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INTRODUZIONE
Ho scelto di chiamare la mia tesina "Gli anziani e il coraggio" dopo avere svolto il tirocinio in una residenza per anziani, dove ho potuto capire, anche ascoltando i racconti di vita passata degli anziani, quello che hanno passato e le prove che hanno dovuto superare; la guerra, la fame e la povertà; sono state prove imparagonabili a quelle dei nostri giorni, essi hanno avuto un coraggio fuori dal comune, e sono riusciti a trovare la forza di andare avanti.
Il coraggio non è inteso come una scommessa, o "solo chi ha coraggio riesce a vivere mentre gli altri soccombono", ma inteso come forza interiore che ognuno di noi dovrebbe trovare, necessaria per affrontare quotidianamente la vita senza arrendersi alle prime difficoltà, spesso banali, come capita oggi; ma bisogna trovare il coraggio di guardare in faccia al dolore, ed affrontarlo senza cadere nel baratro.
Il coraggio può essere anche una soluzione estrema, per combattere in una sociètà dove non è più ben chiaro quali sono i valori.
In italiano il coraggio l'ho paragonato al "ciclo dei vinti" di Giovanni Verga, collegandolo alla lotta per la sopravvivenza dell'uomo, soprafatto ed incapace di ribellarsi al suo destino, ma che trova il coraggio e la forza negli ideali e nei valori più semplici, come la famiglia, la casa e l'onesta, senza arrendersi mai anche se sfinito, o nell'inutilità della "roba" che porta solo frivolezza e leggerezza nell'anima.
Ho paragonato il coraggio anche a Giuseppe Ungaretti; la prima volta, volontario ed interventista nella Grande Guerra, la seconda volta, invece si ricrede, capisce l'inutilità della guerra, la fragilità e a la fratellanza dell'uomo, decritta in poesia come "Fratelli".
Forse la tappa più difficile della vita è l'invecchiamento, come mai prima d'oggi, visto che ormai la nostra società è basata sulla produttività e sull'iperattività, DOBBIAMO AVERE IL CORAGGIO DI INVECCHIARE.
Ho analizzato il periodo dell'invecchiamento psico-fisico, i cambiamenti e le aspettative.
Un altra forma di coraggio l'ho trovato nel fare sindacato, ormai sembra diventata una cosa anacronistica, dove il rispetto delle regole e della dignità del lavoratore, principi che sembravano ormai assodati, oggi stanno venendo meno e vengono considerati come dei privilegi da cancellare.
Infatti, secondo recenti studi, la gran parte dei lavoratori soffrirebbe della "sindrome di Stoccolma", cioè tendiamo a difendere i nostri "carnefici", questo è dovuto ad una situazione di paura, che porta il lavoratore a fare determinate scelte, spesso errate, ma molto più facili.
Giovanni Bottichio
ITALIANO
"Giovanni Verga" (1840 - 1922)
Per Verga fu fondamentale riprodurre la società nel modo più 'vero' possibile, per questo l'autore osservò scrupolosamente il popolo, studiò l'ambiente ed il dialetto, si documentò sui mestieri e sulle tradizioni, così sembra che i personaggi e le vicende si presentino da sé, e chi legge ha l'impressione di essere messo a diretto confronto con la realtà di cui si parla. Verga, utilizza quindi il verismo, per far sì che il lettore assuma un carattere critico nei confronti della dura legge della vita.
Proprio per questo utilizza l'impersonalità, evitando così di esprimere il suo personale giudizio e i suoi sentimenti. Verga descrive le vicende umane che si svolgono nel Mezzogiorno ottocentesco, dove l'economia è ancora strutturata in maniera feudale in una realtà immodificabile. Questa visione della vita rientra in quella che fu definita l'ideale dell'ostrica, per cui quest'ultima rimane sempre attaccata al suo scoglio, questo vuol dire attaccamento ossessivo al luogo d'origine e che non prevede cambiamenti sociali. Quest'ideologia è il frutto del pessimismo dell'autore, di ciò che pensa della vita, che non si può cambiare mai. Egli trova così supporto nel pessimismo, nelle leggi che regolano l'uomo, ha un'ideologia conservatrice: quindi ogni persona è ancorata al suo stato sociale e non può distaccarsene; egli inoltre crede che gli uomini siano mossi dall'egoismo e dalla lotta per la vita il che li porta a sopraffarsi a vicenda; tutto questo non è altro che la 'lotta per la vita", la legge della natura, per cui chi è più forte resiste, il più debole soccombe; questa legge è immodificabile e non c'è alternativa.
L'autore critica aspramente la vita borghese ma non dà speranze al proletariato; critica altrettanto duramente l'aristocrazia, ma considera i contadini e i braccianti dei 'vinti' per natura, segnati inesorabilmente dal destino.
Di fatto il Verga proviene da un ambiente aristocratico benestante e soprattutto egli s'è formato intellettualmente negli ambienti borghesi di Firenze e di Milano. Solo quando questi ambienti gli vennero a noia, egli decise di ritornare a Catania, cominciando ad interessarsi delle condizioni miserevoli dei meridionali. Il suo grande merito sta proprio in questo, sta nell'aver evidenziato la miseria del Sud e nell'aver diffuso la conoscenza di questa situazione nel nord d'Italia; Verga ha fatto della letteratura anche un mezzo per portare la situazione del Sud ad un'attenzione nazionale.
Giovanni Verga volle condensare tutta la sua ideologia e tutto il suo "programma" verista nell'ambizioso progetto di un ciclo di ben 5 romanzi.
Ciascuno dei 5 romanzi avrebbe dovuto incentrarsi sulla rappresentazione di vari strati sociali, dai più bassi ai più elevati: 1) I Malavoglia, strati popolari di pescatori; 2) Mastro don Gesualdo, strati piccolo - borghesi in ascesa; 3) La duchessa delle Gargantas (poi duchessa di Leyra), strati nobiliari; 4) L'onorevole Scipioni, strati sociali dediti alla politica; 5) L'uomo di lusso, strati sociali dediti all'arte.
Si trattava di una vera e propria fantasmagoria della lotta per la vita, dalle necessità di sopravvivenza degli strati popolari alle aspirazioni più elevate di quelli borghesi e nobiliari.
Tuttavia, visto che il ciclo rimase incompiuto, sembrerebbe che Verga, pur rappresentando gli strati popolari come sopraffatti da condizioni di miseria, vi scorga in fondo un'autenticità e una positività di valori (la "religione della famiglia", l'unione familiare, l'operosità, l'onestà); invece pur rappresentando gli strati borghesi e nobiliari come animati da aspirazioni più elevate, vi scorga in fondo un'assenza di valori e una certa vanità, superficialità e frivolezza.
Il ciclo, tuttavia, rimase incompiuto: ne venne completato lo schema generale e i due romanzi I Malavoglia e Mastro don Gesualdo, ma poi si fermò a "La duchessa di Leyra", romanzo per il quale Verga aveva cominciato a raccogliere un'ampia documentazione sugli strati sociali nobiliari della Sicilia e che tuttavia fu interrotto appena al primo capitolo.
Due sono state le ipotesi più accreditate di questa interruzione brutale: la prima sostiene che l'interruzione fosse dovuta alla delusione di Verga per lo scarso successo decretato dal pubblico alle opere crudamente veriste; l'altra sostiene invece che l'interruzione fosse dovuta alle difficoltà di Verga di fronte agli strati sociali nobiliari, per i quali gli riusciva più difficile mettere a nudo lo stile crudamente verista.
Le figure maggiori dei romanzi sono il vecchio e il giovane: 'Ntoni e Mastro Don Gesualdo. Padron 'Ntoni è un semplice pescatore ma ci appare rude, triste e solenne nella sua naturale saggezza, basata su alcune massime che ha ascoltato sin dalla nascita e per cui lotta come un eroe: mantenere la roba, tenere unita la famiglia, rispettare la parola data. Anche se il destino è contro di lui egli resiste sino alla fine. Il giovane 'Ntoni con la sua mania di allontanarsi dal paese rappresenta quasi l'antagonista del nonno.
I Malavoglia
Questo romanzo è la storia triste di una povera famiglia di pescatori, i Toscano, il cui capo padron 'Ntoni, con ogni mezzo cerca di tenere in piedi la casa del Nespolo e la tranquillità che questa casa rappresenta. Egli ha un debito con lo zio Crocifisso per un carico di lupini, purtroppo perduto in mare nel naufragio della barca "provvidenza" con suo figlio Bastianazzo. Appunto per questo i Malavoglia fanno enormi sacrifici, ma il nipote 'Ntoni si allontana perchè vuole conoscere le città ed il mondo; come un pesce affamato se lo inghiotte e con lui suoi molti parenti. I Malavoglia saranno costretti a vendere la casa del Nespolo, che alla fine il nipote più giovane, Alessi, riuscirà sì a ricomprare, ma il nonno, finito in ospedale, è già morto, solo, e la sua famiglia distrutta. I personaggi principali sono: 'Ntoni, che uscito dal carcere lascerà il paese; Mena innamorata del carrettiere Alfio; Lia che si allontanerà dal paese e si perderà; Alessi che ricomprerà la casa.
