Il parlamento in seduta comune
Il parlamento in seduta comune trova la sua prima origine nel progetto
elaborato dalla commissione dei 75, che prevedeva l'istituzione di un'assemblea
nazionale, con importanti funzioni politiche in tema di fiducia e sfiducia al
governo. La proposta fu respinta dalla costituente: ma di essa è rimasta
traccia nel disposto costituente già citato. In definitiva le camere riunite
sono oggi chiamate ad esplicare unicamente compiti elettorali e compiti
accusatori. E le funzioni in esame sono tali che il loro esercizio non avrebbe
potuto essere efficacemente svolto dalle due camere separate, ostandovi ragioni
sia di ordine tecnico che di ordine politico. A parte ciò, il Parlamento in
seduta comune è stato variamente configurato in dottrina, sostenendosi da
alcuni che esso verrebbe a formare un terzo organo, distinto dalla camera e dal
senato. In considerazione di ciò, si deve sostenere che l'adunanza comune
rappresenta piuttosto un modo di riunione di tutti i parlamentari; il che forma
un valido argomento per considerare la camere riunite come un organo collegiale
per sé stante. Ulteriori problemi riguardano la classificazione del parlamento
in seduta comune fra collegi perfetti e quelli imperfetti.