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L'ANALFABETISMO
DEFINIZIONE:
L'analfabetismo letteralmente è la condizione di chi non è in grado di leggere
e scrivere, mentre nell'accezione più generale, indica il problema sociale
relativo a quella percentuale della popolazione di uno Stato che non ha
usufruito o non usufruisce di un'istruzione primaria.
Quasi un miliardo di persone, equivalente ad un sesto della popolazione
mondiale, entrerà nel 21° secolo senza essere in grado neppure di leggere un
cartello o fare la propria firma.
Quest'enorme massa d'analfabeti, superiore alla popolazione complessiva dei
paesi industriali, è concentrata nelle regioni economicamente meno sviluppate
dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina.
Per i due terzi è composta da donne, poiché in tutte le regioni sono loro ad
essere maggiormente discriminate nell'accesso all'istruzione. Ad esempio, nei
paesi con il più basso grado di sviluppo, la percentuale d'adulti in grado di
leggere e scrivere è di circa il 60% tra gli uomini, mentre è inferiore al 40%
tra le donne.
Inoltre in passato non poco hanno influito i pregiudizi sull'istruzione, che
era ritenuta inutile per ragazze destinate a diventare donne di casa e per
ragazzi che avrebbero svolto lavori manuali. La mancanza d'aule e d'insegnanti
rendeva impossibile estendere l'istruzione elementare a tutti i bambini in età
scolare; ciò fu attuato solamente dopo la prima guerra mondiale: furono anche
istituiti corsi serali per adulti e per militari.
Definire l'alfabetizzazione si è rivelato compito molto complesso in quanto
ogni definizione è strettamente legata al patrimonio di conoscenze su cui
l'alfabetizzazione è misurata, un insieme di parametri che si è rivelato in
continua evoluzione. A chiunque sia oggi parte integrante di una società
industrializzata è richiesto, infatti, un livello d'alfabetizzazione più
elevato di quello previsto dalle cosiddette 'competenze basilari',
cioè saper leggere e scrivere; le persone che possiedono solo queste capacità
minime sono state allora definite 'analfabeti funzionali'. La persona
alfabetizzata in modo funzionale, invece, deve 'essere in grado di
utilizzare la lettura, la scrittura e il calcolo per il proprio sviluppo e per
quello della società cui appartiene'. Molti tentativi di definire
l'alfabetizzazione sono stati compiuti, senza però che si sia arrivati a un
risultato ritenuto accettabile
ANALFABETISMO FEMMINILE
Un particolare problema è costituito dal permanere analfabetismo femminile.
Anche se le disparità sociali tra uomini e donne vanno gradualmente diminuendo,
numerose ricerche hanno infatti dimostrato che i bambini con difficoltà nella
lettura e nella scrittura provengono più spesso da famiglie in cui le madri
presentano gli stessi problemi. Lo studio della relazione esistente tra
analfabetismo femminile, il tasso demografico nazionale e le basse prospettive
di vita alla nascita hanno quindi indotto le organizzazioni internazionali e i
governi nazionali a progettare, in numerosi paesi, vaste campagne di
alfabetizzazione rivolte soprattutto alle donne.
Come possiamo notare dalla tabella sottostante, il tasso di analfabetismo
femminile è maggiore rispetto a quello maschile. Questo costituisce un grosso
problema. Qua il tasso di analfabetismo femminile è molto elevato perché in
questi paesi, cioè quelli del sud del Mondo, il tasso di natalità è molto alto
e di conseguenza le donne non possono studiare ed apprendere un'istruzione
basilare per vivere ma devono dedicare gran parte del loro tempo ai figli.
Questi paesi non sono sviluppati anche perché non ci sono delle preparazioni
scolastiche e specializzate per svolgere i lavori per mandare avanti la
società.
Come notiamo nel grafico dell'UE nell'800 la situazione era simile a questi
paesi, però oggi no perché il tasso di analfabetismo è diminuito sempre di più
e quindi anche il tasso di natalità e mortalità. In conclusione la nostra
società è sviluppata.
