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Antagonisti dei recettori adrenergici




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Antagonisti dei recettori adrenergici

Gli antagonisti dei recettori adrenergici

sono tutti antagonisti non competitivi

gli antagonisti α1 bloccano l'azione vasocostrittiva del sistema simpatico

gli antagonisti α2 aumentano le efferenze simpatiche, inibiscono l'aggregazione piastrinica (α2a) e la secrezione insulinica


Antagonisti dei recettori α1

Il blocco dei recettori α1 induce una riduzione del tono dei vasi periferici in maniera proporzionale all'attivazione del simpatico ed è pertanto massima nell'ipovolemia e minima nel clinostatismo. Si instaurano dei riflessi compensatori cardiaci (riduzione del tono vagale, aumento delle catecolamine circolanti, le quali legano i recettori β) che sono particolarmente intensi se questi farmaci bloccano anche i recettori α2.

Inoltre questi farmaci sono molto efficaci nel trattamento della BPH; le fibrocellule muscolari lisce della prostata esprimono un gran numero di recettori α1a.

Questi farmaci abbattono l'azione dell'adrenalina sulle resistenze periferiche.


Il principale effetto avverso di questi farmaci è l'effetto di prima dose: 30-90 minuti (3-6h nella doxazosina) può esservi tale ipotensione posturale da aversi una sincope. Consigliata pertanto somministrazione prima di coricarsi, o comunque il monitoraggio pressorio.

Usi terapeutici:

Ipertensione arteriosa

Ipertrofia prostatica benigna (il trattamento ideale è tamsulosina, che non è fortemente ipotensivo, e finasteride)

Raynaud e vascolopatie periferiche (non di prima scelta)


PRAZOSINA

Mille volte più affine per gli α1 rispetto agli α2, la prazosina è il prototipo degli α1 antagonisti. È anche un potente inibitore delle PDE. 

L'azione α bloccante si esplica soprattutto sul circolo arterioso, ma anche sul venoso, abbassando pre e post carico. La riduzione del ritorno venoso, combinato con l'affinità quasi nulla per i recettori α2 ed una presunta attività centrale simpaticolitica spiegano il mancato aumento della FC e della GC. Inoltre ancora riduce le LDL ed i trigliceridi circolanti.

Biodisponibilità del 50%, picco 1-3 h, ampio legame alle proteine plasmatiche. Metabolismo epatico ed escrezione epatica e renale.

Effetti duraturi per 10 ore circa. Emivita 3 h.

Va assunto la sera per evitare sincopi; si inizia con una dose di 1 mg e la si aumenta fino a 20 mg. Nella BPH 1-5 mg bid.


TERAZOSINA

Analogo chinazolinico della terazosina, meno potente ma dalla biodisponibilità più alta (90%) e dall'emivita più lunga (15 ore) tale da permettere una somministrazione SID. Più efficace della finasteride nella BPH, induce apoptosi nelle FML della prostata. Escrezione fecale.

1 mg fino a 10 mg nella BPH.  


DOXAZOSINA

Emivita ancora maggiore della terazosina (20h) e durata d'azione di oltre 36 h. Del tutto simile alla terazosina; somministrazione SID.


Indicata solo nella BPH e non nell'ipertensione.

TAMSULOSINA

È un derivato non chinazolinico, con selettività α1a. Emivita di 10 h.


Non è indicato nell'ipertensione per via della sua affinità α1a, la dose consigliata è 0,4 fino a 0,8 mg.

ALFUZOSINA

Substrato del CYP3A4.  Solo BHP. BD 64%, emivita 3-5 h.

SILODOSINA

UGT2B7. Meno effetti avversi della terazosina?

FENOSSIBENZAMINA

Feocromocitoma.

URAPIDIL


Antagonisti dei recettori α2

Numerose sono le controversie riguardanti i recettori α2 adrenergici. Da un lato è noto che tali recettori, in sede centrale e a localizzazione presinaptica, inibiscono il rilascio di noradrenalina dalle terminazioni simpatiche. È altresì noto però che gli α2b inducano vasocostrizione, e che alcuni sottotipi di recettori α2 possano al contrario aumentare la sintesi di NO endoteliale. Le interazioni di questi effetti sono sconosciute e sembrano tutte venire messe in ombra dalla prima azione citata, l'inibizione del tono simpatico.


Yohimbina

Α2 agonista, induce ipertensione e aumento della GC usato, non senza molte controversie, nel trattamento dell'impotenza. In quest'ambito è molto meno efficace di sildenafil e congeneri.


Antagonisti dei recettori β adrenergici

I βbloccanti sono tra i farmaci più venduti al mondo, ma a cinquant'anni dalla loro scoperta le conoscenze su di essi sono ben lungi dall'esser complete. Erano gli anni '50 quando James Whyte Black produsse per la prima volta il propanololo, cosa che gli valse quasi trent'anni dopo il premio Nobel per la medicina. 


