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RIFORME E CONTRORIFORME
Nella prima metà del secolo sedicesimo l'Europa fu turbata dal più grande sconvolgimento politico-religioso successivo all'instaurazione del Sacro Romano Impero: la riforma protestante. Se si cercano le cause che hanno portato alla divisione spirituale e politica dell'Europa in occasione della ribellione di Lutero, si devono trovare nell'acutizzarsi (acuta) di uno stato generale di crisi già in atto nei secoli precedenti. La crisi dell'impero era sorta sotto la pressione centrifuga delle monarchie nazionali (si allontanavano dall'imperatore), non era soltanto una crisi politica ma intaccava tutta l'unità spirituale dei popoli europei. Non a caso infatti la riforma protestante si svilupperà soprattutto oltre gli antichi confini dell'impero romano. Più grave ancora era la crisi religiosa. Il decadere della Scolastica e l'antagonismo tra le scuole teologiche era già l'espressione di una profonda crisi dottrinale. Alla crisi dottrinale si aggiungeva una più profonda crisi morale e di struttura. L'Umanesimo era entrato dominatore nella corte pontificia con Nicolò V e i suoi successori. Lo sforzo e la ricchezza della Curia Romana e dei grandi centri ecclesiastici di tutta Europa avevano portato all'affievolimento dello spirito religioso e avevano contribuito alla decadenza generale dei costumi. Il popolo era abituato ad una religiosità esteriore puramente formale. Invano da secoli le correnti spirituali più sensibili al problema religioso avevano invocato la riforma che riportasse la chiesa alla purezza delle sue origini; mille difficoltà avevano reso vani gli sforzi più generosi. Questo stato di cose era sentito maggiormente nella Germania e nei paesi del Nord, gravati dai contributi riscossi dalle autorità ecclesiastiche. Mentre lo scontento popolare era nutrito ed accentuato dalle politiche ed economiche dei principi laici desiderosi di impadronirsi delle immense accumulate nei loro paesi dagli ecclesiastici. Il terreno era pronto per la sollevazione generale e bastò una scintilla perché scoppiasse un grande incendio. La ribellione del monaco agostiniano Martin Lutero non avrebbe avuto seguito se tutto l'ambiente non fosse già stato preparato al distacco da Roma. Quando l'incendio divampò si cercò di correre ai ripari, ma era troppo tardi: l'Europa era definitivamente divisa, i paesi nordici avevano abbandonato il cattolicesimo e i paesi neolatini erano rimasti fedeli a Roma, inquadrandosi nello spirito della controriforma organizzata dal concilio di Trento.
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