Stato e
società nell'Italia unita
Parola chiave: Accentramento/Decentramento
L'Italia nel 1861: Quella italiana era, con alcune rilevanti eccezioni,
un'agricoltura povera. Le aziende capitalistiche (Pianura Padana), Italia
centrale (mezzadria), Italia meridionale e insulare (latifondo).Mancava un
sistema di comunicazioni rapide fra le varie parti della penisola.
Fra gli uomini politici settentrionali ben pochi avevano conoscenza diretta
delle condizioni del Mezzogiorno, eppure gli toccò il difficilissimo compito di
realizzare la vera unificazione del paese. L'incontro non poteva essere facile.
1861: muore Cavour.
La classe dirigente: Destra storica (governò ininterrottamente nel primo
quindicennio di vita unitaria); clericali e nostalgici dei vecchi regimi;
Sinistra democratica (=>componenti eterogenee unite più che altro
dall'avversione alla politica della Destra).
Gli uomini della Destra storica si distinsero per onestà e rigore, tanto da
costituire da questo punto di vista un esempio mai più superato nella storia
dell'Italia unita.
Leggi unificatrici: legge Casati sull'istruzione elementare obbligatoria; legge
Rattazzi sull'ordinamento provinciale e comunale
Il Mezzogiorno: Al malessere e alla diffusa ostilità verso il nuovo ordine
politico, sommato al fenomeno diffuso del brigantaggio, i governi postunitari
reagirono con spietata energia attraverso dure repressioni militari.
Problema dell'unificazione economica del paese: uniformare i sistemi monetari e
fiscali, rimuovere le barriere doganali fra i vecchi Stati preunitari,
costruire un'efficiente rete di comunicazioni stradali e ferroviarie.
Nell'affrontare questi problemi la classe dirigente moderata si mosse con
grande decisione sulla strada già indicata e percorsa da Cavour in Piemonte.
La costruzione del nuovo Stato aveva comportato spese ingentissime, ma
attraverso una politica di duro fiscalismo e di inflessibile rigore finanziario
si ottennero alla fine gli effetti sperati, fino a raggiungere, nel 1875,
l'obiettivo del pareggio.
Il completamento dell'unità: erano rimasti fuori dai confini politici del
Regno: il Veneto, il Trentino e soprattutto Roma e il Lazio.
1864: «Convenzione di settembre», ritiro delle truppe francesi dal Lazio; la
capitale fu trasferita da Torino a Firenze.
1866: proposta di un'alleanza italo-prussiana; sconfitte italiane a Custoza e a
Lissa. Gli unici successi vennero dai Cacciatori delle Alpi, sotto il comando
di Garibaldi; Pace di Vienna: l'Italia ottenne il solo Veneto.
Dopo la guerra franco-prussiana e la caduta del Secondo Impero:
20 settembre 1870: presa di Roma
1871: Legge delle guarentige
1874: esplicito divieto del Papa ad astenersi da ogni partecipazione alla vita
politica dello Stato, riassunto nella formula del non expedit (non giova, non è
opportuno).
La sinistra al governo
Depretis
1876: caduta della Destra (governo Minghetti). Salì al potere la Sinistra con
Agostino Depretis, che rimase a capo del governo per oltre dieci anni con una
parentesi fra il 1878 e il 1881 (quando la guida fu affidata a Benedetto
Cairoli).
Il programma della Sinistra:
-allargamento del suffragio elettorale,
-riforma dell'istruzione elementare che ne assicurasse l'effettiva
obbligatorietà e gratuità (1877: legge Coppino)
-sgravi fiscali
-decentramento amministrativo
Il «trasformismo»: modello basato su un grande centro, che tendeva ad inglobare
le opposizioni moderate e ad emarginare le ali estreme.
Questa politica di sgravi fiscali e di aumento della spesa pubblica, se da un
lato favorì l'avvio di un processo di industrializzazione, dall'altro provocò,
fin dall'inizio degli anni '80, la ricomparsa di un forte e crescente deficit
nel bilancio statale.
Gli effetti della crisi, furono analoghi a quelli degli altri paesi europei:
-effetti economici: brusco abbassamento dei prezzi
-effetti sociali: aumento della conflittualità nelle campagne; rapido
incremento dei flussi migratori soprattutto verso l'estero.
Dal liberismo al protezionismo:
La scelta protezionistica costituiva per l'Italia una sorta di passaggio
obbligato sulla strada di quel decollo industriale poi realizzatosi a partire
dagli ultimi anni del secolo XIX.
Politica estera:
1882: il governo Depretis stipulò con la Germania e l'Austria-Ungheria il
trattato della Triplice alleanza (era un'alleanza di carattere difensivo).
Avvio dell'espansione coloniale:
1882 acquisto della Baia di Assab, sulla costa meridionale del Mar Rosso, a
confine con l'Etiopia.
Il movimento operaio: Le società di mutuo soccorso: fino agli inizi del '70
furono l'unica organizzazione operaia di una certa consistenza diffusa in tutto
il paese. Avevano essenzialmente scopi di solidarietà.
1882: alcune associazioni operaie milanesi decisero di dar vita a una
formazione politica autonoma che prese il nome di Partito operaio italiano.
1887-93: sorsero le prime federazioni di mestiere a carattere nazionale e
furono fondate le prime Camere del lavoro.
1892: sotto la guida di Filippo Turati, fu costituito il Partito dei lavoratori
italiani, che nel 1893 modificò il suo nome in Partito socialista dei
lavoratori italiani, per assumere poi, nel 1895, quello definitivo di Partito
socialista italiano.
Il fronte cattolico: 1874: convegno a Venezia, diede vita a un'organizzazione
nazionale che fu chiamata Opera dei congressi (programma di ostilità nei
confronti del liberalismo laico, della democrazia e del socialismo). Un
tentativo di conciliazione avviato nel 1886-87 per iniziativa di esponenti
cattolico moderati si scontrò nuovamente con l'intransigenza del papa sulla
questione della sovranità su Roma e si concluse con un fallimento.
Crispi e Giolitti
1887: morì Depretis. Gli successe Francesco Crispi.
1888: riforma amministrativa (ulteriore estensione del diritto di voto)
1889: codice Zanardelli (codice penale, che aboliva la pena di morte)
Nel 1892, la presidenza passò al piemontese Giovanni Giolitti. (dopo un breve
intermezzo di Antonio di Rudinì).
1892-'93: si sviluppò in Sicilia un vasto movimento di protesta sociale, i
Fasci dei lavoratori. Grave scandalo politico-finanziario, quello della Banca
romana. Giolitti fu costretto a dimettersi. A sostituirlo fu richiamato proprio
Crispi, che nello scandalo bancario aveva avuto responsabilità ancora più
pesanti. Ciò che in realtà si invocava era l'avvento di un uomo che fosse
capace di rimettere ordine nel paese e di arrestare la crescita del movimento
operaio. Fu istituita la Banca d'Italia.
1894: in Sicilia fu proclamato lo stato d'assedio (Lunigiana).
Ripresa dell'iniziativa in campo coloniale:
1889: firma del trattato di Uccialli con l'Etiopia
1890: i possedimenti italiani in Africa furono ampliati e riorganizzati, col
nome di Colonia Eritrea.
1895: gli italiani ripresero la penetrazione dall'Eritrea
1896: sconfitta nella conca di Adua
Crispi uscì definitivamente dalla scena politica. Al suo successore, ancora una
volta A.di Rudinì, non restò che concludere in tutta fretta una pace con
l'Etiopia che garantisse almeno la presenza italiana in Eritrea e Somalia.