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La Seconda guerra mondiale (1939-1945) Le cause




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La Seconda guerra mondiale (1939-1945) Le cause

Le cause della Seconda guerra mondiale sono:

la pace ingiusta e le enormi riparazioni di guerra imposte dai vincitori (Francia, Gran Bretagna, USA) alla Germania, accusata di es- sere l'unica responsabile del conflitto;

il crollo della borsa di Wall Street che pro- voca il ritiro dei capitali statunitensi dall'Eu- ropa, il collasso dei commerci tra Europa e USA e la conseguente spaventosa disoccu- pazione che colpisce l Europa (14 milioni di disoccupati), in particolare la Germania (6 mi- lioni di disoccupati);

la competizione armata e la conquista dei mercati esteri da parte della Germania, che en- tra in concorrenza con Francia, Gran Bretagna e USA, che avevano già ampi imperi coloniali;

la minaccia che ad est l'URSS, impegnata nello sviluppo economico e militare, costitui- sce per la Germania;

l'inevitabile rilancio dell'economia tede- sca attraverso le spese militari parallelamente negli USA il New Deal rilanciava l'economia con grandi lavori pubblici);

l'aggressività mondiale degli USA, che e- rano penetrati in ogni angolo del globo per e- spandere e difendere i loro interessi rapinare materie prime, imporre la loro egemonia eco- nomica e politica e i loro valori sociali) e che erano percepiti come una minaccia;

il progetto dei governanti tedeschi di co- struire una Grande Germania, comprendente l'Austria e tutte le popolazioni tedesche che vivevano fuori dei confini del Reich (da ciò deriva la decisione di eliminare dalla popola- zione tedesca tutti i corpi estranei, citutte le minoranze che minacciavano la compattezza della natio);

le tensioni tra Germania e Polonia per quanto riguarda la città di Danzica, sotto la Polonia ma abitata a maggioranza da tedeschi.

la lotta della Germania contro le forze e- conomiche internazionali che avevano causato tanti danni all'economia nazionale e alla popo- lazione tedesca.


È facile comprendere che il riarmo serve a ri- lanciare l economia tedesca collassata ma an- che ad attuare una politica di potenza e una concorrenza competitiva con gli altri Stati. Ugualmente l'internamento nei campi di con- centramento e poi lo sterminio degli ebrei so- no gli strumenti per eliminare elementi consi- derati estranei alla popolazione tedesca sia per razza sia per valori. Diversamente da altre mi- noranze, gli ebrei non si erano mai integrati nella società europea, occupavano ovunque posti di potere, svolgevano attività commer- ciali che li avevano messi al riparo dall'infla- zione ed erano legati alla finanza internaziona- le, cialla finanza statunitense. Essi erano visti come il simbolo delle forze plutocratiche internazionali che alla fine della guerra aveva- no punito la Germania con una pace ingiusta e che in dieci anni avevano fatto conoscere al popolo tedesco due spaventose crisi economi- che, fatte di inflazione, disoccupazione, fame e miseria (l'inflazione giornaliera del 1923-24; i 6 milioni disoccupati del 1929-32). Curiosamente gli storici riconoscono (spesso, ma non sempre) un collegamento tra crollo di Wall Street, disoccupazione tedesca e ascesa al potere del Nazionalsocialismo, ma non met- tono mai il crollo della borsa tra le cause della seconda guerra mondiale. In tal modo danno (e possono dare) la colpa della guerra al mili- tarismo forsennato di Hitler, assolvono da o- gni colpa le democrazie occidentali che pure erano armate più della Germania) ed evitano un problema spinoso e imbarazzante: la spaventosa crisi economica provocata in Germa- nia dalle democrazie occidentali (nel 1923-24 e poi nel 1929 32) giustifica o non giustifica la politica interna ed estera della Germania na- zionalsocialista? Spiega o non spiega la stra- ordinaria adesione della popolazione al regime nazionalsocialista? Un po' di buon senso do- vrebbe spingere a rispondere di sì al di là di ogni ragionevole dubbio. Invece a partire dagli anni Cinquanta e a tutt'oggi gli storici si sono arrovellati per spiegare il capillare consenso al regime in Germania (fino alla fine della guer- ra) e in Italia fino a guerra inoltrata) da parte della popolazione.


