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L'arte:
' L'arte si deve necessariamente considerare come il grado più alto, come l'evoluzione più perfetta di quanto esiste; ci offre infatti essenzialmente la stessa cosa che il mondo visibile; ma più concentrata, più perfetta, con scelta e con riflessione: possiamo quindi, nel vero senso della parola, chiamarla il fiore della vita. Se il mondo come rappresentazione non è che volontà divenuta visibile, l'arte è precisamente tale visibilità resa più chiara; la camera oscura che abbraccia meglio e con una sola occhiata; è lo spettacolo nello spettacolo, la scena nella scena. '
Secondo Schopenhauer l'arte è conoscenza libera e disinteressata rivolta alle idee ossia ai modelli eterni delle cose. Se il mondo,essendo mosso dalla volontà è dominato dalla guerra, dagli egoismi e dal dolore e che nessun essere (dal sasso, all'animale, all'uomo) ne è libero, bensì tutti sono ugualmente destinati alla sofferenza proporzionalmente al grado di consapevolezza, la contemplazione estetica, in quanto consente all'uomo di liberarsi momentaneamente dalla volontà sottrae allo stesso tempo l'uomo alla sofferenza, al ciclo di dolore (desiderio), piacere (appagamento) e noia (assenza di desiderio)caratteristici della sua esistenza. Essendo contemplativa delle forme eterne sottrae l'uomo dai suoi bisogni e desideri quotidiani con un appagamento immobile e compiuto. L'arte risulta catartica per essenza poiché l'uomo con essa più che vivere contempla la vita elevandosi sopra il tempo, la volontà e quindi il dolore. Al pari delle altre arti la musica è in grado di sottrarci momentaneamente alla sofferenza, e inoltre per la sua natura influisce sulla volontà, riproducendo in noi gli infiniti moti di quest'ultima (ruolo affidato alla melodia),con il suo incessante ciclo di insoddisfazione e appagamento. Non per tale ragione perde valore catartico:infatti non è in grado di farci soffrire veramente essendo solo pura, distaccata, rappresentazione. Ogni arte è liberatrice perché produce nell'uomo un piacere inteso come la cessazione del bisogno raggiunta con l'affievolirsi della conoscenza della volontà e il suo divenire disinteressata contemplazione. Però la funzione liberatrice dell'arte è momentanea,parziale ed effimera.
Non è un modo per liberarsi dalla sofferenza e quindi dalla volontà di vivere ma è solo un conforto alla vita stessa. Per il filosofo l'arte come la fioritura della vita e considera il piacere estetico ossia godimento del bello come prima via d'uscita dal mondo fenomenico a cui siamo legati dal volere. L'esperienza estatica ci dà conforto perché "l'in sé della vita,la volontà,l'essere medesimo sono un perenne soffrire,mentre l'essere medesimo come rappresentazione puramente intuita o riprodotta dall'arte,libera dal dolore"
Come tutte le arti anche la musica esige che "la volontà resti fuori dal gioco e che noi ci limitiamo ad essere puro soggetto conoscente"
La musica come oggettivazione diretta della volontà
La musica occupa una posizione particolare rispetto alle altre arti. Infatti non è solo rappresentazione, immagine, allegoria di un'idea, ma è l'allegoria, l'immagine, la rappresentazione della volontà medesima di cui è oggettivazione al pari delle idee. La musica occupa un posto a sé perché non riproduce per imitazione le idee come le altre arti ma diventa immediata rivelazione della volontà a sé stessa: essa per il filosofo è l'arte più profonda e universale,una "metafisica in suoni" che ci mette a contatto oltre i limiti della ragione, con le radici della vita e dell'essere. Essendo l'immagine stessa della volontà ci consente di cogliere l'in sé di ogni fenomeno, la forma pura privata della materia La volontà è un impulso cieco e irrazionale,passione e sentimento quindi il linguaggio della musica sarà il sentimento. Questo esprime la musica quando "parla": ci racconta la vita più intima e segreta della volontà, attraverso i gradi della sua oggettivazione, dal mondo inorganico all'uomo, dalla forza bruta ai più delicati moti e sentimenti dell'animo umano. Per il filosofo la musica è immediata oggettivazione