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Creare l'utente per la biblioteca complessa
Sviluppo di strumenti di e-learning (e-book) per lo svolgimento di programmi di information literacy nelle biblioteche
La Biblioteca complessa si trova ad agire in un contesto che impone
Lo svolgimento di programmi di , attraverso l'uso di tecnologie per il "blending learning", deve divenire parte integrante dei servizi svolti.
Saper produrre, adattare, personalizzare opere editoriali per questi servizi, quali ad esempio e-book realizzati con un contributo forte delle biblioteche stesse, deve essere una capacità di base delle nuove biblioteche.
Fine dei confini della biblioteca
La crescita delle informazioni online ha fatto crollare i confini della biblioteca, che, da luogo dei "libri", si trova a doversi trasformare in un servizio complesso dove si elaborano e diffondono informazioni, anche sotto forma di veri e propri prodotti editoriali, specie in formato elettronico.
Ciò non significa che la biblioteca debba trasformarsi in qualcosa di diverso da ciò che la sua storia l'ha fatta essere, anzi può e deve agire in questi settori mantenendo però una propria specificità che la differenzia da altri servizi simili.
La struttura delle biblioteche dell'era industriale era basata sulla centralità del documento che veniva identificato, descrivendolo e indicizzandolo, per poi inserirlo in una struttura predefinita in grado, almeno teoricamente, di garantire la corretta collocazione per qualsiasi unità documentale, il tutto in funzione di una domanda di servizi fortemente standardizzati. Per comprendere realmente e radicalmente che cosa stiano divenendo le biblioteche, a nostro parere, si deve interpretarle nel loro essere sistemi complessi, cioè fondamentalmente non lineari.
I sistemi complessi sono di norma formati da un numero elevato di elementi che interagiscono fra loro in modo non lineare, pur costituendo una entità unica, organizzata e dinamica capace di modificarsi interagendo con altri sistemi simili. Si tratta di sistemi i cui elementi agiscono solo in funzione di informazioni locali, cercando di avere performance globali.
L'introduzione delle ICT, in tutti i loro aspetti, ha reso non solo evidente ma anche strategicamente indispensabile per la comprensione delle biblioteche il porle all'interno di questo tipo di sistemi.
Per governare, non gestire, il crollo dei confini dobbiamo abbandonare le certezze e sperimentare in ogni direzione. Soprattutto dobbiamo contaminarci con realtà diverse, tra le quali certamente l'editoria. Le biblioteche cessano di essere esclusivamente luoghi dove raccogliere quello che altri producono, ma trasformano il loro agire, sia rispetto a ciò che fanno da sempre sia in direzioni nuove, specie verso la vera e propria produzione di informazioni sotto varie forme.
La biblioteca deve saper valorizzare le capacità dei bibliotecari, quando adeguatamente sviluppate e interiorizzate, nel fornire informazioni ad un'utenza sempre più bisognosa e esigente. I bibliotecari, accanto a servizi tecnici standardizzati, hanno sviluppato un sapere nel fornire informazioni in modo personalizzato, che potremmo definire "high touch": dobbiamo riuscire a riproporre questo sapere in ambiente "high tech" strutturandolo e trasformandolo in "prodotti" editoriali.
Costruire l'ambiente digitale, non solo la collezione digitale
Il ruolo della Biblioteca come costruttore e/o acquirente di collezioni digitali non può realizzarsi pienamente se non c'è consapevolezza di come "funzionino" realmente gli ambienti digitali. Da anni ci basiamo su questi quattro aspetti per comprendere il nuovo ambiente in cui agiamo.
L'ambiente digitale è governato dalla semplicità del "pensiero" degli elaboratori: tutto ciò che gli elaboratori fanno è seguire alla lettera le regole del software. Elaboratori ben programmati possono creare illusioni di intelligenza, spontaneità e attenzione a dettagli in apparenza non esplicitamente espressi. Fondamentalmente però rimangono legati alla logica procedurale. Solo un costante ed attento miglioramento delle interfacce potrà creare ambienti nei quali gli utenti interagiranno in modo diretto e attenendo prestazioni che si modificano in base alle proprie esigenze.
