Lo "status" di cittadinanza
La nozione di popolo non va confusa con quella di popolazione. Per
popolazione si intende, infatti, la somma degli individui che in un dato momento
storico vivono nel territorio dello Stato; sicché da una parte essa non
comprende i cittadini viventi all'estero, e dall'altra parte essa abbraccia
anche gli stranieri, vale a dire i cittadini di altri stati, come pure gli
apolidi, cioè gli individui mancanti di cittadinanza. Per contro non si può
dare nessuna definizione del popolo italiana, che non si confondi con il
concetto di cittadinanza: i cittadini sono dotati di una vasta serie di diritti
e di doveri, suscettibili di farsi valere anche nei confronti dello
Stato-soggetto. Per altro la cittadinanza non si risolve nelle singole
situazioni giuridiche, ma rappresenta una complessa posizione giuridica, cui fa
capo ciascuna delle situazioni stesse; ed è appunto in tal senso che si suole
parlare di status civitatis.
Tutti gli Stati odierni sono retti da tre principi fondamentali sui
quali si regge la disciplina della materia: primo, il principio per cui la
cittadinanza si acquista in virtù dei rapporti fra i cittadini ed i loro
discendenti (jus sanguinis); secondo, l'opposto principio che fa leva sul luogo
di origine degli individui in questione, attribuendo senz'altro la cittadinanza
a che nasca nel territorio dello Stato (jus soli); terzo, il diverso principio
che pone invece l'accento sulla volontà di chi chieda di far parte del popolo
di un certo ordinamento statale.
Ciò basta a spiegare il perché le diverse discipline della status
civitatis diano luogo a conflitti "positivi" e "negativi": dai primi dei quali
discendono le numerose ipotesi di doppia cittadinanza, mentre ai secondi si
deve l'apolidia.
Altro fondamentale modo d'acquisto è quello del matrimonio: il coniuge
di cittadino italiano si vede conferire automaticamente la cittadinanza,
"quando risiede legalmente da almeno sei mesi nel territorio della Repubblica,
ovvero dopo tre anni dalla data del matrimonio.". Rimane fermo, per altro,
l'acquisto per beneficio di legge, quando agli stranieri od agli apolidi i cui
genitori od ascendenti in linea retta di secondo grado siano stati cittadini per
nascita. Inoltre la cittadinanza può essere in vari casi concessa per
naturalizzazione, con decreto del Presidente della Repubblica.
Dalla cittadinanza europea derivano particolari diritti, non solo
civili ma anche politici: come quello di entrare e risiede in ogni stato
membro, o come l'esercizio dell'elettorato attivo e passivo nelle elezioni
comunali europee.