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LA SOCIALDEMOCRAZIA TEDESCA
Marx e Engels svolsero fino alla morte una puntuale azione di critica e di stimolo affinché i partiti operai non restringessero il loro impegno al solo ambito degli stati nazionali. Questa tendenza appariva particolarmente evidente nell'aria germanica in cui ancora negli anni 70 era viva l'eredità politica di Lasalle: Costui nel 1863 aveva fondato l'associazione generale degli operai tedeschi sentendo tuttavia il programma monarchico e prussiano di Bismarck nella speranza che la stato agisse a favore delle classi operaie. Dopo la morte di Lasalle Bebbel e Liebcnecht abbandonavano l'associazione generale e crearono nel con grasso di Eisenach (1869) il partito social democratico dei lavoratori a tendenza classista e internazionalista. Nel congresso di Gotha (1875) il raggruppamento di Lasalle, Bebbel e Lieb si fusero dando vita ad un nuovo partito socialdemocratico tedesco: il documento programmatico approvato a Gotha fu oggetto di una durissima critica da parte di Marx perché:
precludeva ai lavoratori tedeschi la prospettiva di un'azione a livello internazionale;
svalutava la funzione dei sindacati come organi indipendenti per una lotta di classe,
lasciava sullo sfondo l'obbiettivo del rovesciamento del capitalismo nella convinzione che fosse possibile trasformare dall'interno lo stato borghese facendone uno strumento di emancipazione per le classi lavorative.
Il 28 Settembre 1864 fu indetto un raduno popolare a Londra onde celebrare solennemente il patto di alleanza tra la classe operaia britannica e francese. Furono invitati anche i rappresentanti delle leghe di operai stranieri presenti a Londra fra gli altri Giuseppe Mazzini che si fece rappresentare da due suoi collaboratori e Marx che invece intervenne personalmente. L'assemblea approvò la costituzione dell'associazione internazionale dei lavoratori detta: I Internazionale. Quanto mai arduo si presentò all'Internazionale il problema di far confluire su una piattaforma programmatica unitaria le organizzazioni operaie le cui divergenze talvolta assai profonde rispecchiavano sia differenti matrici ideologiche sia il differente grado di sviluppo economico sociale e politico dei vari paesi. Mazzini aderì subito al progetto di un collegamento tra i movimenti operai europei, ma non concepiva l'internazionalismo operaio come strumento di lotta di classe; per questo l'adesione dei mazziniani all'Internazionale si fece via via più tiepida quanto più questa finì con l'essere dominata da Marx e Bakunin. Mazzini uscì dell'Internazionale dopo l'episodio della comune parigina contro cui polemizzò in maniera quantomai dura. L'Internazionale costituì il mezzo più efficace di capillare diffusione del Marxismo. Anche Bakunin aveva dato la propria adesione all'Internazionale ma i motivi di fondo del suo dissidio con Marx non tardavano a rivelarsi inconciliabili: la frattura tra marxisti e bakuniniani si fece radicale nel 1872 in cui gli anarchici furono espulsi dell'Internazionale che trasferì la sede a New York, mentre in Europa gli anarchici davano vita ad una Internazionale antiautoritaria. L'Internazionale marxista si sciolse nel 1876; nel 77 si sciolse quella anarchica.
I socialisti cosiddetti revisionisti (Bergstein Edward) si mostrarono convinti che il sistema capitalistico fosse in grado di effettuare un permanente recupero delle sue crisi interne: in tali condizioni il movimento operaio, lungi dall'insistere in una vana azione di assalto dall'esterno, avrebbe dovuto proporsi di avviare lo Stato borghese verso uno sbocco socialista con un'azione di trasformazione interna graduale pacifista. La lotta politica dei partiti socialisti non fu perciò sostenuta da una strategia rivoluzionaria di rilievo internazionale; finì invece col circoscrivere i suoi programmi a contenuti riformistici per conseguire una più equa distribuzione dei redditi entro l'ambito delle società (Stati) nazionali. Accadde così che i partiti socialisti si trovarono progressivamente integrati nella società capitalistica non come forze antagoniste ma subalterne delle borghesie nazionali. La storia della cosiddetta II Internazionale, Fondata a Parigi nel Luglio del 1889, coincise con la storia dei partiti socialisti nazionali e non a caso a segnarne la fine fu la prima Guerra Mondiale che doveva porre le classi popolari di fornte ad una realtà molto diversa da quella ipotizzata dalle ideologie socialiste dominanti.
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