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Il 28 Aprile 1849 il re di Prussia Federico Guglielmo IV di Hohenzollern rifiutò la corona imperiale di uno stato nazionale piccolo-tedesco che gli era stata offerta dal parlamento di Francoforte. Tale assemblea fu così costretta a sciogliersi il 18 Giugno data la sua impotenza politica.
Nel 1857 Federico IV iniziò a dare segni di squilibrio mentale e suo fratello Guglielmo divenne principe reggente prima e successivamente re di Prussia (1861) e imperatore (1871). Questo fu un reazionario intransigente. Il 6 Maggio 1862 egli sciolse le camere, in seguito alle vicende delle sovvenzioni militari) e le elezioni diedero la maggioranza allo schieramento liberale (solo 11 conservatori rappresentanti). La nuova camera respinse il bilancio militare del 62, costringendo così ad una scelta fra rinunciare alla riforma dell'esercito o governare contro il parlamento. Guglielmo I decise così di chiamare alla guida del governo Otto von Bismarck.
Proveniva da una piccola famiglia nobile. Nel 1847 fu nominato alla Dieta riunita prussiana e presto divenne uno degli esponenti di punta del gruppo ultraconservatore. Nel 1851 fu nominato ministro plenipotenziario per la Prussia alla Dieta di Francoforte, incarico che mantenne per 7 anni. Il 22 Settembre 1962 ricevette da Guglielmo l'incarico di primo ministro. Per lui la questione tedesca non si decideva in parlamento ma sui campi di battaglia e nella diplomazia. Il 23 Settembre il parlamento approvò il bilancio cancellando lo stanziamento previsto per la riforma militare, credendo che Bismarck non avesse potuto governare contro la maggioranza; egli cercò una collaborazione con la camera, dimostrando che la riforma dell'esercito avesse come obiettivo la risoluzione della questione tedesca. Ciò non servi a convincere la camera. Fece così marcia indietro e dopo che la camera dei Signori aveva approvato, contro il dettato della costituzione, gli stanziamenti, decise di rinviare le sedute della camera dei deputati per alcuni mesi. Alla ripresa dei lavori, nel 1863, vista l'ostilità ancora mostrata della camera, dopo mesi di intenso dibattito, Bismarck decise per il suo scioglimento e abolì la libertà di stampa. Fino al '66 Bismarck governò senza presentare bilancio attraverso decreti reali immediatamente operativi. La riforma dell'esercito fu realizzata con gli strumenti dell'assolutismo burocratico. La politica estera divenne decisiva.
Bismarck risolse la questione tedesca con 3 vittorie straordinariamente rapide tra il '64 e il '71, contro Danimarca ('64), Austria ('66), Francia ('70-'71). Ciò fu possibile anche crisi di quelle potenze (Austria e Russia) che fino ad allora avevano posto il veto all'unificazione tedesca sotto l'egemonia prussiana.
Fin del 1862 egli aveva reso tesi i rapporti con la Francia con un trattato commerciale, poi nell'Agosto del '63 riuscì ad impedire i progetti della confederazione germanica e nel Febbraio di quell'anno aveva solidarizzato con la Russia in occasione dell'insurrezione polacca.
Linee generali in sintesi Ricerca di un accordo con la Francia
Solidarietà conservatrice con la Russia
Approfondimento del conflitto con l'Austria
Tale conflitto fu determinato dall'atteggiamento della corona danese nei confronti di due ducati popolati quasi esclusivamente da tedeschi. Nel 1848 questi due stati avevano tentato, senza successo, di sottrarsi al dominio danese; così nel 1852 a Londra si trovo un compromesso: all'erede al trono di Danimarca fu riconosciuta la sovranità sui 2 stati a patto che essi avessero propria costituzione. Nel 1863 però il nuovo sovrano tento di integrare completamente lo Schleswig (uno dei 2 stati) causando reazioni nel mondo tedesco. Bismarck voleva un'annessione diretta alla Prussia dei due stati, senza che ciò avvenisse per la volontà di una Germania "liberale". Egli voleva quindi agire al di fuori della confederazione Germanica e gli serviva così l'appoggio dell'Austria. La guerra fu così portata avanti da Prussia e Austria che poi si spartirono l'amministrazione dei ducati. L'Austria vide così vacillare i rapporti con gli altri stati tedeschi mentre la Prussia poteva tentare l'avventura della guerra tedesca.