della Volontà al pari e allo stesso livello delle idee. Così come poi le idee sono ordinate secondo una precisa gerarchia di consapevolezza che culmina nell'uomo (l'essere che, in quanto dotato di ragione è fra tutti il più consapevole) e si moltiplicano per originare tutti i fenomeni esistenti tramite le dimensioni spazio-temporali e causali, così la musica è ordinata in una gerarchia di suoni di altezza crescente in parallelo con le varie idee ed i fenomeni in cui esse si oggettivano. La musica nella sua struttura raccoglie perciò l'intero mondo. Di conseguenza Schopenhauer procede nella sua analisi metafisica della musica instaurando una serie di parallelismi e analogie fra mondo e musica. Infatti al pari delle idee la musica è immediata oggettivazione e copia della medesima volontà e differisce perciò dalle idee solo nella forma. In ordine ascendente rispetto alla relazione fra idee e volontà le singole arti vanno dall'architettura fino alla musica,lo stato di assoluta eccezionalità rispetto alle altri altri. Le arti sono le attività degli artisti che comunicano tramite il loro prodotto le idee percepite durante l'esperienza estatica. La natura è copia del mondo delle idee,che sono oggettivazione della volontà,quindi la gerarchia del regno della natura corrisponde a quello del mondo delle idee. Le arti più basse sono quelle che si riferiscono alla natura inorganica ossia i gradi più bassi dell'oggettività della volontà. Per Schopenhauer son le architetture. Segue la pittura che si riferisce sia a natura inorganica (paesaggi, nature morte) che alla natura organica(animali) poi la scultura pari alla pittura. Queste arti dette figurative nella gerarchia sono inferiori alla poesia che tratta dell'uomo dei suoi sentimenti e desideri. La poesia è superiore alla storia nel rappresentare l'essenza dell'uomo e la tragedia è il genere più complesso e più elevato. Rispetto a tutte le arti la musica per Schopenhauer occupa un posto eccezionale: a differenza delle altre arti che partono dal fenomeno per rappresentare le idee che ne formano il modello, la musica si colloca al pari del mondo delle idee perché è sia oggettivazione della volontà-cosa in sé, sia un modello rispetto al mondo fenomenico. La musica ha un'espressività così forte che si erge al di sopra di tutte le altre arti per la sua maggiore potenza espressiva. La musica quindi "è del tutto indipendente anche dal mondo fenomenico e lo ignora,e potrebbe in certo modo sussistere quand'anche il mondo non fosse:il che non può dirsi delle altre arti".Il filosofo si limita ad affermare questa eccezionalità affermando che sia nelle idee che nella musica si oggettiva la medesima volontà ma solo in modo diverso, deve dunque esserci un parallelismo tra musica e idee delle quali il mondo visibile è fenomeno. Quindi fra la musica e il mondo non sussiste un confronto ma una serie di analogie o parallelismi. Infatti sebbene sia le idee che la musica siano oggettivazione diretta della volontà,le prime costituiscono il modello degli oggetti della natura mentre la seconda il modello soprattutto dei sentimenti vissuti dal mondo fenomenico. Tale differenza non evita momenti di sovrapposizione: Schopenhauer afferma che nei suoni più gravi dell'armonia riconosce i gradi più bassi dell'oggettivazione della volontà,la natura inorganica. Passando dall'armonia alla melodia siamo nel regno dei sentimenti dell'uomo, della sua "conscia vita e lotta". La musica però trovandosi a livello delle idee non rappresenta i singoli sentimenti del mondo fenomenico,ma i modelli ossia i tipi di sentimenti. Non esprime una singola determinata gioia,o dolore, o terrore,o serenità bensì la gioia, il dolore,il terrore,la serenità. Quest'arte «sublime e meravigliosa» ha una profonda efficacia «sui sentimenti più intimi dell' uomo» ed è considerata una«lingua universale che oltrepassa persino in chiarezza la chiarezza del mondo intuitivo».Mondo e musica sono collegate da un qualcosa che quando ascoltiamo la musica si fa sentire dentro di essa come quando ci sentiamo dentro il mondo e noi stessi.
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