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Le tribù dei Khoisan erano presenti nell'Africa meridionale già 40.000 anni fa', raggiunsero il Capo di Buona Speranza solo 2000 anni fa. Verso il XV secolo quasi tutta la terra coltivabile era occupata da tribù di Bantu dedite alla pastorizia .
Il Sudafrica divenne una tappa per le navi europee dopo che Vasco da Gama nel 1498 ebbe doppiato il Capo di Buona Speranza. Verso la metà del XVII secolo i mercanti olandesi fondarono un insediamento nel luogo in cui oggi sorge Città del Capo. I Khoisan che vivevano in questa zona vennero decimati sia con azioni dirette sia indirettamente dalle malattie portate dai coloni europei. Verso la fine del XVIII secolo il potere olandese si stava esaurendo e l'Inghilterra approfittò della situazione. Quasi tutte le famiglie giunte dall'Inghilterra si rifugiarono nella città, creando una divisione fra mondo rurale e mondo urbano, molto visibile ancora oggi nella popolazione bianca del Sudafrica. La schiavitù venne abolita nel 1833, ma la posizione inferiore dei neri nel mondo del lavoro era troppo conveniente per la popolazione bianca perché venisse fatto un serio tentativo per turbare quest'ordine di cose.
Le ribellioni della popolazione del Sudafrica (1850) non vennero generate esclusivamente dalla presenza degli invasori bianchi. Shaka, il capo degli Zulù, avviò la difaqane, una campagna di conquista basata sul terrore. Questa ondata di violenza determinò per alcune tribù l'annientamento totale e per altre la riduzione in schiavitù. I Boeri, scontenti del dominio britannico, diedero inizio a una serie di ondate migratorie, i Boeri non ebbero difficoltà a creare in queste regioni ampi pascoli per il proprio bestiame. Gli Zulù non si arresero opposero una resistenza feroce prima di cedere, oppressi dalla superiorità delle armi dei Boeri. Nelle zone interne della regione sorsero diverse repubbliche boere, che furono annesse una dopo l'altra dagli Inglesi verso la metà del XIX secolo.
Nel 1899 ci fu uno scontro di interessi tra inglesi e Olandesi; si ebbe così la prima guerra anglo - boera che terminò con una clamorosa vittoria dei Boeri e con la creazione della Zuid-Afrikaansche Republiek. Gli Inglesi in un primo momento si ritirarono, ma quando venne scoperto un enorme giacimento d'oro' nei dintorni di Johannesburg diedero inizio alla seconda guerra anglo - boera. Nel 1902 i Boeri avevano ormai esaurito le proprie risorse belliche convenzionali ed erano passati a compiere azioni di guerriglia con piccoli gruppi di combattimento che impedivano alle truppe inglesi di avere il controllo del territorio. Gli Inglesi applicarono rappresaglie ferocissime: se veniva fatta saltare una linea ferroviaria, essi distruggevano la fattoria più vicina; se da una fattoria veniva sparato un colpo di arma da fuoco, essi la davano alle fiamme, distruggevano il raccolto e uccidevano tutti gli animali. Le donne e i bambini che vivevano nelle fattorie venivano trasferiti in campi di concentramento nei quali morirono 26.000 persone per le malattie e le precarie condizioni di vita. I Boeri furono costretti a firmare una pace indecente.
Il 31 maggio1910 fu fondata l'Unione Sudafricana formata da ex possedimenti inglesi e da ex repubbliche boere.
Il Sudafrica partecipò alla prima guerra mondiale a fianco della Gran Bretagna. A partire dagli anni trenta il Sudafrica ottenne da Londra la completa autonomia in politica interna. Dopo aver represso un'ultima ribellione violenta durante la prima guerra mondiale, gli Afrikaner, i discendenti dei coloni olandesi, vollero controllare il Sudafrica anche con la politica.
L 'apartheid (apart + heid), che letteralmente significa 'condizione di essere separati', è iniziato ufficialmente nel 1948 come programma elettorale del partito del Fronte Nazionale, al Governo -in coalizione con il partito Afrikaner- continuativamente dal 1948 fino al 1994.
