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La vita quotidiana della donna nella Grecia Antica
Quasi tutte le informazioni scritte che possediamo sulla sull'Antica Grecia sono opera di uomini. Raramente abbiamo notizie dal punto di vista della donna. Qualche cosa sappiamo sulla vita delle donne delle famiglie ricche; e di donne molto differenti, come schiave ed ex schiave che si esibivano nelle feste degli uomini. Ma le donne di questi due gruppi sono solo una piccola parte della popolazione femminile. La storia delle donne greche comuni è per noi alquanto misteriosa.
Vita nell'ombra
Platone
affermava che molte donne avrebbero dovuto essere istruite come gli uomini e
considerate alla pari. Questa idea era ostica alla maggior parte dei Greci.
Persino le donne, temeva Platone, avrebbero rifiutato il pensiero di
condividere il mondo degli uomini. Le donne erano abituate a una 'vita
nell'ombra', ma cosa significava?
Su molti vasi greci gli uomini sono mostrati con pelle scura e le donne con la
pelle chiara. Malgrado ciò esageri le differenze fra i due sessi, le donne
nella vita reale erano molto più pallide degli uomini. Questo perché la pelle
delle donne prendeva molto meno sole di quella degli uomini. Le donne stavano
molto più in casa, e quando uscivano indossavano spesso lunghi mantelli e
cappelli, per nascondersi agli occhi degli uomini, e quindi, dal sole. Essere
pallida era di moda per una donna: ciò indicava che proveniva da una famiglia
agiata, al contrario, la pelle scura era segno che una donna lavorava al sole,
in un mercato o in un campo, cosa che facevano solo le donne povere. Molte
donne greche avevano un'altra importante ragione per stare in casa: era questo
il luogo in cui i loro mariti volevano che stessero, ma cosa faceva la donna in
casa? Se apparteneva ad una famiglia ricca, controllava gli schiavi mentre
svolgevano i lavori domestici e per il resto del tempo chiacchierava con le sue
parenti. Un anonimo autore si lamentava delle donne benestanti che stavano
mollemente sedute senza far niente. Le donne di condizioni più umili
preparavano i pasti e facevano le pulizie, ma non effettuavano le compere, un
compito affidato agli schiavi. Le donne crescevano i figli finché non erano
abbastanza grandi per andare a scuola. Le femmine generalmente non andavano a
scuola, ma imparavano a tenere una casa aiutando la madre. Ad alcune bambine
veniva insegnato a leggere e a scrivere, per lo più dalle loro madri, ma gli
uomini potevano aver da ridire su questo: una donna istruita avrebbe avuto
troppo potere! Un personaggio maschile in una commedia diceva: 'Insegnare
ad una donna le lettere? E' un grave errore! Come dare altro veleno ad un
pericolosissimo serpente velenoso.'
Alle donne ricche, tuttavia, era permesso uscire qualche volta: le feste
religiose erano occasioni per incontrarsi, ma anche qualche particolare
avvenimento della famiglia, come ad esempio la nascita di un bambino. La
maggioranza delle cittadine era povera, per loro uscire a lavorare era una
necessità. Le donne potevano lavorare nei campi con gli uomini al tempo della
mietitura, oppure potevano vendere cibo e vestiti nei mercati.
Alcune donne divennero celebri per la loro sapienza e per la loro saggezza: una
certa Thargelia di Mileto, per esempio, fu consigliere del re di Persia,
Aspasia, anche lei di Mileto, famosa per la sua intelligenza, fu la compagna
del grande politico ateniese Pericle. Più famosa ancora fu Saffo, poetessa
dell'isola di Lesbo, che scriveva con uno stile chiaro e semplice, spesso sulle
persone che amava: 'L'amore ha scosso il mio cuore, come il vento che si
abbatte sulle querce di montagna.'
