Lo sbarco a
Salerno - La II Guerra Mondiale
La sera dell'8 settembre
Alexander mandò a Churchill il suo segnale "Zip". Avvicinandosi alle spiagge di
Salerno, quella sera, le forze alleate udirono dalla radio britannica
l'annuncio della resa italiana. A uomini tesi al massimo per la battaglia
imminente la notizia giunse come un trauma, che per il momento sciolse la
tensione ed ebbe sfortunate conseguenze psicologiche. Molti s'illusero che
d'ora in poi la loro missione si sarebbe risolta in una passeggiata. Gli
ufficiali si dettero all'istante a correggere questa impressione, facendo
notare che, comunque si fossero condotti gli italiani, ci sarebbe sempre stata
un'accanita resistenza germanica. C'era una sensazione diffusa di rilassamento.
Tuttavia, come osservò l'ammiraglio Cunningham, non comunicare l'esistenza
dell'armistizio sarebbe stato un mancar di parola agli italiani. Protetti da grandi
forze navali britanniche, i convogli carichi di truppe entrarono nel golfo di
Salerno, con scarsa attività dell'avtazione nemica. I tedeschi sapevano del
loro avvicinarsi, ma non potevano dire fino all'ultimo momento dove il colpo si
sarebbe abbattuto. Lo sbarco della 5à armata, agli ordini del generale Clark,
ebbe inizio prima dell'alba. L'attacco fu sferrato dal VI corpo d'armata
americano, dal X corpo d'armata britannico, con Commandos britannici e Rangers
americani sul fianco settentrionale. I convogli erano stati avvistati mentre si
avvicinavano, e il radiomessaggio di Eisenhower della sera prima aveva spinto
le truppe tedesche della zona ad agire prontamente. Disarmati gli italiani, i
tedeschi s'erano assunti la totale difesa e fecero buon uso delle armi moderne
assegnate alla difesa in precedenza.
I soldati Alleati furono fatti segno a un fuoco preciso mentre sbarcavano, e
subirono gravi perdite. Fu difficile dare loro adeguata protezione aerea,
poiché molti caccia britannici operavano alla massima distanza dalle loro basi
siciliane, sebbene fossero rinforzati dagli apparecchi d'una portaerei.
Occupata la spiaggia, il VI corpo d'armata fece buoni progressi e alla sera del
giorno 11 era avanzato d'una quindicina di chilometri, col fianco destro ripiegato
verso il mare. Il corpo d'armata britannico incontrò una resistenza più tenace.
Riusci' a prendere Salerno e Battipaglia. L'aeroporto di Montecorvino cadde
esso pure nelle mani degli Alleati, ma essendo rimasto sotto il fuoco nemico
non poté offrire quella base di rifornimento di cui la avevano tanto bisogno. I
tedeschi reagirono con grande prontezza. Le loro truppe fronteggianti l'8à
armata che s'apriva faticosamente la strada su per la punta dello stivale
furono trasferite con la massima velocita' sul nuovo campo di battaglia.
Da nord giunsero poi gli effettivi di quasi tre divisioni, da est un reggimento
di paracadutisti. I rinforzi britannici arrivavano con lentezza molto maggiore,
dato che scarseggiava il naviglio, soprattutto quello sottile. L'aviazione
germanica, sebbene indebolita dalle perdite subite in Sicilia, poté, grazie a
uno sforzo intenso, infliggere perdite alle navi Alleate con le sue bombe
radiocomandate. Tutte le risorse dell'aviazione alleata si volsero a ostacolare
l'afflusso dei rinforzi nemici e a bombardare i loro concentramenti di truppe.
Navi da guerra entrarono nella baia di Salerno per fornire l'appoggio dei loro
grossi calibri. L'8à armata venne da Montgomery spronata al massimo della sua
velocità per congiungersi con la 5à, che era sottoposta a una grave pressione.