Il massimo dell'efficacia gli ambienti digitali l'ottengono se riescono ad incoraggiare il senso di partecipazione. La partecipazione conduce sia al successo nella ricerca delle informazioni desiderate sia ad essere soddisfatti dell'esperienza di un "lavoro" online. La partecipazione fornisce il feedback tra il computer e l'utente; le regole trasformano i feedback dell'utente consentendo all'ambiente digitale di modificarsi per adattarsi alle esigenze dello stesso.
L'utilizzo di ambienti digitali, Internet in primis, comporta la presenza di una componente "spaziale". Gli utenti "navigano" di Internet, si perdono, entrano ed escono, si muovono. La metafora spaziale è un punto fermo per rendere l'ambiente online facile, amichevole e produttivo. Dobbiamo riflettere su questo aspetto quando pensiamo a documenti digitali e alle loro collezioni.
Un altro aspetto imprescindibile degli ambienti digitali che "funzionano" bene è il loro essere "enciclopedici", cioè in grado di consentire un continuo entrare ed uscire dal cuore dell'argomento per accedere ad informazioni di tipo diverso oppure collocate in "luoghi fisici o logici" lontani. L'enciclopedicità degli ambienti digitali è ciò che per esempio fonda tutti i progetti di integrazione delle risorse informative.
L'insieme di questi quattro aspetti deve sempre essere presente quando si pensa di creare un sito Web, o di mettere in linea una collezione digitale, oppure di realizzare una banca dati bibliografica o ancora di produrre e-book per corsi di Information Literacy. Ricordarsi che i programmi sono procedurali e che deve essere la nostra capacità a farli apparire "intelligenti", fornire agli utenti spazi per l'interattività e l'attività, disegnare degli ambienti fortemente "navigabili" e pluridimensionali, aprire percorsi verso ciò che sta fuori dalle pareti del singolo prodotto sono condizioni indispensabili per proporre progetti, "e-journal", "e-book" efficaci.
La biblioteca aggrega, produce e valida le risorse
La biblioteca nell'era del digitale - la biblioteca che sempre più spesso viene definita ibrida anche se questo termine mi pare rischi di riproporre la centralità del materiale a scapito del servizio - può essere compresa in queste tre categorie:
Aggregatore di informazioni
Validatore di informazioni
Creatore di informazioni
Rispetto all'aggregazione, ruolo fondamentale delle biblioteche "brick and mortar", la funzione delle biblioteche del futuro sarà anche, se non soprattutto, quella di gestire l'accesso ai contenuti intellettuali di documenti su qualsiasi supporto siano, mettendo almeno in parte in ombra la tradizionale funzione di "contenitore" di documenti.
La funzione di 'validatore', di selezionatore dell'informazione, che tradizionalmente è coincisa con la funzione di scelta di acquisizione dei documenti cartacei, diviene oggi più controversa, anche se dovrà essere quella maggiormente da sviluppare. La problematicità di questa funzione sta nella sempre più ampia delega nella scelta dei documenti che le biblioteche danno a soggetti esterni (editori, agenti, consorzi, aggregatori) e nella necessità di confrontarsi con l'instabilità di Internet.
La capacità di produrre informazioni sarà decisiva, anche se per la maggior parte delle biblioteche limitata. Solo le biblioteche che possiedono collezioni storiche o rare, e che perciò potranno accedere a risorse finanziarie necessarie a digitalizzare questi documenti, e quelle che sapranno innovare - divenendo "creatori" di nuovi prodotti editoriali e sviluppando capacità e competenze da mettere a disposizione della propria organizzazione - si troveranno a svolgere un ruolo centrale e non residuale nel nuovo panorama della diffusione delle informazioni.
