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Il dispotismo illuminato




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IL DISPOTISMO ILLUMINATO


ASSOLUTISMO E RIFORME

Nella seconda metà del 700 nella maggior parte dell'Europa iniziarono le riforme. Fu un processo voluto dai sovrani assoluti influenzati dagli illuministi per questo la politica viene definita dagli storici dispotismo illuminato.

Le nazioni più coinvolte furono Prussia,Russia,l'Austria,Spagna,Portogallo è Italia,infatti,Caterina II di Russia,Federico II di Prussia e Maria Teresa d'Austria furono i maggior sostenitore dell'illuminismo vennero anche definiti re-filosofi.


RIFORME E RESISTENZA

Gli obbiettivi delle riforme furono:

1) La riorganizzazione dell'apparato burocratico per rendere l'amministrazione dello Stato più razionale fu particolarmente importante l'istituzione del catasto che consistenza nel registro delle proprietà immobiliari.

2)L'aumento delle entrate fiscali col tentativo d'importare la tassazione anche al clero e alla nobiltà.

3)Il giurisdizionalismo l'estensione della giurisdizione dello Stato sulle Chiese nazionali. In sostanza i sovrani cercarono di sottrarre alla Chiesa delle proprietà, privilegi e il monopolio della cultura e dell'istruzioni. La politica giurisdizionalista era seguita da una polemica violente contro gli ordini religiosi che investi soprattutto i Gesuiti. I Gesuiti accusati di essere al servizio di Roma e di tramare contro lo Stato vennero espulsi da molti paesi nel 1773 papa Clemente XIV a soppresse l'ordine. Questi obiettivi furono respinti dai ceti  popolari che difendevano la religione tradizionale, le resistenze vennero dalla nobiltà e dal clero per questo ci furono molti fallimenti della riforma. Questo fu il caso della Spagna dove la politica riformatrice di Carlo III di Borbone (1759-1788) ebbe dei risultati favorevoli per la ferma opposizione della nobiltà e degli ecclesiastici. Ma il caso più eclatante fu in Francia dove Luigi XV e Luigi XVI furono bloccati dall'opposizione dei ceti privilegiati.Il tentativo per realizzare una politica di riforma fu avviato nel 1774 dal ministro delle finanze Anne-Jacques-Robert Turgot che propose tanti provvedimenti come la tolleranza per la religione, togliere l'insegnamento al clero ed l'estensione delle tasse alla nobiltà. Anche in questo caso pero l'opposizione ebbe la meglio è Luigi XVI dovette licenziare Turgot nel 1776.


LE RIFORME IN RUSSIA

Caterina II prosegui la politica di accentramento del potere, sali al trono nel 1762 dopo aver assassinato il marito,ella apprezzo molto la cultura dell'illuministi infatti ospitò nella sua corte molti filosofi. Il suo riformismo colpi la Chiesa ortodossa dove furono sottratte le proprietà per risanare le finanze dello Stato, il decreto di confisca del 1764 determinò la chiusura dei conventi russi. Nel 1767 formò una commissione consultiva di 573 membri con il compito di fare un nuovo codice di leggi. Proponeva i moderni principi dell'illuminismo, ma il progetto venne fermato dai nobili.

Tra il 1772 e il 1775 il problema sociale venne fuori con la rivolta dei contadini organizzata dal cosacco Emmelian Pugacev, egli infatti incitò i contadini contro i nobili promettendo loro terre e libertà.Caterina dovette mandare il suo esercito a salvare l'aristocrazia russa,riconfermò il servaggiò ed emano nel 1785 la Carta della nobiltà dove riconobbe tutti i privilegi nobiliari. Questa Carta era ben diverse dalle idee illuministe ma era il prezzo da pagare per ottenere la collaborazione dai nobili.


LE RIFORME NELL'IMPERO AUSTRIACO

Le riforme dell'impero asburgico iniziarono con Maria Teresa e terminarono con suo figlio Giuseppe II. Il primo obiettivo era accentrare il potere,infatti,ogni loro conquista aveva proprie leggi e proprie diete locali che rendevano tutto il funzionamento dell'esenzione delle imposte difficile. Il potere delle diete venne limitato ma ci fu l'innovazione delle imposte sul reddito fondiario alla nobiltà e al clero. L'imperatrice decretò il catasto indicando tutte le proprietà terriere così si poteva definire l'entità delle imposte. Altre sue iniziative furono sull'istruzione infatti rese pubblica e obbligatoria le scuole elementari, creò un'esclusiva scuola superiore THERESIANUM per i funzionari pubblici e pose sotto il controllo dello Stato l'università di Vienna dominio dei Gesuiti. Nel 1773 requisì i beni dei Gesuiti per finanziare la riforma dell'istruzione. Con GiuseppeII tutte le riforme furono ancora più radicali  attuò un a decisione politica giurisdizionalista che fù definita giuseppinismo essa rendeva gli ecclesiastici al servizio dell'impero. Creò dei seminari per l'istruzione del clero,tolse la censura per i vescovi ed emanò un Patente di tolleranza nel 1781 per le minore religioni riconoscendo il diritti agli Ebrei.

