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I franchi




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I FRANCHI


I Franchi erano una popolazione germanica forse proveniente dai paesi baltici che diede il nome alla Gallia romana dopo averla conquistata.

Essi comparvero per la prima volta nel 257 d.C.; erano una confederazione, relativamente recente, di popoli derivati dagli antichi Camavi, Brutteri, Ansivari, Attuari, Tubanti, Usipeti. Questa confederazione si divise in due gruppi ben distinti: i Franchi Sali e i Franchi Ripari.

Essi erano di statura alta, il colorito della loro pelle era chiaro e i loro capelli biondi. Portavano i capelli rovesciati in avanti e così il collo risultava libero. Vestivano abiti di pelle attillati con una grande cintura dalla quale pendevano la spada lunga, un coltello, pettine d'osso e forbici, e un'accetta dal manico corto a un solo taglio usata anche come arma da lancio, una lancia lunga con punta e scudo di vimini ricoperto di pelle.

Il loro livello economico era basso date le rudimentali conoscenze tecniche e agricole; erano particolarmente abili nella fabbricazione di armi, però non dimostrarono uguale bravura nei lavori di oreficeria. Il loro sistema giuridico si basava sulla legge salica (redatta dal 500) e sulla legge riparia del 545 circa e comprendeva i consueti istituti dei popoli germanici.

La legge salica è il documento più importante di questa età, la codificazione delle leggi franche messa per iscritto negli ultimi anni del regno di Clodoveo, ma che contiene consuetudini antichissime. La famiglia era il nucleo sociale più importante per ogni persona e la solidarietà univa parenti anche lontanissimi. Tra i Franchi esisteva la proprietà privata e il furto veniva punito severamente. La proprietà privata veniva divisa in parti uguali solo tra i figli maschi.

Chiunque si rifiutasse di comparire davanti al mal (tribunale locale) perdeva ogni diritto e nessuno doveva intrattenere rapporti con lui, neppure la moglie e i  figli, sotto la pena di una forte multa. Tutti i dipendenti del re erano protetti dalla legge. Il loro guidrigildo (prezzo del sangue) era tre volte quello degli altri uomini liberi. Il territorio era diviso in pagi a capo dei quali c'era un grafius, più tardi chiamato comes. Ogni pagus era diviso in centenae in ciascuna delle quali c'era un malo: infatti, il centenarius presiedeva il mal, ma solo alcuni avevano la funzione di giudici: per la validità della sentenza occorreva il parere concorde di almeno sette giudici.

Il guidrigildo di un franco libero era di duecento solidi, quello di un romano di cento solidi: era la somma che l'assassino doveva pagare in caso di omicidio. Se l'omicidio era compiuto in modo particolarmente feroce o se l'assassino aveva tentato di occultare il cadavere il guidrigildo poteva venire aumentato fino a nove volte. Per due terzi quel denaro andava ai parenti dell'ucciso, ed era chiamato faida perché estingueva il diritto di far vendetta; il terzo rimanente andava nelle casse del re e veniva chiamato friede, ossia pace: il risarcimento della pace pubblica violata dall'assassino.

Il resto della legge salica è una specie di lungo tariffario di multe per i vari reati.

I Franchi erano soprattutto soldati di fanteria, non portavano né elmo né corazza, le loro armi erano soprattutto la scramasaxe (una sorta di corto gladio), la Francesca e l'angone.

Solo i capi andavano a cavallo e portavano la spata (una spada lunga).

Nonostante la conversione di Clodoveo al cristianesimo, i Franchi rimasero a lungo pagani e solo nel VIII secolo i Franchi della riva destra del Reno cessarono di perseguitare i missionari e aderirono alla religione cristiana.

Fra questa popolazione i matrimoni misti erano molto frequenti, perciò i Franchi si assimilarono ben presto alla popolazione gallo-romana.

Annualmente venivano convocate assemblee di guerrieri (campi di marzo) per l'elezione del re e per altre importanti decisioni che riguardavano le tribù e che richiedevano l'adesione esplicita di tutti i componenti; questa adesione si manifestava attraverso il giuramento di fedeltà ai capi.

Nell'organizzazione statale basata sul potere dei comites del re (i compagni del re) aveva grande rilievo la figura del maggiordomo, amministratore dei beni della corona, che divenne la figura centrale nel periodo dei cosiddetti 're fannulloni'.

Con l'estendersi della loro monarchia i Franchi persero l'originale compattezza, conservarono però a lungo le loro credenze religiose e il loro diritto, che sarà attestato ancora per molti secoli dalle professioni di legge franca, i tutta l'area della loro monarchia.


Nel IV secolo alcuni Franchi raggiunsero posti di comando e il loro re riconobbe la sovranità di Roma a cui fornì soldati e coloni e si impegnò a difenderne i confini, dando così l'avvio a un'alleanza. D'altra parte, con l'indebolimento dell'esercito romano i Franchi cominciarono a penetrare nei territori dell'Impero alla ricerca di terre più fertili. I Franchi Sali attaccarono la Gallia, ma vennero fermati da Ezio (428 d.C.); alla sua morte varcarono definitivamente il Reno. Nel giro di pochi decenni il popolo franco si unificò ed estese il suo dominio diventando la più importante monarchia germanica. Con la battaglia di Soisson (486) il re Clodoveo (fondatore della dinastia merovingia / 481 - 511) sconfisse Siagrio, ultimo governatore romano in Gallia, occupando i territori dalla Somme alla Loira.

Alla morte di Clodoveo il regno venne diviso tra i suoi quattro figli subendo nel secolo successivo continue divisioni e riunificazioni.

Dopo la morte dei figli il potere passò nelle mani dei più alti funzionari regi, i maestri di palazzo; nella parte orientale del regno questa carica divenne appannaggio esclusivo della famiglia dei Carolingi, artefice della riunificazione del regno.

Carlo Martello, figlio di Pipino di Heristal, estese le frontiere del regno verso est e nel 732 respinse gli invasori arabi nella battaglia di Poitiers. Fu però con suo nipote Carlo Magno che il potere franco raggiunse l'apogeo: il 25 dicembre dell'800 egli fu insignito del titolo di imperatore del Sacro Romano Impero da Papa Leone III.

I Franchi restarono per molti secoli legati al papato perché Clodoveo fu il primo barbaro a convertirsi al cristianesimo.

Si può concludere che i Franchi dovettero il loro successo a un insieme di circostanze che essi seppero solo sfruttare. La prima è che i Franchi si stanziarono in un territorio molto vicino alle basi di partenza e perciò non dovettero affrontare grandi contraccolpi di politica interna ed esterna. La seconda è la loro conversione dal paganesimo al cristianesimo, senza passare attraverso l'eresia ariana che li avrebbe messi in conflitto con i romani. La terza è il costante favore dell'Impero d'Oriente verso Clodoveo. La quarta infine è il tipo di conquista operato in Gallia. Sembra che i Franchi abbiano requisito un terzo delle terre esigendo tributi sui rimanenti due terzi.


Bibliografia:        Encarta'99

Larousse '01

I nodi della storia vol. 1

Omnia '99

Sito Internet


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