L'unico ruolo riconoscibile socialmente della donna è quella della
procreatrice. Siccome le donne assicurano l'educazione delle generazioni
future, la chiave del cambiamento di questa situazione nei paesi in via di
sviluppo è la scuola. L'istruzione produce vari effetti: ritarda l'età del
matrimonio, eleva lo status-sociale, aumenta la probabilità di ottenere un
lavoro salariato e di andare a vivere in una città, fattori questi che
forniscono una diminuzione della fecondità.
La scolarizzazione delle donne incide anche sulla mortalità infantile. Un anno
di studi in più determina una discesa di due punti percentuali del tasso di
mortalità infantile.
SITUAZIONE ATTUALE
Il tasso di analfabetismo su scala mondiale è stato misurato, tenendo conto di
una possibile fonte di errore dovuta alle diverse dimensioni che il fenomeno
assume nei vari paesi, dall'UNESCO ancora nel 1990: i dati raccolti hanno
mostrato l'esistenza di 905 milioni di persone analfabete, delle quali 587
milioni (cioè il 65%) sono donne. Anche se è probabile che questo dato sia
destinato a decrescere visto che le giovani generazioni, pressoché ovunque nel
mondo, hanno maggiori possibilità scolastiche di quelle passate, resta tuttavia
il fatto che in molte parti dell'Africa a sud del Sahara, dove la popolazione è
molto numerosa, il continuo incremento demografico, i problemi politici e la
scarsezza di risorse economiche continueranno ad avere pesanti ripercussioni
sull'alfabetizzazione.
Il numero di analfabeti è in aumento perché, nelle regioni economicamente meno
sviluppate, in media il 21% dei bambini in età scolare non può andare a scuola:
si tratta di 130 milioni di bambini, tra cui 73 milioni di bambine.
La percentuale di bambini cui viene impedito l'accesso all'istruzione primaria
varia da regione a regione: dal 4% dell'Asia orientale e del Pacifico si arriva
al 43% dell'Africa subsahariana.
Oltre a questi vi sono i bambini che, dopo aver iniziato a frequentare la
scuola, sono costretti a ritirarsi prima di aver raggiunto la quinta classe. La
loro percentuale varia da regione a regione: dal 9% del Medio Oriente e Nord
Africa si arriva al 41% dell'Asia Meridionale.
Ai 130 milioni di bambini completamente esclusi dall'istruzione primaria si
aggiunge, quindi, un numero altrettanto grande di bambini che, frequentando
solo una o due classi in condizioni precarie, restano semianalfabeti o
analfabeti. La causa fondamentale dell'analfabetismo e del semi analfabetismo,
a cui sono condannati questi bambini è la povertà. Secondo la Banca Mondiale,
alla fine del 1999 il numero dei poveri assoluti ha raggiunto il miliardo e
mezzo, equivalente a circa 1/4 della popolazione mondiale.
Altri, che già la frequentavano la scuola, sono stati costretti a lasciarla
quando le loro famiglie sono cadute in povertà a causa della crisi finanziaria
ed economica che ha pesantemente colpito molti paesi, dal Sud-Est Asiatico
all'America latina, e quando la crisi ha imposto il taglio della spesa pubblica
le già precarie condizioni sociali della maggioranza della popolazione si sono
notevolmente aggravate. In Indonesia, a causa della crisi e del conseguente
taglio della spesa per l'istruzione, oltre 6 milioni di bambini non hanno
potuto più andare a scuola.
Dato che l'analfabetismo, causato dalla povertà, alimenta a sua volta la
povertà provocando un enorme spreco di potenziale umano, si sono fatti passi
decisivi per spezzare questo circolo vizioso realizzando l'istruzione primaria
per tutti: un obiettivo che, secondo il programma dell'UNICEF, potrebbe essere
raggiunto se nel prossimo decennio i governi nazionali e le organizzazioni
internazionali investissero ogni anno contribuendo a tal fine con 7 miliardi di
dollari in più di quelli già destinati all'istruzione.
Il tasso di analfabetismo su scala mondiale è stato misurato tenendo conto di
una possibile fonte di errore dovuta alle diverse dimensioni che il fenomeno
assume nei vari paesi. Dalle indagini dell'UNESCO del 1990 sono stati ricavati
dati hanno mostrato l'esistenza di 905 milioni di persone analfabete, delle
quali 587 milioni (65%) sono donne. Anche se è probabile che questo dato sia
destinato a decrescere visto che le giovani generazioni presso che ovunque nel
mondo, hanno maggiori possibilità scolastiche di quelle passate, resta tuttavia
il fatto che in molte parti dell'Africa e a sud del Sahara, dove la popolazione
è molto numerosa, il continuo incremento demografico, i problemi politici e la
scarsezza di risorse economiche continueranno ad avere pesanti ripercussioni
sull'alfabetismo.
