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I Tumori
I tumori o neoplasie rappresentano l'insieme di una popolazione cellulare somatica avente spesso un'origine monoclonale, vale a dire costituita dalla progenie di una singola cellula somatica, che ha subito una serie di peculiari trasformazioni e modificazioni genetiche alle quali si da il nome di trasformazione neoplastica[1]; questa è caratterizzata dall'acquisizione della capacità di proliferazione autonoma e illimitata conseguente alla perdita della dipendenza cellulare dai meccanismi che controllano la moltiplicazione e la differenziazione. Si differenzia da una crescita fisiologica[2] in quanto l'iperplasia e l'ipertrofia cessano allorquando cessa lo stimolo che le determina. L'accrescimento neoplastico è, spesso, irreversibile.
Secondo il Bizzozzero le cellule dell'organismo sono divise in:
Labili: vita limitata la cui sostituzione è assicurata dalla proliferazione degli elementi precursori. Sono replicatori continui. Sono cellule dell'epidermide, dell'epitelio endodermico, dell'epitelio di transizione, dell'endometrio, le cellule germinali delle gonadi, i tessuti emopoietici.
Stabili: vita molto lunga ma che possono, in casi opportuni, replicare al fine di conservare il funzionamento del tessuto/organo cui appartengono. Sono replicatori discontinui. Sono cellule epatiche, renali, ghiandolari esocrine e endocrine, del cristallino e del connettivo.
Perenni: non si riproducono mai e sono sostituite da cellule non dello stesso tipo. Sono non replicatori. Cellule nervose retiniche, neuroni e muscolari striate.
Tutte queste popolazioni cellulari, in genere, possono subire trasformazione neoplastica. Questa può essere benigna (mantengono il loro fenotipo e la loro funzione, non recidivanti) o maligna (fenotipo alterato e funzione persa, recidivanti). In caso di trasformazione neoplastica maligna si può parlare di metaplasia, nel caso in cui le cellule assumono peculiarità nuove rispetto alle cellule d'origine (come l'espressione di antigeni embrionali), di displasia (variazione delle dimensioni, aspetto e organizzazione delle cellule differenziate di un tessuto) e di anaplasia (nel caso di una mancata o inefficace differenziazione - in questo caso, maggiore è il livello di anaplasia, più la prognosi è sfavorevole). La metaplasia, displasia e l'anaplasia danno una serie di disturbi più o meno gravi che coinvolgono le funzioni fisiologiche dei tessuti - gli organi possono perdere del tutto la capacità di funzionare -; ciò comporta la cachessia . Importante indice prognostico per i tumori sono le lesioni precancerose, legate al livello di meta/dis/ana-plasia (epitelio pavimentoso pluristratificato che va incontro a cheratinizzazione: ipercheratosi
1.1 Classificazione
Secondo la classificazione istogenetica, i tumori possono essere epiteliali e connettivali, a loro volta divisi in benigni e maligni. I tumori epiteliali di rivestimento benigni sono detti papillomi/polipi, quelli maligni sono detti epiteliomi/carcinomi. Quelli epiteliali ghiandolari sono rispettivamente adenomi e adenocarcinomi. I tumori del connettivo benigni presentano il suffisso -oma (fibroso - fibroma, muscolare liscio - leiomioma, muscolare striato - rabdomioma, mucoso - mixoma), mentre quelli maligni hanno il suffisso -sarcoma (fibrosarcoma, leiomiosarcoma, rabdomiosarcoma, mixosarcoma).
I tumori del tessuto emopoietico sono, in generale, le leucemie; quelli del sistema reticolo-endoteliale sono i reticolosarcomi - sono sempre maligni.
I tumori di origine nervosa benigni sono -oma, mentre quelli maligni sono -blastoma (meningioma - meningioblastoma) ove glia, meningi ed ependima sono gli unici tessuti capaci di attiva proliferazione.
I tumori di origine embrionale in genere sono i teratomi
I tumori del sistema melanoforo, infine, sono nevi quelli benigni e melanomi quelli maligni.
