Colosseo
Il Colosseo,
il cui nome originale era Anfiteatro Flavio, fu costruito durante l'impero dei
Flavi, appunto, ed è il più grande e meglio conservato anfiteatro d'Italia. La
sua costruzione ebbe inizio nei primi anni dell'impero di Vespasiano, nella valle
compresa tra Palatino, Esquilino, Velia e Celio, che in precedenza aveva
costituito il centro della 'Domus Aurea',
la mastodontica reggia di Nerone, dove c'era un lago artificiale. Il Colosseo, non ancora terminato, fu dedicato da Vespasiano
poco prima della sua morte (avvenuta nel 79 d.C.). Toccò a Tito portare a
termine i lavori, e procedere ad una seconda e grandiosa cerimonia dedicatoria
nell'80, durata ben cento giorni e in onore della quale furono uccise ben 5000
fiere. Tuttavia, l'opera fu rifinita in tutti i suoi particolari solo da
Domiziano. È probabile che sotto questo imperatore furono creati i sotterranei
in muratura dell'arena, altrimenti non si potrebbe comprendere la notizia di
'naumachie' (battaglie navali) date sotto Vespasiano e Domiziano
nell'anfiteatro. Da allora in poi non si parlò più di tali spettacoli ma bensì
di giochi gladiatori ('munera') e cacce di
animali selvatici ('venationes'). Il Colosseo come sistema complesso era molto simile ad uno
stadio attuale: le arcate a pianterreno, 80 in tutto, tramite dei passaggi
chiamati 'vomitoria' perché permettevano
una veloce evacuazione, davano accesso alle gradinate della cavea. Sopra ognuno
degli archi superstiti è ancora indicato il numero progressivo che
corrispondeva al numero di biglietto (tessera di cui ogni spettatore era
munito). I quattro ingressi posti in corrispondenza degli assi principali non
avevano numero. L'unico di essi intatto è quello settentrionale che mostra
tracce evidenti di un portichetto che lo caratterizzava particolarmente. Al suo
interno sono evidenti resti di stucchi figurati: questo era, infatti,
l'ingresso che portava alla tribuna imperiale, collocata al centro del lato
nord. Gli altri tre ingressi assiali dovevano avere la stessa funzioni per
categorie privilegiate: i magistrati, le vestali, gli ospiti d'onore e i
collegi religiosi.
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Ricostruzione del Colosseo nel plastico del Museo
della Civiltà Romana.
Attualmente, a guardarlo semicrollato e spoglio, il Colosseo
può dare un'impressione di tristezza, ma è un'idea sbagliata dell'aspetto
originario. A questo contribuisce la mancanza del piano dell'arena che copre i
sotterranei di servizio, assai 'squallidi' a vedersi. Ma bisogna
immaginare questo posto animato e pieno di gente, anche molto bello e ben
decorato, dato che in quasi tutti gli archi vi erano statue, che quasi tutto
era 'foderato' di marmo, proprio come uno stadio. Nel lato che guarda
verso il Palatino sono crollati due piani nel terremoto dell'851, e i
contrafforti in muratura furono costruiti sotto Pio VII nei primi anni
dell'800. Tutto ciò non può migliorarne la bellezza. Ciò nonostante, ha sempre
un fascino straordinario. I sotterranei, probabilmente costruiti da Domiziano,
avevano la funzione di ospitare tutti quei servizi (gabbie per gli animali,
depositi di armi) che erano indispensabili per il normale svolgimento dei
giochi. Nel muro perimetrale si aprono 30 profonde nicchie forze utilizzati per
piccoli montacarichi a contrappeso, destinati ad innalzare belve e gladiatori
fino al livello dell'arena. La cavea era divisa in cinque settori sovrapposti,
detti 'maeniana': dopo un gruppo di pochi
gradini immediatamente successivi alla recinzione, seguivano tre 'maeniana', ed un quarto in legno, era collocato alla
sommità dell'anfiteatro, al di sotto di un colonnato ('maenianum
summum in ligneis').
Anche allora, come adesso, esistevano varie categorie di posti, con la
differenza fondamentale che, l'accesso ai diversi settori non dipendeva dalla
somma pagata, dato che l'ingresso era gratuito, ma dalla classe sociale di
appartenenza. Ogni categoria poteva accedere solo ai posti riservati ad essa: i
posti più vicini all'arena erano riservati alla classe senatoria, i quattordici
gradini successivi ai cavalieri, e poi alle altre classi via via più povere. Il posti del maenianum
summum, che era considerato il peggiore, era
riservato alle donne, secondo un usanza lanciata da Augusto, che per ragioni
morali aveva considerato opportuno porre termine alla promiscuità nei luoghi
degli spettacoli.
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Il Colosseo oggi
I gradini superstiti sono un
importante documento in quanto tengono ancora incise le iscrizioni che
precisano la destinazione dei posti. Ce ne sono alcuni 'equitatibus romanis' (per i
cavalieri romani), altri 'paedagogis puerorum' (per i maestri elementari), altri 'clientibus' (per i 'clientes',
ossia i plebei che si erano messi sotto la protezione di un patrizio). Come si
può notare non sono posti individuali ma destinati ad intere categorie di
persone. L'unica eccezione è costituita proprio dalle prime file della cavea,
riservate all'ordine senatorio, che erano costruite interamente in marmo. Su
queste c'erano incisi i nomi delle singole persone sostituiti più volte, e vi
sono segni di cancellature e rifacimenti. Dal momento che ogni senatore,
distinto nelle categorie ascendenti dei 'clarissimi',
degli 'spectabiles' e degli 'illustres', aveva diritto ad un suo posto personale, è
ovvio che alla sua morte o al passaggio in una categoria superiore, il posto
veniva affidato a qualcun altro e il nome veniva sostituito. Per ordine di
Nerone, Plinio il Vecchio affidò ad uno scultore di origine Greca, Zenodoros, l'incarico di costruire una statua bronzea
colossale di Nerone stesso, nelle sembianze del dio Sole. La statua, che
evidentemente prendeva ispirazione dal 'Colosso di Rodi', era però
più grande di quest'ultimo, e divenne la statua più
grande mai eseguita. In origine, la statua fu collocata al centro della 'Domus Aurea'. Sotto Adriano fu trasportata nel luogo
che poi occupò definitivamente, vicino all'anfiteatro. È proprio da questa
statua (un colosso, così veniva chiamato, che con la base doveva raggiungere
quasi l'altezza dell'anfiteatro) che l'anfiteatro Flavio acquisì nell'VIII sec.
il nome di Colosseo, in quanto vicino al Colosso di
Nerone.