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Dal 6 aprile 1994 il Ruanda è il teatro di uno dei più spaventosi massacri del nostro secolo. Quella che viene in genere definita una guerra tribale fra Hutu e Tutsi è in realtà una lotta per il potere. Prima del periodo coloniale essere Hutu o Tutsi non faceva alcuna differenza in Ruanda. Inoltre i Tutsi, esclusi i due gruppi privilegiati degli Abanyginya e degli Abega, venivano trattati come la maggioranza hutu. Quello che era importante era invece l'appartenenza ad uno degli innumerevoli sottogruppi. Le cose cominciarono a cambiare quando le potenze coloniali misero i due popoli uno contro l'altro.
La politica delle
potenze coloniali .: su :.
Per capire come si sia giunti alla situazione attuale è necessario tener
presenti alcuni avvenimenti che hanno segnato la storia del paese. Dopo la
prima guerra mondiale il paese passò dalle mani della Germania a quelle del
Belgio (1918), dove rimase fino all'indipendenza (1962).
Verso la metà degli anni Venti i belgi ed i missionari cattolici, che di fatto
partecipavano al governo del paese fin dalla fine del secolo precedente,
iniziarono un trattamento preferenziale nei confronti dei Tutsi: nella
formazione scolastica, nell'amministrazione e negli incarichi politici. Ogni
occasione era buona per evidenziare le differenze fra le due etnie. L'obiettivo
era quello di sviluppare nei Tutsi un senso di superiorità. La maggioranza
degli Hutu fu costretta perciò ad un ruolo subalterno. A metà degli anni
Cinquanta, quando i Belgi ed i missionari si resero conto che il paese
reclamava l'indipendenza, ci fu un brusco cambiamento: la maggioranza hutu
avrebbe dovuto assumere il potere.
Fra il 1959 ed il 1961 il Movimento per l'Emancipazione degli Hutu spodestò la
classe dirigente tutsi, abbatté la monarchia e proclamò la repubblica. Negli
scontri vennero uccisi migliaia di Tutsi. Altre centinaia furono costretti a
rifugiarsi nei paesi limitrofi. Nel 1961 il partito vincitore nominò presidente
Kayibanda, che sarebbe rimasto in carica fino al 1973.
I popoli del Ruanda .: su :.
Hutu - 6.450.000
Tutsi - 645.000
Twa - 29.000
Fonte: censimento 1991
Il 1° luglio 1962 il Belgio, che dal 1946 amministrava
il paese su mandato fiduciario dell'ONU, lasciò il Ruanda, che divenne così
indipendente. Fino ad allora la storia del Ruanda era stata determinata da
forze politiche esterne (la Germania, il Belgio e, non ultimi, i missionari).
Nel 1973 i Tutsi furono oggetto di nuovi massacri. Questa volta furono il
pretesto per un putsch: il potere fu preso dagli Hutu del nord, guidati dal
generale Habyarimana. Molti esponenti del governo spodestato, per lo più
originari del sud, vennero arrestati ed uccisi in carcere. In quell'occasione
anche molti Hutu appartenenti all'opposizione caddero vittime della violenza
politica.
Il 'Fronte
Patriottico' .: su :.
Nel 1990 i problemi sociali, economici e politici causati da 17 anni di
dittatura avevano ormai compromesso il regime di Juvenal Habyarimana. I ribelli
del FPR (Fronte Patriottico Ruandese), formato in buona parte dai figli di
coloro che si erano rifugiati nei paesi vicini fra il 1959 ed il 1961,
cercarono di sfruttare la situazione per rovesciare il regime di Kigali
(capitale del Ruanda, n.d.t.). Nel 1991 la nascita di vari partiti di
opposizione ha spezzato il monopolio del partito unico. Ma i vecchi metodi
della lotta politica, dall'intimidazione all'eliminazione fisica
dell'avversario, sono rimasti gli stessi. Da entrambe le parti ci sono stati
altri morti. Molti hanno testimoniato l'esistenza di squadroni della morte
organizzati ed assoldati direttamente dalle forze di governo.
