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La nascita dell'impero
Per porre le basi di uno stato nuovo Ottaviano doveva rifarsi al passato per restaurare un ordine che il caos aveva turbato. La restaurazione dell'immagine del passato era la condizione necessaria per organizzare un più forte consenso intorno alla rivoluzione effettiva del presente. L'impero si trovava accumunato da un forte desiderio di riconciliazione.
Nel 27a.C. Ottaviano restaurava la legalità repubblicana e la sua persona godette di una particolare autorità. Accettò di farsi chiamare principe del senato. La massima autorità del senato si identificava con quella dello stato: nasceva il principato. Nella stessa seduta del 27 a.C. gli fu conferito il nome di Augusto. Dopo dieci anni di consolato lasciò l'incarico nel 23 a.C. Ad Augusto vennero conferiti due strumenti per il controllo del potere: la tribunicia potestas e l'imperium proconsulare. La potestà tribunicia conferiva al principe
l'inviolabilità sacrale della sua persona e il diritto di far votare la plebe. Augusto non depose più questa carica che ogni anno gli veniva rinnovata. L'imperium dava ad Augusto il diritto di esercitare su tutte le province dell'impero il supremo comando militare. Il suo imperium era maius e infinitum. Tutti esprimevano una generale adesione al programma politico di Augusto e una particolare devozione alla sua persona. Egli sapeva che gran parte del suo successo era dovuto alla fedeltà delle truppe. Durante i lunghi anni del suo regno non subì attentati alla sua sicurezza ma decise lo stesso di dar vita ad un corpo speciale di truppe scelte: i pretoriani. Ai cavalieri Augusto riservò il compito di gestire le nuove cariche offrendo loro prospettiva di carriera nello stato. I cavalieri furono chiamati a dirigere la flotta e le truppe pretoriane. Parte dell'amministrazione pubblica fu gestita invece dai Liberti e dagli Schiavi di Augusto. Le decisioni più delicate venivano prese in un vertice ristretto il consilium principis. In esso spiccavano Agrippa e Mecenate. La celebre riunione del 27 a.C. aveva portato infatti a definire 2 gruppi di province: senatorie e imperiali. Le prime erano affidate ai proconsoli o propretori le seconde invece erano affidate ad Augusto che le governava attraverso rappresentanti scelti fra i senatori legati augusti o i cavalieri procuratores. L'Egitto invece era governato da un prefetto alle dirette dipendenze di Augusto.
Per molti anni, dal 29 al 12 a.C. le truppe furono impegnate per sottomettere le popolazioni spagnole . A partire dal 25 a.C. ebbero inizio le operazioni militari lungo l'arco alpino, prima con la conquista del territorio dei Salassi, in seguito alla quale fu fondata Aosta, poi con la riduzione in provincia delle Alpi Marittime. Si procedette alla conquista della Rezia e del Norico. Tra il 12 e il 8 a.C. si creò la provincia della Pannonia e della Mesia. La Tracia invece era controllata tramite un re disposto da Roma. Augusto si avventurò in una lunga e rischiosa campagna militare contro la Germania. A guidare le operazioni furono i due figli che Livia aveva avuto dal suo primo matrimonio con Tiberio Claudio Nerone. Ma il primo Druso morì in Germania nel 9 a. C. il secondo Tiberio, dopo aver raggiunto l'Elba fu costretto ad una ritirata. Il suo posto fu preso da Quintilio Varo. Le truppe romane vennero travolte a Teutoburgo nel 9 d.C. per Augusto fu la più grave sconfitta della sua vita. Nonostante un'attività militare intensa, negli anni di Augusto ci fu dunque una sostanziale pacificazione dell'impero. La pax Augusta venne celebrata dalla propaganda imperiale nell'arte, nelle monete. Con una solenne cerimonia Augusto celebrò la chiusura del tempio di Giano ammessa solo in tempo di pace. I temi indicati da Augusto come valori fondamentali della società era sostenuti da una propaganda . Animatore di questo rapporto fu Mecenate. Già molti anni prima di morire Augusto aveva pensato alla sua successione. In un primo tempo aveva pensato, come suo possibile erede, a Marcello, marito della sua unica figlia Giulia. Alla morte di questo Giulia sposò Agrippa. I figli di Giulia e Agrippa, Gaio e Lucio, furono adottati da Augusto che su di loro ripose le speranze di successione. Ma entrambi morirono in giovane età e Augusto fu indotto ad adottare Tiberio, il figlio di Livia che, dopo la morte di Agrippa, era divenuto suo genero per aver sposato Giulia. Alla morte di Augusto l'ascesa al trono da parte di Tiberio avvenne senza scosse. Tiberio rinunciò a molti degli onori riservati ad Augusto. Il senato acquistò un peso politico maggiore ed assunse il controllo delle elezioni dei massimi magistrati dello stato. Tiberio inviò il prorio nipote Germanico, figlio di Druso a controllare la difficile situazione militare lungo i confini dell'Europa centrale. Quindi tra il 17 e il 19 lo stesso Germanico fu inviato in Oriente. La Cappadocia e la Commagene vennero trasformate in province. La morte di Germanico gettò ombre sull'imperatore creando un fossato tra lui e l'opinione pubblica. Alla sua morte avvenuta nel 37, Tiberio lasciò lo stato romano in buone condizioni economiche. Sia il senato che i pretoriani si trovarono concordi nel riconoscere come nuovo principe Gaio Cesare detto Caligola. Egli istaurò un clima di terrore. I beni confiscati alle sue vittime andavano a colmare nelle casse dello stato i vuoti creati da una politica di spesa incontrollata. Fece una spedizione militare in Germania e in Britannia conclusa con un fallimento la stessa annessione all'impero della provincia della Mauuritania avvenne per un capriccio dell'imperatore.
Non appena si presentò l'occasione un manipolo di pretoriani lo uccise. Lo zio cinquantenne del defunto imperatore fu scelto dai pretoriani senza tanta convinzione, Claudio era sempre stato tenuto in disparte dall'ambiente di corte e considerato non del tutto normale. Egli istituì nell'ambito dei palazzi imperiali una solida burocrazia.Chiamò alla direzione dei nuovi uffici i suoi liberti. Consolidò l'annessione della Mauritania ridusse a provincia la Tracia recuperò in Germania le insegne perdute da Varo e riprese il progetto di conquista della Britannia portato a termine nel 43. Claudio morì nel 54 forse per mano di Agrippina. Nerone successore di Claudio governava seguendo i consigli della madre e del filosofo Senaca. Ma nel 59 si sbarazzò della madre facendola uccidere. Tre anni dopo fece uccidere la moglie Ottavia per unirsi a Poppea che morì anche lei per mano di Nerone nel 65. Nel 64 un grave incendio distrusse Roma subito la colpa venne data a Nerone che fece ricadere la colpa sui cristiani. Nel 62 Nerone avviò una politica di terrore, fece anche uccidere il suo fidato generale Domizio Corbulo perchè lo vedeva come una minaccia per il suo potere. Nel 61 una rivolta aveva scosso la provincia di Britannia oppressa dal fiscalismo nel 66 una ribbellione scosse la Giudea. Nerone preferiva invece curare la propria immagine. Lo scontento montava in particolare in Occidente. La Gallia si rivoltò sotto la guida di Giulio Vindice. Nella Spagna Sulpicio Galba si fece portavoce del malcontento dei provinciali. Senatori e pretoriani fecero una rivolta e Nerone preferì uccidersi piuttosto che essere prigioniero.
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