TENTATIVO
Un tentativo significativo è stato comunque effettuato nel 1990 negli Stati
Uniti d'America, dove è stato valutato il fenomeno dell'alfabetizzazione di un
campione rappresentativo di adulti. I risultati ottenuti sono stati riportati
in un modello tridimensionale, in cui la prima unità, chiamata
'alfabetizzazione da prosa', era legata alla lettura e
all'interpretazione di un testo di prosa, articoli di giornali, riviste e
libri. La seconda, detta 'alfabetizzazione da documenti', riguardava
la capacità di ricavare informazioni da figure, tabelle, carte e indici. La
terza, l''alfabetizzazione quantitativa', implicava l'applicazione di
operazioni numeriche a informazioni contenute in materiale stampato, come un
menu, un catalogo o un'inserzione.
Questo tentativo di definizione dell'alfabetizzazione è importante perché ha
messo in evidenza le funzioni richieste oggi all'individuo per vivere
all'interno di una società, lasciando invece in una posizione secondaria
l'ambito scolastico. Solo considerando gli aspetti funzionali della capacità di
decodificare e comprendere la lettura e la scrittura (vale a dire quanto tali
capacità siano di ostacolo o facilitino l'inserimento dell'individuo nella
società) sarà infatti possibile affrontare il problema in termini chiari ed
efficaci.
Come possiamo notare da questi due grafici sovrastanti possiamo notare che il
continente più analfabetizzato è l'Africa. Questo è dovuto al sottosviluppo di
questo continente, infatti la popolazione è molto elevata e di conseguenza non
ci sono sussidi per l'istruzione a causa della mancanza di capitale, che
costituisce uno dei problemi principali di questo continente, quindi il tasso
di analfabetismo è molto elevato.
Questo paese, insieme ad altri del sud del mondo, non sono sviluppati anche
perché non ci sono delle preparazioni scolastiche e specializzate per svolgere
i lavori per mandare avanti la società.
Come notiamo nel grafico dell'UE nell'800 la situazione era simile a questi
paesi, però oggi no perché il tasso di analfabetismo è diminuito sempre di più
e quindi anche il tasso di natalità e mortalità. In conclusione la nostra
società è sviluppata.
Nei principali stati dell'UE, cioè Italia, Spagna, Germania, Austria, Svizzera,
Francia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Olanda e Inghilterra possiamo
notare che il tasso di analfabetismo nel 1860 era molto alto, soprattutto
nell'Italia e nella Spagna. Questo tasso va sempre diminuendo fino agli anni
'90. Infatti quasi tutti i valori sono circa intorno allo 0,25%, ad eccezione
dell'Italia e della Spagna, il cui valore si aggira attorno allo 3%.
Va approfondito il caso dell'Italia. L'Italia, un tempo paese dagli alti tassi
di analfabetismo, s'è andata allineando con i dati dei paesi più
industrializzati: dal 54% circa di analfabeti a inizio Novecento si è passati
al 20,8% del 1921, al 2,8% (esattamente 1.564.300 persone sopra i sei anni) del
1981 e al 2% stimato nel 1991. Le tappe più significative della lotta
all'analfabetismo sono state l'istruzione delle scuole elementari obbligatorie
e l'estensione dell'obbligo scolastico fino ai 14 anni. Si è passati, così, dal
68,8 di analfabeti del 1970 al 3% del 1980.
UNICEF o United Nations Children's
Fund (Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, originariamente United Nations
Children's Emergency Fund), organo sussidiario dell'Organizzazione delle
Nazioni Unite (ONU) creato per promuovere e tutelare il benessere dei bambini,
soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Istituito nel 1946 su deliberazione dell'Assemblea generale, l'UNICEF è gestito
da un comitato esecutivo composto da 36 membri che determina le politiche di
intervento, rivede i programmi, approva le spese, e in accordo con il segretario
generale dell'ONU nomina il direttore esecutivo, il quale resta in carica per
un quinquennio.