I β bloccanti antagonizzano il legame delle catecolamine ai recettori β adrenergici. Le loro azioni antipertensive sono molto complesse, e sono riassumibili, in ordine più o meno di importanza:

Blocco dell'attività del simpatico sul cuore, con riduzione del consumo di O2 e aumento dell'efficienza contrattile

Maggiore è l'attivazione del simpatico maggiore è la loro attività come antipertensivi.

Riduzione della sintesi di renina (tranne il pindololo)

Una possibile azione inibente i recettori presinaptici β (che aumentano il rilascio di NA dalla sinapsi), in regione periferica o centrale.

Una serie di azioni aggiuntive possedute dai βb. di terza generazione


Aumento sintesi NO

Blocco canali Ca++

Apertura canali K+

Agonismo β2

Antagonismo α1

Attività antiossidante


Il loro meccanismo d'azione include inoltre eventi potenzialmente dannosi:

Aumento compensatorio del rilascio di catecolamine che inizialmente agiscono sui recettori α1 aumento delle resistenze periferiche e quindi scarsa diminuzione, inizialmente, della PA. Dopo un certo periodo di trattamento le resistenze periferiche e la PA si riducono.

Aumento iniziale del volume tele diastolico e della durata della diastole (Attività α sul cuore? Aumento compensatorio della gittata cardiaca?) che potrebbe rivelarsi un fattore di stress miocardico (riduce la vascolarizzazione subendocardica). Tuttavia anche questo parametro tende a correggersi ed è solitamente (totalmente?) ininfluente.

Il blocco β2 riduce la vascolarizzazione ai muscoli, può attenuare la capacità fisica.

Aumento della risposta pressoria all'adrenalina (recettori α liberi) attenzione al feocromocitoma!

Broncocostrizione: non indicati in BPCO e asma (il celiprololo però è β2 agonista, effetti per ora sconosciuti)

Metabolismo: i βb non selettivi ritardano l'aumento della glicemia in caso di ipoglicemia e ne mascherano pericolosamente i sintomi, specie nel diabete di tipo 1. Inoltre essi peggiorano il profilo lipidico fino a rendere necessarie le statine in pazienti predisposti. Sono preferibili in entrambi questi casi i β1 selettivi.


Classificati per:

selettività β1/β2

attività simpaticomimetica intrinseca (ISA)

blocco degli α

liposolubilità

vasodilatazione

farmacocinetica

Alcuni di essi hanno ISA (pindololo e acebutololo), caratteristica che può assumere importanza particolare (semplice difetto o mezzo per evitare profonda bradicardia o forti effetti inotropi negativi?).

Altri sono agonisti inversi e riducono l'attivazione basale dei recettori β.

Altri ancora (propranololo, acebutololo, carvedilolo) sono stabilizzanti di membrana e anestetici locali come la lidocaina.


Non selettivi

β1 selettivi

Non selettivi con effetti CV aggiunti

β1 selettivi con effetti CV aggiunti

P P P T N

Penbuto Pindo Proprano
Timo Nado

A M E B A

Atenololo Metoprololo

Esmololo

Bisoprololo Acebutololo

LABETA CARTE CARVE

Labetalolo

Carteololo

Carvedilolo

BETAXO CELIPRO NEBIVO

Betaxololo

Celiprololo

Nebivololo



Usi terapeutici dei βbloccanti:

effetto antiaritmico

riduzione del consumo O2

Ipertensione

Angina

SCC                - Glaucoma (TOPICI)

SCA

Somministrati nelle fasi iniziali di un IMA e poi a lungo termine, abbattono la mortalità del 25%.


Nello SCC aumentano la qualità e la durata della vita, evitano il rimodellamento cardiaco, l'ipertrofia e aumentano la frazione di eiezione.


Il loro beneficio è immediato, prima ancora dell'instaurarsi dell'effetto ipotensivo, grazie all'effetto antiaritmico.



Per quanto riguarda il blocco non selettivo dei β1, in pazienti che non abbiano controindicazioni si presume siano preferibili ai bloccanti selettivi, poiché il blocco β2 contribuisce a preservare il miocardio dallo stress


Nell'insufficienza cardiaca l'aumento del tono del simpatico induce un aumento dell'attivazione dei recettori β adrenergici, fino ad una desensibilizzazione recettoriale secondo la via di GRK2 (B-ARK1)


Gs cAMP PKA GRK2 fosforilazione del β recettore, interazione con β arrestina desensibilizzazione recettoriale


Congetture

I recettori β2 potrebbero stimolare la forza cardiaca senza sviluppare CMP.

