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METADONE
Lo sviluppo di dipendenza da eroina interessa circa un terzo di chi ne fa uso ed è molto difficile da far regredire in quanto caratterizzato da un'alta probabilità di ricadute nella droga, anche a distanza di anni Il metadone rappresenta il farmaco più utilizzato per il trattamento sostitutivo degli eroinomani ed è particolarmente indicato nelle donne in gravidanza e in soggetti HIV+, oltre che in chi continua ad assumere quotidianamente eroina ed è a rischio di malattie infettive o di comportamenti illegali : il metadone agisce rimuovendo il desiderio per l'eroina, prevenendo l'effetto "high" legato all'ulteriore assunzione di questa, diminuendo la ricerca e il craving[1] per la droga.
Meccanismo di azione |
agonista dei recettori m antagonista non competitivo dei recettori NMDA bloccante del reuptake della serotonina |
Emivita |
Lunga: 16-20 ore |
Effetti |
effetti di picco meno intensi rispetto all'eroina (vedi Fig. 3.1) |
Metabolismo |
Epatico; la quota di farmaco in eccesso rispetto al fabbisogno dell'organismo viene immagazzinata a livello epatico e plasmatico creando una riserva: così il metadone può agire a lungo anche per 24 ore |
Modalità di assunzione |
Il farmaco può essere assunto per via orale una sola volta al giorno evitando sia gli effetti euforizzanti al picco, sia i sintomi astinenziali in prossimità della successiva assunzione |
Dose |
La dose considerata efficace nell'evitare l'insorgenza dell'astinenza è variabile: la dose iniziale di 20 mg/die viene incrementata di 5 mg per volta fino alla dose di 50 mg e poi di 10 mg fino ad ottenere il blocco dell'effetto della droga. In questa fase il paziente, pur continuando a percepire il craving per l'eroina, non ne percepisce l'effetto per cui basterà incrementare ulteriormente la dose di un 20% per ottenere il blocco totale in cui anche il craving verrà meno. |
Durata terapia |
Il trattamento dura almeno 1 anno così come il successivo periodo di riduzione progressiva delle dosi. Non è detto che la terapia sostitutiva venga completamente sospesa: è possibile che il soggetto non raggiunga mai il completo divezzamento dalla dipendenza da oppioidi e mantenga a lungo una dose minima di metadone. |
Obiettivi |
E' importante ottenere il blocco metadonico totale e abolire il craving per evitare che il soggetto senta il bisogno di assumere altre sostanze come alcol, benzodiazepine e cocaina al posto dell'eroina, divenuta ormai inefficace |
Tabella 3.8 Caratteristiche della terapia metadonica. |
Figura 3.1 Confronto tra eroina e metadone.
Da decenni il metadone è il farmaco di scelta nel trattamento della dipendenza da oppioidi in gravidanza: il suo utilizzo si associa infatti ad un migliore outcome fetale e neonatale e a una minore incidenza di complicanze ostetriche . L'esito migliore della gravidanza associato al metadone potrebbe essere ricondotto anche alla maggiore e migliore compliance che queste donne hanno nei confronti delle cure ostetriche prenatali.
L'obiettivo principale del mantenimento metadonico in gravidanza è stabilizzare la madre ad una dose del farmaco tale da evitare l'insorgenza della sindrome di astinenza e delle crisi di intossicazione acuta . Queste ultime provocano infatti un incremento del tono uterino e una vasocostrizione generalizzata con conseguente diminuzione del flusso utero-placentare e maggior rischio di rottura delle membrane, distacco di placenta, ritardo di accrescimento fetale fino alla morte intrauterina . Riuscire a mantenere costante la concentrazione plasmatica del farmaco è importante anche per evitare le pericolose fluttuazioni dei livelli ematici della droga, a cui il feto è estremamente sensibile.
Il trattamento sostitutivo favorisce inoltre l'abbandono dello stile di vita inadeguato e della vita di strada con conseguente modificazione delle abitudini sessuali e riduzione del rischio infettivo. Si nota anche un miglioramento delle abitudini alimentari materne
Il trattamento con metadone non è privo di rischi e conseguenze per il prodotto del concepimento: queste sono però accettabili perché meno frequenti e di minore gravità rispetto a quelle associate all'assunzione degli oppioidi come l'eroina (vedi Tab. 3.9).
