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L'esistenzialismo ha caratterizzato il periodo compreso tra le due guerre e specialmente nel secondo dopoguerra.
È definito dall'attenzione sugli aspetti limitanti della condizione umana nel mondo: nascita, lotta, patimento, passare del tempo, morte, ecc.
Le matrici storico-culturali sono rintracciabili nella delusione nei confronti dell'ottimismo romantico (sia forma idealistica che positivistica) e della guerra. È presente uno stretto legame tra esistenzialismo e letteratura in cui è presente il senso della problematica dell'esistenza, e si trova anche una corrispondenza nel decadentismo europeo dove subentra la sensibilità di una presenza della morte (più propria possibilità dell'esserci [l'essere in senso ontologico che si manifesta nell'uomo] ) dentro la vita stessa.
L'esistenzialismo è quindi un insieme di filosofie che risultano caratterizzate da alcuni tratti comuni:
L'esistenzialismo filosofico è quindi quell'insieme di forme di pensiero che condividono la visione dell'esistenza come modo d'essere proprio dell'uomo che nella sua singolarità, e quindi finita e irripetibile compresa tra nascita e morte, è chiamato a decidere in vista della propria autenticità e realizzazione.
Lo scopo della filosofia di Heidegger è quello di costituire un'ontologia che giunga alla piena determinazione del senso dell'essere (realtà universale; cogliere quella realtà che esiste oltre le rappresentazioni ) [analitica esistenziale]. L'essere è considerato un ente e l'uomo è la manifestazione suprema dell'essere in senso ontologico.
L'esistenza corrisponde al modo d'essere nell'Esserci (caratteristiche attraverso le quali l'uomo esiste) che è l'apertura verso il mondo e gli altri e la sostanza dell'uomo. Le caratteristiche dell'esistenza sono:
Autenticità e inautenticità compongono la comprensione esistenziale (situazione effettiva) che si divide in due possibilità:
La voce della coscienza ha il ruolo di sentinella, cioè richiama l'uomo alla sua esistenza autentica. Si rivolge all'uomo in quanto è immerso nel mondo e dominato dalla cura e lo richiama a se stesso, a ciò che egli autenticamente è e non può non essere. Il nulla consiste nel fatto che l'uomo pur trovandosi come progetto-gettato ad essere il fondamento di se stesso (cioè delle proprie scelte), non risulta il fondamento del proprio essere; pur nella sua finitudine, può progettare determinate possibilità solo escludendone altre provando "Consapevolezza", sentimento che porta a concretizzare la decisione per il nulla, cioè con la scelta di anticipatrice della morte. Il richiamo che della voce della coscienza fa risuonare è per l'appunto il richiamo a questo nulla. Decidersi per il nulla equivale a decidersi per l'anticipazione della morte. Se l'uomo in quanto progetto-gettato è costituito da una <<nullità esistenziale>>, non rimane che anticipare e progettare questo nulla sotto forma di una decisione anticipatrice della morte intesa come la possibilità propria ed estrema del nulla da sé. La morte non ha solo la funzione di ricordarci <<la non definitività di ognuna delle possibilità concrete che la vita ci presenta>>, ma anche il compito di farci assumere la negatività strutturale dell'esistenza attestata dalla voce della coscienza.
La temporalità rappresenta il senso unitario della struttura della Cura, in quanto questa è <<essere avanti a sé>> (progetto), <<essere già in>> (gettatezza) e <<essere presto>> (deiezione [che radica l'uomo nel presente inautentico] ). Il tempo non si aggiunge all'esistenza, cioè all'essere uomo, l'esserci è tempo, o meglio, la temporalità è ciò che rende possibile l'Esserci nella totalità strutturale delle sue determinazioni. Il nulla non elimina il mondo, lo presuppone nella sua realtà di fatto, rende liberi di accettare l'esistenza così come essa è, conferisce all'uomo la possibilità di rimanere fedele al destino della propria comunità o del proprio popolo. La storicità è il destino che è l'atto con cui l'uomo si tramanda in una possibilità ereditata e tuttavia scelta.
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