Il Giubileo
Il Giubileo Cristiano, che ha
inizio con la Bolla di Papa Bonifacio VIII 'Antiquorum Habet'
del febbraio del 1300, attraversa 7 secoli con alterne fortune. Le tappe
fondamentali, penso di poterle evidenziare in 3 precisi periodi storici: nel 1475
quando fu fissata la cadenza venticinquennale
dell'evento, nel 1525 quando la critica Luterana alle indulgenze mette in crisi
l'idea dell'Anno Santo e nel 1675 quando Papa Alessandro VII,
commissiona al Bernini Piazza San Pietro che è
rimasta fino ad oggi il principale scenario del Giubileo. Diverse connotazioni
presentano invece le celebrazioni dell'Anno Santo nel 1900. Con la fine del
potere temporale dei Papi, il Giubileo fu concepito come occasione di ripresa
della spiritualità Cristiana e nel contempo si affidava ai Cristiani il compito
di rinnovare una società uscita lacerata dai conflitti Mondiali. Il prossimo
Giubileo coincidendo con la fine del Millennio assume invece aspetti che
potremo audace-mente definire 'rivoluzionari'. La lettera pastorale
del Papa Giovanni Paolo II, la 'Tertio Millennio Adveniente',
ha, a mio avviso, la fun-zione di accompagnare l'uomo pellegrino nel viaggio
lungo il suo cammino esistenziale , verso quella che il papa chiama
'Dimensione antropologica'. In tale dimensione Cristo viene
presentato come Uomo Nuovo, punto di riferimento e d'ispirazione per l'uomo
senza qualità e senza bussola: il Nomade planetario. Il Giubileo, che è stato
la scintilla dello sci-sma Luterano potrebbe diventare, così come Giovanni
Paolo II ci ha dimostrato nel suoi viaggi intorno al
mondo, l'occasione affinché le varie anime del Cristianesimo riprendano una
strada di fratellanza uniti e tolleranti, produttori di pace. Questa festività,
che presso gli Ebrei antichi si concludeva con la liberazione degli schiavi,
nella Chiesa Cattolica ha assunto altre particolarità significando la
necessità di intensificare la pietà e la carità dei fedeli, ritrovare il senso
della giustizia e, con uno sguardo proiettato nel futuro, ritrovare la
dimensione cosmica del Cristianesimo. Quella che il Papa chiama
'Purificazione della memoria' è un punto di partenza per imboccare
tale stra-da. Troppe nefandezze, troppe oppressioni, troppe ingiustizie sono
state commesse in nome di Cristo contro popoli di religioni diverse e
soprattutto contro gli Ebrei, colpevoli nell'idea di un Cristianesimo
approssimativo, di essere un popolo eternamente colpevole per l'assassinio del
figlio di Dio. Il Papa, av-vicinandosi alla fine del Millennio, ha chiesto più
volte scusa alle genti colpite dalla violenza dei Cristia-ni come fase
preparatoria ad incontri con le altre religioni senza l'ombra di questi
misfatti storici. Che ci sia bisogno di maggiore spiritualità non lo si può
nascondere; tutto è improntato all'avere più che all'essere e sembra che l'uomo
sia rimasto chiuso fuori dal grande cerchio, da lui stesso costruito, che mette
al centro dell'esistenza la produzione, gli affari, i consumi e l'apparire.
Nell'angolo di questo scenario l'uomo è solo. Il bisogno di essere vicini a
Cristo ritorna prepotente pro-prio a causa di questa premessa. Il problema è
come mettere il credente nelle condizioni di non sentirsi diverso e quindi
fuori dalla società, se mostra la 'debolezza' di aver bisogno
dell'assistenza e dell'aiuto di Cristo. L'uomo di fine millennio vive
angosciato dall'onnipotenza, cerca conforto nella ricerca scientifica e so-gna
di diventare immortale. E' invece nella fede che il sogno dell'immortalità si
realizza, in quanto la fede illumina l'esistenza, rafforza e tempera lo spirito.
La fede colma il vuoto dell'uomo dei nostri tempi, e regala speranza. Ma il
vero Giubileo non si potrà realizzare nella sua interezza finché la parte
dell'umanità diseredata, figli di Dio anche loro, languirà nell'ingiustizia
della povertà.