Il tema fondamentale dei Malavoglia è la religione della casa, l'ideale dell'ostrica, cioè l'attaccamento della povera gente alla casa, che è come uno scoglio nel quale è tutta la sua fortuna. Il valore morale dei Malavoglia si può vedere nell'ultima parte del romanzo in cui vediamo che il piccolo mondo di Acitrezza non è cambiato e l'episodio dei Malavoglia fa parte della triste storia di sempre, simbolo della condizione degli umili ma anche di tutto il genere umano. 'Ntoni, che dopo la triste esperienza del carcere cerca di farsi una nuova vita, ci fa capire che la sventura è utile se ci insegna qualcosa.
Mastro Don Gesualdo
Questo romanzo si basa sulla religione della 'Roba' e parla di un capomastro, Don Gesualdo, che col suo sudato lavoro raggiunge la ricchezza, riesce ad entrare fra la nobiltà di Vizzini (Catania) e a sposare una nobile decaduta, Bianca Trao, per cui diventa il padrone del paese. Ma anche se ricco, nella vita proverà sempre delusioni e solitudine; molte disgrazie (ad es. crolla pure un ponte che aveva in appalto) fanno diminuire le sue ricchezze mentre la famiglia si disperde. La moglie muore di tubercolosi, la figlia Isabella viene mandata in collegio a Palermo, dove conosce e sposa il Duca di Leyra il quale non pensa ad altro che a spendere i soldi del suocero. Don Gesualdo, vecchio e ammalato, morirà in una stanza della figlia a Palermo, solo, mentre i servi lo prendono in giro. Gli è accanto solo l'umile serva Diodata, che stava sempre con lui, per dimostrare che l'affetto si può avere anche senza denaro.
Nel romanzo è ovunque presente il più totale pessimismo, mentre nei Malavoglia vi era sempre un po' di speranza. Il motivo principale di questo romanzo è il culto della 'roba' che in questo mondo può riuscire a trasformare un semplice muratore in una persona ricca e invidiata. Ma per contrasto il Verga ci parla pure di sentimenti semplici e disinteressati (come quelli della serva affezionata di Don Gesualdo, Diodata) i quali ci fanno capire, invece, che la roba è spesso causa di male e di dolore e che il denaro non fa diventare nobili.
Dagli scritti si capisce che l'uomo pur sopraffatto dalle loro vicissitudini e disgrazie della vita, può e deve con coraggio rialzarsi e trovare la forza in se e nei valori più semplici e veri della vita.
"Giuseppe Ungaretti"
IL SUO CARAGGIO; VOLONTARIO NELLA GRANDE GUERRA
Il pensiero e la poetica
Ungaretti fu il maggiore esponente di quella "poesia pura" da cui si svilupperà la corrente dell'Ermetismo.
La poesia ermetica è caratterizzata dall'assenza di discorsi articolati e persino della punteggiatura, dalla presenza di spazi bianchi e versi brevissimi, composti anche di una sola parola, che proprio per questo assume la massima intensità di significato.
Egli visse nel periodo in cui la borghesia non porta più avanti gli ideali di libertà e giustizia che aveva promesso e in nome dei quali aveva combattuto durante le rivoluzioni del secolo passato, ma si chiude in se stessa e, nel timore di perdere il conquistato potere politico, affida la risoluzione delle proprie contraddizioni a fenomeni quali il colonialismo imperialistico, le due guerre mondiali o l'avvento del regime fascista.
Gli anni di Parigi (1913-14) e l'incontro col poeta francese Apollinaire gli permisero invece di approfondire l'importanza della parola in poesia, in una direzione del tutto opposta rispetto a quella presa dai Futuristi del primo '900: se questi esprimevano il proprio atteggiamento attivo e rivoluzionario di conquista del mondo attraverso parole rumorose, proiettate all'esterno, Ungaretti e l'Ermetismo si servirono della parola isolata e ripiegata su se stessa per dar voce al proprio dolore personale, dunque proiettandola verso l'interno del proprio animo.
L'Allegria e il rapporto tra guerra e poesia
Il titolo della raccolta "L'Allegria" allude alla vitalità che paradossalmente emerge di fronte al pericolo della morte, ai momenti positivi della sopravvivenza e della solidarietà. L'Allegria è in questo caso la capacità di trarre una ragione di vivere, un senso positivo dell'esistenza anche di fronte al male della guerra.
Il tema predominante della raccolta "L'Allegria" è quello della cruda realtà della guerra che pone l'uomo di fronte all'incertezza del proprio destino.
Egli inizialmente credeva ingenuamente nella guerra così partecipò alla campagna degli interventisti, quindi volontario andò al fronte come soldato semplice e venne inviato sul Carso. Gli italiani dovettero limitarsi per circa due anni a una guerra di trincea, interrotta da battaglie molto sanguinose, ben 11 combattute sul fiume Isonzo e vissute dallo stesso Ungaretti.
Se in altri casi la guerra era un'occasione per esibire in modo eroico e spettacolare, la poesia ermetica nell'"Allegria" è l'occasione che spinge il poeta a consolare il proprio io spaventato e isolato dalla realtà ostile della morte, dalla distruzione bellica e dall'indifferenza della natura.
La tragica esperienza della vita di trincea mutò profondamente la sua stessa concezione della guerra e della poesia. Infatti i componimenti più intensi della raccolta sono proprio quelli scritti durante il fronte in trincea, ogni componimento reca sempre al suo inizio la data di composizione.
Ungaretti percepisce l'esistenza come un bene precario e proprio per questo ancora più prezioso, sa di poterlo perdere da un momento all'altro a causa della guerra e per questo è ancor più attaccato alla propria vita. L'esperienza della guerra rivela al poeta la povertà dell'uomo, la sua fragilità e solitudine, ma anche la sua semplicità e spontaneità, che emergono nel dolore: nella distruzione e nella morte della guerra egli ha scoperto il bisogno di una vita pura sottratta ad ogni vanità e orgoglio.
Al tema della guerra è legato quello della speranza, della solidarietà, infatti in "Fratelli" egli prova un fraterno senso di compassione verso altri uomini coinvolti come lui nella guerra.
Quella dell'"Allegria" è una religiosità interiore, espressa (in "Fratelli" soprattutto) nel senso di partecipazione al dolore dell'uomo e di solidarietà verso gli altri sofferenti come lui.
Fratelli Mariano il 15 Luglio 1916
Di che reggimento siete
Fratelli?
Parola tremante
Nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
Involontaria rivolta
Dell'uomo presente alla sua
Fragilità
Fratelli.
Analisi del testo:
La parole chiave della poesia "fratelli" è presente in apertura e chiusura ed esprime il senso di solidarietà e fraternità che spontaneamente nasce al fronte. È un legame fragile, precario, continuamente minacciato dalla morte (parola tremante, foglia appena nata).
Ma nell'angoscia e nel dolore (nell'aria spasimante) l'uomo, afferma il suo legame con gli altri, quasi a esprimere la sua ribellione contro la violenza che divide e oppone gli uomini tra loro. La poesia è giocata sul contrasto fra condizione di soldati e quella di uomini. I soldati sono nemici per antonomasia, la fratellanza sembra il sentimento più lontano dall'uomo in guerra.
L'idea di fratellanza nasce invece nel poeta proprio dalla considerazione della fragilità umana. La strofa concettualmente centrale del componimento è la penultima: la fratellanza è una forma di "rivolta" alla guerra che nasce involontariamente quando l'uomo si rende conto della sua fragilità.
Ecco qui che ritroviamoli coraggio !! il coraggio di opporsi alla guerra, il coraggio di andare avanti nonostante il pericolo della morte, ma anche di sentire un sentimento di fratellanza per i nemici.
STORIA
"La Grande Guerra"
Cause principali
Nel giugno del 1914 il granduca Francesco Ferdinando d'Asburgo, erede al trono Austro-Ungarico, fu ucciso con la moglie. L'Austria accusò la Serbia, e visto che il Governo di Vienna cercava un pretesto per aggredirla, le dichiarò guerra (28 luglio 1914), ottenendo il pieno appoggio della Germania.
Per quanto grave, l'attentato di Sarajevo fu però soltanto la causa occasionale del conflitto, le cause profonde erano la rivalità imperialista tra l'Inghilterra e la Germania.
