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ISLANDA
L'ISLANDA IN GENERALE
L'Islanda è un'isola emersa dal mare in tempi relativamente recenti; è costituita da un minuscolo lembo della catena di rilievi sottomarini che attraversano da nord a sud tutto il fondo dell'Atlantico.
Questa parte di terra è sempre stata soggetta a intense manifestazioni vulcaniche (un'esempio ne sono i gayser che sono getti intermittenti di acqua calda).
In tempi antichi l'isola è stata coperta da ghiacciai, che tuttoggi occupano circa 12000 Km2, che hanno eroso il terreno rendendolo piano. Quando i ghiacciai scivolano in mare prendono il nome di "tidewater glacier". Sciogliendosi a contatto con l'acqua del mare, grossi blocchi (alcuni veramente enormi) si staccano dalla superficie e formano gli iceberg che vanno alla deriva attraverso il Nord Atlantico, ma che le correnti oceaniche concentrano attorno alla costa meridionale della Groenlandia.
Il clima è freddo ed è detto clima seminevale che limita la vegetazione a tundra, formata da distese di muschi e licheni, e a praterie.
LA POSIZIONE
Lambita a Settentrione dal Circolo Polare Artico, asoli 300 Km dalla Groenlandia a 900-950 Km dall'Arcipelago Britannico, l'Isalnda si potrebbe chiamare più terra americana che europea, ma per ragioni storiche appartiene al nostro continente.
LE VICENDE STORICHE
Ignota rimase agli antichi l'Islanda (che nell sua etimologia vuol significare terra del ghiaccio) e i monaci irlandesi che casualmente vi approdarono verso la metà del VIII secolo furono i primi esseri umani ad abitala. Più tardi vi si stanziarono stabilmente i coloni norvegesi: intorno al 1000 la popolazione era di circa 75.000 abitanti, abbracciava il Cristianesimo e si inseriva definitivamente nell'habitat umano ed europeo. Nel 1264 avveniva una sorta di unione fra l'isola e la Norvegia; dal 1814 l'Isalnda rimaneva in possesso della Danimarca; dal 1918 diventava una monarchia indipendente, unita solo nella persona del Sovrano alla Danimarca; nel 1944 lo stato si svincolava completamente da questa e proclamava il regime reppubblicano.
Reykjavìk, capitale dell'islanda è una città molto diversa da tutte le altre città europee. Oltre ad essere la capitale più a nord del mondo, è anche una delle più recenti. Dal punto di vista storico ed architettonico non è molto stimolante, ma, per quanto riguarda gli aspetti politici, sociali, culturali, economici e psicologici è il vero centro del paese. Fondamentalmente, tutto quello che avviene in Islanda avviene a Reykjavìk. Molti fra gli abitanti di Reykjavìk e dintorni sono giunti da altre zone dell'isola.
Solamente 100 anni fa gran parte della popolazione viveva e lavorava in fattorie a conduzione familiare e il passaggio dalla vita rurale a quella urbana è avvenuto molto rapidamente.
Reykjavìk soffre di problemi legati allo sviluppo urbano e all'alta densità della popolazione; se questa tendenza all'urbanizzazione sfrenata continuerà a ritmo attuale la città nei prossimi anni perderà ancora di più la propria identità islandese.
LINGUA E RELIGIONI
La lingua parlata è l'islandese (del gruppo scandinavo), ed è la più vicina a quella degli antichi Vichinghi, mentre le altre se ne sono sensibilmente allontanate. La religione è in assoluta maggioranza quella protestante, scarsa quella cattolica.
L'AGRICOLTURA E L' ECONOMIA
Nell'isola si ha un tipo di agricoltura del tutto particolare, favorita dalle sorgenti calde che riscaldano le serre, nelle quali è possibile coltivare ortaggi, tra cui primeggia il pomodoro, la vite, i fiori e persino il banano. Abbandonata la coltura dei cereali per il loro basso rendimento unitario, si afferma sempre più in pieno campo la coltura delle patate e delle barbabietole.
Si allevano ovini, bovini, equini ed animali da pelliccia.
L'economia del paese poggia sulla pesca delle aringhe e dei merluzzi; tale attività è praticata con mezzi tecnici sempre più progrediti, sia nelle acque costiere che in alto mare. Questi prodotti freschi o congelati vengono messi sul mercato internazionale.
L'AURORA BOREALE
Pochi sono gli spettaccoli così incredibili come un'aurora ondeggiante. Se bene si manifestino in forme diverse - colonne, strisce, raggi, aloni di luce diffusa - quelle che appaiono come pallide cortine ondeggianti sono le più memorabili. Spesso l'aurora artica è di colore verde chiaro o rosa, ma, durante i periodi di maggiore attività può essere di un cremisi brillante o anche gialla.
L'aurora boreale (nell'emisfero meridionale viene chiamata aurora australe) è causata da correnti di radiazioni provenienti dal sole che interagiscono con il campo magnetico terrestre nelle regioni polari.
Durante i periodi di intensa attività, una sola tempesta boreale può produrre tre miliardi di watt, con una intensià di corrente di 1 milione di ampère.
Il popolo Inuit ( e quasi ogni persona che ha assistito al fenomeno) attribuisce un significato spirituale alle aurore boreali ). Alcuni credono che rapresentino le capriole dei bambini non nati; altri affermano che sono regali dei defunti per illuminare le lunghe notti polari; altri ancora sostengono che sianoil deposito di tutti gli avvenimenti passati e futuri.
Il migliore periodo per assistere alle aurore boreali è a marzo e ottobre sebbene nel Circolo Polare Artico si possono verificare in settembre e anche alla fine di agosto.
