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IL REFERENDUM
La nostra Costituzione è rigida in quanto le norme che la costituiscono sono superiori alle leggi ordinarie. Pertanto, per modificare le norme della costituzione o per introdurne di nuove si deve ricorrere ad un procedimento speciale.
Questo procedimento è detto procedimento costituzionale e riguarda le leggi di revisione costituzionale, che modificano la Costituzione e le leggi costituzionali o di integrazione costituzionale, cioè che pongono nuove disposizioni.
Non possono essere modificate per nessun motivo le parti:
i principi fondamentali della Costituzione
i diritti inviolabili dell'uomo
art. 139 (L'Italia è una Repubblica..)
Le leggi di revisione e di integrazione costituzionale sono approvate dal Parlamento, ma con una procedura "aggravata", più lunga e complessa di quella delle leggi ordinarie.
- La proposta di legge costituzionale deve essere approvata con 2 votazioni (quella ordinaria con 1), da ogni camera.
Tra la prima e la seconda votazione devono passare almeno 3 mesi
Nella seconda votazione la proposta di legge deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera (mentre per la legge ordinaria è sufficiente il voto favorevole della maggioranza dei presenti, che rappresentano almeno la metà + 1 dei componenti di ogni camera).
Il tempo di 3 mesi tra una votazione e l'altra serve per garantire una decisione ponderata.
Entro 3 mesi dalla pubblicazione della legge, se essa è stata approvata a maggioranza assoluta può (ma non è obbligatorio) essere richiesto un referendum costituzionale (o sospensivo. Art.138 comma 2), questo referendum può essere richiesto:
1/5 dei componenti di ciascuna camera
500.000 cittadini
5 Consigli regionali
Non può essere richiesto il referendum costituzionale se in entrambe le camere la legge è stata approvata con il voto favorevole dei 2/3 dei componenti di ciascuna camera (maggioranza qualificata).
Il referendum è un istituto di democrazia diretta e garantisce le minoranze.
Come detto se è stata votata con una maggioranza qualificata (art.138 comma 3), la legge passa al Presidente della Repubblica per la promulgazione.
La promulgazione deve indicare che si tratta una legge costituzionale, seguono poi pubblicazione ed entrata in vigore, nelle stesse forme delle leggi ordinarie.
Se è presentata una richiesta di referendum, un apposito organo presso la Corte Costituzionale (l'ufficio centrale per il referendum), deve dichiarare con ordinanza non impugnabile la legittimità o l'illegittimità della richiesta.
Se al richiesta è illegittima e non vengono presentate altre richieste entro i 3 mesi la legge riprende il suo cammino.
Se la richiesta è legittima il presidente della repubblica provvede con decreto all'indizione di referendum", su deliberazione del consiglio dei ministri, in una domenica compresa tra il 50° e 70° giorno dal decreto.
Il corpo elettorale, che è costituito dagli elettori della Camera dei deputati (18 anni) cioè i cittadini elettori, deve dichiarare se approva il testo della legge costituzionale.
La scheda del referendum contiene l'indicazione della legge e due caselle con un Si e un No.
Il referendum costituzionale a differenza di quello abrogativo, è valido qualunque sia il numero degli elettori che partecipano al voto, il risultato può essere:
favorevole all'approvazione della legge costituzionale se il numero dei voti favorevoli è maggiore di quello dei voti contrari.
sfavorevole all'approvazione della legge costituzionale se il numero dei voti contrari è maggiore di quello dei voti favorevoli.
Nel primo caso la legge riprende il cammino ordinario, nel secondo caso il risultato viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a cura del ministro di Grazia e Giustizia e la legge è giuridicamente inefficace.
Oltre al referendum costituzionale, la Costituzione prevede anche il referendum abrogativo disciplinato dall'art. 75 della Cost.) si ricorre a questo tipo di referendum per deliberare l'abrogazione parziale o totale di una legge quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque consigli regionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. Non è ammesso il referendum su leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali
Dopo il tragico incidente avvenuto il 26 aprile 1986 a Chernobyl, L'Italia ha scelto di uscire dal nucleare con il referendum del 8-9 novembre
1 - Volete che venga abrogata la norma che consente al Cipe
(Comitato interministeriale per la programmazione economica) di decidere sulla
localizzazione delle centrali nel caso in cui gli enti locali non decidono
entro tempi stabiliti?
(la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante 'la
procedura per la localizzazione delle centrali elettronucleari, la
determinazione delle aree suscettibili di insediamento', previste dal 13°
comma dell'articolo unico legge 10/1/1983 n.8)
Risultati:Sì 90.6%;No 19.4%
2 - Volete che venga abrogato il compenso ai comuni che ospitano centrali
nucleari o a carbone?
(la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante
'l'erogazione di contributi a favore dei comuni e delle regioni sedi di
centrali alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi', previsti
dai commi 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12 della citata legge)
Risultati: Sì 79.7%; Sì 20.3%
3 - Volete che venga abrogata la norma che consente all'ENEL (Ente Nazionale
Energia Elettrica) di partecipare ad accordi internazionali per la costruzione
e la gestione di centrali nucleari all'estero?
(questa norma è contenuta in una legge molto più vecchia, e precisamente la
N.856 del
1973, che modificava l'articolo 1 della legge istitutiva dell'ENEL)
Risultati: Sì 71.9%; No 28.1%
Tuttavia i referendum, così come erano stati formulati, non permisero agli italiani di esprimersi anche su un altro quesito: se permettere di comprare o meno energia elettrica prodotta da centrali nucleari all' estero. Ecco perchè ancora oggi l' Italia può comprare energia nucleare dalla Francia.
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