L'UNICEF, che ha sede a New York, conta oggi più di 200 uffici distribuiti in
115 paesi in via di sviluppo, mentre una rete di 34 comitati dislocati nelle
nazioni più industrializzate raccoglie fondi per il sostegno delle iniziative
dell'agenzia. Finanziato interamente con offerte volontarie e contributi
governativi, l'UNICEF concorda i propri interventi con le nazioni interessate e
con tutti gli enti e le persone coinvolte, dalle agenzie governative alle
organizzazioni non governative, dagli insegnanti, ai genitori, ai bambini. Più
di 130 paesi ricevono oggi aiuti UNICEF per l'assistenza sanitaria, la
nutrizione, l'istruzione e la realizzazione di programmi idrici e igienici.
Grazie a uno dei suoi più importanti programmi, l'UNICEF, in collaborazione con
l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha vaccinato l'80% dei bambini
del mondo contro la difterite, la varicella, la poliomielite, il tetano e la
tubercolosi. L'UNICEF appoggia inoltre i programmi di lotta contro l'AIDS,
poiché nel 1992 quasi un milione di bambini, perlopiù nati in Africa centrale e
meridionale, è risultato affetto dal virus HIV sin dalla nascita. Nel 1965
l'UNICEF fu insignito del premio Nobel per la pace.
UNESCO o United Nations Educational,
Scientific and Cultural Organization Istituto specializzato dell'Organizzazione
delle Nazioni Unite (ONU), creato nel 1946 per promuovere il mantenimento della
pace, incentivando la cooperazione internazionale nei campi della cultura,
dell'educazione, delle scienze umane e naturali. L'organo principale
dell'UNESCO è la Conferenza generale, composta da rappresentanti dei 181 stati
membri, la quale elegge i componenti del comitato esecutivo; quest'ultimo,
formato da 51 membri, nomina il direttore generale e supervisiona la
realizzazione dei programmi biennali dell'istituto.
Il fine principale dell'UNESCO è quello di incentivare la diffusione della
conoscenza, promuovendo gli scambi culturali fra i popoli, nel rispetto delle
differenti identità e tradizioni. L'attività dell'UNESCO abbraccia settori di
indagine e di intervento quali quelli dell'istruzione, dello sviluppo e
dell'urbanizzazione, dei diritti umani e della parità fra i sessi. I suoi
progetti sociali e i suoi programmi di ricerca danno la priorità alla questione
giovanile, al problema della disoccupazione, al tema della crescente distanza
fra paesi in via di sviluppo e nazioni industrializzate.
E'
L'ANALFABETISMO LA VERA EMERGENZA
L'incidenza delle prospettive offerte dalla scienza e la
dimensione dei pericoli potenziali implicati dall'innovazione non permettono di
prescindere da un dibattito collettivo circa la definizione di politiche
pubbliche responsabili e condivise che abbiano come obbiettivo l'individuazione
delle regole più idonee a governare la rivoluzione biotecnologica.
Proprio quest'ultima implica la necessità di aggiornare e ridefinire l'intera
gamma dei diritti di cittadinanza, anche richiamandosi alla Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo e alla Dichiarazione sul Gemona e i diritti
umani dell'UNESCO.
Nella società contemporanea, l'esercizio effettivo dei diritti di cittadinanza
e la possibilità reale per gli individui di operare delle scelte e di difendersi
da eventuali abusi comportano un'efficace diffusione della conoscenza
scientifica perché ciascun cittadino sia messo in grado di comprendere e quindi
di valutare autonomamente benefici e rischi.
Il livello altissimo di disinformazione, il sensazionalismo e lo stravolgimento
stesso dell'informazione più elementare, insieme con il livello culturale
spesso gravemente inadeguato della popolazione e della stessa classe dirigente
del paese, non possono che produrre oscurantismo apocalittico o adesione
acritica all'innovazione tecnologica.