LA FATA MORGANA E I MIRAGGI
Se l'aurora ispira meraviglia, la Fata Morgana e i fenomeni simili, presenti nelle regioni polari, possono ispirare una visita dallo psichiatra.
L'aria artica, pulita e fresca, fà in modo che le cose distanti non appaiano fuori fuoco. Ne consegue che la percezione della profondità diventa impossibile e il mondo assume strani aspetti a due dimensioni. Le distanze non sono determinabili.
La fata Morgana un tipo particolare di miraggio, è presente nelle vaste distese di sabbia, ghiaccio e tundra delle regioni artiche.
Il fenomeno della Fata Morgana crea l'illusione di oggetti solidi ben definiti che in realtà non esistono.
I primi esploratori ad esempio riportavano attentamente su mappe e carte nautiche isole, promontori e catene montuose che nessuno avrebbe mai più visto.
POPOLAZIONE E POPOLI
L'I slanda è il meno scandinavo di tutti i Paesi nordici.
C'è un severo controllo sull'immigrazione, e molti stranieri che vivono nel paese sono lavoratori temporanei o sposati con cittadini islandesi.
La popolazione appena superiore alle 250.000 persone, ha una crescita annuale di appena l'1.5%. In circa 150.000, vivono nell'area metropolitana di Reykjavik, che cresce al ritmo di circa 3% annuo, soprattutto a causa della continua migrazione dalle campagne.
Circa 25.000 islandesi abitano nelle campagne disseminate in tutto il paese, mentre il resto della popolazione vive in paesotti di non più di 200 persone.
Tutti gli islandesi sanno leggere e scrivere e la lunghezza della vita è la seconda più grande del mondo.
LETTERATURA
In islanda non esiste una letteratura scritta precedente al XII secolo: la maggior parte della letteratura medievale islandese consiste di poesie scandinave composte prima della colonizzazione dell'Islanda o di opere basate su avvenimenti storici verificatisi durante i primi 250 anni della storia islandese.
Sebbene la poesia tradizionale norvegese fosse scomparsa nel paese d'origine, le opere più popolari vennero portate in Islanda dai primi coloni e conservate e trascritte durante la grande "Epoca della letteratura" nel corso del XII e del XIII secolo.
POESIA EDDICA
I poemi eddici rappresentarono uno dei due tipi di letteratura, assieme a quelli scaldici. I poemi eddici si suddividono ulteriormente in tre generi : mitici, gnomici ed eroici. Si ritiene che il nome del genere derivi dal titolo di una raccolta di Snorri Sturlson, gli Snorra Edda.
I poemi eddici erano composti in metro libero, con una struttura molto simile a quelle delle prime poesie germaniche. La poesia mitica parlava della saggezza degli dei nordici, e si diffuse in voluta contrapposizione cristiana in Norvegia. La poesia gnomica consiste in un unico importante poema, l'Hàvamàl, che loda ed esalta le virtù della vita quotidiana.
Le saghe sono senza dubbio le opere più antiche e popolari dell'Islanda. Tradotto letteralmente in inglese antico, il termine saga significa "saw" ovvero "detto".
Nell'Europa medievale, esistevano diversi tipi di saghe scritte, ma in Islanda avevano il carattere di " saghe di famiglia" racconti dei primi coloni islandesi e delle loro lotte, battaglie, atti eroici, relazioni umane, religioni ed occupazioni.
Le saghe di famiglia furono originariamente scritte in norvegese antico, lingua a quel tempo comune della Scandinavia.
Attualmente l'Islanda pubblica il numero di libri pro capite più alto del mondo nella speranza di mantenere viva la propria lingua, ma ha dato anche molti contributi significativi alla letteratura moderna.
C U R I O S I T A'
FESTIVITA
La principale festa nazionale dell'anno è il 17 giugno, giorno che commemora la liberazione dalla corona danese del 1944.
Le principali celebrazioni avvengono a Reykjavìk con sfilate concerti e danze per le strade, spettacoli teatrali all'aperto, costumi colorati e baldoria generale.Secondo la tradizione la giornata dovrebbe essere senza sole.
Nella prima settimana di giugno viene celebrata la 'giornata dei marinai', dedicata ai navigatori.
In Islanda la festa di Mezza Estate viene celebrata il 24 giugno ma in tono minore rispetto agli altri paesi scandinavi. E' anch'essa una buona scusa per ubriacarsi ,e pochi
perdono questa occasione.
Come vuole la tradizione, la rugiada della notte di Mezza Estate ha poteri curativi magici e rotolarsi nudi sui prati che ne sono coperti guarisce da 19 diverse malattie.
Il paese è talmente protetttivo nei confronti del suo rettaggio linguistico che rifiuta di introdurre parole straniere designanti nuove tecnologie, scoperte o concetti. Nella capitale esiste un comitato che ha la responsabilità di inventare nuovi termini islandesi per questo genere di cose.
La parola islandese che sta per 'computer' ad esempio è 'tolva', una combinazione delle parole tala (numero) e volva (profeta).
'Viti' è il nome di un vulcano, presente nell' Islanda del nord,ampio 320 m.
Letteralmente il suo nome significa 'inferno'. E' il centro eruttivo della strana caldera del Krafla, da cui ebbero origine, nel 1724, i fuochi di Myvatnseldar.
Il Viti generò una serie di eruzioni nei territori circostanti che andarono avanti per ben cinque anni. Oggi il vulcano è ancora attivo,e genera, ad intermittenza, episodi vulcanici nella zona circostante.
Dietro al cratere si trovano i 'due laghi gemelli', due fonti di fanghi bollenti.Nel corso del Myvatnseldar essi sparavano getti di fango alti fino a 10m, ma oggi sbollono lentamente.
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