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Razzismo
Per molto tempo, il concetto si è basato sulla pretesa di distinguere gli individui a seconda delle loro caratteristiche fisiche, che, secondo la "teoria climatica", venivano in gran parte determinate dall'ambiente naturale. Lo studio sulle "razze" si affermò all'epoca delle grandi esplorazioni geografiche, che, fornendo un abbondante varietà di "tipi umani", stimolarono i tentativi di sistemazione delle diverse popolazioni in uno schema generale e "scientifico".
Nel XVII e XVIII secolo, di pari passo con lo sviluppo degli studi antropologici, furono elaborate classificazioni che avevano in comune un approccio biologico alla questione e si basavano su una combinazione di fattori anatomici e fisiognomici (colore della pelle, tipo di capelli, forma del cranio, del naso, statura ecc.). Ad esempio, alcune di queste classificazioni dividevano il genere umano in tre principali razze: negroide, mongolide e caucasica, ognuna a sua volta suddivisa in sottorazze.
Queste classificazioni, in realtà, più che descrivere le razze, svelavano la concezione che le ispirava, che pretendeva di far risalire alla "razza" le diversità culturali, storiche ed economiche delle diverse popolazioni. Non a caso, verso la fine del XIX secolo, si affermò, una teoria della razza fondata esclusivamente sulla cultura e sul "grado di civiltà", che divideva le razze in evolute o superiori e primitive o inferiori.
Nel XX secolo, lo sviluppo della ricerca genetica dimostrò la fragilità dei precedenti approcci "scientifici"; infatti, finché venivano prese in considerazione soltanto le caratteristiche "esterne" era possibile stabilire delle distinzioni, che si rivelavano però marginali a un'analisi "interna", da cui risultavano solo minime variazioni genetiche tra una "razza" e l'altra e spesso in contraddizione con le variazioni fisiche esterne; infatti, si osservò che le variazioni genetiche avvenivano soprattutto all'interno delle singole popolazioni, determinando un rimescolamento dei geni e la comparsa di caratteri nuovi.
Tuttavia, se il concetto di razza, per come è stato volta per volta definito nel corso di molti secoli, non ha alcun fondamento scientifico, secondo la genetica moderna esso può continuare a essere utilizzato: non per descrivere una realtà immutabile, ma l'effetto di un processo di selezione naturale in continua evoluzione, che determina la diversa distribuzione delle caratteristiche genetiche nelle differenti popolazioni.
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