Inoltre c'erano altri fattori non meno importanti, come:
Tutti gli Stati avevano, chi più chi meno, delle rivincite su altre Nazioni;
Tutti credevano ad una guerra veloce;
Nuove scoperte tecnologiche e miglioramento dell'industria pesante;
Periodo di "Belle Epoche", che aveva permesso una sorta di preparazione.
La Prima Guerra Mondiale fu definita:
L'ultima guerra antica, perché fu una guerra di trincea e fortificazioni e cariche;
La prima guerra moderna, perché vennero usate per la prima volta le nuove tecnologie, il carro armato, gli aerei, la mongolfiera e la mitragliatrice;
In Italia venne definita la quarta guerra d'indipendenza.
Gli schieramenti
TRIPLICE ALLEANZA: Germania, Austria, Impero Ottomano, Bulgaria .
TRIPLICE INTESA: Inghilterra, Francia, Italia, Russia, U.S.A, Belgio,
Giappone, Portogallo, Grecia, Cina, Romania, Serbia.
1914; INIZIO DELLA GUERRA
Invasione del Belgio e resistenza della Francia
L'esercito tedesco per liquidare rapidamente la Francia la aggredisce di sorpresa da Nord, attraversando e occupando il Belgio violandone la neutralità. Questa provocherà l'immediata entrata in guerra della Gran Bretagna, i Tedeschi penetrano nel territorio francese e minacciano di occupare la stessa Parigi. I Francesi riescono ad attestarsi sulla Marna e costringono i nemici a retrocedere fino all'Aisne.
Fronte orientale
Al successo difensivo francese contribuiscono gli attacchi scatenati dalla Russia contro gli Imperi Centrali: lo stato germanico è infatti costretto a trasferire dal fronte occidentale al fronte orientale due corpi d'armata, e solo a questo punto riesce ad arrestare l'offensiva russa. I Russi bloccati sfondano però più a Sud (Galizia) e minacciano da vicino il territorio dell'impero Austro-Ungarico.
Superiorità iniziale Tedesca
Alla fine del 1914 il fronte occidentale si attesta su una linea lunga centinaia di chilometri, che dalle Fiandre raggiunge il confine svizzero. Malgrado le clamorose vittorie tedesche, gli Alleati hanno conseguito due obiettivi importantissimi:
hanno conservato i porti di Calais e di Dunkerque, fondamentali per le comunicazioni tra Francia e Inghilterra, e hanno bloccato la guerra di movimento dei primi mesi trasformandola in una guerra di trincea, grazie alla quale avranno tutto il tempo necessario per mobilitare le proprie immense risorse. All'inizio della guerra il Regno Unito disponeva della più potente flotta del mondo, ma il suo esercito era costituito solo di 120.000 soldati. La Francia era dotata di un esercito molto più forte, ma non aveva né un'artiglieria pesante, né una fanteria paragonabili a quelle tedesche. La Russia poteva reclutare enormi masse di uomini, ma era relativamente male armata, priva di un'industria tanto forte da poter alimentare una guerra come quella che si stava combattendo.
La superiorità della Germania era dunque nettissima. Gli Alleati potevano però contare sull'appoggio e sui finanziamenti degli Stati Uniti d'America, e l'Inghilterra era in grado di bloccare con la sua flotta parte dei rifornimenti di viveri e di materie prime diretti verso gli imperi Centrali provenienti dalle colonie.
La Germania non avrebbe potuto competere in una lunga guerra, infatti avevano previsto una guerra rapida e travolgente, contando di mettere fuori combattimento la Francia in poche settimane e di scaraventare poi tutta la propria forza militare contro la Russia.
1915 - 1916; PRIMI ANNI DI GUERRA
Situazione in Italia
L'Italia rimase neutrale durante il primo anno di guerra, affermando che l'Austria e la Germania non erano state aggredite: le condizioni della Triplice Alleanza erano solo difensive. Ma all'interno del paese si formarono due vasti schieramenti.
Neutralisti:
I socialisti che la consideravano una semplice lotta fra opposti imperialismi dalla quale il proletariato non avrebbe tratto alcun vantaggio;
I cattolici che non volevano combattere contro l'Austria, baluardo della cristianità;
I liberali giolittiani che ritenevano l'Italia troppo debole per una guerra e pensavano che le terre irredente (Trento e Trieste) si sarebbero potute ottenere mediante trattative diplomatiche con l'Austria.
Interventisti:
Gli irredentisti, convinti che la guerra fosse rivolta contro il militarismo autoritario degli Imperi Centrali;
I nazionalisti, che la concepivano come un'avventura imperialistica, partecipando alla quale gli italiani si sarebbero temprati;
I liberali di destra (seguaci di Salandra) che con tranquilla incoerenza rivendicavano le terre irredente e aspiravano nello stesso tempo a conquistare nuovi territori.
24 Maggio 1915 l'Italia entra in guerra
Rifiutata l'offerta Austriaca, il Trentino in cambio della neutralità, l'Italia aprì trattative con l'Intesa, che era disposta a riconoscere in caso di vittoria il Trentino, la Venezia Giulia, l'Alto Adige la Dalmazia, oltre a concessioni coloniali.
Nell'aprile del 1915 il governo Salandra stipulò segretamente con l'Intesa il "Patto di Londra", un trattato che impegnava l'Italia a intervenire entro un mese al loro fianco. Del Patto né il Parlamento né l'opinione pubblica furono informati, le sorti del Paese furono decise dal Governo e da Vittorio Emanuele III.
Principali avvenimenti
Mobilitazione generale in tutti gli Stati e leva obbligatoria;
Conquista Austro-Ungarica dei territori compresi tra le Fiandre e la Russia;
Il fronte si stabilizza con migliaia di Km di trincee;
Vittorie Austro-Ungariche sul fronte orientale.
Tentativo tedesco di sfondare il fronte occidentale, battaglia di Verdun (300.000 morti) senza vincitori o vinti perché non riescì a restituire la mobilità al fronte;
Sul fronte Italiano gli Austriaci conducono la cosiddetta "spedizione punitiva" per castigare l'Italia d'aver tradito, l'offensiva mette a dura prova le nostre difese. Le nostre linee resistono con successo anche perché una forte offensiva Russa sfonda nella Polonia, costringendo gli Austriaci a distogliere truppe dal fronte italiano;
Bloccata l'offensiva di Verdun, gli Alleati contrattaccano in luglio sul fiume Somme, impegnando per la prima volta nella battaglia i carri armati (allora noti come tanks); ma anche la loro offensiva fallisce;
Battaglia navale dello Jutland, la flotta tedesca attacca una squadra d'incrociatori inglesi, infliggendogli perdite assai più gravi di quanto ne subisca; deve però ritirarsi quando sopravviene il grosso della flotta britannica che si concluse con un durevole vantaggio per la flotta inglese, i Tedeschi non osarono mai più contestarle il dominio dei mari.
1917; L' ANNO DECISIVO
Gli U.S.A entrano in guerra
I Tedeschi dichiarano che i loro sommergibili affonderanno senza preavviso tutte le navi mercantili neutrali avvistate in prossimità dei paesi dell'Intesa, questa minaccia è di fatto rivolta soprattutto contro gli Stati Uniti, che sono i più attivi fornitori degli Alleati.
La scintilla fu l'affondamento del transatlantico "Lusitania" da parte di un sommergibile tedesco. Il presidente americano Wilson dichiarò l'intervento degli U.S.A. 5 Aprile 1917, indispensabile per la difesa della democrazia.
La Russia si arrende
Il collasso è invece irresistibile in Russia, dove nel marzo del 1917 San Pietroburgo insorge, e il regime zarista, inefficiente e corrotto crolla. Il potere passa a un Governo provvisorio, che viene a sua volta abbattuto in novembre dalla rivoluzione comunista.
I comunisti né vogliono né possono continuare la guerra, perché i soldati hanno disertato in massa, e l'esercito russo si è quasi completamente dissolto. Nel dicembre la Russia firma un armistizio che prevede la durissima pace di Brest-Litovsk, Polonia, Estonia, Lettonia, Finlandia passano all'impero Austro-Ungarico.
Ma se nel 1917 gli Imperi Centrali hanno battuto definitivamente la Russia, gli Alleati hanno ottenuto un successo anche più grande: al loro fianco sono intervenuti gli Stati Uniti, che compensavano largamente l'uscita di scena della Russia e rendono di fatto impossibile una vittoria finale degli Austro-Ungarici. In questo senso il 1917 è l'anno in cui si decidono le sorti finali della guerra.
Caporetto e Piave
In autunno l'Italia rischia la catastrofe: l'esercito Austriaco riesce a sfondare a Caporetto, quindi avanza rapidamente verso Sud e, minacciando di isolare le nostre truppe schierate sul fronte giuliano, le costringe a una ritirata precipitosa, che si trasforma in una rotta per lo sbandamento di molti reparti. Con uno sforzo supremo, che riesce a mobilitare a fondo l'intera nazione, i nemici vengono però bloccati sulla linea del Piave, agganciata al Monte Grappa.