Le capacità tecniche delle biblioteche
La scelta di affidarsi ad aziende specializzate piuttosto che sviluppare "in casa " siti web, banche dati, prodotti elettronici, e-book deve essere attentamente considerata da parte delle biblioteche. L'apporto che può dare un'azienda esterna specializzata nello sviluppo di questi oggetti è molto importante ma, d'altro canto, bisogna aver ben presente quanto del "business" della biblioteca è diventato o diventerà electronic business. A nostro parere, le biblioteche devono avvalersi di professionalità esterne solo in cinque contesti:
La Biblioteca "Mario Rostoni" ha cercato, per quanto possibile - anche contando sul sempre rilevante apporto delle altre strutture informatiche dell'Università, Servizi informatici e CETIC - Centro per l'Economia e le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione - di agire basandosi su questi presupposti.
Partendo da queste idee la Biblioteca Rostoni ha sviluppato o contribuito a sviluppare vari progetti legati alla produzione di documenti elettronici
I LIUC papers <https://www.biblio.liuc.it/biblio/liucpap/default.htm> sono il periodico scientifico dell'Università che viene edito dal 1994 a cura della Biblioteca. Nel 1999 è stata creata la versione elettronica, gratuitamente disponibile su Internet, e si è provveduto a recuperare i numeri precedenti. Attualmente sono disponibili in full-text 138 fascicoli che hanno assommato nel 2002 205237 download e 238238 dal 1° gennaio al 18 novembre 2003.
I fascicoli legati ad ambiti disciplinari particolari sono registrati in banche dati specifiche (RePEc, WoPEc). Ciò contribuisce in modo significativo alla diffusione all'estero dei contributi.
Il progetto eLearning. Uno degli obiettivi del progetto eLearning dell'Università Cattaneo, cui la Biblioteca Rostoni partecipa come partner di rilievo, è la creazione di materiale didattico originale, con contenuti di livello universitario e con una forte caratterizzazione metodologica, secondo il modello di eLearning che stiamo consolidando.
I prodotti e-learning della Biblioteca verranno trattati più ampiamente nel prosieguo dell'intervento.
Per avere una visione d'insieme dello sforzo editoriale dell'Università Cattaneo nel campo dell'e-learning si può consultare il sito <https://elearning.liuc.it/progetto/default.htm>, nel quale sono elencati 60 e-book.
The European Journal of Comparative Economics "is a refereed journal for scientific articles publishing theoretical and empirical research in any field of comparative economic studies". Questo progetto, che la Biblioteca sta conducendo con la European Association for Comparative Economic Studies (EACES), è in fase di avvio. Si articolerà in un sito sul quale sarà possibile sottoporre articoli che, automaticamente, verranno assegnati a un referee per la revisione.
In base al punteggio ottenuto i contributi verranno accettati, respinti o segnalati per la revisione.
I contributi accettati confluiranno in veri e propri fascicoli virtuali che avranno cadenza semestrale. Gli articoli saranno in formato PDF. Per ognuno di essi saranno assegnati fino a 5 classi del Journal of Economic Literature, due macrodiscipline, fino 5 keywords e saranno accompagnati da un abstract.
La pubblicazione, il sito e l'indicizzazione saranno in lingua inglese.
Particolarmente significativo in questo progetto è il ruolo centrale di EACES cui la Biblioteca Rostoni fa solo da supporto. Affiancarsi ad una Society garantisce di poter rivolgersi realmente e direttamente ai ricercatori.
Il Repository di materiale didattico dell'Università Cattaneo, cui la Biblioteca Rostoni contribuisce nella fase di controllo di qualità e di legalità del materiale depositato, consente ai docenti di pubblicare in formato elettronico tutte le dispense necessarie per i corsi, gli esercizi e i compiti svolti, lucidi e materiali accompagnatori. L'archivio contiene varie migliaia di "lezioni, dispense, lucidi", esercizi. I docenti possono autonomamente decidere se rendere accessibile a tutti i materiali o se riservarli agli studenti iscritti al corso.
