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Marziale (38-41/104 d.C.)




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Marziale (38-41/104 d.C.)


E' uno scrittore di epigrammi. L'epigramma era considerato un genere di poca importanza, ora viene esaltato, si vanta di essere secondo solo a Catullo; per lui è un mestiere. Non era povero, aveva un appezzamento di terra "Il Nomentano" e una casetta sul colle Palatino. Era spagnolo, spendeva molto e scriveva epigrammi per rallegrare le case degli amici, dei signori, usando la satira con degli argomenti piccanti. Non coinvolgeva personaggi influenti, si serviva personaggi finti (attraverso falsi nomi)  per colpire i corrotti della società. Rende vana l'affermazione di Plinio il Giovane "Marziale è un uomo molto sincero ma i suoi scritti non sono destinati a durare". Marziale smentisce il suo giudizio. Non era felice, l'epoca è povera di ideali, nostalgia per una società migliore. Il lana lo definisce "poeta della contraddizione": descrive una società ed un mondo che non gli piacciono. Nasce tra il 38-41 e muore nel 104. Nasce in Spagna e le notizie che abbiamo di lui ci sono pervenute da una lettera di Plinio il Giovane. Studia a Roma, conosce Seneca, svolge il mestiere di avvocato perché Quintilliano lo incoraggia ma non gli piace e gli tocca vivere da cliente. Scrive versi d'occasione in circostanze particolari, forse già dagli anni 80 perché quando Tito era al potere, aveva scritto un componimento per l'inaugurazione del colosseo; poi scrive di continuo riuscendo a stampare un libro di componimenti l'anno. Diventa amico degli scrittori più importanti: Giovenale, Seneca, Quintilliano ecc., è un misero cliens e spesso si lamenta di questo. Probabilmente era esagerato, comunque lui a Roma non stava bene. La sua vita era segnata dagli scritti in lode di Domiziano: quest'ultimo da il titolo a Marziale di tribuno militare (anche se il suo reddito era insufficiente) e quindi non gli spettava. Quando Nerva prende il posto di Domiziano, lo loda e quando arriva Traiano, loda anche quest'ultimo ma non viene apprezzato perché si era fatto una cattiva fama lodando gli altri due, lascia la città e ritorna in Spagna, grazie a Plinio che gli paga il viaggio. In Spagna trova una vedova, Marcella, la quale gli regala un terreno e una casetta, ma a causa della lontananza da Roma non riesce più a comporre niente.

OPERE: ci sono pervenuti 1555 epigrammi, brevi componimenti poetici costituiti nella maggior parte da due versi. Sono distici elegiaci ( esametro + pentametro), a volte sono formati solamente da un verso, il più lungo è formato da 51 versi, forse messi in ordine non da lui. Epigramma = iscrizione, riferimento a quelle fatte sulle lapidi, funzione celebrativa dei defunti nell'antichità, il più famoso era Simonoide, che esaltò le gesta delle battaglie di Maratona e delle Termopili, poi con il passare del tempo diventano dichiarazioni amorose, battute scherzose, sono brevi e curati. A Roma i primi epigrammi li scrisse Ennio. Poi ci fu un'evoluzione con Catullo e i poetae novi, servivano a colpire con ironia e celebrare. Con lui si afferma come componimento breve in distici, viene considerato un tipo di poesia facile e viene usato in occasioni legate alla vita mondana. Si usano per mettere in ridicolo le persone per i loro difetti fisici o morali. Così faceva Lucilio che è un modello di Marziale. Fu Marziale a conferire all'epigramma l'autorità di un genere poetico autonomo ed anche ad adottare stabilmente per i suoi componimenti brevi, la nomenclatura di epigrammi. Fa uso della satira ma senza coinvolgere nessun personaggio influente: per questo si serve di uomini finti per non offendere nessuno. La cultura dell'età Flavia, impregnata di classicismo, attribuiva all'epigramma il rango più basso rispetto agli altri generi poetici, poiché privo di una tradizione letteraria che lo nobilitasse. Marziale si dedica in modo esclusivo al genere epigrammatico e dichiara la superiorità della forma breve rispetto al solenne carme epico, polemizza con chi riduce gli epigrammi a Lusus e ioci, dicendo che in realtà scherzano di più i poeti epici che propinano ai lettori le assurde leggende mitologiche. Rimpiange di non poter vivere in tempi più propizi alla poesia: " se vi fossero dei mecenati non mancherebbero dei virgilii". Individua nell'assenza di un mecenatismo di alto livello la causa prima della mancanza di un'ispirazione letteraria seria ed impegnata. Deplora che la società contemporanea consenta che poeti celebrati come lui, attirino l'attenzione per la toga consulta e sprechino il tempo negli omaggi ai ricchi, trascurando l'attività creativa. Nonostante le sue ambizioni letterarie, Marziale non perse mai la sua vocazione d'intrattenitore. In un tempo in cui il linguaggio artificioso e i riferimenti eruditi, rendevano i generi tradizionali (epica, tragedia, storiografia), lontani dai gusti e dalle possibilità di accesso ai lettori comuni: il libri di Marziale si rivolgono ad un pubblico più largo ed eterogeneo, lettori non specialisti, sufficientemente colti per apprezzare arguzia di spirito ed eleganza di diversificazione. La pubblicazione avveniva in occasione della festa annuale dei Saturnali (giochi e svaghi). Da qui, la decisione di raccogliere in volumi, carmi originariamente destinati ad occasioni private o particolari: così nacquero gli epigrammi, raccolti nei libri Xenia (doni per gli ospiti) e Apophoreta (doni da portare via), oggetti offerti ai convitati che si estraevano a sorte prima di lasciare la casa. Egli faticò a far accettare gli epigrammi a chi continuava a disprezzarli, vedendoli come forma poetica usata per offendere. C'era chi leggeva nei suoi epigrammi, riferimenti precisi a due persone, ma il poeta elude ogni riferimento personale affermando che i suoi carmi sono indirizzati contro i vizi e i difetti sociali, non contro i singoli. Il suo scopo è divertire, ed alle accuse dei drammatici, i quali sostenevano che i suoi epigrammi non rispettassero certe regole della letteratura "alta", il poeta risponde che ciò che importa è l'approvazione del pubblico.



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