rigorosamente ad imporsi in età controriformistica, a quelle occasionali di profanazioni presunte compiute da ebrei su oggetti e luoghi sacri; dall'accusa, nel XIV sec., di responsabilità nella diffusione del contagio della peste nera, a quella di tradimento, resa nota dall'affaire Dreyfus in Francia alla fine del secolo scorso.
Le motivazioni reali che stanno alla base delle persecuzioni (e delle migrazioni conseguenti) vanno obiettivamente cercate nel danaro: in età moderna il finanziamento delle corti, delle spedizioni verso il Nuovo Mondo, si dovettero al denaro di ebrei espulsi dai territori di residenza ed ammessi dietro pagamento di esose multe o tenuti a versare quote del 10% ai sovrani sulle somme date in prestito.
In tempi più recenti si sa che la militarizzazione del III Reich si ottenne con la confisca del denaro e dei beni degli ebrei com'è, di recente, stato ammesso dai grandi esponenti dell'economia tedesca (Allianz, Basf, Bayer, BMW, Daimler, Deutsche Bank, Degussa, Dresdner Bank, Hoesch-Krupt, Hoechst, Siemens) chiamati a risarcire alle associazioni degli ebrei superstiti dei campi di concentramento, sia pure simbolicamente, il danno a suo tempo perpetrato.
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