LA GIUSTIZIA TRIBUTARIA
Il quindicesimo capitolo tratta il
tema della giustizia tributaria detta in termini più semplici: perché si devono
pagare le tasse? Che diritto hanno i governanti dello Stato di chiedere il
pagamento delle tasse? È giusto pagarle? Questo è un problema di filosofia dl
diritto molto attuale e sostanzialmente è: che cosa è che legittima lo Stato a
pretendere da noi il pagamento delle imposte? A questa domanda ci sono diverse
risposte. Una tra queste che D'Agostino ritiene non esser accettabile è che: è
proprio del diritto dello Stato che è un diritto pubblico, quello di imporre a
soggetti privati una serie di imposizioni. Quindi, c'è una supremazia,
un'insindacabilità del diritto pubblico rispetto ai soggetti privati. Ma, per D'Agostino, questa risposta non
riesce a spiegarci perché lo Stato ha questo diritto; cos'è che determina
questo privilegio; per cui quando ci vengono imposte le tasse le paghiamo non soltanto perché è lo Stato a
chiedercelo che, giustamente rappresenta un potere forte, ma, dovremmo pagarle
perché è giusto che lo Stato ci chieda queste imposizioni perché è legittimo.
Quindi il problema è sempre quello della giustificazione della legittimità di
certe pretese. Un'altra risposta è quella che riguarda il bene comune che
D'Agostino è più propenso ad accettare: cioè l'idea che lo Stato pretenda il
pagamento delle tasse perché grazie a questi fondi, lo Stato riesce a creare un
maggiore equilibrio tra abbienti e meno abbienti, dunque un problema di
giustizia distributiva. In pratica lo Stato prende dai più ricchi per dare ai
poveri e quindi ricreare un equilibrio sociale, basato sul principio della
solidarietà sociale: equilibrio che, naturalmente, è finalizzato al bene di
tutti, perché se ci sono meno poveri, se c'è meno senso di rivalsa dei poveri
nei confronti dei ricchi, naturalmente, ci sarà una situazione più calma, più
equilibrata e più giusta. Però, questa interpretazione basata sull'idea di bene
comune, accettata da D'Agostino, non è molto diffusa nel pensiero moderno
perché l'idea più diffusa è che bisogna pagare le tasse perché in cambio delle
tasse, lo Stato ci garantisce una serie di servizi che altrimenti non potremmo
avere: esempi, la pulizia delle strade, la scuola, la sanità etc.
Questa, però è per D'Agostino una
risposta molto pericolosa perchè si corre il rischio che si venga a diffondere
questo tipo di pensiero: " Io pago perché dispongo di questo servizio, ma se lo
Stato non mi dà dei servizi, io, sulla base di questo ragionamento, ho tutto il
diritto di non pagare le tasse. Ma questo è un assunto particolarmente eversivo
perché mette in crisi la struttura di tutta la società e l'idea di Stato.
D'Agostino sostiene che quest6a idea potrebbe andare bene a patto che però,
s'intenda la fornitura di servizi da parte dello Stato, non da un punto di
vista quantitativo, ma da un punto di vista qualificativo. E' evidente che lo
Stato non può dare tutto a tutti perché comunque, anche lo Stato incontra dei
limiti, però lo Stato deve esser in grado di fornire una serie di servizi
primari, necessari, qualitativamente superiori rispetto ad altri, ed è su
questo che si basa l'idea della giustizia tributaria. Quindi bisogna fare
sempre un discorso di qualità dei servizi offerti, di qualità dei beni
salvaguardati da parte dello Stato, attraverso le imposte che ci vengono
chieste di pagare.