La priorità di un'azione di governo finalizzata alla costruzione della società
moderna deve necessariamente rivolgersi a sanare una situazione di
analfabetismo scientifico generalizzato e penalizzante poiché il sapere
rappresenta il fondamento dell'esercizio concreto dei diritti individuali e dei
diritti collettivi, che sono poi l'architrave della democrazia. Chiediamo
pertanto al governo e alle istituzioni competenti di promuovere, relativamente
al settore delle biotecnologie, indagini conoscitive sulla qualità della
formazione scolastica e accademica, sulla percezione collettiva del rischio e
sulla idoneità delle strutture preposte al controllo delle nuove tecnologie.
Chiediamo inoltre che il governo e le istituzioni competenti si attivino
tempestivamente per sostenere iniziative articolate di alfabetizzazione
scientifica che consentano all'Italia di raggiungere anche in questo campo i
migliori requisiti per un ingresso a pieno titolo in Europa.
Sergio Cofferati, Luigi Agostini, Maria Gigliola Toniollo
gennaio 1999
ALFABETIZZAZIONE
A partire dalla Rivoluzione francese e per tutto il XIX
secolo, i paesi industrializzati del Nord credettero nel potere dell'educazione
come mezzo per cambiare la società. L'idea era che, in buona misura, i centri
di formazione formassero i futuri cittadini.
La rivoluzione industriale del XIX secolo ed i cambiamenti politici che
portarono alla nascita degli Stati nazionali, a loro volta, crearono la
necessità di 'costruire' individui 'produttivi', i quali
potessero funzionare all'interno degli ingranaggi della macchina di produzione
capitalista. L'alfabetizzazione divenne una priorità nei paesi più
industrializzati d'Europa e Nord America, ma nel XX secolo questa idea si
diffuse in tutto il pianeta. L'alfabetizzazione divenne anche un obiettivo
nazionale del Terzo Mondo, nei paesi da poco liberati dal colonialismo.
Stiamo vivendo in un'epoca di diffuso analfabetismo', ci ricorda L. Ron
Hubbard, e le conseguenze sono serie. In aggiunta alle ovvie ripercussioni in
termini di perdita di produttività, dobbiamo a questo punto fare i conti con
almeno due generazioni di individui incapaci di comprendere o di comunicare in
modo significativo. Dobbiamo inoltre fare i conti con la più triste delle
classi non diplomate - quella che la droga ha reso indifferente, quella i cui
sguardi sono stati spenti da televisione e videogiochi, quella che non possiede
il minimo concetto della storia, della matematica, delle belle arti o della
letteratura, e che ancora, di tanto in tanto, si rivela violenta in modo
inimmaginabile. Ma per concludere, vediamo al tempo stesso di afferrare il
pieno significato di questa affermazione conclusiva: L. Ron Hubbard, avendo
intrapreso uno studio dell'analfabetismo, delle popolazioni analfabete e
semianalfabete, ha fornito soluzioni alla crisi dell'istruzione del XX secolo.
Quelle soluzioni permettono la totale comprensione di qualsiasi materia,
vengono imparate e messe in pratica con facilità e sono, d'altro canto, disponibili
a tutti coloro che desiderano avvicinarsi ad esse.
Educazione di base per tutte le donne e gli uomini del mondo entro il 2015:
questo l'obiettivo del Forum Mondiale per l'Educazione
27/04/2000 - Molti Paesi hanno dimostrato negli ultimi dieci anni che una seria
politica può far diventare realtà il sogno di un'educazione per tutte e per
tutti.
Questo messaggio è la parola d'ordine del Forum Mondiale Per l'Educazione che
si terrà a Dakar, Senegal, dal 26 al 28 Aprile e che vedrà la partecipazione di
un migliaio di esperti provenienti da ogni parte del globo.
Il Forum Mondiale Per l'Educazione si prefigge lo scopo di provvedere
all'estensione dell'educazione a tutti e si trova a dover affrontare e
risolvere le macroscopiche disparità nella distribuzione delle risorse
educative.
Un generale rapporto di sintesi, che offra un'accurata e comprensibile
panoramica dello stato attuale all'educazione mondiale, verrà stilato dal
Forum. 'La presente situazione dell'educazione è inaccettabile' ha
dichiarato Svein Osttveit, segretario esecutivo 'dell'Educazione per tutti
Forum 1', un organismo di cooperazione fondato nel 1990 da UNDP, UNESCO,
UNFPA, UNICEF e la Banca Mondiale.