Dopo due anni di guerra civile entrambe le parti hanno riconosciuto che il
conflitto non poteva esser risolto militarmente. Nell'agosto 1993 è
stato concluso un accordo di pace ed i ribelli dei FPR sono entrati nel governo
di transizione (Accordo di Arusha). Con la firma del trattato di pace era ormai
chiaro che il potere di Habyarimana vacillava. Per evitare il tracollo il
presidente ed i suoi uomini hanno formato gruppi di killer ed hanno compilato
una lista di persone da eliminare.
Il 6 aprile .: su :.
Il 6 aprile, con l'omicidio del presidente, si
è scatenato quello che giustamente è stato definito un genocidio. Quello che è
accaduto in Ruanda fino ad oggi non è il frutto dell'azione di pochi ma il
massacro pianificato dei Tutsi e degli Hutu appartenenti all'opposizione.
Neanche adesso, con il paese diviso e l'FPR al governo, sarà facile per i
sopravvissuti costruire un comune futuro di pace.
Una cosa è certa: i responsabili non potranno restare impuniti come è successo
in passato. I Ruandesi devono trovare una lettura comune della propria storia
senza farsi più ingannare dall'opportunismo politico. Dobbiamo cercare tutti
insieme di trarre dal passato le dovute conseguenze, in modo che una tragedia
come questa non possa più ripetersi.
Ai margini della
società: i Twa del Ruanda .:
su :.
I Twa (o Batwa) sono sempre stati ai margini della società ruandese. Secondo il
censimento dei 1991 vivono nel paese 29.000 Twa (altre comunità si trovano in
Burundi, Uganda e Zaire). Vengono considerati Pigmei, ma a differenza di questi
non sono fisicamente molto diversi dagli altri ruandesi. I Twa sono stati
oppressi dai Tutsi, la minoranza aristocratica e guerriera, come dagli Hutu. È
raro che possiedano della terra; finora la loro principale fonte di sussistenza
è stata la produzione e la vendita di ceramica, ma oggi l'importazione dei
contenitori di plastica sta riducendo in modo drastico il loro mercato. Molti
lavorano a giornata nelle fattorie hutu. Altri si dedicano con successo alla
danza ed alla musica.
Un secondo gruppo Twa, chiamato anche Impunyu, ha
vissuto fino a poco tempo fa nelle foreste dedicandosi alla caccia ed a piccole
attività di raccolta. Alcuni di loro hanno curato i campi che sorgono nella
foresta di Nyungwe, ma la maggior parte è stata costretta a lasciare la terra.
Nei primi anni Ottanta, infatti, la foresta del Gishwati, nel nord-ovest del
paese, è stata disboscata per un progetto della Banca Mondiale che prevedeva la
creazione di pascoli e piantagioni di tè. Nel progetto mancava un piano di
reinsediamento per gli Impunyti, così questi sono stati costretti
all'accattonaggio. Successivamente si è cercato di farli tornare
all'agricoltura, ma con risultati assai modesti.
I Twa non possono usare le fontane pubbliche. Gli Hutu ed i Tutsi li
disprezzano profondamente. Molti di loro vengono percossi od uccisi solo perché
cercano di acquistare un po' di terra. Inoltre vengono spesso arrestati perché
non sono in grado di pagare le tasse. La tassa matrimoniale, in particolare,
comporta loro molti problemi: i figli di coloro che non possono pagarla non
vengono ufficialmente riconosciuti e quindi, per esempio, non possono avere
documenti personali.
Tra il 1991 ed il 1992 un gruppo di Twa ha fondato due organizzazioni per la
difesa dei proprio popolo: l'APB (Association pour la Promotion des Batwa) e
l'ADBR (Association pour le Développement Globale des Batwa de Rwanda). L'APB
ha portato avanti un programma di formazione per sarti e falegnami,
un'associazione femminile ed una compagnia di musica e danza. I Twa vengono
discriminati anche nei campi profughi. Laddove scarseggiano il cibo, l'acqua o
lo spazio è molto più difficile sopravvivere per un Twa piuttosto che per un
altro profugo ruandese.
Inoltre molti Twa, essendo privi di documenti personali, incontrano grossi
problemi sia al momento della fuga che al momento del rimpatrio. Di tutti
questi problemi dovrebbero prendere atto le organizzazioni umanitarie, che
finora hanno riservato ai Twa un'attenzione assai scarsa.
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