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La pace di Parigi del 1763 mise fine alla GUERRA dei 7 ANNI ed anche al conflitto che opponeva Francesi ed Inglesi in America. Di conseguenza, le colonie americane furono assoggettate ad una legislazione mercantilistica che, pur limitandone lo sviluppo economico a favore dell'Inghilterra, le lasciava praticamente indenni dal fiscalismo inglese e largamente libere di dedicarsi al contrabbando.
Tuttavia, a partire dal 1764, il controllo inglese sul contrabbando divenne sempre più attento e nel 1766 entrò in vigore una legge che imponeva il pagamento di un bollo sugli atti pubblici ed i giornali. Il primo tentativo di tassare gli americani provocò immediate proteste. I coloni, che non avevano diritto di voto per il Parlamento di Londra, contestarono il diritto del governo di tassarli in base al principio no taxation without representation (=niente tasse senza rappresentanti in Parlamento).
La tensione tra le colonie americane e il governo inglese (che il nuovo re Giorgio III aveva affidato ai Tories) divenne particolarmente acuta nel 1773 quando la COMPAGNIA ORIENTALE delle INDIE venne autorizzata dal Parlamento Inglese a vendere direttamente il suo tè alle colonie americane. Fino a quel momento i mercanti americani avevano preferito procurarsi il tè di contrabbando dagli olandesi, ma, con l'entrata in scena del prodotto della Compagnia, i prezzi sarebbero diventati così bassi da rendere inutile il contrabbando stesso.
Questa situazione era una dimostrazione schiacciante che il Parlamento di Londra era completamente asservito agli interessi della COMPAGNIA ORIENTALE delle INDIE.
Nel dicembre 1773, mentre tutto il Paese era già in agitazione, un gruppo di bostoniani rovesciò in mare il carico di tè che si trovava a bordo delle navi della Compagnia. Subito il governo inglese intervenne con una serie di provvedimenti repressivi contro la colonia del Massachusetts. Un congresso di delegati delle colonie si riunì così a Filadelphia e invitò gli americani a un boicottaggio totale delle merci di provenienza inglese, mentre contemporaneamente si invitava re Giorgio III a contrastare con la propria autorità la tirannide del Parlamento.
Di fronte ai massicci invii di truppe dall'Inghilterra, un secondo congresso, tenutosi a Filadelphia nel maggio 1775, decise di procedere alla costituzione di un esercito di liberazione agli ordini di George Washington, già ufficiale nella precedente guerra contro i Francesi e che godeva di un indubbio prestigio personale anche al di fuori della sua Virginia. L'anno successivo, il 4 luglio 1776, il Congresso di Filadelphia approvò una Dichiarazione d'Indipendenza cui aveva dato un contributo essenziale il proprietario terriero virginiano Thomas Jefferson, la cui cultura politica era imbevuta delle idee di Montesquieu e di Rousseau.
La guerra d'indipendenza durò fino al 1783. Dal 1778 le colonie poterono godere del decisivo appoggio militare francese, negoziato dall'ambasciatore a Parigi Benjamin Franklin. Al congresso di pace tenuto a Versailles, presso Parigi, nel settembre 1783, le colonie furono riconosciute dall'Inghilterra come Stati Uniti d'America, mentre la Francia ebbe una rivincita se non territoriale almeno di prestigio.
Mentre la guerra era ancora in corso, il Congresso di Filadelphia aveva proposto, sin dal novembre 1777, all'approvazione dei singoli Stati un progetto di costituzione; solo nel marzo 1781 questi articoli di confederazione ebbero l'assenso delle assemblee di tutti e tredici gli Stati. Questa prima Costituzione americana sanciva la priorità degli Stati sulla confederazione: essi erano nati e si erano dati una costituzione prima o almeno indipendentemente dalla dichiarazione del 4 luglio 1776 e perciò non intendevano rinunciare alla loro piena sovranità. I poteri affidati all'organo confederale, il Congresso, risultarono perciò piuttosto deboli.
Il timore di una disgregazione della confederazione indusse a convocare nel 1787 un nuovo congresso costituente a Filadelphia. Il nuovo testo accrebbe i poteri dello Stato federale sui singoli Stati e creò la figura di un presidente elettivo. Le elezioni ebbero luogo il 4 febbraio 1789 e George Washington risultò il primo presidente degli Stati Uniti.
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