Il Partito Nazionalista del Sudafrica (il National Party), una formazione d'estrema destra dominata dagli Afrikaner, prese infatti la gestione del potere in occasione delle elezioni svolte nel 1948. Il premier Malan, maggior esponente del National Party, difese il predominio dei bianchi adottando un regime di segregazione razziale, I'apartheid, proseguito poi anche dai suoi successori. Sono proibiti tutti r matrimoni misti. Locali pubblici e mezzi di trasporto vengono discriminati. La cittadinanza è concessa solo ai pochi cittadini della Corona Britannica, che sono per lo più ricchi proprietari di terreni, immobili, industrie e miniere. Gli altri in condizioni inumane vivono come animali, molto spesso in recinti guardati a vista da soldati con i mitragliatori sempre senza sicura.
Le leggi dell'apartheid classificavano i cittadini in tre principali gruppi razziali : bianco, bantu (neri africani) e coloured (persone con discendenza mista). In seguito venne istituita una quarta categoria per gli asiatici (indiani e pakistani).
Le leggi proibivano quasi tutte le relazioni interrazziali, istituivano luoghi pubblici separati ed escludevano i non bianchi da ogni forma di rappresentanza politica.
Il Group Areas Act (legge sulle aree per i gruppi) sanciva la separazione: dette diverse aree residenziali tra bianchi e neri, il Separate Amenities Act (legge sulle strutture sociali separate) giustificava appunto la creazione di spiagge, autobus, bagni, locali pubblici, scuole. ..separate; veniva istituito il divieto di matrimoni misti e l'obbligo per i neri di uscire di casa con uno speciale passaporto. Le leggi prescrivevano quindi i luoghi in cui ciascun gruppo poteva vivere, pregare, il tipo di lavori che poteva esercitare e a che tipo di sistema scolastico poteva accedere. Tra il 1949 e il 1950 furono introdotte diverse leggi che tra l'altro proibivano i matrimoni misti e i rapporti sessuali tra persone appartenenti a gruppi etnici diversi. Nel 1959 furono costituiti alcuni bantustan, territori riservati ai neri e dotati di autogoverno, quattro dei quali, eretti in Stati indipendenti (Transkei, 1976; Bophuthatswana, 1977; Venda, 1979; Ciskei, 1981), non furono tuttavia mai riconosciuti internazionalmente. Più di 2 milioni e mezzo di persone di colore furono costrette a vivere nel ghetto di Soweto, a circa 20 chilometri di distanza dalla città.
Nel '58 uno dei teorici dell'apartheid, 'H. Verwoerd, faceva ancora di più: la politica di segregazione razziale doveva diventare politica per la negazione di tutti i diritti civili e di cittadinanza per i neri. L 'obiettivo era di relegare 1'87% della popolazione non bianca del Sud Africa in 'riserve' isolate e poco visibili e di utilizzare i neri come forza - lavoro. Ancora oggi, nei dintorni delle grandi città si individuano le "township", agglomerati di baracche e case di cemento ed eternit ad esclusiva popolazione nera. Normalmente sono situate a 8-10 km dal centro, una distanza che spesso gli operai colmano a piedi, due volte al giorno, per raggiungere la fabbrica o la miniera, formando piccole file lungo le grandi arterie del traffico.
Senza tenere in alcun conto il luogo d'origine di ciascuno, i neri furono divisi in dieci gruppi tribali, poi furono espropriati dei propri beni e segregati in zone rurali isolate che vennero chiamate "homeland". Gli homeland erano dei quartieri - ghetto, poveri e lontani dai luoghi di lavoro, limitando così la libertà di movimento della popolazione nera: per spostarsi da un luogo all'altro gli Africani dovevano mostrare un particolare passaporto. L'obiettivo era quello di confinare i neri nelle homeland, che secondo la propaganda erano destinate a diventare stati autonomi con forme proprie di governo. In realtà questi territori non avevano ne infrastrutture ne attività produttive e non erano quindi nelle condizioni di fornire il mantenimento alla popolazione nera. La sofferenza era grande e molto diffusa e molte famiglie di neri fecero ritorno nelle città da cui erano state cacciate e andarono a vivere in squallidi campi di baracche.
L'irrigidimento della politica di apartheid portò alla condanna da parte dell'ONU (1962), che invitò i paesi membri a rompere le relazioni diplomatiche con il Sudafrica e a boicottarlo economicamente.