1918: CONCLUSIONE DELLA GUERRA
Offensiva Tedesca, controffensiva Alleata
Con le truppe che lo sfacelo della Russia ha permesso di distogliere dal fronte orientale, i Tedeschi rafforzano le proprie armate occidentali, e nel marzo del 1918 sferrano una violentissima offensiva contro i Franco-Inglesi, nella speranza di concludere la guerra prima che gli Stati Uniti cominciano a far sentire tutto il loro peso.
Nel luglio le sorti della guerra si rovesciano, perché gli Americani sbarcano in Francia e gli Alleati iniziano una controffensiva di vaste proporzioni. I Tedeschi si ritirano e fra di loro si diffonde la convinzione che, malgrado ogni sforzo, la guerra sia ormai impossibile da vincere.
Il colpo di grazia viene assestato all'Austria dall'offensiva italiana di Vittorio Veneto, che mette in rotta l'esercito nemico e costringe l'Austria a firmare l'armistizio di Villa Giusti, mentre di fatto l'Impero Asburgico si dissolve nelle singole nazioni fino allora in esso comprese.
Crollo della Germania
La Germania è ormai in pieno sfacelo. Oltre al collasso economico si aggiunge una forte carestia alimentare dovuta all'abbandono delle campagne e al mancato rifornimento dalle colonie, contrariamente quello che gli altri Stati pativano in maniera minore.
La flotta si ribella; Brema, Asburgo e Lubecca sono nelle mani degli operai e dei marinai in rivolta; Guglielmo II abdica ed a Berlino i socialdemocratici proclamano la Repubblica e formano un Governo provvisorio, i cui delegati nel 1918 firmano l'armistizio con i rappresentanti delle potenze vincitrici.
Trattato di pace di Versailles
Impose alla Germania:
Restituire l'Alsazia e la Lorena alla Francia;
Concederle per quattordici anni lo sfruttamento del bacino minerario della Saar;
Cedere le colonie africane ed i possessi in Cina al Giappone;
Ridurre le forze armate a soli centomila uomini;
Consegnare le navi da guerra agli inglesi (ma gli equipaggi preferirono affondarle);
Rinunciare all'aeronautica militare, ai sommergibili e all'artiglieria pesante;
Unica responsabile della guerra fu costretta a risarcire tutti i danni provocati.
La Germania in realtà avrebbe attuato solo in parte l'ultima clausola, ma bastò a suscitare nei Tedeschi un forte e spiegabile risentimento nazionalistico.
Bilancio della strage
La guerra, che tutti prevedevano breve, è invece durata più di quattro anni ed è costata complessivamente ai belligeranti quasi nove milioni di morti. A questi si devono aggiungere i sei milioni di persone falciate fra il 1918 - 1919 dalla spagnola (terribile epidemia influenzale che si diffonde rapida e devastante fra i popoli, indeboliti dal razionamento dei viveri, dalle privazioni della guerra).
Pensiamo in questa guerra il coraggio a cui in ogni momento dovevano appellarsi per andare avanti, sapendo che gran parte di loro non sarebbero più tornati a casa, eppure i nostri nonni non si sono mai arresi, questo straordinario coraggio c'e l' hanno avuto.
PSICOLOGIA
" L 'invecchiamento "
Il significato del termine invecchiamento si riferisce alle modificazioni anatomo-funzionali che si manifestano nell'uomo con il passare degli anni, cioè la progressiva perdita di capacità di adattamento alle diverse condizioni ambientali che si manifestano con l' aumento della precarietà dello stato di salute e quindi con l' avvicinarsi della probabilità della morte dell' organismo.
Per la senescenza generalmente si intende lo stato di invecchiamento proprio negli ultimi anni di vita. La senescenza, susseguente alla maturità, è un periodo in cui, insieme al declino delle capacità fisiologiche, all' avanzare dell'età e alla presenza di patologie, diventa più minaccioso il pericolo della morte. Infatti, anche se il principale obbiettivo della Geriatria (lo studio delle cause, trattamento e guarigione delle principali malattie diffuse tra gli anziani) venisse conseguito, le aspettative di vita potrebbero essere prolungate di alcuni anni, solo se però associato alla Gerontologia che è lo studio del modello concettuale dell' invecchiamento indipendente alle patologie.
Se il progresso della medicina e delle tecnologie, nel corso degli ultimi cinquanta anni, ha rappresentato la principale causa dell'aumento della vita media, appare indispensabile per il futuro cercare di migliorare la qualità della vita, ne consegue l'importanza essenziale dello studio degli aspetti fondamentali dell'invecchiamento, al fine di comprende le cause delle malattie più frequenti tra gli anziani, e indicare le attività preventive, terapeutiche e riabilitative da intraprendere per il miglioramento della vita.
L' invecchiamento quindi si attua gradualmente e lentamente , per cui è possibile dividere in almeno tre fasi il fenomeno:
Pre-Seniltà
Si hanno le prime alterazione morfologiche ed i primi segni di indebolimento funzionale, deficit della memoria, vista, udito e minore energia fisica.
Senescenza
Compresa fra i 65-74 anni, caratterizzata per lo più di processi arterioslerotici.
Senilità o Vecchiaia
Oltre i 74 anni, ove è possibile l'instaurarsi di patologie croniche degenerative con conseguenza esiti invalidanti.
Occorre ricordare, tuttavia, che non esiste una diretta corrispondenza tra età anagrafica ed età biologica. Infatti in relazione ai fattori costituzionali, ambientali, lavorativi , ecc., si possono avere sia casi di senescenza precoce che casi di senescenza ritardata.
TEORIA DELL' INVECCHIAMENTO
Diverse teorie sono state avanzate per spiegare il processo di invecchiamento, tra queste le più accreditate sono:
La teoria dell'orologio biologico
Questa teoria si basa sulla capacità delle cellule di riprodursi circa cinquanta volte prima di andare incontro alla morte.
La teoria della catastrofe di errori di Orogel
Ritiene che l'invecchiamento è dovuto ad un errore casuale nei processi di trascrizione e traduzione del DNA provocando appunto una "catastrofe alle cellule".
La teoria dei radicali liberi
Secondo questa teoria l'invecchiamento è dovuto appunto alle radiazioni dei radicali liberi, che sono atomi caratterizzati da un elettrone libero che li rende instabili.
I radicali liberi colpiscono prevalentemente i legami degli acidi grassi presenti soprattutto nelle membrane delle cellule provocandone una serie di danni.
La teoria immunologica
Secondo questa teoria le modificazioni in cui va incontro nel tempo il sistema immunitario è responsabile dapprima dell'invecchiamento e dopo dalla morte dell'uomo.
TRASFORMAZIONI ANATOMO-PATOLOGICHE DELLA SENESCENZA
Il fenomeno dell' invecchiamento è inevitabile, inizia già dalla nascita con i tessuti con funzioni più nobili come il tessuto nervoso e il cristallino, avanza più lentamente fino 40 anni di vita per poi accentuarsi nei successivi.
Alla base della senescenza vi è una lenta e progressiva riduzione del metabolismo che si manifesta con una diminuzione delle funzioni vitali, l'invecchiamento dunque si attua gradualmente e lentamente.
Le principali modificazioni anatomo-patologiche della senescenza sono:
Apparato tegumentario
La pelle tende ad atrofizzarsi, compaiono numerose rughe e perde elasticità a causa della riduzione del tessuto adiposo.
Compaiono soprattutto sul volto e sulle mani, i capelli diventano grigi.
Apparato osteoarticolare
A causa della decalcificazione le ossa si atrofizzano, per cui ne deriva una fragilità scheletrica che espone l'anziano al rischi di fratture.
Sistema Muscolare
Nella senescenza la muscolatura si riduce particolarmente quella striata, mentre quella liscia non subisce particolari modificazioni.
La forza muscolare risulta notevolmente ridotta, a 60 anni è di circa un terzo inferiore rispetto ai valori di un individuao di 25-30 anni.
Apparato cardiovascolare
Già a partire dai 40-50 anni si manifestano nell'uomo i primi problemi cardiovascolari.
L'invecchiamento produce un ingrossamento del volume del cuore e l'aumento del grasso che lo avvolge.
Si verifica inoltre una riduzione dell' elasticità delle valvole cardiache, e con l'avanzare degli anni le arterie si fanno più rigide e più calcificante, situazione che provocherà un aumento della pressione arteriosa, maggiore lavoro per il cuore e ridotta irrorazione dei tessuti periferici.
Durante la senescenza le vene presentano iperplasia cioè si ingrossano, mentre i capillari subiscono processi degenerativi.
