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L'ETA' ELISABETTIANA
Elisabetta I Tudor, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena , regnò per quasi cinquant'anni e fece dell'Inghilterra un paese forte, prospero e potente, soprattutto sui mari. Dopo aver vinto l'opposizione interna dei cattolici e dei puritani ( i calvinisti ), Elisabetta rafforzò la Chiesa anglicana e si presentò come protettrice dei paesi protestanti.
Nel 1587 fece giustiziare Maria Stuarda, la cattolica regina di Scozia che, con l'appoggio di Filippo II, complottava contro di lei per riportare l'Inghilterra al cattolicesimo. L'economia inglese, sotto il regno di Elisabetta, ebbe un grande sviluppo: i mercanti intensificarono il commercio con la Scandinavia; migliorarono le tecniche agricole;navigatori arditi ripresero l'esplorazione dell'America settentrionale. William Shakespeare, uno dei maggiori drammaturghi del mondo, autore di commedie come: 'La bisbetica domata', 'Sogno di una notte di mezza estate', 'Tutto è bene quel che finisce bene'; autore di drammi storici e tragedie come: 'Enrico VIII', 'Giulietta e Romeo', 'Otello e Amleto', la cui vicenda è ambientata nel castello di Helsingor, a nord di Copenaghen. Grazie alla sua geniale versatilità, Schakespeare seppe rappresentare la variegata gamma di sentimenti che un essere umano può provare.
Il lungo regno della regina Elizabeth
(1558-1603) fu uno dei supremi momenti della storia inglese e marcò la piena
fioritura del Rinascimento in Inghilterra.
Come regina profondamente intelligente e infaticabile, Elizabeth respinse con
uguale fermezza le opposte richieste dei riformatori e dei seguaci del Papa nel
controllare l'attività del sovrano.
L'interesse della nazione, come lo concepiva lei, fu il suo fine principale.
Con l'Act of Supremacy e l'Act of Uniformity, entrambi approvati nel 1559, la
regina riuscì ad ottenere un sensibile compromesso fra cattolici e riformisti e
ciò mise un temporaneo fine alle battaglie religiose della Riforma: la Chiesa
d'Inghilterra divenne essenzialmente una chiesa di stato.
Allo stesso tempo Elizabeth volse la sua attenzione verso i pressanti problemi
nazionali e cioè l'inflazione dei valori monetari, lo sviluppo ed il
regolamento del commercio e dell'industria, paghe e condizioni lavorative da
migliorare, la condizione dei poveri
Il principale danno all'Inghilterra elisabettiana venne dall'estero. Marinai
elisabettiani come Hawkins avevano iniziato a depredare i possedimenti spagnoli
in America, questo portò inevitabilmente ad una guerra con la Spagna, che nel
1588 tentò di invadere l'Inghilterra. Ma il tentativo fallì e la Spanish
Armada, una flotta di 130 navi, fu sconfitta e quasi distrutta dagli inglesi in
una memorabile battaglia navale.
La grande età elisabettiana si
distingue soprattutto per il suo straordinario vigore, visto nella sua
magnifica fioritura letteraria, oltre che nelle audaci imprese dei navigatori
inglesi.
Gli ultimi anni della vita della regina, comunque, furono tristi e solitari.
Elizabeth aveva risolutamente rifiutato di maritarsi e ciò le negò un proprio
erede al trono.
Morì nel Marzo del 1603, lasciando la successione a James VI di Scozia, che da
allora in poi divenne James I d'Inghilterra.
Con James I furono unite le corone inglese e scozzese.
IL COLONIALISMO INGLESE
La prima metà del
diciassettesimo secolo vide lo stabilizzarsi delle prime colonie inglesi nel
Nord America: i Padri Pellegrini salparono alla volta del New England nel 1620.
Queste colonie attrassero un grande numero di rifugiati dalla persecuzione
religiosa. I coloni inglesi si insediarono anche nelle Indie occidentali e
tutte queste colonie svilupparono ben presto semi-autonome forme di governo,
soggette solamente alla superiore autorità della corona britannica.
I regni di George I e del suo successore George II furono periodi di grande
espansione coloniale, durante i quali l'Inghilterra venne ad un conflitto di
interessi con la Francia in India ed in Nord America.
La colonizzazione britannica in India fu nelle mani della East India Company,
che prosperò coll'accresciuta domanda di The di qualità, di seta e di cotone.
Dapprima la East India Company aveva solo intenti commerciali, ma ben presto
divenne effettivamente padrona dell'India cacciando via i suoi rivali francesi.
La rivalità in Nord America ebbe altre conseguenze, poichè i francesi
possedevano i territori che oggi sono l'est del Canada. Questa rivalità portò
alla 'guerra dei sette anni', che finì con il Trattato di Parigi
(1763) quando il Canada divenne britannico e la Gran Bretagna ottenne ulteriori
vantaggi in India e da altre parti del mondo.
Questi furono trionfi dell'espansione mercantile che posero le fondamenta per
la crescita all'estero della potenza dell'Impero Britannico, ed all'interno
della nazione portarono benessere e ricchezza con la crescita dell'industria.
La politica britannica durante la seconda metà del diciannovesimo secolo tese a
preservare la pace sia in Europa che in America, e l'Inghilterra non fu
coinvolta in alcuna guerra nell'intero periodo. Questo fatto e l'enorme
espansione dell'Impero resero possibile un rapido progresso economico.
L'espansione coloniale continuò. Nel 1857 il governo dell'India fu trasferito
dalla East India Company (che fu formalmente abolita) alla corona.
Nel 1877 la regina Victoria divenne imperatrice dell'India. I grandi
insediamenti del Canada, dell'Australia (originariamente una colonia penale) e
della Nuova Zelanda furono tutti dotati di autogoverno nella seconda metà del
diciannovesimo secolo.
La colonizzazione inglese dell'Africa dell'est e dell'ovest fu dovuta
soprattutto al commercio più che al possesso territoriale. In Sud Africa
l'occupazione inglese del Capo di Buona Speranza seguì le guerre napoleoniche e
le colonizzazioni dei Boeri vennero ben presto in conflitto con i coloni
inglesi.
Per liberarsi dall'ingerenza britannica i Boeri fondarono uno stato
indipendente (il Transvaal) che venne di nuovo in conflitto con gli inglesi nel
1899 a causa della scoperta dell'oro. Con questo episodio piuttosto inglorioso
viene a finire il regno della regina Vittoria e nel 1907 il Sud Africa divenne
un dominio autogovernantesi.
Oggi le colonie inglesi rimaste dominio britannico sono tutte indipendenti e
fanno parte del Commonwealth.
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