L'8 Aprile del 1866 Bismarck firmò un trattato con l'Italia, dove quest'ultima si impegnava ad entrare in guerra contro l'Austria, guerra che sarebbe cominciata entro 3 mesi, e che, in caso di vittoria finale, avrebbe ottenuto il Veneto. Mentre Russia e Inghilterra stettero a guardare, la Francia (con Napoleone III) prima dette il benestare al Bismarck e poi firmò una convenzione segreta con l'Austria che si faceva garantire la cessione del Veneto in caso di vittoria. Questa neutralità era basata sulla speranza di una lunga guerra senza risultati decisivi. Bismarck presentò il 9 Aprile 1866 alla Dieta la proposta di eleggere a suffragio universale un'assemblea per decidere l'assetto della Confederazione. L'Austria e gli stati medi respinsero l'offerta e quando Francesco Giuseppe chiese alla Dieta di occuparsi della questione dei 2 ducati di Schleswig-Holstein (in contrasto con gli accordi del 1865), la guerra fu decisa. La maggioranza degli stati della confederazione si schierò con l'Austria e Bismarck ordinò alle sue truppe di invadere l'Holstein. Così, a scapito di Napoleone III, la guerra si sviluppò immediatamente: in poco più di 1 mese l'esercito prussiano ebbe ragione degli avversari; poi il 23 Agosto fu firmata la pace a Praga, con la mediazione di Napoleone III; Bismarck ottenne ciò che voleva:
La vittoria riporto serenità anche tra le forze politiche: alle elezioni del 3 Luglio '66 il partito di Bismarck vinse a scapito dei progressisti che avevano guidato il conflitto costituzionale. Si ebbe inoltre l'approvazione retroattiva delle spese militari compiute dal governo negli ultimi 5 anni. Così Bismarck aveva raggiunto i suoi obiettivi principali:
Rimaneva quindi solo il veto posto da Napoleone III sulla linea del Meno.
Anche gli stati tedeschi del Sud iniziavano a tendere verso la Prussia; tali stati firmarono con il Bismarck alleanze militari. La crisi del Lussemburgo fu causato da una richiesta di Napoleone III all'Olanda: vista la neutralità mantenuta durante il conflitto egli chiedeva, dietro pagamento, il ducato del Lussemburgo. Quando Bismarck rese noto ciò ci fu un'ondata di indignazione. A Londra (Maggio 1867) si dichiarò così neutrale il piccolo ducato del Lux. Ormai si aspettavo solo lo scoppio della guerra Franco-Tedesca; l'occasione fu la crisi dinastica il Spagna del 1868. Nel '70, dopo la cacciata della sovrana Isabella II, il trono fu offerto al principe di Hohenzollern: la Francia, sentendosi accerchiata, si oppose fermamente, facendo pressioni sullo stesso Guglielmo I, convincendolo a ritirare la candidatura di Leopoldo, principe di Hohenzollern. Bismarck, esponendosi ad una guerra inevitabile, la ripropose. Napoleone minacciò la guerra, e intimò la definitiva rinuncia ai diritti sul trono di Spagna: Guglielmo no poteva accettare. Mando un telegramma a Berlino sull'andamento dei colloqui, ma Bismarck lo inasprì e lo consegnò alla stampa. Ciò portò alla Francia una crisi interna se non si fosse arrivati alla guerra. Così il 19 Luglio, isolata politicamente, dichiarò guerra. Gli stati tedeschi del sud si schierarono con quelli del Nord; fu un'altra guerra lampo, decisa a Metz e a Sedan: l'esercito francese (100000 uomini e 500 cannoni) fu accerchiato e distrutto; Napoleone stesso, malato, fu fatto prigioniero. Il 28 Gennaio 1871 fu chiesto l'armistizio, poi ratificato il 10 Maggio con la pace di Francoforte. Bismarck ottenne:
Il 18 Gennaio 1871 Guglielmo I fu nominato a Versailles dai sovrani degli stati tedeschi imperatore di Germania. Così la confederazione del Nord si trasformava nel Reich della nazione tedesca.
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