Apparato respiratorio
E' l'apparato maggiormente colpito dai fenomeni involutivi della senescenza. A carico dei polmoni molto spesso è presente un enfisema o dilatazioni degli alveoli polmonari; il diaframma presenta un appiattimento e la calcificazione delle cartilagini costali che riducono la profondità della respirazione. Negli anziani la respirazione si riduce di una capacità 35-40%.
Apparato digerente
L'insufficiente produzione di saliva, acido cloridrico nel succo gastrico sono causa di inappetenza ed insufficienza digestiva.
Apparato nervoso
Col passare degli anni il sistema nervoso presenta riduzione di peso e di volume, per la riduzione di cellule e neuroni.
I fenomeni involutivi del sistema nervoso centrale causa rallentamento ed indebolimento dei riflessi, lentezza nei movimenti, difficoltà di memorizzazione, difficoltà di apprendimento e modificazione del carattere. Nella senescenza si diventa prudenti e costanti.
Organi di senso
Sono sopratutto la vista e l'udito gli organi di senso maggiormente colpiti.
Si ha una graduale riduzione dell'acutezza visiva, un progressivo restringimento del campo visivo, un ritardo nell'adattamento del buio e progressiva perdita di elasticità del cristallino con difficoltà di visione da vicino.
Il declino delle funzioni uditive è dovuto ad atrofia delle cellule nervose poste alla base dell'orecchio.
DEMENZE SENILI
Morbo di Parkinson
È una degenerazione cronica e progressiva che interessa prevalentemente una piccola parte del sistema nervoso centrale chiamata sostanza nera, essenziale per un controllo dei movimenti di tutto il corpo. Colpisce raramente prima dei 50 anni di età ed è caratterizzata da tremore, rigidità e difficoltà nei movimenti. Con il passare del tempo la situazione degenera per cui si resta immobili a letto. Il periodo entro il quale tutto questo processo si compie, varia da persona a persona, ma generalmente resta compreso tra i 10 ed i 20 anni.
I sintomi più caratteristici del Parkinson che permettono una diagnosi sono:
- Tremore della mano, che si manifesta generalmente a riposo;
- Rigidità e difficoltà nei movimenti, inizia generalmente alla mano e al piede destro;
- Andatura caratteristica, il tronco è inclinato in avanti mentre la colonna vertebrale,
le anche, le ginocchia e le caviglie restano leggermente piegate;
- La voce diviene flebile e qualche volta rauca;
- Cambia l'espressione del volto dovuta alla riduzione della mimica facciale.
Alzheimer
La malattia di Alzheimer è una malattia irreversibile, ingravescente, caratterizzata da una degenerazione progressiva delle facoltà intellettive. Le persone affette da questa patologia manifestano afasia di tipo principalmente motorio, perdita della comprensione dell'uso degli oggetti usuali e graduale alterazione della capacità di comprensione.
Essa colpisce indifferentemente senza distinzioni, di razza, gruppo etnico, livello sociale o di sesso. In generale esistono due sottotipi di demenza di Alzheimer in base all'età di insorgenza della malattia: precoce se inizia entro i 65 anni, tardiva dopo i 65 anni.
Più si va avanti con l'età e più l'incidenza della malattia aumenta, ma non è dimostrato che questa malattia sia una conseguenza inevitabile della vecchiaia, in quanto non tutti gli ultra ottantenni sono affetti da Alzheimer, (anche se la percentuale è abbastanza alta). I primi sintomi della malattia possono essere confusi con i normali segni dell'invecchiamento, come: la perdita della cosiddetta memoria a breve, consistente nella difficoltà a ricordare anche parole di uso giornaliero.
I segni più caratteristici dell'Alzheimer che permettono una diagnosi sono:
- Perdita della memoria in forma progressiva e pervasiva;
- Incapacità di controllare le risposte emotive;
- Confusione e disorientamento spazio temporale;
- Frequente ripetizione delle domande;
- Motricità afinalistica, che è stata chiamata vagabondaggio;
- Allontanamento da casa non riconoscendola come propria, perdita dell'orientamento;
- Mancato riconoscimento dei famigliari: moglie o marito, figli, nipoti;
- Ideazione paranoica, interpretativa e delirante nei confronti di tutti;
- Desiderio di andare dai propri genitori (soprattutto la mamma).
CAMBIAMENTI PSICOLOGICI
Recentemente gli psicologi hanno cominciato a guardare a tutto l'arco vitale, in termini di processi evolutivi poiché ogni età ha degli avvenimenti che rappresentano delle tappe fondamentali della vita umana, per es. l'unione con un partner, il matrimonio, la nascita di figli, il lavoro, il lutto, ecc.
Con il passare del tempo, il significato stesso di vita, sviluppo, personalità, memoria ed emozioni è cambiato, questo perché la vita umana si è allungata, cosicché a differenza del passato, oggi gli anni della maturità e della vecchiaia coprono la maggior parte del ciclo vitale.
Questo cambiamento ha attratto l'attenzione degli psicologi.
Vi sono 2 correnti:
Le teorie sul ciclo vitale
Le teorie sul ciclo vitale che considerano le varie stagioni della vita.
Le teorie delle modifiche
Considerano le modifiche della personalità, dei processi cognitivi ed emotivi che si verificano nel tempo.
Le teorie più note sul ciclo vitale sono quelle di Bühler, Jung, Erikson e White.
Bühler:
La sua teoria sottolinea le aspirazioni e i traguardi che un individuo si pone nell'arco vitale.
La "crisi dell'età matura", una vecchiaia serena o frustrata dipenderebbero da un bilancio positivo o negativo a livello sociale.
Emergono 5 diverse fasi biologiche alle quali corrispondono 5 stadi della vita:
FASE BIOLOGICA |
STADIO VITALE |
I fase sino ai 15 anni, fase di crescita progressiva |
I stadio il bambino non è ancora in grado di determinare da solo quali saranno le sue aspirazioni |
II 15-25 anni, caratterizzata dalla continuazione della crescita e dalla maturità riproduttiva |
II preparazione all'espansione e tentativi per definire quali saranno i propri traguardi e interessi |
III 25-45 anni, caratterizzata dall'assenza di crescita |
III le aspirazioni prendono una forma decisiva |
IV 45-65 anni, caratterizzata dal venir meno della capacità riproduttiva |
IV l'individuo tira le somme dei risultati che ha raggiunto nel corso della sua esistenza |
V caratterizzata da avvenimenti regressivi e dal declino biologico |
V si può provare un senso di compiutezza o insuccesso, così che gli anni che passano possono essere spesi nel ricercare quelle aspirazioni che uno ritiene di aver già realizzato in maniera positiva o in uno stato di regressione, un ritorno infantile rivolto al soddisfacimento delle necessità di base |
Jung:
Al contrario della Bühler, ha guardato all'arco vitale in termini prevalentemente clinici.
Secondo lui un cambiamento significativo si manifesta verso i 35-40 anni, attraverso un lento cambiamento nel carattere di una persona, possono affiorare alcuni tratti che erano scomparsi sin dall'infanzia o svanire inclinazioni o interessi manifestati sino allora.
Con l'età adulta, 50 anni circa, si rinforzano e s'irrigidiscono le convinzioni e i principi cui un individuo è affezionato, si è pero più tolleranti nell'ascoltare chi non la pensa come noi.
Per Jung il disadattamento in un dato stadio dell'arco vitale è legato all'incapacità di un individuo ad adattarsi alla sua nuova situazione.
Sostiene anche che la società contemporanea tende a restare aggrappata alla prima metà della vita, a ricercare la giovinezza anziché guardare al futuro; infatti, per l'anziano il maggior errore è rappresentato dall'estraniarsi dal presente, rimuginare il passato, colpevolizzarsi per i traguardi mancati.
L'individuo può raggiungere il senso di compiutezza e d'appagamento, che può dare senso alla sua esistenza e rendergli accettabile anche la morte, attraverso l'introspezione.
Erikson:
Il comportamento di un dato stadio vitale dipende essenzialmente dalle esperienze che si sono verificate negli anni precedenti e rappresentano le basi per il raggiungimento, positivo o negativo, della tappa seguente.
Integrità/Stagnazione, secondo Erikson, sarebbe il conflitto che l'anziano deve superare.
In seguito all'essersi occupati delle persone amate e portato a termine gli obbiettivi sociali, morali, ecc., arriva il momento del bilancio e della nostalgia di eventi rimpianti.
Affinché questa fase non degeneri in un sentimento di decadenza è importante integrarla con la virtù con la saggezza, questo permetterà all'individuo di il limite dell'esistenza.