Tutto questo fu di notevole aiuto e, secondo l'opinione di alti ufficiali
germanici, l'assenza della Luftwaffe e la mancanza di qualsiasi difesa dai
bombardamenti navali furono decisive per la vittoria del loro nemico. Vinta la
battaglia di Salerno, Napoli e gli aeroporti di Foggia erano davanti agli
Alleati .Il X corpo d'armata britannico, col VI corpo d'armata americano alla
sua destra, respinse le retroguardie nemiche ai piedi del Vesuvio. Passò oltre
le rovine di Pompei e di Ercolano, ed entrò a Napoli. Uno sforzo immenso venne
ora concentrato sul riattamento del porto, che aveva subito ogni forma di
distruzione a opera di mani esperte. Tuttavia il lavoro, in cui gli americani
eccelsero, fu cosi' efficace che entro una quindicina di giorni 5000 tonnellate
quotidiane di materiali potevano già affluire a Napoli. I due aeroporti presso
la città furono in breve riattivati con grande soddisfazione delle squadriglie
di caccia, che avevano dovuto fino a quel giorno servirsi di piste
improvvisate.
Intanto sulla costa adriatica la 1à divisione aviotrasportata aveva il giorno
15 spinto sue pattuglie avanzate fino a Gioia e Bari. La 78à divisione e una
brigata corazzata sbarcarono alle loro spalle e insieme coi vari Comandi del V
corpo d'armata si congiunsero con l'8à armata. Sei squadriglie della RAF
cominciarono contemporaneamente ad agire dal campo di aviazione di Gioia. Il
nemico sgomberò gli aeroporti di Foggia il 25 settembre, Termoli fu conquistata
da Commandos giunti via mare, che, con l'aiuto di successivi rinforzi,
resistettero ad accaniti contrattacchi. Una battuta d'arresto s'impose ora ai
due eserciti Alleati.A nord di Napoli la 5à armata incontrò forte resistenza
nemica lungo il Voilturno, per superare la quale occorrevano tempo e materiali.
Nell'avanzata dell'8a armata dall'estrema punta della penisola, il generale
Montgomery aveva deliberatamente corso molti rischi logistici pur di
raggiungere il campo di battaglia di Salerno. La sua base aveva dovuto ora trasferirsi
da Reggio, sulla punta, a Taranto e Bari sul tallone dello stivale. Mentre
tutto ciò veniva compiuto, l'8à armata aveva raggiunto il limite della propria
autonomia. Inoltre, l'occupazione di Foggia aveva permesso di cominciare a
occupare i suoi aeroporti con bombardieri pesanti; e questa era impresa che
richiedeva il trasporto di molte migliaia di tonnellate di materiali e poteva
quindi essere effettuata soltanto gradualmente. Alla metà d'ottobre i tedeschi
avevano 19 divisioni in Italia, e gli Alleati l'equivalente di 13. Erano
necessari,per gli Alleati, notevoli rinforzi per conservare le lore rapide e
brillanti conquiste.
Tutto questo richiedeva al loro naviglio uno sforzo enorme. Settembre era stato
un mese davvero fruttuoso. La collaborazione anglo-americana delle forze di
terra, mare e cielo aveva raggiunto un nuovo primato.Il comandante della 10à
armata tedesca in Italia ebbe poi ad affermare che l'armonica collaborazione
tra le forze anglo-americane terrestri, aeree e navali sotto un solo Comando
Supremo fu considerata con invidia dai tedeschi. La flotta italiana era nelle
lorore mani; l'aviazione e l'esercito italiani, anche se la Germania impediva
loro di andaree con loro in numero utile, non erano più schierati contro le
forze prima nemiche; i tedeschi erano stati battuti in campo aperto e gli
eserciti Alleati avevano divorato 500 km di penisola italiana. Dietro di loro
stavano porti e campi d'aviazione, sufficienti, quando fossero stati
sviluppati, alle loro necessità. La Sardegna, che per tanto tempo nelle
discussioni era stata considerata possibile obiettivo in sostituzione della
penisola italiana, era caduta nelle mani delle forze anglo-americane, come un
dono, il 19 settembre, mentre la Corsica era stata occupata dai francesi 15
giorni dopo. L'impresa italiana, per la cui attuazione avevano tanto lottato,
aveva superato le speranze perfino dei suoi più ardenti fautori.