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LA SCUOLA ELEATICA
Al pensiero di Eraclito, che aveva ridotto l'essere al divenire; è il mutare delle cose ciò che ne costituisce l'essenza, si oppone un altro pensiero che è quello della scuola fiorita ad Elea - colonia della costa tirrenica di Lucania nella Magna Grecia - detta Eleatica che asserisce che la realtà , la vera realtà, è mutabile e immobile: il mutamento è l'illusione.
Vi appartengono PARMENIDE (I metà secolo V), il fondatore di cui abbiamo più notizie e i suoi seguaci Zenone di Elea e Melisso di Samo.
PARMENIDE, fondatore della scuola, distingue due vie che si aprono al pensiero, per incitare gli uomini ad abbandonare la prima, quella dell'OPINIONE, e seguire la seconda, quella della VERITA'.
Questa verità si esprime nella formula "L'ESSERE ESISTE E NON PUO' NON ESISTERE, IL NON ESSERE NON ESISTE E NON PUO' NON ESISTERE
Infatti, l'opinione comune si attiene a quel che vede e sente, si basa sull'esperienza. E nell'esperienza la realtà sembra costituita di MOLTEPLICI esseri individuali (questo o quello) di esseri che nascono, crescono, muoiono in continua trasformazione e movimento, in quel divenire che Eraclito esaltava come il vero essere.
Ma l'uomo oltre ad essere senso è pensiero, e al pensiero il mondo dell'esperienza appare un mondo assurdo perché impera questa contraddizione che ESISTE IL NON ESSERE.
Infatti i molti non possono essere distinti l'uno dall'altro e apparire molti se non nella supposizione che tra l'uno e l'altro ci sia un intervallo vuoto: quindi ognuno si distingue dagli altri in quanto NON È GLI ALTRI.
Nascere significa passare dal non essere all'essere; Morire significa passare dall'essere al non essere; Mutare significa passare da ciò che si era e non si è a ciò che si è e da questo a ciò che si sarà e non si è ancora.
L'ESSERE vero è uno immutabile e immobile nel suo assoluto equilibrio.
La nostra vita è immersa nel fluire del tempo e nel processo di trasformazione incessante, ma appunto per ciò questa nostra vita non è che un sogno, è un tessuto di apparenze; la realtà vera è altrove, nel puro ESSERE, quale lo coglie il pensiero.
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