Il matrimonio
Nel matrimonio, tra il VI e l'VIII secolo avanti Cristo, veniva considerata ancora considerata la donna come un dono grazioso e veniva ancora praticata la tradizione della dote. Lo statuto della sposa e delle ricchezze che l'accompagnavano era molto diverso ad Atene, città dell'apertura e del cambiamento, e a Sparta, città della chiusura e dell'immobilismo, anche perché le due città avevano una diversa concezione di comunità cittadina e della sua composizione. A quel tempo vi erano 'Città calde' e 'Città fredde', secondo la classificazione di Levi- Strauss. Le 'Città fredde' (Sparta) hanno deciso di conservare l'organizzazione in case e di limitare l'appartenenza alla comunità cittadina ai soli possessori di terreni. Le 'Città calde' (Atene) hanno posto fine alla struttura per case e hanno rifiutato di limitare l'appartenenza alla comunità cittadina ai possessori di terra. Nelle 'Città fredde' la sposa era padrona della sua persona e del suo corredo matrimoniale, mentre nelle 'Città calde' la sposa, legata ad una dote in denaro, era sottoposta all'autorità del marito; insomma, la donna fu una vittima dell'invenzione della democrazia.
La struttura in case separate dell'Iliade e dell'Odissea.
Nell'Iliade
e nell'Odissea vengono descritte molto bene le società strutturate in 'Case
separate'. Innanzitutto bisogna capire il significato del termine casa,
che in greco si diceva oikos; la casa era un elemento simbolico che
rappresentava: la casa stessa, il suo contenuto, il proprio pezzo di terra e il
bestiame. La casa omerica è un oggetto simbolico, ma è innanzitutto
l'abitazione, 'Ben costruita è un insieme di elementi anch'essi 'Ben
costruiti'. La casa con l'insieme dei suoi elementi, come il focolare,
l'alto tetto, le mura, ecc., è importantissima per la persona e per determinare
la sua condizione sociale; infatti per avere un nome bisognava essere
riconosciuti dal padre, dalla casa, appartenere quindi ad un gruppo di persone
che hanno un padre, un nome e una casa, cioè ad un gruppo di residenti liberi.
I non liberi, nella società omeriche, non avevano una casa, un nome e un padre;
quindi la casa era un segno completo che definiva un gruppo residenziale. Se la
casa era importante per determinare un gruppo residenziale, la terra permetteva
la costruzione della sua gerarchia: c'erano case che erano tutt'uno con un
lotto di terra, ce n'erano altre che invece possedevano più lotti di terreni e
riscuotevano 'Tributi' dagli edifici pubblici; vi erano inoltre
persone che non avevano una propria casa e lavoravano nei terreni altrui. Il
possesso di un lotto di terreno permetteva l'integrazione con la comunità
collettiva, averne diversi significava avere il potere. La casa e la terra
erano quindi ricchezze particolari che determinavano lo statuto. La casa era
fondata sul matrimonio legittimo e si perpetuava attraverso latri matrimoni
legittimi; in questa parte della casa la donna che metteva al mondo figli
legittimi, a differenza delle altre donne aveva un'esistenza sociale
riconosciuta. La donna, per la logica delle cose della società di allora,
faceva parte delle ricchezze poiché era colei che provvedeva alla riproduzione.
Nelle società omeriche l'intero gruppo residenziale si fondava sul matrimonio
legittimo e si perpetuava imponendo il matrimonio legittimo. Statuti e beni
erano trasmessi per via ereditaria e solo i legittimi eredi ne potevano
usufruire, infatti solo ai figli legittimi era destinata l'eredità, agli
illegittimi era riservata solo la quota del bastardo e non godevano di nessuno
statuto. Vi erano quindi delle regole rigidissime per quanto riguardava la
sessualità a scopo riproduttivo, mentre non vi erano vincoli per la sessualità
edonistica, infatti le grandi case omeriche erano piene di concubine e
prigioniere. Tutte queste regole erano state imposte per scoraggiare la
poligamia, di cui troviamo alcuni residui in alcuni passi dell'Iliade, forse
perché si temeva un ingrandimento delle grandi case o di un'esplosione
demografica.
Ci sono tre punti fondamentali che aiutano a capire molto delle case:
Le case
omeriche sembravano quindi praticare due tipi di matrimonio, quello da
'Genero' e quello da 'Nuora'.
Questi due tipi di matrimoni implicano, essendo essi tipici della società
omerica, il dono grazioso di una sposa legata a delle ricchezze e
l'incorporazione del coniuge mobile nella consanguineità della casa che lo
riceve. Il matrimonio greco dell'epoca classica si distingue per numerosi
caratteri che non fanno altro che riproporre, o riconvertire, i caratteri del
matrimonio omerico.
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