Alla conferenza parteciperanno anche Il segretario generale dell'ONU Kofi Annan
e i responsabili di molte Agenzie delle Nazioni Unite, assieme ad esperti
internazionali delle strategie educative, organizzazioni non-governative,
uomini d'affari, volontari e educatori da oltre 145 Paesi.
Più di 180 stati si sono preparati al Forum di fine Aprile partecipando all'EFA
2000 Bilanci, una revisione massiccia e dettagliata delle condizioni in cui
versa l'educazione di base nel mondo. Essi hanno illustrato i loro risultati in
sei incontri regionali tenuti nel 1999 e nei primi mesi del 2000. Questi
bilanci sono stati completati da 14 studi tematici specifici.
Basandosi sui dati provenienti da questi sforzi di ricerca, il Forum Mondiale
Per l'Educazione dovrà ridefinire strategie, porsi chiari obiettivi e redigere
un piano d'azione che permetta di raggiungere entro il 2015 l'obiettivo di una
educazione di base per tutte le donne e gli uomini del mondo.
a cura di Unesco.it
SRADICARE L'ANALFABETISMO
Gli scienziati sono consapevoli che l'analfabetismo è la
radice della povertà, della delinquenza e dell'allontanamento dal lavoro
produttivo nelle nostre città. Pertanto necessario impegnarsi concretamente per
la soluzione di questo problema.
Sei anni fa, volontari della Chiesa di Scientology a Washington, hanno formato
l'Associazione per i Servizi Sociali a sostegno del programma per le scuole
pubbliche del Distretto di Columbia denominato 'Saturday Learning
Extension Program'. La consapevolezza immediata di necessità reali li ha
spinti ad iniziare questo programma di preparazione degli insegnanti. Nel corso
degli anni questi insegnanti sono diventati centinaia e a loro volta hanno
prestato la loro opera di assistenza scolastica a migliaia di studenti. I
risultati ottenuti dagli studenti che hanno partecipato a questo programma
dimostrano un marcato miglioramento nelle loro attività scolastiche.
Progetti simili, intesi a eliminare l'analfabetismo, sono stati attuati dai
volontari della Chiesa in altre città degli Stati Uniti fra cui Los Angeles,
San Francisco, Atlanta, New York, Boston, Memphis, Orlando e New Haven, come
pure in Australia, nel Canada ed in altri paesi.
TASSO NETTO DI ISCRIZIONE ELEMENTARE PER REGIONE
(1999)
Il tasso netto di iscrizione elementare- il numero dei bambini iscritti alla
scuola elementare espresso come percentuale del numero totale di bambini con
l'età prevista- costituisce un indicatore chiave del progresso verso
l'obiettivo dell'istruzione per tutti. Africa subsahariana e Asia meridionale
sono le regioni che dovranno affrontare le difficoltà maggiori per iscrivere
tutti i bambini alla scuola elementare entro l'anno 2000.
CONCLUSIONI
I paesi sviluppati poco tempo fa hanno azzerato il debito estero dei paesi
poveri ma anche con ciò questi paesi non hanno abbastanza fondi per istituire
delle scuole pubbliche e comprare il materiale scolastico quindi i bambini non
possono imparare a leggere e scrivere. Ecco perché rimane elevato il tasso di
analfabetismo nel mondo.
GRAFICO E
CONSIDERAZIONI
Da questo grafico si può notare le cause e le conseguenze principali
dell'analfabetismo.
La causa principale dell'analfabetismo è la povertà, conseguenza di questo è la
mancanza di capitali necessari per svolgere attività scolastiche, quindi
l'istruzione è molto scarsa. Questa è la causa fondamentale dell'analfabetismo.
La conseguenza fondamentale è avere poche possibilità di lavoro e quindi la
società è sottosviluppata. Per questo motivo molti bambini, non andando a
scuola, sono costretti al lavoro minorile. Nascono molte malattie e quindi il
tasso di mortalità è elevato, quindi c'è la tendenza ad avere più figli e
quindi il tasso di natalità si innalza notevolmente. Le donne sono costrette a
curare i figli e non possono permettersi un'istruzione. Il tasso di natalità è
un'altra causa di analfabetismo e le conseguenze sono quelle che ho elencato in
precedenza.
Appunti su: l27analfabetismo nelle regioni piC3B9 concentrato, |
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