Tra il 1786 e il 1787 abolì la servitù della gleba e sottopose tutti i proprietari a un'unica imposta fondiaria. Per rendere uniforme i domini asburgici pubblicò un unico codice civile e penale.


LE RIFORME NEL REGNO DI PRUSSIA

Con Federico II il grande (1740-1786) la Prussia continuò il suo cammino per modernizzare è centralizzare lo Stato avviato precedentemente da Federico Gugliemo I. Nell'ambito culturale promosse le arti e le scienze e intervenne sull'istruzione rendendola obbligatoria a tredici anni per ogni tipo di ceto. Aprì nuove scuole nei piccoli villaggi per agevolare anche i figli dei contadini, incoraggio a tutti i livelli  culturali facendo dell'accademia delle scienze di Berlino uno dei più prestigiosi centri intellettuali. Anche sul piano religioso dimostro un spirito aperto promosse la tolleranza religiosa e riformò il sistema giudiziario con la semplificazione delle procedure aggiungendo un codice civile nel 1794 che non prevedeva la tortura e limitava il ricorso alla pena di morte.


L'ILLUMINISMO IN ITALIA

Nella metà del 700 anche in Italia ci fu l'età dei lumi e delle riforme. La Lombardia essendo sotto il dominio asburgico risenti delle riforme dell'impero,infatti Milano divenne un centro importante dove vi erano un gruppo di intellettuali che elaboravano temi economici,giuridici e amministrativi. I suoi personaggi di punta furono i fratelli di Pietro (1761-1762), Alessandro Verri (1741-1816) e Cesare Beccarla (1738-1794) autore di un libro che non sosteneva la pena di morte e la tortura e questo fu motivo di dibattito in tutto Europa. Tra il 1761e 62 i Verri fondarono l'Accademia dei Pugni centro di elaborazione politico letterale che nel 1764 diede vita la rivista portavoce delle nuove idee "il caffè". Il mezzogiorno d'Italia anche se più arretrato del nord, nel piano economico e sociale non era meno attivo nell'elaborazione teorica e culturale. Furono proprio illuministi meridionali a denunciare i mali del Regno di Napoli. Grandi studiosi come Ferdinando Galiani (1723-1787) e Antonio Genovesi pubblicarono opere lette e discusse dagli economisti di tutta Europa. A differenza della Lombardia il regno di Napoli le ricchezze nn si trasformarono in riforme conseguenti.


LE RIFORME IN ITALIA

Il riformismo in Italia trovò maggiore spazio in Toscana e in Lombardia, entrambe coinvolte nella politica Asburgica, grazie a Maria Teresa la Lombardia ritrovò lo slancio per la rinascita economica. L'introduzione del catasto con una equa ripartizione fiscale fu utile per la crescita economica. Lo sviluppo culturale trovò vantaggio dall'abolizione della censura e dall'inquisizione e dagli interventi nel settore dell'istruzione scolastica. Con la Chiesa Giuseppe II in Lombardia prese gli stessi provvedimenti già presi dall'Impero sollevando forti dissensi. Anche in Toscana governata da Pietro Leopoldo (1786)figlio di Maria Teresa si attuò la stessa politica riformatrice,con la suddivisione delle proprietà e lavori di bonifica per lo sviluppo dell'agricoltura. Nel 1786 fu avviata una riforma fiscale che estese l'imposta fondiaria anche ai nobili ed ecclesiastici.Nel campo giuridico fù fondamentale l'introduzione del codice Leopoldino nel 1786 ispirato alle tesi di Beccaria e considerato il rpimo codice penale moderno in Italia. Nel Regno di Napoli l'opera di riforma si sviluppo durante il regno di Carlo III di Borbone (1734-1759) a opera del ministro Bernardo Tanucci che cercò di abolire i privilegi ecclesiastici, abolì le decime e l'inquisizione, mise sotto controllo dello Stato le rendite parrocchiali, chiuse conventi e scuole e contribuì all'espulsione e soppressione dell'ordine dei Gesuiti. Restò il potere dei Baroni è della Chiesa molto forte e l'economia del mezzogiorno non aveva nessuna possibilità di crescita.



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