CORPUS IURIS
CIVILIS
Il
Codice Giustiniano, o corpus iuris civilis, come fu battezzato, si apre con un'
invocazione alla Trinità e
l'affermazione del Primato ecumenico cioè universale della Chiesa, la quale
riceve ordine solo dall'Imperatore. Il Codice proibisce agli ecclesiastici di
fare speculazioni finanziarie e di prendere parte a giochi pubblici o a
spettacoli teatrali. Condanna a morte e
alla confisca dei beni agli eretici. Incoraggia l'affrancamento degli schiavi, ma consente ai genitori indigeni di
vendere i propri figli, e obbligava colui che per trent'anni ha coltivato un
pezzo di terra a restare inchiodato al proprio podere fino alla morte.
Giustiniano, sotto l'influsso di Teodora, migliorò le condizioni della donna.
L'adulterio non era più un delitto capitale, come ai tempi di Costantino. Il
marito tradito può uccidere l'amante della moglie ma solo se, dopo averla
avvertita tre volte, la sorprende in casa o in un luogo pubblico con il rivale.
Chi ha rapporti con una vedova o con una zitella paga un'ammenda. Il meretricio
è tollerato. Chi si macchia del delitto di omosessualità è punito con la
tortura, la mutilazione e la morte. Il Codice favorisce i lasciti e le
donazioni alla Chiesa, le cui proprietà
sono inalienabili. Ciò consentì al clero di accumulare un patrimonio che
attraverso i secoli divenne assai cospicuo. Numerosi capitoli sono dedicati
all'amministrazione della giustizia. Solo un alto magistrato può spiccare un
mandato di cattura. Tra l'arresto e il processo, che va celebrato alla presenza
di un giudice designato dall'Imperatore, non deve trascorrere un tempo molto
lungo. L'imputato può scegliersi l'avvocato, ma questi può difenderlo solo se è
convinto della sua innocenza. Le pene sono severe, ma alle donne, ai minori e a
coloro che hanno violato la legge in stato di ubriachezza il giudice ha la
facoltà di concedere le attenuanti. Agli agenti del Fisco che si lasciano
corrompere vengono tagliate le mani. Questa mutilazione è largamente praticata
insieme a quella del naso e della gola. Anche l'accecamento -a cui verranno
sottoposti soprattutto gli usurpatori- è consentito. Le pene capitali comunque
più in uso sono la decapitazione per i liberi e la crocifissione per gli
schiavi. Uno speciale trattamento è riservato ai disertori e agli stregoni che
sono invece condannati al rogo. Il
Codice è insieme un modello di spirito cristiano e un documento di barbarie e
superstizioni. A esso - e ai suoi orrori- Giustiniano deve la sua gloria.