Di tipo diverso sono le esperienze fatte con le banche dati dell'Associazione ESSPER e la "Banca dati di Biblioteche oggi". Infatti in questi casi non si è trattato di realizzare documenti di tipo "classico" ma prodotti informativi in cui l'informazione è strutturata. In entrambi i casi però è possibile, almeno per alcune parti degli archivi, recuperare delle indicazioni bibliografiche per poi accedere direttamente ai full-text. Per ESSPER si tratta della banca dati dei Working Papers italiani, per Biblioteche oggi di 500 articoli dal 1998 al 2001.
Le risposte della Biblioteca Rostoni per l'accesso integrato alle risorse
La LIUC Virtual Library
"MyLibrary@LIUC": aggregazione e personalizzazione
catalogazione dei periodici elettronici
Dal 1999 abbiamo iniziato a sviluppare una banca dati di risorse Web per l'economia e il diritto nella quale descriviamo e indicizziamo circa 2.500 siti scelti in base alla presenza di informazioni strutturate in documenti, banche dati o tavole numeriche.
Uno dei problemi che affrontano le biblioteche di scienze sociali è la sempre più frequente disponibilità di pubblicazioni di grande importanza su Web in modo esclusivo. Per scelta degli enti che li editano o per scelta nostra, determinata da problemi gestionali e di spazio, documenti molto significativi non sono più acquisiti in forma cartacea, mentre sono disponibili gratuitamente via Web.
Solo disponendo di una banca dati apposita possiamo continuare a rendere visibili queste risorse ai nostri utenti. Il problema di integrare queste risorse nel catalogo della Biblioteca l'abbiamo dibattuto più volte senza per altro arrivare ad una decisione complessiva e definitiva.
Riguardo a MyLibrary, uno degli aspetti qualificanti dell'attività della Biblioteca Rostoni, abbiamo già pubblicato due interventi. Visto che di ciò molto si è parlato penso che non valga la pena dedicarci altro tempo.
Due particolari credo possa essere utile sottolineare in questo contesto:
MyLibrary è un software Open Source che è stato installato e configurato alla LIUC a cura della Biblioteca;
L'integrazione delle risorse elettroniche e cartacee all'interno di MyLibrary@LIUC avviene utilizzando una serie di altri strumenti informatici sviluppati autonomamente dalla Biblioteca Rostoni
Sin dal 2000 la Biblioteca ha provveduto ad integrare direttamente in catalogo i periodici on-line per i quali si abbiano i diritti di consultazione. Questa operazione ha implicato la registrazione di circa trecento periodici ed è avvenuta in due fasi. E' stato per prima cosa creato un database in cui sono registrate le URL, anche plurime, dei periodici elettronici, poi si è provveduto a collegare i record catalografici con i record corrispondenti nel database.
Questa scelta permette di gestire più facilmente le URL plurime, cambiamenti di URL e validazione degli accessi da fuori del campus.
Inoltre la disponibilità di questo database ci consente di produrre automaticamente una pubblicazione cartacea e online, indirizzata in particolare ai docenti, in cui segnaliamo la ricezione di fascicoli dei periodici di loro interesse con l'indicazione della URL di quelli disponibili on-line.
Il medesimo database produce anche una lista in ordine alfabetico dei soli periodici elettronici.
Il servizio di reference della Biblioteca, fortemente orientato ad offrire colloqui di consulenza individuali della durata di circa un'ora caratterizzati da una vera e propria intervista di reference, ha svolto un ruolo fondamentale per valutare che cosa stesse succedendo alla nostra utenza. Il contatto diretto con l'utente ha rappresentato una importante fase di verifica per comprendere quante delle informazioni da noi aggregate venissero utilizzate e recepite, indipendentemente dall'ausilio del bibliotecario, attraverso la diretta consultazione del sito web.
Gli studenti che chiedono un appuntamento di consulenza personalizzata mostrano, di norma, di aver già utilizzato l'OPAC, anche se solo attraverso ricerche base (autore o titolo), ma per quanto riguarda le risorse elettroniche - periodici elettronici, risorse web pur integrate e presenti in MyLibrary o addirittura in OPAC, banche dati - la conoscenza risulta molto limitata.