I recettori β3 potrebbero inibire la contrazione inducendo un aumento peggiorativo della stimolazione simpatica.

Il cAMP in eccesso potrebbe danneggiare mortalmente i miocardiociti.



Interazioni dei βbloccanti

Farmacocinetiche

Farmacodinamiche

v    Colestiramina e colestipolo (ridotto assorbimento)

v    Fenitoina, Fenobarbital, Rifampicina (induzione epatica aumentato catabolismo del farmaco)

v    Cimetidina (aumenta la biodisponibilità)

v    Riduzione della clearance della lidocaina

v    Calcio antagonisti non diidropiridinici (sinergismo)




v    FANS (antagonismo)


Effetti avversi

Cardiovascolari

o   Possono indurre insufficienza cardiaca congestizia in pz predisposti, se il blocco dell'attività del simpatico sul cuore è tale da abbatterne eccessivamente la capacità di pompa (infarto acuto, CMP ipertrofica). Ignota è in quest'ambito l'efficacia dei βbloccanti con ISA.

TUTTAVIA NELLO SCOMPENSO AUMENTANO LA SOPRAVVIVENZA A LUNGO TERMINE

o   Bradicardia sinusale, o peggio ancora bradiaritmie.  

o   Peggioramento di vasculopatie periferiche (Raynaud)

o   Effetto rebound causato dalla maggiore sensibilità alle catecolamine che si instaura nel trattamento a lungo termine.
Ancora ignoto come contrastarlo, si suppone riduzione graduale delle dosi.


Broncopolmonari

o   Broncospasmo, da evitare in asmatici e pz con BPCO a meno che il beneficio clinico derivante dal loro utilizzo non sia tale da superare il rischio del peggioramento della funzionalità polmonare. Possibile ruolo futuro per i βbloccanti con attività β2 agonista.


SNC

o   Depressione, affaticamento, insonnia


Βbloccanti non selettivi: prima generazione


PROPRANOLOLO

Prototipo di ogni βbloccante, il propranololo non è selettivo e non blocca gli α recettori. Ha attività stabilizzante la membrana.


bene assorbito ma l'ampio metabolismo di PP (ridotto se assunto sui pasti) riduce ad appena il 25% la concentrazione plasmatica del farmaco.

Ha un'elevata lipofilia

ampio volume di distribuzione (4l/kg), lega le PP al 90%, un'emivita di 4 ore ma una durata d'azione abbastanza lunga da consentire una somministrazione BID.


Due inconvenienti del propranololo:


può essere necessario aumentare la dose ripetutamente nel trattamento. Disponibili formulazioni a rilascio prolungato.


La variabilità interindividuale farmacocinetica (livelli di farmaco variano di 20 volte).



40-80 mg al giorno per l'ipertensione (anche di più), usato anche nelle tachiaritmie sopraventricolari e sanguinamento di varici esofagee.

1-3 mg EV nelle aritmie acute somministrati lentamente 1mg/min.


Stando allo studio BHAT (Βblockers Heart Attack Trial), il propranololo riduce la mortalità per IMA del 25%


PINDOLOLO

NADOLOLO

TIMOLOLO

Al contrario del propranololo è poco liposolubile e ha un'ottima biodisponibilità.


Il pindololo è dotato di ISA e attività stabilizzante la membrana. L'ISA impedisce che la FC si riduca in maniera eccessiva ed è ideale anche in pz tendenti alla bradicardia.


Metà coniugato a livello epatico ed escreto per via renale e metà presente nelle urine come tale. Emivita di 4 ore, aumentata nell'IR. 

Né ISA né ASM.


Lunga emivita (20 ore), alta idrosolubilità
(BD 35%), somministrazione SID.


Escreto come tale nelle urine.


Ridurre dosi nell'IR.

Né ISA né ASM.

CYPD6 con elevato metabolismo PP. Emivita di 4 ore.


Il timololo è usato con grande efficacia nel glaucoma, ma può dare AE in pz asmatici.


Nel post IMA riduce la mortalità del 40%.


Usati nell'angina e nell'ipertensione.                                Usato anche per SCC, IMA, glaucoma


Βbloccanti β1 selettivi: seconda generazione



ATENOLOLO

METOPROLOLO

Privo di ISA e ASM, è molto idrofilo e ha una BD del 50% circa. 

Emivita di 6 ore, con eliminazione renale (ridurre se la clearance <35).


Indicato per ipertensione, angina, aritmie e post-IMA.


Dosi 50-100 mg/die SID.


Insieme ad un diuretico è efficace nell'ipertensione sistolica isolata.


Pochi EA al SNC (non passa) e respiratori.

Disponibile anche in formulazione a rilascio prolungato, il metoprololo ha una BD del 50% ed è metabolizzato dal CYP2D6.