1.2 Valutazione del tumore
La valutazione del tumore si avvale della gradazione e della stadiazione
La gradazione comporta la valutazione del grado di differenziazione del tumore dallo stadio I (ben differenziato) allo stadio IV (molto poco differenziato o indifferenziato); X= no requisito minimo per giudizio.
La stadiazione si effettua col sistema TNM: valuta lo sviluppo del tumore considerando:
T=estensione tumore primitivo;
N=stato dei linfonodi regionali e/o juxtaregionali;
M=metastasi
Ad ogni lettera si aggiungono
numeri da
T0=metastasi senza tumore primitivo; Tis=solo carcinoma in situ; TX=no requisiti minimi per giudizio.
N0=no linfonodi regionali; N1-3=regionali,N4=juxtaregionali; NX= no requisiti minimi per giudizio;
M0= no metastai; MX=no requisiti minimi per giudizio; M1=si metastasi: PULmonary, OSSeous, BRAin, SKIn, HEPatic, LYNphonodes.
L= invasione linfatica (0, 1, 2, X);
V=invasione venosa (0, 1, 2, X);
R=residuo tumorale (0, 1, 2, X).
1.3 Aspetti morfologici delle cellule tumorali
L'esame microscopico valuta la localizzazione, i limiti, la massa, la forma, il colore, la consistenza e la presenza di costituenti abnormi in un tumore. L'esame microscopico valuta la morfologia delle singole cellule e la loro organizzazione nei tessuti, alterazione di forma e volume cellulare, disorganizzazione architettonica dei tessuti mediante microscopio ottico; organizzazione subcellulare (organelli, citoplasma, Golgi, RER, mitocondri, nucleo etc.) con il microscopio elettronico.
Il tumore differisce dalla morfologia del suo tessuto per le caratteristiche delle singole cellule e per l'organizzazione del tessuto, per come è delimitato, ed anche per l'irrorazione.
Le cellule tumorali tendono ad avere una crescita disordinata per la perduta capacità di organizzarsi in un tessuto ordinato. Alla base di questo meccanismo vi è la presenza di varie proteine di membrana, complessi giunzionali e strutture specializzazate, come ciglia e microvilli, che, tramite recettori espressi su altre cellule, regolano il legame con le altre cellule.
Un altro fattore importante è lo sviluppo dello stroma vascolo-connettivale contemporaneamente alla crescita del tumore. Le cellule tumorali sono nutrite mediante diffusione e possono organizzarsi in cordoni (intorno ad un vaso), e noduli (non intorno ad un vaso - spesso il centro è necrotico). L'accrescimento di un tumore è legato alla distanza rispetto ai vasi.
1.3.1 Alterazioni specifiche
Volume: in genere diminuito (con eccezioni - cellule giganti di Stenberg nel linfoma di Hodgkin).
Forma: molto irregolare - si parla di polimorfismo cellulare - le mutazioni che possono generare un tumore molto spesso coinvolgono enzimi che regolano lo stato di attività di chinasi e fosfatasi citoplasmatica; da questo dipende lo stato di proteine citoplasmatiche quali l'actina, la vinculina, la talina, la p36, molto importanti per il citoscheletro.
Rapporto nucleo/citoplasma: molto alto, spesso nei tumori molto proliferanti, indice di una aumentata sintesi di DNA e aumentata trascrizione.
Nucleo/Nucleolo: sono alterati per forma e dimensioni; possono essere polinucleici e/o polinucleolici, spesso ipercolorabili.
Membrana: numerose alterazioni, invaginazioni e protusioni; può presentare alterazioni della polarità e delle sue funzioni, diminuzione [prot. Membrana] e alterata mobilità.
Citoplasma: RE generalmente diminuito e aumento dei ribosomi e polisomi liberi, indice di aumentata trascrizione; diminuzione o assenza di perossisomi; lisosomi giganti e bizzarri, centrioli abnormi o in molte coppie.
Mitocondri: in genere diminuiti con una forma bizzarra e matrice disomogenea, creste abnormi e presenza di gocciole lipidiche.
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