White;
Un'altra teoria dei cambiamenti dell'età adulta è quella di White, che la classifica in 5 fasi:
Stabilizzazione dell'identità dell'Io; non più incerto come nell'infanzia e nell'adolescenza e l'individuo a una maggiore autonomia e resistenza soprattutto di fronte ai giudizi degli pari. Il lavoro, in particolare, aiuta a mantenere il proprio senso d'identità nel tempo.
Libertà nello stabilire le relazioni personali; una maggiore autonomia e autostima fa si che si possono stabilire dei forti legami con le altre persone e che ci si sente più reattivi alle necessità altrui.
Approfondimento degli interessi; gli adulti dimostrano più maggiore dedizione ai loro interessi.
Consolidamento dei valori; in questo periodo si considerano i propri valori morali, ma anche convinzioni e atteggiamenti amorali e antisociali.
Aumento dell'altruismo; una personalità più solida e strutturata consente di investire maggiori energie ed affetti verso gli altri e prendersene cura.
EVOLUZIONE E MODIFICAZIONE DELLA PERSONALITÀ
Gli studi sul tipo di personalità che caratterizza i diversi stadi dell'arco vitale mostrano due diverse tendenze, negli anni della giovinezza e della prima maturità e della vecchiaia.
La prima tendenza:
Spinge l'individuo più verso il mondo esterno ed i rapporti sociali che verso l'analisi di se stesso, in quanto per un giovane è necessario acquisire nuovi ruoli ed adattarsi a relazioni sociali in continua espansione.
Durante gli anni della media e tarda maturità, quando il ruolo e la situazione sociale di una persona si sono stabilizzati, si arriva ad una specie d'equilibrio tra gli aspetti costanti della personalità e quelli in espansione.
In questo periodo una persona dovrebbe aver sviluppato uno stile di vita ideale che gli consente d'integrarsi in maniera soddisfacente nel suo ambiente.
Seconda tendenza:
Sono gli anni della tarda maturità e della vecchiaia, sono caratterizzati da tendenze centripete, che spingono a considerare meno importanti quegli aspetti della personalità che sono condizionati dai ruoli, dalle aspettative e dalle pressioni sociali, vi è l'impressione che la vita scorra e che sia quindi importante spostare la propria attenzione dal mondo esterno a se stessi.
Per quanto riguarda le emozioni, nel corso della vita le reazioni emotive subiscono delle trasformazioni, con il passare del tempo si acquisisce una sorta di maggiore padronanza delle emozioni, in linea di massima si arriva a controllarle ed ad indirizzarle meglio.
Studi hanno evidenziato come, rispetto agli anni giovanili, nella maturità aumenti molto la capacità di esercitare un controllo sulle proprie emozioni, di combinare gli aspetti razionali con quelli emotivi, di ridurre l'uso di meccanismi di difesa basati sulla proiezione e sull'attacco degli altri.
Uno dei periodi più studiati è la cosiddetta mezza età, che si pone al centro dell'età matura e che viene spesso percepita come un momento di crisi e di conflitti.
Spesso si parla di "crisi di mezza età", per indicare che molte persone, intorno ai 50 anni, diventano consce dei cambiamenti che si verificano, sia a livello fisico sia psicologico, all'allontanarsi dei figli da casa e spesso alla morte dei genitori anziani.
Le reazioni delle persone mature al procedere degli anni dipendono in gran parte dal modo con cui essi si percepiscono.
Gli psicologi ritengono che, anche se alcuni aspetti della personalità possono restare relativamente stabili dall'adolescenza alla tarda maturità, vi siano degli adattamenti psicologici intorno ai 50 anni.
Peck;
La sua teoria è divisa in 4 punti principali:
Saggezza/bellezza; bisogna imparare ad accettare di più il valore della saggezza che quello della bellezza e dell'attrazione fisica o della forza, perché queste vanno incontro ad un inevitabile declino;
Personalità/fisicità; uomini e donne sono più attenti ai loro partners in termini di personalità individuale piuttosto che di caratteristiche fisiche e sessuali;
Flessibilità emotiva; vale a dire essere in grado di spostare i propri investimenti affettivi da una persona o una particolare attività su un'altra;
Curiosità; restare duttili, flessibili e recettivi a nuove idee, mantenere quindi curiosità e interesse per i vari avvenimenti. Le statistiche indicano che le malattie della vecchiaia (es. Alzheimer) colpiscono maggiormente chi è senza stimoli. La mezza età si presenta quindi come una fase di turbolenza e di sfide, in cui le persone devono trovare un modo per adattarsi ai propri cambiamenti interni e spesso, a quelli che si verificano nel mondo che li circonda.
COMUNITA' E SERVIZI PER L'ANZIANO
Gli anziani che hanno parzialmente perso l' autosufficienza o che hanno delle disabilita più gravi devono comunque essere aiutati a vivere presso le proprie famiglie. A tale scopo vengono attivati vari tipi di servizio:
Assistenza domiciliare
Consiste in un complesso di prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali, effettuate presso la propria residenza, a persone non o parzialmente autosufficienti, con lo scopo di consentire la permanenza nell'ambiente di vita, riducendo o eliminando il trauma derivante dal ricorso alle strutture residenziali.
Le assistenze socio-assistenziali consistono nell'aiuto domestico, igiene personale, somministrazione dei pasti e nelle varie commissioni domestiche, ma l'aspetto molto importante riguarda il sostegno psicologico.
Questo tipo di aiuto richiede la presenza di personale specializzato che normalmente viene fornito dall'Asl di zona.
Centri diurni
Offrono varie prestazioni: ritrovo, attività ricreative e culturali, servizio di consulenza e attività di tipo riabilitativo.
I centri diurni generalmente prevedono due tipologie: centri rivolti agli anziani autosufficienti e centri rivolti ad una utenza con vari gradi di disabilità.
L' anziano in genere rimane presso la struttura dalle 09,00 alle 16,00 ed il personale è prevalentemente composto da; ausiliari, infermieri, fisioterapisti, medici ed animatori.
Residenze sanitarie assistenziali (RSA)
Gli anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti, che non possono essere assistiti dai famigliari, trovano aiuto nei centri denominati "Residenze sanitarie assistenziali" (RSA).
L'utente, oltre all' assistenza delle cure mediche di tipo infermieristico e sanitario, ha modo di trovare vita comunitaria che le sue condizioni gli avevano impedito.
Per tali motivi nei centri ci sono animatori ed educatori che organizzano attività con finalità riabilitative.
TERAPIE RIABILITATIVE
ROT (Reality Orientation Therapy)
La terapia dell'orientamento della rimotivazione è la più diffusa terapia riabilitativa rivolta alla persona.
Lo scopo principale del ROT è quello di potenziare e conservare il più a lungo possibile le capacità cognitive attraverso una serie di stimoli finalizzati all'orientamento temporale, spaziale e personale.
Esistono 2 principali modalità di ROT:
La ROT informale: prevede un processo di stimolazione continua con la partecipazione di operatori e famigliari che nell'arco delle 24 ore forniscono ripetutamente le informazioni necessarie all'anziano. E' fondamentale che gli vengano ricordate, anche grazie a orologi calendari e cartelli, tutte le nozioni circa l'orientamento spaziale/temporale. Fin dal mattino è utile ricordare al paziente le informazioni più banali esempio il giorno, mese, anno ed anche il suo nome e quello dei suoi famigliari. Questo continuo allenamento aiuta il malato a conservare le informazioni;
La ROT formale: prevede sedute giornaliere, condotte con gruppi di 4-6 persone omogenee per grado di deterioramento, durante le quali un operatore impiega una stimolazione metodica e standardizzata.
Terapia della reminescenza
La terapia della reminescenza si basa sul presupposto che la memoria rimanga conservata a lungo nel paziente demente.
È infatti noto che le persone anziane parlino volentieri di eventi passati ed è per questo che la conversazione viene considerata un ottimo strumento di stimolazione.
È comprensibile come l'anziano debilitato o ammalato sia psicologicamente in difficoltà nelle sue richieste di aiuto, soprattutto se indirizzate a personale medico, peggio se con ricovero ospedaliero o presso case di accoglienza.
Il timore più grande non è la morte, che magari rifiuta inconsapevolmente, piuttosto la malattia, l'abbandono e il disprezzo delle persone con cui ha sempre vissuto.
Ricordando sempre che invecchiare non è una colpa ma un naturale passaggio della vita che prima o poi tutti facciamo.
IGIENE E PUERICULTURA
"L' alimentazione dell' anziano"
Per molti anziani alimentarsi può essere un problema socio-economico e psicologico, determinato dalle abitudini alimentari del passato; è difficile correggere errori presenti e radicati nella dieta, sopratutto perché l'anziano è sicuro delle sue convinzioni.
Il problema maggiore sono i rischi da carenze alimentari.
Talvolta il peso resta costante anche se c'è un cambiamento di tessuti nell'organismo; meno massa muscolare, ma maggiore accumulo di adipe.