La nostra esperienza ha dimostrato che la presenza sul sito web della biblioteca di sistemi di integrazione delle risorse non è efficace di per sé, se non è accompagnata da una serie di altre strategie, comunicative e di formazione.
I sistemi di integrazione e ricerca di risorse elettroniche vengono utilizzati in modo fondamentalmente ingenuo, come se fossero una versione in piccolo di Google, e senza alcun sospetto che solo strategie di ricerca consapevoli possono dare ragionevoli certezze di aver individuato quanto di rilevante sia presente nell'archivio.
Mentre la comunicazione del servizio di reference è efficace e raggiunge l'utente in modo pervasivo e persuasivo, la complessità insita nel comunicare l'esistenza di una serie di strumenti per la ricerca di informazioni, seppur integrati, rimane troppo elevata per essere risolta da qualsiasi strumento automatico possa essere oggi immaginato.
Anzi, a nostro parere, voler ridurre questa complessità non può portare che alla perdita di informazioni da parte degli utenti e di ruolo da parte delle biblioteche.
La nostra conclusione è che dobbiamo insegnare agli utenti a vivere nella complessità informativa, a muoversi attraverso il mondo dell'informazione elettronica e cartacea in modo consapevole.
Gli e-book per l'Information Literacy: produrre "libri" per le attività della Biblioteca
La Biblioteca Rostoni, dopo aver sperimentato varie forme di integrazione tra risorse elettroniche, risorse tradizionali e strumenti di ricerca e dopo aver maturato un'esperienza nel campo della pubblicazione di prodotti editoriali elettronici, ha colto l'occasione che alcuni progetti dell'Università mettevano a disposizione per trasfondere queste competenze in un progetto finalizzato alla formazione degli utenti.
La nostra Biblioteca ha deciso di assumere la formazione degli utenti come condizione necessaria per affermare il proprio ruolo all'interno delle prospettive dell'Ateneo.
La Biblioteca Rostoni pensa che la necessità di costruire l'ambiente adatto perché le collezioni digitali possedute o semplicemente accessibili possano essere fruite completamente e si integrino con le collezioni non digitali trovi soddisfazione solo se si accetta la complessità della condizione attuale, complessità contro cui non bisogna reagire cercando illusorie semplificazioni ma cercando modalità innovative per interagire con gli utenti
L'interagire non può essere pensato solo in termini di riproposizione dell'offerta di consulenza, ma deve concretizzarsi anche attraverso l'utilizzo di strumenti editoriali adeguati agli scopi che ci si prefigge, che sono quelli di formare un'utenza "Information Literate".
La scelta di creare/pubblicare degli e-book piuttosto che utilizzare prodotti editoriali già disponibili non è stata fatta in base a moda o per ragioni estrinseche al progetto, ma perché si è ritenuto che questo fosse il modo corretto per raccogliere le sfide che l'ambiente digitale pone. Questa scelta è stata possibile perché poteva fondarsi sulle capacità di produrre prodotti elettronici innovativi che avevamo già acquisito.
Nel tempo abbiamo constatato che il rapporto con gli utenti di una biblioteca che decida di accogliere l'ambiente digitale come "proprio luogo di esistenza" non può essere altro che quello esemplificato da questo grafico.
Un dialogo
Interazione uno a uno (messaggi unici ai singoli individui con feedback)
Per dialogare con i propri utenti bisogna che la biblioteca si offra secondo tre direttrici:
disponibilità;
capacità;
autorevolezza.
La disponibilità è un fattore che nelle biblioteche non dovrebbe mai mancare, la capacità e l'autorevolezza troppo spesso abbiamo pensato che fossero un portato delle nostre collezioni:
grande e ricca biblioteca = biblioteca capace e rispettata.