Variazioni alleliche di questo enzima aumentano l'emivita dalle 4 ore normali a 8 ore. Queste variazioni aumentano anche il rischio di AE.

Ipertensione, angina stabile, tachicardia, insufficienza cardiaca, ipertiroidismo ed emicrania sono solo alcune delle indicazioni. Sconsigliato se la FC<45, nel blocco cardiaco superiore al primo, se la PA sistolica <100. Disponibile anche tartrato per via EV.


La dose consigliata è 100 mg in due somministrazioni. Lo studio MERIT HF ha mostrato una marcata riduzione della mortalità per SCC.

ESMOLOLO

BISOPROLOLO

Un particolare βbloccante, indicato solo e soltanto per il trattamento endovenoso acuto delle tachicardie sopraventricolari e ipertensioni pre/postoperatorie gravi.


Emivita di 8 minuti circa, durata di 20 minuti, richiede circa 6-10 minuti per raggiungere gli effetti massimali.

È somministrato prima in bolo e poi con infusione lenta; metabolizzato dalle esterasi eritrocitarie in un composto molto meno attivo ma dalla lunga emivita. Sconsigliato per ogni altro utilizzo.


Antiaritmico di classe II.  

Dotato di un'elevata selettività, il bisoprololo è un ottimo βbloccante con una BD del 90%, un emivita di 15 ore circa ed un'eliminazione metà renale e metà epatica


Lo studio CIBIS ne dimostra la sicurezza e l'efficacia quando combinato con un ACE inibitore nel trattamento dell'ipertensione.


È anche usato nelle aritmie e per la cardiopatia ischemica.

ACEBUTOLOLO

Dotato di ISA e ASM, l'acebutololo è il profarmaco del diacetolo. La BD è del 50% e le emivite sono rispettivamente di 3 e 12 ore con escrezione urinaria. Usato per ipertensione, aritmie, IMA. Dose di partenza 400 mg/die fino a 800-1200 mg.


Βbloccanti con effetti CV aggiuntivi: terza generazione


L'ISA si combina al blocco α1 conferendo al laβlolo particolari proprietà vasodilatatrici, il blocco β abbassa la FC.


LABETALOLO

Racemo con due centri ottici di quattro enantiomeri:

R,R antagonista β1 selettivo con ISA

R,S inerte

S,R α1 bloccante

S,S α1 bloccante

Gli effetti del laβlolo sono molto complessi e sono la somma di questi effetti citati.

È poco liposolubile e può essere usato nell'ipertensione gravidica in condizioni di emergenza.

L'ampio metabolismo di PP riduce la BD al 20-40% (sempre aumentata dal cibo), glucoronidato con un'emivita di 8 ore.

Nell'ipertensione grave acuta la l'azione EV si instaura in 2-5 minuti e dura per almeno 2-4 ore. Rara tossicità epatica.


CARVEDILOLO

Il carvedilolo ha numerose attività secondarie, tra le altre un blocco α1, attività antiossidante, antinfiammatoria, bloccante sui canali del Ca++.

Inibisce la formazione di ROS e funge da scavanger; è notevolmente lipofilico. 


COMET, COPERNICUS, CAPRICORN mostrano che migliori la funzionalità ventricolare, mortalità e morbilità in pz con scompenso e che sia persino il farmaco di scelta per queste patologie. Indicato nell'ipertensione, nello SCC e IMA.


Ampiamente assorbito con un picco in 1-2 h ed un legame alle PP >95%.

Metabolismo da CYP2D6, CYP2C9. Emivita 7-10 h.  Vedi tabella per le interazioni.


BUCINDOLOLO

Non selettivo, α bloccante e ISA.

Riduce postcarico.


Pare esistano genotipi più o meno favorevoli alla sua azione farmacologica, e il suo uso come antipertensivo è ancora controverso.


CELIPROLOLO

Idrosolubile, parziale agonista β2, azioni antagoniste sulla VC α2 indotta non sono considerate significative. 



NEBIVOLOLO

Attività VD indotta da NO. Antiossidante, migliora il profilo lipidico.



Possibili candidati per il trattamento della sindrome metabolica.

Riassumendo:

Agenti specificamente indicati per le aritmie cardiaca: Esmololo, sotalolo

Insufficienza cardiaca congestizia: carvedilolo, metoprololo a rilascio prolungato

Glaucoma: Βetaxololo, carteololo, timololo

Infarto del miocardio: atenololo, metoprololo, propranololo

Agenti specificamente indicati per la profilassi dell'emicrania: timololo, propranololo


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Appunti su: antagonista selettivo dei recettori adrenergici a livello di prostata, propranololo abbassa frazione di eiezione, Doxazosina apoptosi,



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