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LA SCOLASTICA
La filosofia "Scolastica", così chiamata perché nacque e si diffuse nelle "scholae",occupa un periodo storico molto ampio, ovvero dalla rinascita Carolingia fino al 1400 con la nascita dell'Umanesimo in Italia prima e del Rinascimento, poi, nel resto dell'Europa.
La Scolastica si suole suddividerla in tre periodi:
a. il primo periodo, abbastanza povero,collocato tra l'800 e il 900 nel quale emerge la figura di Scoto Eriugena, circondato da una marea di figure minori, per lo più persone colte e maestri con lo scopo di dare l'insegnamento di base , sulla scia della filosofia antica , ai cosiddetti "rudes" ovvero i rozzi, che in un modo o in un altro dovevano essere resi colti, o quantomeno bisognava fornire loro un minimo di cultura. Nasce cosi un sistema scolastico corredato di metodo al quale si diede sempre maggiore importanza.
b. il secondo periodo detto "argenteo",collocato tra il 1000 e il 1100, nel quale emergono grandi figure ed accanto ad esse sorgono le grandi scuole. La vera novità del periodo è che la cultura esce dai monasteri e dalle scuole cattedrali e capitolari ovvero quelle formate dai capitoli delle chiese. Nascono le Università e si crea il "cetus studiorum",cosicché l'intero corpo delle arti viene notevolmente approfondito.
c. il terzo periodo ovvero nel 1200, è il periodo d'oro della Scolastica, ma una
volta raggiunto l'apice è difficile mantenere simili vette e vi è un rapido tramonto, il 1300, rappresenta la dissoluzione della filosofia medievale, con una ripresa in Guglielmo di Ockham.
Ma dopo di questo filosofo la filosofia medievale si dissolverà in cenere dando vita alla filosofia moderna.
La Scolastica si esprime tutta nelle scuole che, sebbene molto diverse tra loro ,presentano tuttavia diverse analogie; la cultura intanto grazie ad esse ha trovato un luogo di trasmissione, di formazione e di ricerca; i maestri entrano in esse come allievi e poi ne diventano i trasmettitori e ricercatori.
Tuttavia non bisogna dimenticare che questo genere di cultura ha un limite, ovvero è limitata alle scuole e a coloro che le frequentano, riguarda dunque un limitato gruppo di persone e non sarà mai una cultura di massa.
In queste scuole si insegna il trivio ovvero le tre materie che forniscono le basi fondamentali della cultura: la Logica, che insegna come ragionare e costruire discorsi, la Dialettica che insegna il dialogo in forma di domanda e risposta e la Retorica che insegna come dire le cose bene, in forma conveniente ed elegante, sulla base delle affermazioni dei sofisti.
Ma si insegna anche il quadrivio, formato dalla Geometria. L'Aritmetica, l'Astronomia e la Musica, queste materie forniscono le basi per la riflessione filosofica.
Questo gruppo di materie veniva insegnato dopo il trivio, infatti era considerato un insegnamento superiore che voleva portare gli studenti al ragionamento.
Il maestro che impartiva questi insegnamenti era lo " scolasticus" a lui succedeva o il " magister philosophiae" o il " magister artium" o il " magister teologiae".
L'insegnamento della filosofia e della teologia era abbinato e si suddivideva in due tipi di insegnamento: la "lectio"ovvero il commento al testo letto dal "lector" colui che aveva raggiunto il primo grado di insegnamento, e la "disputatio" ovvero i commenti che scaturivano dalla lettura dei testi.
Altro limite della filosofia Scolastica è che interessa soltanto l'Occidente ed è radicata nella civitas cristiana, dunque riguarda solo una piccola parte del mondo anche se all'apice del suo successo essa sarà la sintesi di tre culture: la cristiana, l'araba e quella ebrea.
La filosofia scolastica, di base cristiana, a differenza della Patristica, nasce e si evolve su un cristianesimo consolidato e gia affermato, tanto che ed esso la filosofia diventa "ancilla teologiae", ovvero serva del cristianesimo.
I temi maggiormente trattati dalla scolastica furono:
rapporto fede e ragione;
dimostrazione di Dio in termini razionali;
disputa sugli universali aristotelici.
Per ciò che riguarda il rapporto fede-ragione, vi saranno i filosofi che riprenderanno le tesi di Agostino, ovvero che la fede e la ragione sono in netto contrasto ma si compensano l'una con l'altra.
Vi saranno però anche filosofi, come Tommaso d'Aquino, che divide le possibili verità e gli ambiti della ragione individuandone tre:
ci sono verità che con la fede hanno poco a che spartire, in questo ambito la ragione si muove da sola;
vi sono poi le cose che possono essere spiegate e con la fede e con la ragione, ovvero i " preambula fidei", ad esempio l'esistenza di Dio,che può essere accettata per fede o dimostrata razionalmente;
in questo ambito invece vi sono le cose che vanno accettate per fede ma che possono essere chiarite con la ragione, come ad esempio la Trinità, ovvero le tre persone della divinità: esse non sono dimostrabili con la ragione , ma vanno accettate per fede.
Vi furono anche coloro che affermarono che tra ragione e fede non c'è alcun rapporto, ciascuna è libera di procedere autonomamente per la sua strada, tra i sostenitori maggiori di questa tesi ricordiamo Guglielmo di Ockham.
I due ordini più importanti nel Medioevo erano i Francescani e i Domenicani, gli insegnanti universitari erano o francescani o domenicani: i francescani tenderanno a porteranno avanti le teorie di Platone per via della mistica meno razionalista, mentre i domenicani preferiranno Aristotele per via della sua grande razionalità, questi erano insomma più intellettuali.
Servendosi dunque delle teorie di Platone e di Aristotele, si cercherà in questi secoli di dimostrare in termini razionali l'esistenza di Dio, malgrado molti erano dell'opinione che essa fosse indimostrabile e accettabile solo per fede.
Tra i filosofi che cercarono la risposta a questo dilemma ricordiamo Anselmo, che asserì che l'Essere perfettissimo, per essere tale, non può mancare di esistenza, altrimenti non sarebbe più perfetto.
Il filosofo che comunque cercherà di definire meglio tutte le teorie e le incognite filosofiche sorte in questi secoli sarà Tommaso che più di ogni cosa cercherà di giunger alla dimostrazione dell'esistenza di Dio, egli asserirà infatti che " se ammetto le idee nella mente di Dio, posso dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio e posso risalire la "scala" delle verità, ma se nego gli universali, allora ciò non è più possibile perché Dio agisce solo secondo la sua volontà.
Secondo Ockham, più ci si avvicina a Dio e più ci si allontana dalla realtà, rompendo cosi tutte le certezze della scolastica.
La Scolastica in fondo aveva solo tentato di dimostrare le realtà divine con la ragione e con la filosofia.
Adesso la filosofia diventa indipendente dalla religione:la fede si rafforza perché è l'unica strada che può portare a Dio, infatti se l'esistenza di Dio fosse dimostrabile razionalmente nessuno avrebbe più fede.
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