L' UOMO
E LA NATURA
La storia delle relazioni fra uomo e
natura è appassionatamente ricca d'insegnamenti. Per lungo tempo l'uomo non
poteva avere nemmeno l'idea che il suo modo di vivere potesse essere contrario
alla natura, in quanto gli effetti derivanti del suo comportamento apparivano
sproporzionati per agire su di essa. Ma ecco, che nel volgere di qualche anno
la situazione si è capovolta. In seguito alla proliferazione sfrenata degli
esseri umani, in seguito all'estendersi del bisogno e degli appetiti che
trascina con se questa approvazione, in seguito all'enormità dei poteri che
derivano dal progresso delle scienze e delle tecniche, l'uomo è sul punto di
diventare, per la gigantesca natura, un avversario che non è per nulla
trascurabile, sia che minacci di estinguere le risorse, sia che introduca in
essa delle cause di deterioramento e di squilibrio. Ormai l'uomo si accorge che
nel proprio interesse, beninteso, deve sorvegliarsi, controllare la sua condotta
verso la natura, e spesso proteggere questa contro se stesso.
Di questa preoccupazione, di questo
dovere di salvaguardare la natura, si parla molto attualmente; e non sono più
soltanto i naturalisti che ne ricordano la necessità; essa s'impone nell'attenzione
degli igienisti, dei medici, dei sociologi, degli economisti, degli specialisti
del paesaggio, e più generalmente di tutti coloro che s'interessano dei
programmi dei partiti politici si manifesta persino nei discorsi dei capi di
Stato.
Sono veramente molteplici i motivi che
abbiamo per proteggere la natura, l'uomo difende l'uomo, egli soddisfa
l'istinto della conservazione della specie. Le innumerevoli aggressioni, di cui
egli si rende colpevole verso gli elementi naturali, non rimangono senza conseguenze
future per la sua salute e per l'integrità del suo patrimonio ereditario. Ci
ricordiamo che per l'inquinamento radioattivo, prodotto dalle esplosioni di
bombe nucleari, tutti gli abitanti del pianeta e particolarmente i più giovani,
portano nel loro scheletro degli atomi di stronzio radioattivo.
Ma c'è inoltre il punto di vista per
intellettuale, ma molto più apprezzabile, dei biologi che, amanti della natura
per se stessa, non aumentano che tanta specie viventi, insostituibili soggetti
di studio, si cancellino dalla fauna e dalla flora terrestre, e che così a poco
a poco si impoverisca, per l'errore dell'uomo, il sontuoso ed affascinante
Infine ci sono coloro, e sono artisti,
poeti e quindi un pò tutti, che, semplici amanti della natura, vogliono
conservarla poiché vedono in essa un momento vivente e vinificante, un legame
mantenuto con la pienezza originale, un rifugio di pace e verità. Lo squilibrio
della natura è iniziato con l'utilizzo sbagliato delle nuove fonti di energia