COMPLICANZE OSTETRICHE E FETALI |
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IUGR |
Il metadone rispetto all'eroina ha minore influenza negativa sulla crescita fetale: infatti, avendo un legame alle proteine plasmatiche decisamente superiore, presenta livelli plasmatici della quota libera, biologicamente attiva, inferiori |
COMPLICANZE NEONATALI |
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SINDROME DI ASTINENZA (SAN)
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In circa il 50% dei neonati esposti al farmaco in utero si manifesta la sindrome di astinenza neonatale (SAN) che però, anche se più duratura, è meno grave rispetto a quella determinata dall'eroina |
DEFICIT DI CRESCITA POST-NATALE |
Si evidenzia una scarsa crescita postnatale nei primi due, tre mesi di vita. |
DISTURBI NEUROCOMPORTAMENTALI |
Nei bambini esposti in utero al metadone per i primi due, tre mesi di vita si manifestano, seppur in modo attenuato, disturbi neurocomportamentali quali irritabilità, iperattività, pianto e inconsolabilità. Quando la sintomatologia neurocomportamentale indotta dal metadone scompare, tra i 4 e 5 mesi di vita, si osserva anche un'accelerazione significativa nei parametri di accrescimento staturoponderale e a 12 mesi di vita tali parametri sono paragonabili a quelli dei controlli. Infatti i livelli plasmatici del farmaco, rimasti elevati fino ad allora, cadono e di conseguenza vengono meno gli effetti endocrinologici e neurocomportamentali associati al metadone. |
Tabella 3.9 Conseguenze dell'assunzione di metadone in gravidanza. |
Negli ultimi anni, essendo aumentata la purezza dell'eroina assunta dai tossicodipendenti, è aumentata anche la dose di metadone necessaria per la terapia sostitutiva e di conseguenza è aumentato l'interesse delle ricerche per la relazione, reale o no, tra la dose del farmaco e le conseguenze sul nascituro . I risultati in merito sono però discordanti: alcuni confermano la presenza di una correlazione mentre altri smentiscono questo risultato . Una spiegazione dell'assenza di relazione tra la dose di metadone e la gravità della sindrome di astinenza (SAN) riscontrata in alcuni studi potrebbe essere la significativa variabilità interindividuale che esiste in termini di metabolismo, biodisponibilità e concentrazione plasmatica: questo influenza il livello plasmatico di farmaco nella madre e di conseguenza anche nel neonato . La discordanza esistente su questa relazione tra i vari studi potrebbe essere dovuta anche al contributo del fumo come fattore di confondimento : infatti, come per gli oppiacei, anche per il fumo viene descritta una sintomatologia astinenziale sovrapponibile che appare essere correlata alla dose, comparendo nei neonati di donne che hanno fumato in gravidanza almeno 20 sigarette al giorno. Si stima che il 90% delle donne in terapia sostitutiva fumi: gli studi dimostrano che nei neonati di fumatrici la SAN è più intensa, ha una maggiore durata e rimane di massima intensità più a lungo. Da questi dati si può concludere come sia fondamentale cercare di ridurre il numero di sigarette fumate dalle donne in terapia sostitutiva (almeno al di sotto di 10 al giorno) in quanto questo si associa a un outcome neonatale significativamente migliore. Dato che gli studi non hanno ancora dimostrato con certezza l'esistenza di una relazione tra la dose di metadone e le caratteristiche della SAN non è indicato ad oggi ridurre la dose della terapia nella donna in gravidanza anche perché questo potrebbe portare alla ricerca di eroina o altre droghe con maggiori e più gravi complicanze sul prodotto del concepimento.
Spesso le donne in terapia metadonica continuano ad assumere oppioidi e altre sostanze che possono influire sull'efficacia della terapia sostitutiva (vedi Tab. 3.10).
Associazione |
Effetto sulla terapia metadonica |
Metadone Cocaina |
Non si osserva in genere un'amplificazione degli effetti determinati singolarmente dalle due sostanze: questo potrebbe essere spiegato con il fatto che l'esposizione contemporanea in utero ad un depressore e uno stimolante del SNC comporti un'attenuazione degli effetti perché ciascuna sostanza antagonizzerebbe l'azione dell'altra. La cocaina è in grado però di incrementare la densità dei recettori per gli oppioidi a livello cerebrale: questo può ridurre significativamente l'efficacia del metadone perché viene ridotta la percentuale di recettori occupati da esso. La conseguenza è che in questi pazienti la dose di metadone deve essere aumentata. |
Metadone Alcol |
L'alcol compromette la capacità del fegato di metabolizzare il metadone. |
Metadone Barbiturici |
In letteratura sono stati riportati alcuni casi di astinenza avvertita dai pazienti in terapia metadonica in conseguenza all'assunzione di barbiturici: questa evenienza è rara e non ancora ben documentata. |
Tabella 3.10 Conseguenze dell'assunzione di droghe durante la terapia metadonica. |
Appunti su: recettori occupati dal metadone, METADONE DENSITA, |
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