Purtroppo o per fortuna questo mito non ha più spazio. La biblioteca "digitale" che non sappia realmente dialogare con il proprio utente è destinata a sparire, a confondersi con un qualsiasi "repository" di articoli presente su Internet.
Dialogare significa fornire al singolo utente la sensazione di "essere lì per lui", sia nel momento in cui lui deve imparare a comprendere la complessità del "mondo nuovo" sia in seguito quando si troverà "perso" in un mondo dove l'aiuto è un bene tanto necessario quanto scarso.
La convinzione che Internet permettesse di accedere a qualsiasi informazione non viene più, per fortuna, propagandata da nessuno. E' stata sostituita dalla consapevolezza che il processo per portare tutti i cittadini ad utilizzare le risorse informative secondo le necessità di ognuno richieda attività formative permanenti.
L'essere "Information literate" - alfabetizzati alla ricerca delle informazioni - è ormai da considerarsi uno skill indispensabile per tutti coloro che si apprestano a compiere percorsi formativi superiori o a entrare nel mondo del lavoro.
Da parte nostra pensiamo che il soggetto maggiormente attrezzato per diffondere le capacità caratteristiche di una persona "information literate" siano le biblioteche, in primo luogo quelle scolastiche e universitarie.
Per svolgere questo ruolo biblioteche e bibliotecari devono sviluppare accanto alle capacità tipiche della propria professione nuove competenze, in particolare relative all'organizzazione di moduli didattici e all'utilizzo di tecnologie avanzate.
Infatti a nostro avviso per riuscire a svolgere con efficacia programmi di Information literacy non si può prescindere dall'uso intensivo di tecniche di e-learning.
I bibliotecari devono apprendere come trasformare il proprio sapere in strumenti utilizzabili, riutilizzabili e "commercializzabili" per la didattica. Per esemplificare, i catalogatori devono saper redigere dei testi adatti ad essere utilizzati da colleghi in lezioni, ad essere studiati da utenti che seguono corsi a distanza, devono saper strutturare esercizi di autovalutazione efficaci e significativi, devono saper trasformare il proprio lavoro in modo da recepire le esigenze che gli utenti dell'offerta formativa della biblioteca manifesteranno.
Gli strumenti di e-learning, sia nel caso in cui vengano impiegati a distanza, sia nel caso in cui siano impiegati a supporto di lezioni frontali, forniranno al bibliotecario l'opportunità di muoversi in un ambiente ipertestuale particolarmente adatto all'apprendimento del funzionamento degli OPAC e di tutte le risorse elettroniche online disponibili, gratuitamente o a pagamento.
Per trasformare la figura del bibliotecario nel senso di un soggetto capace di pensarsi come un formatore dei propri utenti alla ricerca e all'utilizzo delle risorse informative online, non possiamo immaginare nulla di più adatto di strumenti di e-learning, anzi si può ipotizzare che gli stessi strumenti predisposti per gli utenti possano in una prima fase essere utilizzati per allargare il numero di bibliotecari in grado di muoversi per questi obbiettivi.
Cominciamo ad eliminare una fonte di possibili fraintendimenti, per noi l'e-learning non si identifica con la formazione a distanza, anzi. Le tecnologie e-learning sono un potente supporto didattico, prima di tutto in corsi che prevedono lezioni frontali. L'efficacia formativa del contatto diretto con gli allievi non può essere in alcun modo sottovalutata, si deve ricorrere alla formazione a distanza solo quando ciò sia richiesto per motivi economici. La massima efficacia delle applicazioni dell'e-learning per l'"information litercy" si ha in situazioni di "blended learning".
Sottolineare la necessità di mantenere la centralità dei momenti formativi in presenza, non significa che vogliamo sottovalutare in alcun modo le possibilità offerte dalle tecnologie e-learning, per corsi nei quali sia opportuno ricorrere parzialmente o integralmente alla formazione a distanza. Queste tecnologie consentono di introdurre nella formazione a distanza alcuni elementi propri della lezione frontale. La spazialità che comunica l'utilizzo dello strumento elettronico - pensiamo a tutti i termini implicanti concetti di mobilità nello spazio che si utilizzano per riferirsi all'uso degli elaboratori e di Internet - è un elemento che può consentire di creare nel discente la sensazione di essere con gli altri allievi e con il docente in uno "spazio" dedicato.
