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Con la definizione di rivoluzione industriale si intende un processo di rapida e intensa trasformazione nell'organizzazione tecnico-economica delle lavorazioni di materie prime accompagnato dalla meccanizzazione in tutta l’Inghilterra attuata grazie all'applicazione della macchina a vapore, a opera di James Watt, in vari settori industriali e nei trasporti, utilizzando una nuova fonte di energia: il carbon fossile.
Diversi fattori favorirono l’inizio del fenomeno nell’inghilterra del XVIII secolo:
i progressi dell’agricoltura
il forte incremento demografico
l'accumulo di capitale mercantile in una società dinamica e aperta alle innovazioni
i progressi tecnici legati allo sviluppo del pensiero scientifico
la disponibilità di materie prime minerarie
sviluppo dei trasporti
territorio favorevole
Iniziativa privata e libera concorrenza gettarono le basi dei liberismo economico. Si affermò il sistema di fabbrica a partire dal settore tessile. Il carbone fu richiesto anche dalla siderurgia e dalla metallurgia.
La rivoluzione dei trasporti (ovvero la creazione di nuove vie di comunicazione, la nascita della navigazione fluviale e la nascita della rete ferroviaria) usufruì dei miglioramento delle strade e dei canali navigabili, ma soprattutto delle invenzioni della nave a vapore e della ferrovia che si avvantaggiarono dell'uso di tipi di ferro più resistenti. I nodi ferroviari determinarono nuove localizzazioni industriali mentre i collegamenti tra regioni interne e porti marittimi favorirono il commercio mondiale.
Sul piano economico-sociale la prima rivoluzione industriale portò alla nascita della borghesia industriale e dei proletariato di fabbrica.
Le esigenze della produzione industriale spinsero le potenze europee ad adottare politiche coloniali di tipo imperialista, specie nel Sud-est asiatico e in Africa.Il grande capitalismo si affermò negli Stati Uniti d'America nella seconda metà dei XIX secolo. La valorizzazione di materie prime e di fonti energetiche si accompagnò ad una massiccia immigrazione dall'Europa, alla creazione della rete ferroviaria, al popolamento da est verso ovest, all'ampliamento dei mercato interno, alla nascita di forti concentrazioni finanziarie.
La spinta iniziale della rivoluzione industriale va ricercata tra le conseguenze della rivoluzione agraria: l'introduzione di nuove piante alimentari di provenienza americana, quali la patata e il mais, le rotazioni agrarie con le foraggere e quindi l'aumento del numero dei bovini e delle possibilità di concimazione naturale permisero un forte incremento delle produzioni agricole e casearie, consentendo di debellare gradualmente le carestie.
L'accresciuta produttività agricola e dunque la minor richiesta di manodopera provocarono l'allonatanamento di braccia da lavoro dai campi, braccia che si aggiunsero alle masse rurali costrette ad abbandonare le campagne per l'eliminazione delle terre comuni, che venivano trasformate in ampie proprietà private mediante le enclosures ossia le recinzioni (si tratta del passaggio dall'openfield al bocage). Questo flusso di manodopera si riversò nei centri manufatturieri alla ricerca di un lavoro, alimentado la formazione del proletariato urbano.
2.1 L'accumulo di capitale mercantile in una società dinamica e aperta alle innovazioni
Tutte le attività mercantili fornivano un guadagno che veniva investito dagli imprenditori in nuovi macchinari, nuova forza lavoro o in nuovi metodi di lavorazione dei prodotti.
Nel 1707, con l'unificazione delle corone inglese e scozzese, la Gran Bretagna divenne uno stato unitario e furono abolite le dogane interne. Si creo' cosi un mercato nazionale abbastanza vasto in cui le merci potevano circolare liberamente, perché non gravate da dazi. Il commercio si avvantaggiava della presenza di mercati esterni protetti, come quello irlandese e quelli delle colonie in Africa, nelle Indie occidentali e soprattutto nel nord America.
2.3 Una nobiltà disponibile all’attività imprenditoriale
La nobiltà inglese, a differenza di buona parte di quella continentale, non aveva un atteggiamento di disprezzo verso le attività economicamente produttive. La mentalità generale era relativamente più aperta che negli altri Stati e la minor rigidità nella struttura sociale permetteva, in certi casi, il passaggio da una classe all'altra.
una borghesia intrapendente, sufficentemente tutelata dalla legislazione
La borghesia britannica godeva di garanzie di carattere civile e politico che non avevano uguali sul continente. Il potere della Camera dei Comuni, dove era rappresentata la grande borghesia, si accresceva sempre più. Questa classe sociale si sentì perciò sostanzialmente garantita nella propria libertà di iniziativa e si trovò nelle condizioni migliori per affrontare i rischi di nuove imprese.
2.5 una mentalità aperta alle novità, plasmata dall’etica protestante del lavoro
Nella formazione della mentalità imprenditoriale della borghesia, influi in modo rilevante l'etica protestante del lavoro, affermatasi anche nel nord America, in Olanda e in Svizzera, che considerava il successo economico un segno tangibile della Grazia divina. Inoltre era diffuso il senso della responsabilità nel rispetto del bene comune: la borghesia del tempo si sentiva chiamata a partecipare alla creazione di un mondo nuovo e perciò era stimolata a ricercare un progresso costante.
Durante il periodo precedente lo scoppio della Rivoluzione Industriale. in Inghilterra vengono raggiunti i presupposti per la sua nascita. Tra questi principalmente la formazione di una massa di proletari e di una borghesia imprenditoriale. Le numerose 'enclosures' messe in atto dai proprietari terrieri, rendono impossibile al ceto povero, che viveva con la pastorizia e l'agricoltura, poter mantenere le propria famiglie; essi devono quindi abbandonare la campagna e dirigersi verso la città, dove formeranno la massa di manodopera a basso costo necessaria per la nascente industria. E proprio le industrie che stavano nascendo , fanno sì che parte dei benestanti si impegni nell'economia industriale, facendo così emergere una nuova classe, quella della borghesia imprenditoriale, attiva nel settore di produzione e commercio dei prodotti. Questa nuova classe, inoltre, rappresenterà una concorrente per la nobiltà, ancora legata alla proprietà terriera e meno disponibile a cambiamenti.
Si determinò inoltre la nascita di un nuovo gruppo sociale, accanto a quello della borghesia: quello degli operai. Mentre nel passato la maggior parte dei lavoratori viveva in gruppi isolati nei vari poderi in campagna, le nuove organizzazioni produttive, le fabbriche, misero a contatto giornaliero centinaia di lavoratori legati allo stesso padrone. Nacquero così le prime forme di associazione tra operai; esse avevano come scopo quello di ottenere miglioramenti alle loro misere condizioni di vita.
Causa e anche effetto della rivoluzione industriale fu anche il fortissimo aumento demografico che avvenne in tutta Europa, ma sopratutto in Inghilterra, e la riduzione della mortalita’ grazie ai miglioramenti in campo igenico e sanitario. Nei grafici si possono apprezzare i risultati di questi effetti.
Con questo schema si può riassumere il sistema capitalistico di quegli anni:
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