Rivoluzione inglese
la prima rivoluzione (1642-1649) fu segnata dalla guerra civile e si
concluse con la caduta della monarchia. Vari furono i motivi alla base degli
avvenimenti: il dissidio fra corona e Parlamento, accentuato dall'autoritarismo
di Carlo I Stuart; il fiscalismo del regime; le
incertezze della politica estera; il gravissimo conflitto spirituale e
religioso tra Chiesa anglicana e puritanesimo. Il segnale della rivoluzione fu
dato dalla Scozia, la cui Chiesa presbiteriana si reggeva su basi democratiche
e avversava le idee autoritarie del vescovo Laud
(1638). Il Parlamento convocato nel 1640 per affrontare la crisi si dimostrò
indocile alla linea repressiva sostenuta dalla corona e venne subito sciolto (Parlamento
corto, aprile-maggio 1640), ma la minaccia scozzese costrinse il re a
riconvocarlo (Parlamento lungo), per vedersi tuttavia negato il denaro
richiesto e costretto ad accettare l'esecuzione del primo ministro Strafford nonché la Grande Rimostranza, che limitava i
poteri reali. Dopo poco l'Irlanda cattolica si ribellava massacrando alcune
migliaia di protestanti; prendendo pretesto da quest'emergenza il re tentò di
esautorare il Parlamento ristabilendo il proprio potere assoluto, ma accusato
dalle teste rotonde (i sostenitori del Parlamento) di avere provocato
l'insurrezione irlandese, aprì la vicenda rivoluzionaria. Dopo un iniziale
vantaggio dei realisti (Carlo I si era rifugiato a York), il Parlamento affidò
le proprie sorti militari ai Fianchi di Ferro (Ironsides),
esercito di popolani e piccoli borghesi, organizzato da Cromwell.
La vittoria riportata sui realisti a Marston Moor (1644) convinse il Parlamento a costituire l'esercito
sul modello degli Ironsides (New Model Army, Esercito di nuovo modello), comandato da Cromwell e Fairfax. Sconfitti
definitivamente i realisti a Naseby (1645) e a Preston (1648), i puritani di Cromwell
cacciarono i moderati dal Parlamento e giustiziarono Carlo I il 30 gennaio
1649. Quel che restava del Parlamento proclamò la Repubblica (Commonwealth). Il fervore rivoluzionario assunse
allora caratteristiche sempre più radicali; oltre al suffragio universale fu
chiesta l'uguaglianza economica e sociale e venne preconizzata una sorta di
comunismo agrario. Nel 1650 Cromwell sciolse il
Parlamento e nel 1653 assunse il titolo di Lord Protettore.
n La seconda rivoluzione (1688-1689) fu incruenta e si concluse con la
cacciata della dinastia degli Stuart. La politica
estera di Giacomo II, assai vicina a quella di Luigi XIV, la protezione
accordata alla religione cattolica (Dichiarazione di Indulgenza), la
nomina di un nunzio pontificio, la sistematica mancata consultazione della
Chiesa nazionale e del Parlamento provocarono un diffuso stato di tensione in
tutto il Paese. Guglielmo III d'Orange, animatore di
una vasta coalizione contro Luigi XIV e marito di Maria
Stuart, figlia di Giacomo II, sfruttò questa
situazione e sbarcò con un piccolo esercito a Torbay
(1688), mentre il re, preso dal panico, fuggiva in Francia. Guglielmo III fece
valere la fuga di Giacomo II come un atto di abdicazione e, accordatosi con il
Parlamento, dopo aver firmato una dichiarazione dei diritti che poneva nella
nazione la base del potere regio, venne nominato re da una convenzione (1689).