La possibilità di utilizzare strumenti interattivi o di comunicazione immediata - tipo chat o web-cam - rende possibile una partecipazione attiva degli allievi alle lezioni.
Uno dei punti cruciali con cui devono confrontarsi le strutture che vogliono intraprendere delle esperienze di e-learning per l'Information literacy è la scelta di quale percorso tecnologico affrontare.
Il mercato offre alcuni pacchetti per lo sviluppo di prodotti di e-learning molto potenti ma anche molto costosi, sia in termini finanziari sia per i tempi di apprendimento. Per di più questi pacchetti sono pensati per strutture formative diverse dalle biblioteche e per l'insegnamento di argomenti che non sempre hanno caratteristiche simili a quelli che si devono affrontare nei corsi di Information literacy.
La scelta di acquisire uno di questi pacchetti offre la possibilità di usufruire di esperienze consolidate, ma non sempre questi programmi possono essere adattati in modo adeguato alle proprie esigenze, mentre è quasi certo che creino un vincolo, spesso negativo, nel medio periodo.
La Biblioteca Mario Rostoni negli ultimi due anni ha sviluppato specifici e-book per sviluppare nei propri utenti competenze di Information literacy.
Circa 300 studenti ad oggi hanno utilizzato questi strumenti che consentono di acquisire le competenze di base per la ricerca bibliografica (Information literacy base - Ricerca di informazioni bibliografiche) e competenze specifiche settoriali declinate in base alla disciplina (Information literacy advanced in Business Information and Economics - Fonti di informazioni economiche e di business online; Information literacy advanced in Law - Fonti di informazioni giuridiche online; Information literacy advanced in Statistics - Ricerca di informazioni statistiche per l'economia online).
Tali strumenti sono stati utilizzati anche per la formazione del personale junior di biblioteca, nell'apprendimento degli skill di base per la ricerca bibliografica.
Inoltre sono stati oggetto di confronto nell'ambito di un workshop tenuto il 23 giugno presso la nostra Università dal titolo: "La biblioteca come ambiente formativo" e indirizzato ai bibliotecari di pubblica lettura.
Lo strumento di editoring sviluppato è stato impiegato per la creazione di un e-book che verrà impiegato in una scuola superiore.
Gli "e-book" si basano su un unico programma che utilizza diversi archivi di dati. Un altro programma consente l'inserimento dei contenuti via web. I redattori possono pensare ai contenuti senza doversi preoccupare dei modi di inserimento e della formattazione.
I dati degli archivi danno vita a pagine generate in tempo reale. La grafica di ogni e-book è definita da un foglio di stile apposito.
Gli e-book si articolano su percorsi base, approfondimenti e commenti. E' possibile accedere a un forum di discussione e a un glossario.
Il programma è in grado di attingere informazioni anche da archivi diversi da quello principale, in particolare è in grado di estrarre descrizioni di siti dalla LIUC Virtual Library.
Anche le scelte delle tecnologie e le strategie tecnologiche hanno rappresentato un importante momento di ricerca e di verifica. Le conclusioni cui siamo giunti sono che sia necessario ricorrere a un mix di tecnologie - nessuna soluzione di per sé è soddisfacente mentre la capacità di integrare è uno degli asset della biblioteca - che i livelli di integrazione tra risorse possono e devono essere vari ed infine che la scelta di sperimentare offra in sé dei vantaggi a breve, medio e soprattutto lungo termine. Il know-how che si acquisisce in progetti come questi può essere impiegato in decine di occasioni future.
Gli e-book sono consultabili, previa richiesta di password, dalla pagina: https://www.biblio.liuc.it/biblio/comunicazioni.htm
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