All'opposizione rimasero il Progressive party di sinistra, e l'African National Congress, che raggruppava la popolazione nera. Gli esponenti d'entrambi i partiti e chiunque manifestava la propria opposizione alle leggi dell'apartheid fu perseguito penalmente. Il governo inasprì la propria politica di repressione fino a trasformare il Sudafrica in uno stato di polizia. Dopo gli scioperi contro I'apartheid che culminarono nel massacro di Sharpeville nel marzo del 1960, il governo mise al bando tutte le organizzazioni politiche nere compreso I' ANC. Tuttavia le dimostrazioni, gli scontri violenti, gli scioperi e i boicottaggi che si susseguirono sempre più frequenti negli anni Sessanta e Settanta da parte degli oppositori dell'apartheid, il fallimento della politica dei bantustan e la condanna internazionale che aveva isolato il Sudafrica, costrinsero il governo ad allentare le restrizioni, ad esempio quelle che riguardavano il contatto quotidiano tra membri delle diverse componenti etniche (petty apartheid). Il capo Mangosuthu Buthelezi ebbe un ruolo fondamentale per il movimento Inkatha, un tentativo fallito di unire i leader delle varie homeland. La lotta dei neri si manifestò sotto forma di scioperi, atti di pubblica disobbedienza e marce di protesta; venne appoggiata dall'opinione pubblica internazionale già dai primi anni '60 dopo l'uccisione di 69 dimostranti a Sharpeville e l'arresto di diversi leader dell'African National Congress (ANC) fra cui Nelson Mandela, che veniva arrestato nel 1963 per cospirazione contro il governo e condannato all'ergastolo.
Nel 1961 il Sudafrica uscì dal Commonwealth britannico e si trasformò in Repubblica Sudafricana, trovandosi così sempre più isolato. Il potere legislativo spettava alla Camera dei Rappresentanti, eletti dai cinque milioni di bianchi di origine europea, mentre i due milioni di meticci, gli 800.000 asiatici e i 20 milioni di neri rimanevano privi dei diritti politici.
Verso la metà degli anni '80 nelle township esplose la violenza all'interno della stessa popolazione nera. Non c'è dubbio che esistesse una forte rivalità fra i membri dell'ANC, orientato a sinistra e sostenuto dagli Xhosa, e i membri del partito Inkatha, orientato a destra e appoggiato dagli Zulù. Occorre tenere conto della grande miseria economica e sociale che caratterizzava la popolazione nera del Sudafrica, dove i motivi di contrasto erano molteplici. Vi erano scontri fra rivali politici, fra nemici per ragioni tribali, fra semplici criminali e fra gli abitanti delle township e i lavoratori immigrati che alloggiavano negli enormi caseggiati loro riservati.
Nel 1976 esplose la violenza a Soweto: la polizia aprì il fuoco sugli studenti in marcia e ciò scatenò un'insurrezione nazionale che in un anno provocò oltre 1000 vittime. Nel '77 fu ucciso dalla polizia Steve Biko, leader del movimento di Presa di coscienza dei neri (Black Consciousness).
Solo allora il mondo si risvegliò, denunciando finalmente I'inammissibilità di questo stato di fatto, ma le tiepide riforme del presidente Botha non migliorarono la situazione interna (ed esterna) del Sud Africa.
Il presidente P.W. Botha riuscì a mantenersi al potere dal 1978 fino al 1989 con l'uso arbitrario del carcere, con la tortura e con la censura della stampa. Si ebbe anche una prima riforma dell'apartheid, con la creazione di tre camere di rappresentanza (bianchi, sanguemisti, asiatici). Questa costituzione, del 1984 estese la rappresentanza parlamentare agli asiatici e ai coloured, ma non ai neri, nonostante costituissero oltre il 75% della popolazione. L'Africa n National Congress si era riorganizzato e la protesta, interna ed internazionale (sanzioni e boicottaggi), cresceva.
Il 4 luglio 1989 avvenne il primo, storico incontro tra Botha e: Mandela. Era un Botha sorridente e cordiale quello che strinse la mano a Mandela. Ma quei sorrisi nascondevano l'imbarazzo di un leader costretto a venire a patti con il nemico. L'incontro, segretissimo, durò poco più di mezz'ora e non portò a concreti risultati ma servì per rompere il ghiaccio. Da lì in avanti si susseguirono vari incontri. Nello stesso anno venne eletto presidente Frederick De Klerk.
Nel 1990, finalmente, dopo 350 anni di dominio dei bianchi, il nuovo presidente De Klerk non poteva che cedere alle pressioni mondiali (e alla necessità di dare nuova credibilità sul piano economico e della finanza internazionale al Paese) : liberò Mandela dal carcere e ne fece così il simbolo della nuova Africa.