Le regole fondamentali che l'anziano deve seguire sono:
Orario dei pasti regolari;
Cucina semplice e leggera, poco elaborata, facile nella digestione;
Pasti piccoli e frazionati.
La razione calorica deve essere assunta in base al consumo energetico e dal riposo: può rimanere uguale a quando era adulto se ha mantenuto un'adeguata attività fisica.
L'alimentazione nell'anziano non si scosta molto da quella dell'adulto. Nella terza età infatti, il fabbisogno calorico si riduce rispetto all'età precedente del 20-30% ed è di circa 1800-2100 calorie al dì; è bene non trascurare gli alimenti ricchi di vitamine (frutta e verdura per prevenire situazioni di osteoporosi.
Alimenti consigliati:
Carne magra bianca, pesce, uova, legumi, latte e formaggi, frutta, verdura;
Grassi di origine vegetale, come l'olio extravergine d'oliva, perché non contiene colesterolo e previene l'invecchiamento dei tessuti;
Verdure, meglio crude per la presenza di vitamine che sono termolabili, perché aiutano i processi metabolici;
Lipidi, indispensabili per l'equilibrio alimentare, utili per l'apporto di acidi grassi essenziali e la quantità consigliata è circa del 25-30% delle calorie totali della dieta;
Vitamine A - B - C - D, necessarie nella terza età (es. la vit. D con l'aiuto della luce fissa il calcio nelle ossa);
Sali minerali, i più importanti sono il ferro, il calcio, il magnesio e lo zinco è la loro mancanza può provocare anemia;
Il ferro, che viene distribuita fra ossa e muscoli, la carenza determina tremore, convulsioni, disfunzioni neuromuscolari;
Vitamina D3, la sua mancata introduzione determina osteoporosi, questa vitamina favorisce l'assorbimento del calcio a livello intestinale, aiuta la fissazione di questo nei tessuti e regola il livello di calcemia nel sangue;
Calcio, viene introdotto facilmente con la dieta attraverso alimenti quali latte e derivati, soprattutto quelli stagionati, ortaggi a foglia verde e pesce;
Zinco, la sua carenza genera dermatiti, esiste una cura topica con creme, ma anche un'aumentata introduzione di alimenti ricchi di zinco previene malattie dermiche;
Sale di sodio non deve superare 8 gr. al dì, il giusto consumo è di 2,3 gr. ogni giorno, l'uso sconsiderato genera ipertensione, ritenzione idrica;
Liquidi, giornalmente devono essere 1,5 - 2 litri;
Fibre, sono importanti per mantenere costante la motilità intestinale.
ECONOMIA DOMESTICA
"Metodi di conservazione degli alimenti"
Metodi fisici
Conservazione con il calore:
Appertizzazione
Sterilizzare i cibi previa chiusura dei medesimi in recipienti ermetici. La temperatura e la durata del procedimento variano con la natura, volume e forma dell'alimento. Gli alimenti inscatolati vengono immersi in bagni di acqua bollente o, se occorre una temperatura superiore ai 100°C, in autoclave a 121°C.
Se la sterilizzazione è condotta a fondo, nessun microrganismo resiste; se invece è incompleta, possono sopravvivere i microrganismi o le loro spore.
Tindalizzazione
Consiste nel sottoporre i prodotti, a distanza di alcune ore dalla sterilizzazione, all'azione di una temperatura di 60°-100°C per 10-20 minuti. La conservazione con il calore, pur rappresentando un ottimo metodo di conservazione, può però condurre a una perdita più o meno notevole di vitamine, specie di vitamina C.
Essiccamento:
Questo metodo consiste nella sottrazione di acqua, che favorisce la moltiplicazione dei microrganismi. È un mezzo efficace per la conservazione dei prodotti ortofrutticoli, ma anche per la carne, il pesce, il latte e uova. Viene realizzato esponendo gli alimenti da essiccare all'aria e al sole, o all'azione del calore. Latte e uova possono essere essiccati mediante atomizzazione o polverizzazione (metodo spray). In questo caso i liquidi vengono spruzzati sotto forma di goccioline in camera d'essiccamento, nella quale viene immessa aria calda a 120°C per cui il materiale cade sul fondo sotto forma di polvere.
Un sistema di essiccamento è la liofilizzazione, in cui l'alimento è sottoposto a finissima frantumazione e disidratazione sotto vuoto a bassissima temperatura. Questo metodo è adoperato per la conservazione di alimenti delicati come quelli per la prima infanzia, in quanto i prodotti liofilizzati mantengono inalterate le loro proprietà; inoltre possono essere conservati a lungo, anche a temperatura ambiente.
Conservazione con il freddo:
Esistono 3 metodi:
Refrigerazione
Avviene intorno a 0°C, è adatta alla conservazione di derrate alimentari per brevi periodi di tempo, come nelle pratiche domestiche, nonché per trasporti a breve distanza;
Congelazione
Richiede temperature al disotto degli 0°C. La temperatura compresa fra i -15°C e i -30°C è raggiunta lentamente, in 48-72 ore;
Surgelazione
È un tipo di congelazione molto rapida, in cui la bassa temperatura è ottenuta in 3-4 ore, la velocità di penetrazione del freddo deve essere di 1 cm all'ora. Gli alimenti congelati o surgelati vanno mantenuti, fino al momento della vendita, alla temperatura di -18°C, pena la ripresa delle attività microbiche. Infatti il freddo non ha potere sterilizzante, ma solo inibente la crescita e la moltiplicazione dei batteri e ciò rende i prodotti trattati con il freddo non conservabili indefinitamente. È da evitare il ricongelamento, perché si verifica una riduzione delle proprietà nutritive e variazioni organolettiche del prodotto.
Conservazione per mezzo di agenti chimici
Cloruro di sodio:
Ha effetto disidratante sia sull'alimento che sui microrganismi. Nella normativa vigente, per ogni additivo vengono precisati i generi alimentari a cui la sostanza può venire addizionata, la dose massima e le caratteristiche d'impiego;
Zucchero
E' di largo impiego per la conservazione della frutta. Per esplicare il suo potere conservante va usato alla concentrazione di almeno il 60%;
Aceto
Deve contenere il 5-6% di acido acetico per esplicare la sua azione disinfettante. Per evitare lo sviluppo dei microrganismi, gli alimenti sono trattati con acqua bollente o cotti prima dell'immersione nell'aceto;
Oli e grassi:
Precludono il contatto con l'aria dell'alimento, precedentemente cotto o salato, e impediscono lo sviluppo della flora anaerobica;
Additivi chimici:
Gli additivi chimici vengono aggiunti agli alimenti in rapporto all'azione esercitata possono essere classificati in conservanti e miglioranti:
I conservanti vengono aggiunti agli alimenti per evitare le alterazioni causate da microrganismi nei prodotti alimentari, durante il loro stoccaggio.
I miglioranti sono aggiunti per mantenere inalterata la struttura fisica, oppure per esaltare l'aroma o rendere più gradevole l'aspetto dei prodotti.
Per l'anziano è sempre consigliabile il consumo del cibo fresco, non sotto alcun metodo di conservazione.
Sono in particolar modo da evitare i cibi conservati con elementi chimici, quali cloruro di sodio, zucchero, aceto, olio e grassi che rendono il cibo soprattutto per l'anziano più pesante e di conseguenza difficilmente digeribile.
Allo stesso modo sarebbe da evitare la "tindalizzazione" per la perdita di vitamine dei prodotti, qualità molto importante per gli anziani.
ENGLISH
" Senile age "
Senile age begins about at the of sixty years. From this age a process of again begins. Fortunately nowadays the elderly can live longer than the past but unfortunately their live is not so happy. In the past the elderly were considered very important people in the society because with their window they were a guide for the younger. Now they are instead considered useless people and a big problem for the society. So they often feel lonely and this led to mental illness.
Of course old people need psychological help so families often places them in public or private homes or they ask for help to social services. Even if this places work very well I think they cannot replace their family's love.
I think young people should take a more active part in helping them. They have to involve them in various activities or hobbies.
This would diminish the feeling of isolation than many old people have and at the some time improve their quality of live.
The negative feelings could also be controlled by hobbies and other interest for works.
Nowadays they are a lot or organizations which help the elderly providing or suggesting pleasant opportunities and ideas.
For example they plan holidays, reduced-price cinema and theatre tickets or activities where they can meet other and discuss their problems.
PEDAGOGIA
" Maria Montessori 1870 - 1952"
IL CORAGGIO DI UNA NUOVA ISTRUZIONE
Grande rinnovatrice dell'educazione infantile in senso attivistico, si occupa di educazione nella scuola materna.
Aveva una preparazione scientifica, era infatti un medico e riteneva che la pedagogia non dovesse poggiare sulla filosofia quanto sulla psicologia.