Le varie fasi della guerra


Le fasi più importanti della seconda guerra mondiale sono le seguenti:


1933-38 Hitler raccoglie nelle sue mani tutte le cariche dello Stato, perciò ha mano libera per costruire uno Stato totalitario; ed inizia per la Germania, smilitarizzata dalla pace di Ver- sailles, un programma di armamenti che ha an- che lo scopo di rimettere in funzione l'econo- mia e di ridurre la disoccupazione. Francia e Gran Bretagna oppongono modeste resistenza alle sue rivendicazioni sui territori della Ce- coslovacchia abitati da tedeschi, tanto più che non hanno interessi economici significativi da difendere nell'Europa orientale.

1935 L'ONU, nelle mani di Francia e Inghil- terra gli USA sono assenti) condanna l'ag- gressione dell Italia all Etiopia e decide san- zioni (mai applicate). Non aveva mai condan- nato gli interventi di Francia e Inghilterra.

1936-39 La vittoria in Spagna del Fronte po- polare, che raccoglie socialisti, comunisti e anarchici, provoca il sollevamento dell'eser- cito. È la guerra civile. Il generale Francisco Franco sconfigge l'esercito repubblicano gra- zie anche all aiuto di Hitler e Mussolini. La guerra provoca oltre mezzo milione di morti. Maggio 1939 Hitler e Mussolini firmano il patto di alleanza, che prevede l'intervento mi- litare se il paese amico è attaccato. Nasce l'Asse Roma Berlino.

Agosto 1939 Germania e URSS firmano il patto di non aggressione. Esso provoca molto sconcerto fra i comunisti europei, che non rie- scono a comprenderne i motivi.

1° settembre 1939 La Germania invade la Po- lonia da ovest e l'URSS da est), che cessa di esistere come Stato. Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania. Inizia la se- conda guerra mondiale. La strategia militare tedesca è basata sulla guerra lampo (blitz- krieg): un'offensiva massiccia e travolgente condotta con l'impiego dell'aviazione e dei mezzi corazzati. Tale strategia , comunque, l'unica capace di assicurare il successo milita- re alla Germania, che non ha i mezzi per condurre una guerra di logoramento.

Il fronte franco-tedesco resta in una situazione di stallo.

1940 La Germania occupa Danimarca e Nor- vegia, per accerchiare la Gran Bretagna ed a- vere il controllo sul mare del Nord.

10 maggio 1940 La Germania attacca la Fran- cia invadendo l'Olanda e il Belgio neutrali e aggirando la linea Maginot. Parigi è occupata e la Francia è costretta alla resa. L armistizio prevede il controllo tedesco su quasi tutto il territorio francese; nel centro-sud si instaura il governo filotedesco di Vichy. L'unico ad inci- tare alla resistenza è il generale Charles de Gaulle, che invia messaggi da Radio Londra dove si è rifugiato.

1940 La Germania tenta di occupare la Gran Bretagna Operazione Leone marino ), ma l'operazione fallisce. Allora Hitler ricorre alla guerra sui mari e in cielo, con bombardamenti massicci e devastanti allo scopo di terrorizzare i civili e indurre il governo inglese alla resa. La battaglia d Inghilterra non ottiene i risulta- ti desiderati.

10 giugno 1940 Mussolini è consapevole che l Italia è impreparata; ma, convinto che il con- flitto sia quasi finito, entra in guerra a fianco della Germania. Intende condurre una guerra parallela alla Germania (=nessuna operazione in comune), attacca la Grecia, ma fallisce. An- che l'attacco all'Africa mediterranea dimostra l'impossibilità di condurre una guerra auto- nomia dalla Germania. L Italia perde la Cire- naica. Finisce così l'impero italiano in Africa.

21 giugno 1941 La guerra diventa mondiale. La Germania invade l'URSS (Operazione "Barbarossa"), pensando a un rapido annien- tamento dell'esercito nemico, ma con l'inver- no la guerra lampo si trasforma in una logo- rante guerra di posizione.

7 dicembre 1941 Il Giappone attacca la flotta statunitense nel porto di Pearl Harbour Ocea- no Pacifico), per contenere l'espansionismo americano e ottenere il controllo sul Pacifico. Stati Uniti e Gran Bretagna dichiarano guerra al Giappone.

Poco prima il presidente inglese Churchill e americano Roosevelt sottoscrivono la Carta atlantica, che stabiliva alcuni principi da se- guire una volta sconfitta la Germania: libertà di commercio, diritto all'autodeterminazione dei popoli, rifiuto della forza nelle controver- sie internazionali. Vinta la guerra, la carta è completamente accantonata. Serviva soltanto a farsi pubblicità davanti ai media.

