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c VITA
Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Röcken, vicino Lipsia, nel 1844. Dopo aver frequentato la scuola, si iscrive come studente di teologia all'Università di Bonn, ma l'anno seguente riprende gli studi di filologia a Lipsia. Nel 1869 ottenne la cattedra di filologia classica a Basilea. Nel 1872 esce la Nascita della tragedia, nel quale affronta la questione della classicità della civiltà greca, teorizzando le sue opinioni su spirito apollineo, spirito dionisiaco e loro disposizione nella tragedia classica. Nel 1879 cessa l'attività didattica e si dedica ad una lunga serie di viaggi e soggiorni più o meno prolungati in svariate località soprattutto mediterranee. A partire dal 1883 escono una dietro l'altra le sue più grandi opere: Così parlò Zaratustra, Al di là del bene e del male (1886), la Genealogia della morale (1887). Nel 1889, dopo svariati segni di squilibrio psicofisico, viene ricoverato in una clinica per malattie nervose e muore nel 1900.
c IL PENSIERO
Nel suo studio Nietzsche è considerato una specie di profeta, poiché è suo il merito di aver messo in luce i caratteri di profonda crisi della società che interessa i tutti i paesi nella sua contemporaneità e che sfocerà nella Prima Guerra Mondiale. Egli fa uso di un'affinata ragione critica per smantellare le più accreditate dottrine filosofico-scientifiche del tempo e i fondati principi tradizionali: dalla credenza in entità metafisiche all'antropocentrismo, dal mito della ragione a quello della coscienza, dalla fede in Dio alla fede in una scienza neutrale ed oggettiva.
Con il suo ideale di "morte di Dio", Nietzsche vuole promuovere la liberazione e la valorizzazione dell'uomo in tutte le caratteristiche e gli aspetti che gli sono propri. L'essere umano può e deve credere nella validità dei desideri e degli impulsi che sente nascere dentro di sé, che per la loro natura sono indispensabili per realizzare una vita degna di essere vissuta. Questa emancipazione integrale dell'uomo farà di lui un altro uomo: il cosiddetto Superuomo. Egli è colui che va oltre, oltre l'uomo comune, prigioniero dei valori tradizionali. Egli capovolge la morale tradizionale, trasforma gli imperativi nell'affermazione della propria volontà: da "Io devo" a "Io voglio", non si lascia lusingare da promesse ultraterrene, ma ama la vita per quello che è ed è fedele alla Terra senza avere il bisogno di crearsi illusioni.
Legata alla teoria del Superuomo si ritrova in Nietzsche anche quella di Volontà di potenza, che rappresenta il principio alla base di ogni esistenza, che spinge ogni essere vivente alla conservazione di sé e all'incremento della propria potenza. Questo ideale non è ridotto ad una semplice esaltazione di se, ma consiste nella cieca fiducia nelle infinite possibilità dell'uomo di inventare nuovi valori. E' proprio la volontà di potenza che spinge l'uomo ad andare oltre se stesso e a diventare così il Superuomo.
Il concetto di volontà di potenza è poi legato a quello di eterno ritorno. Esso viene definito da Nietzsche il "peso più grande". Partendo dal presupposto che per sua natura la realtà non ha senso, non ha ordine, né alcun fine da raggiungere e che niente di ciò che accade ha significato, ruolo principale del Superuomo è quello di accettare questa realtà, con la volontà che le cose siano effettivamente così come sono e che si ripetano all'infinito. Il tempo non è una linea con un inizio e una fine, ma è come un cerchio che continuamente si ripropone all'uomo. Il Superuomo deve avere il coraggio e la forza di accettare l'eterno ritorno delle cose, deve vivere ogni momento come se si dovesse ripetere un infinito numero di volte.
Nietzsche è il filosofo della crisi, il fondatore di un modo di pensare nuovo. Egli non fu l'estensore di un vangelo della violenza, ma intese porre le condizioni di sviluppo di una civiltà e di un'idea dell'uomo radicalmente rinnovate.
Il problema della rivalutazione politica dei suoi scritti sta nella ricostruzione sistematica operata dalla sorella Elisabeth e da uno dei suoi discepoli, la quale oltre ad essere ideologicamente discutibile e largamente responsabile delle interpretazioni naziste del pensiero del filosofo, va contro il suo rifiuto netto di ogni sistema filosofico e contro il fascino vivissimo del suo stile frammentario e aforistico.
Il messaggio più profondo dell'opera di Nietzsche deve essere ricercato esclusivamente sul piano filosofico e non su quello politico.
Le strumentalizzazioni e le diverse interpretazioni del nostro secolo non rendono giustizia al filosofo e hanno portato, non alla nascita di una nuova umanità liberata da tutte le autorità umane e divine, ma solo a crimini abominevoli a cui il vero superuomo non si sarebbe mai abbassato.
L'esempio italiano tipico della degenerazione della visione politica del Superuomo è senz'altro quella di Benito Mussolini, il quale, attraverso la sua personalità forte e carismatica, condusse il popolo italiano all'accettazione di una dittatura assoluta senza incontrare grandi resistenze o malcontenti.
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