E' per questo che si parla di psico-pedagogia.
Nel 1907 apre in un quartiere popolare di Roma la prima casa dei bambini; una scuola materna dove applicò concretamente le sue teorie pedagogiche che troviamo espresse nella sua opera "IL METODO DELLA PEDAGOGIA SCIENTIFICA APPLICATA ALL'EDUCAZIONE INFANTILE NELLE CASE DEI BAMBINI".
La teoria pedagogica della MONTESSORI parte dal presupposto di FROEBEL, per cui il bambino è un essere attivo e sia necessario incentivare lo sviluppo delle sue qualità naturali.
Per incentivare tale sviluppo è anche necessario che il bambino non si trovi in un ambiente pieno di ostacoli ma in un ambiente strutturato adatto al bambino.
Questo dal punto di vista materiale significa rivoluzionare l'arredamento nelle scuole materne.
Vediamo quindi, banchi e sedie su misura per il bambino, armadi bassi per prendere le cose da sé, anche perché le maestre devono lasciare più libertà possibile ai bambini, o comunque fare in modo che il bambino si senta a casa sua, con libero sviluppo delle sue facoltà.
Importante è il materiale didattico introdotto dalla MONTESSORI: un materiale complesso e strutturato differente da quello utilizzato dalle sorelle AGAZZI che era materiale di uso comune.
La MONTESSORI riteneva necessario utilizzare materiale complesso, strutturato, tale da permettere al bambino di cogliere le qualità di ogni singolo oggetto e che permetta lo sviluppo della capacità senso-motoria e cognitiva del bambino.
Questo materiale strutturato si fonda sul principio dei periodi sensitivi, cioè esiste un materiale speciale per l'educazione dei singoli sensi e un materiale strutturato in modo da poter favorire la successiva apprensione di lettura, scrittura e calcolo.
Si utilizzano materiali sottoforma geometrica, oppure giochi a incastro.
Materiali che servono per sviluppare i modelli logici che a suo avviso non sono innati ma sono acquisiti tramite l'esperienza.
Questi materiali didattici furono oggetto di critiche perché si riteneva si trattasse di materiale meccanico, troppo determinato.
La MONTESSORI riconosce questa interpretazione ma ritiene che il suo scopo specifico è sviluppare le qualità sensoriali, cognitive e motorie del bambino.
DIRITTO E SOCIOLOGIA
" Il Sindacato e il diritto del lavoro "
Nascita del Sindacato
Il sindacato è l'organizzazione dei lavoratori costituita per la difesa dei loro interessi. Le origini risalgono all'inizio del '900 con la nascita delle prime "Camere del lavoro", organizzate su basi territoriali, in seguito si costituiscono anche le prime associazioni professionali e di categoria (tipografi, ferrovieri, operai edili, lavoratori della terra ecc.). La confederazione generale del lavoro invece nacque a Milano nel 1906 ed aveva il compito di organizzare a livello nazionale le singole "Camere del lavoro" e le diverse associazioni di categoria. Attualmente i sindacati più rappresentativi sono tre: CGIL, CISL e UIL, e vengono chiamati anche SINDACATI CONFEDERALI. Esistono anche diversi sindacato minori definiti autonomi e la loro azione è indipendente.
Il contributo del sindacato alla formazione e all'attuazione del diritto del lavoratore è particolarmente significativo in Italia; il sindacato provvede alla stipulazione dei contratti collettivi e spesso concorre a determinare il contenuto delle leggi in materia di lavoro. Il contributo del sindacato è importante anche per l'attuazione del diritto del lavoro presso i vari uffici del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale sia nei diversi accordi collettivi che vengono sottoscritti per specificare determinati aspetti della normativa legale.
L'organizzazione sindacale
Il sindacato viene definito come associazione non riconosciuta questo significa che il sindacato non viene riconosciuto dallo stato come persona giuridica e non sono quindi ammessi interventi o controlli dell'autorità governativa sulla sua organizzazione interna. Ogni sindacato ha quindi un proprio statuto. Le strutture di base sono costituite dal consiglio dei delegati;
Le strutture di categoria, o federazioni, raggruppano i lavoratori che appartengono a una medesima categoria produttiva (metalmeccanici, tessili, chimici ecc.). Spesso vengono chiamate strutture verticali in quanto organizzano tutti i lavoratori che appartengono ad un medesimo settore produttivo.
Il sistema all'interno del sindacato è ripartito in 3 livelli:
Quota tessera;
Principale fonte di entrata è sostenuta da tutti gli iscritti;
Contributi associativi;
Sono versati mensilmente per delega in percentuale sulla retribuzione dei lavoratori;
Quota di servizio
Rappresenta la trattenuta dalla retribuzione dei lavoratori.
Le strutture territoriali sono quelle che raggruppano in un determinato ambito territoriale tutte le federazioni di categoria. Vengono anche chiamate strutture orizzontali e vi fanno parte la Camera del Lavoro per la CGIL, l'Unione Sindacale per la CISL e la camera sindacale per la UIL.
A livello nazionale infine operano le Confederazioni, in cui confluiscono sia le confederazioni di categoria sia le varie strutture territoriali dei livelli inferiori.
I contratti collettivi di lavoro sono contratti che vengono stipulati tra organizzazioni sindacali e tra imprenditori, per disciplinare; retribuzione, orario di lavoro, inquadramento professionale, diritti sindacali ecc.
Si applica comunque a tutti i lavoratori delle varie categorie quando il datore di lavoro è iscritto a una delle organizzazioni padronali che hanno concluso l'accordo. La parte retributiva di un contratto collettivo deve essere applicata comunque a tutti i lavoratori della categoria a cui il contratto stesso si riferisce.
I contratti collettivi di lavoro si definiscono atti di natura privata in quanto vengono conclusi tra soggetti privati (sindacati del lavoratori e organizzazioni imprenditoriali).
Esistono tre tipi di contratti collettivi:
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL)
Riguarda soltanto i lavoratori di una determinata categoria e contiene quindi una disciplina uniforme per tutti quei lavoratori. Questo tipo di contratto viene anche nominato "contratto di categoria"; è il contratto collettivo più importante e frequente, questo generalmente viene rinnovato ogni tre anni.
Contratti Collettivi Aziendali:
Regolano alcuni aspetti della prestazione lavorativa a livelli delle singole fabbriche. Questi contratti, che vengono stipulati tra il singolo imprenditore e il Consiglio dei delegati, non escludono la disciplina del contratto nazionale, ma si propongono di sviluppare e migliorare il CCNL nelle varie realtà aziendali.
Accordo Interconfederale:
Viene stipulato tra le Confederazioni sindacali di lavoratori e imprenditori al fine di regolare aspetti molto particolari ed importanti del rapporto di lavoro (licenziamenti per riduzione del personale ecc.).
IL CORAGGIO DI FARE SINDACATO
In una società esclusivamente basata sulla produttività, guadagno e sul egoismo personale, parlare di sindacato, diritti umani, solidarietà sembra divenuta una cosa anacronistica.
Fare sindacato è una scelta idealista ma soprattutto una scelta coraggiosa, chi scegli questa strada imbocca un percorso ripido e difficile, basta pensare al "mobbing" che un lavoratore deve sopportare quotidianamente sul posto di lavoro, solo perché cerca il rispetto delle regole.
Una società democratica e moderna non si può reputare tale se non accetta il confronto con una controparte, perché chi non ha il coraggio di confrontarsi non può certo essere una guida seria e trasparente per il paese e per il popolo.
CONCLUSIONI
Le statistiche ci ricordano che gli anziani rappresentano e rappresenteranno una fetta sempre maggiore della popolazione.
Difficilmente però chi a superato i 60 anni di età vuole sentirsi chiamare anziano perché esistono degli eventi negativi.
La vita si è allungata, ma bisogna ricordarci che non serve a nulla se non si trova il modo di invecchiare bene.
Il pensionamento non deve essere visto come un periodo raggiunto e caratterizzato dall'assenza del lavoro e di tempo liberato.
Bisogna che sia recepito come tempo da impegnare e da dedicare per la cura di sé, attività culturali, intellettuali relazionali, sociali,ecc. ecc.
Questi ultimi sono elementi della vita quotidiana dell'anziano che mostrano u raggiunto benessere fisico e psicologico.
È noto che il rapporto con l'invecchiamènto è personale e soggettivo, e che dipende dalle attività dei singoli di adattarsi dei cambiamenti del proprio corpo e del proprio ruolo.
Si può cosi capire come è importante che l'anziano capisca di vivere con più serenità la propria età, di sfruttare le diverse possibilità che offre ancora la vita, e tentare di fare capire alle nuove generazioni il concetto di anziano caratterizzato da rispetto e positività.
Questo, secondo me, è il coraggio di invecchiare.
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