Egli si rese conto del peggioramento dei rapporti internazionali e della situazione economica interna, abolì tutte le leggi di discriminazione razziale, egli legalizzò così I'ANC, liberò (dopo 27 anni di carcere) il suo leader Nelson Mandela. Nel 1993 venne raggiunto e sottoscritto da Mandela e De Klerk un accordo sulle modalità del passaggio del Sudafrica alla democrazia.
Gli occhi del mondo si fissarono sui due protagonisti: feste, celebrazioni, incontri, il premio Nobel, libere elezioni. Nell'aprile 1994 le prime elezioni multirazziali videro la vittoria dell'African National Congress (62%) sul National Party di De Klerk (20%) e sull'Inkatha Freedom Party (10%): ma pesantemente sconfitta fu soprattutto la destra razzista. Nelson Mandela divenne il primo presidente nero nella storia del Sudafrica a capo di una coalizione governativa che comprendeva anche il Partito nazionale di De Klerk. Pochi mesi più tardi il Sudafrica rientrava nel Commonwealth.
Nel 1999, dopo cinque anni di "tirocinio" alla democrazia, il paese ha votato con elezioni regolari. Erano state formulate ipotesi secondo le quali I'ANC avrebbe perso voti con il ritiro dalla scena politica di Nelson Mandela, ma così non è stato. Nelle elezioni del 1999 è stato eletto presidente del Sudafrica Thabo Mbeki, che da Nelson Mandela ha rilevato la leadership.
Nonostante le pesanti ferite del passato e gli enormi problemi che incombono per il futuro, la situazione in Sudafrica è oggi molto più ottimista e rilassata di quanto fosse alcuni anni fa. La comunità internazionale ha accolto benevolmente il nuovo Sudafrica e l'apparentemente sincero impegno dell'ANC per formare una nazione in cui non esistano discriminazioni razziali. I bianchi sono colti da un senso di sbalordito sollievo mentre i neri sono euforici per aver conquistato la libertà. Sarà necessario un certo tempo prima che la maggioranza nera riesca a sentire un beneficio economico dalla propria nuova condizione, ma la struttura politica sembra sufficientemente forte da tenere compatto questo paese di grandi diversità. Ci sono grosse aspettative nei confronti del nuovo Sudafrica.
Il resto è storia d'oggi, delle difficoltà di governare un paese difficile, di vincere i problemi di razzismo ancora esistenti, di far sviluppare economicamente anche quelle zone nere più arretrate e di difendere la minoranza bianca.
PAROLE DI NELSON MANDELA
Tra le altre cose, Nelson Mandela, durante il Rivonia Trial, l'ultimo processo a cui fu sottoposto disse:
'Sono pronto a pagare la pena anche se so quanto triste e disperata sia la situazione per un africano in un carcere di questo paese. Sono stato in queste prigioni e so quanto forte sia la discriminazione, anche dietro le mura di una prigione, contro gli africani In ogni caso queste considerazioni non distoglieranno me ne altri come me dal sentiero che ho intrapreso. Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l'apice delle proprie aspirazioni. Niente può distogliere loro da questa meta. Più potente della paura per le terribili condizioni della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigione, in questo paese non ho dubbi che i posteri si pronunceranno per la mia innocenza a che i criminali che dovrebbero essere portati di fronte a questa corte sono i membri del governo'.
Queste sono le parole che chiudono 'Long walk to freedom', l'autobiografia scritta dallo stesso Nelson Mandela :
'Quando sono uscito di prigione, questa era la mia missione, liberare sia gli oppressi che l'oppressore. Qualcuno dice che lo scopo è stato raggiunto. Ma io so che non è questo il caso. La verità è che noi non siamo ancora liberi; abbiamo soltanto conquistato la libertà di essere liberi, il diritto a non essere oppressi Non abbiamo ancora compiuto l'ultimo passo del nostro viaggio, ma il primo di un lungo e anche più difficile cammino. Per essere liberi non basta rompere le catene, ma vivere in un modo che rispetti e accresca la libertà degli altri. Il vero test della nostra fedeltà alla libertà è solo all'inizio. Ho percorso questo lungo cammino verso la libertà. Ho cercato di non vacillare; ho compiuto passi falsi. Ma ho scoperto il segreto che dopo aver scalato una collina, si capisce che ce ne sono ancora molte altre da scalare. Mi sono preso un momento di riposo, per dare un'occhiata alla vista che mi circonda, per guardare indietro alla strada che ho fatto. Ma posso riposare solo per un momento, perché con la libertà vengono anche le responsabilità, e mi preoccupo di non indugiare, perché il mio lungo cammino non è ancora finito".
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