Primavera-estate 1942 Le forze dell'Asse Berlino-Roma Tokio raggiungono la massima espansione. Poi le sorti del conflitto iniziano a volgere a favore degli anglo-americani e dei sovietici, alleati nella lotta per la resa senza condizioni" della Germania.

La strategia tedesca della guerra lampo falli- sce e la Germania deve ora sostenere su diver- si fronti una guerra di logoramento. L Italia dimostra tutta la sua impreparazione politica, militare ed economica.

Nei paesi occupati dalla Germania sorgono e si diffondono movimenti di resistenza armata. Essi sono tra loro molto diversi per composi- zione, ideologia e programmi politici. Novembre 1942 La sconfitta tedesca a Sta- lingrado e la ritirata italo-tedesca dall'URSS sono i primi sintomi delle difficoltà dell'Asse Roma-Berlino.

10 luglio 1943 I primi contingenti militari an- glo-americani sbarcano in Sicilia, considerata il punto più debole dell'Asse Roma-Berlino.

25 agosto 1943 Il Gran Consiglio del Fasci- smo vota la sfiducia a Mussolini che è arresta- to. Il nuovo governo del generale Badoglio firma con gli anglo americani l'armistizio, che è divulgato l'8 settembre. Mussolini, liberato dai tedeschi, fonda la Repubblica Sociale Ita- liana di Salò (RSI), di fatto sottomessa alla Germania. Il re e il governo fuggono al sud sotto la protezione degli alleati. L'esercito ita- liano, abbandonato a se stesso, si sfalda: lo Stato maggiore non manda nessun ordine. Molti soldati ritornano a casa, convinti che la guerra sia finita; altri sono presi prigionieri dai tedeschi e inviati in Germania. I tedeschi, pre- senti in Italia, occupano militarmente la peni- sola fino a Napoli. Sorgono le prime bande partigiane, che impegnano le forze tedesche. Sono l'espressione dei partiti in esilio, che in- tendono essere presenti politicamente a guerra finita. Esse fanno riferimento al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), che raccoglie tutti i partiti (PCI, PSIUP, DC, PLI ecc ), mes- si fuori legge nel 1925. In tal modo, pur di ri- tornare sulla scena politica, essi sono disposti a ricevere armi dagli americani, a combattere con americani e inglesi, e a scatenare la guerra civile. Prendono il nome di partigiani o di Re- sistenza.

6 giugno 1944 Si apre in Europa il secondo fronte: l'esercito alleato sbarca in Normandia (Francia settentrionale). Il 25 agosto raggiun- gono Parigi. Gli alleati ad ovest e i sovietici ad est penetrano nella Germania. L'aviazione al- leata bombarda pesantemente le città tedesche, provocando oltre 600 mila morti tra la popola- zione civile.

Febbraio 1945 A Yalta, in Crimea, Churchill (Gran Bretagna), Roosevelt (USA) e Stalin (URSS) decidono la spartizione dell'Europa a guerra finita. Il principio di autodeterminazione dei popoli sbandierato nella Carta atlantica (1941) era soltanto propaganda per i creduloni e per gli storici.

25 aprile 1945 Il CLN proclama l'insurrezio- ne contro le forze occupanti , che sono co- strette alla ritirata. La morsa su Berlino si stringe. Mussolini è catturato e, dopo un pro- cesso sommario, fucilato; Hitler si suicida.

7 maggio 1945 La Germania firma la resa in- condizionata. È la fine della guerra. Resiste peancora il Giappone, ma per poco. Inizia- no subito i contrasti tra USA e URSS, i veri vincitori della guerra.

6 agosto 1945 Il presidente americano Tru- man fa bombardare Hiroshima e Nagasaki con due bombe atomiche per costringere il Giap- pone a una resa incondizionata. Le due città e i loro 170.000 abitanti sono dissolti nel nulla.

2 settembre 1945 Il Giappone firma la resa incondizionata. È la fine della guerra.

1945 48 A guerra conclusa (25 aprile 194 ), mentre si stende la Costituzione italiana e fino alla sua entrata in vigore (1° gennaio 1948), le forze democratiche e antifasciste iniziano l'epurazione dello Stato e sterminano 19.000 fascisti (ma anche molti latifondisti e parroci di campagna). Questi crimini sono poi coperti e legalmente sanati con una amnistia genera- le.


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