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La crisi del '300




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LA CRISI DEL '300


I MALI DELL'EPOCA

La peste arrivò in un momento già molto critico per l'Europa:

economia aveva perso lo slancio avuto dopo il Mille. La peste ne aumenta la regressione

molti mali affliggevano la popolazione:

CLIMA: contrariamente a quando pensavano gli abitanti dell'epoca non ci fu un raffreddamento del clima, bensì un aumento della piovosità. Piogge troppo abbondanti soprattutto in corrispondenza delle semine autunnali e primaverili ebbero conseguenze negative sulla produttività, ma non furono la causa principale della crisi

GUERRE: i contadini già abituati a saccheggi e ad attacchi di soldati, ma erano comunque episodi saltuari. Nel '300 invece si assiste a una serie di guerre ininterrotte, soprattutto in Francia e nelle Fiandre, che portavano a saccheggi sistematici con i quali i soldati si alimentavano e integravano la paga. Questo fu uno degli elementi più distruttivi, infatti c'è uno stretto rapporto tra il reclutamento di mercenari e i saccheggi sistematici; tra il passaggio dei soldati e la diffusione delle malattie; la frequenza dei saccheggi e l'impossibilità di recupero.

PESTILENZE: normalmente il calo demografico dovuto alle pestilenze era recuperato in breve tempo, con nuovi matrimoni, nuove nascite, l'abbassamento dell'età del matrimonio,.  Per quanto riguarda il '300 invece la peste aveva un carattere forte e ricorrente, che ostacolò la possibilità di recupero.

Tutto ciò causò un regresso demografico e gravi conseguenze sociali ed economiche.


PREZZI E SALATI

Il calo demografico portò al crollo dei prezzi, soprattutto a quello dei cereali.

Era infatti maggiore il numero dei decessi della parte della popolazione che consuma, ma non produce, di conseguenze si forma un divario tra il numero dei consumatori e quello dei produttori, causando un andamento negativo dei prezzi, ovunque, ad eccezione dell'Italia settentrionale e dell'Olanda. In Lombardia, infatti, l'espansione fu favorita dal sostegno degli imprenditori e dalla manodopera dei regni vicini. In Olanda furono strappate al mare molte terre, ci furono progressi nell'allevamento.

L'espansione demografica porta soprattutto molta mano d'opera e come conseguenza salari piuttosto stabili.

Il calo demografico invece causa una diminuzione dei lavoratori e quindi le prestazioni si fanno più care. I contadini aumentarono il loro potere contrattuale e ottennero condizioni favorevoli.


I PROBLEMI DELL'ECONOMIA SIGNORILE

Nel '300 la grande azienda andò in crisi; numerosi signori furono costretti ad abbandonare le aziende per svolgere una vita militare.

La crisi provocò:

Calo dei prezzi

Aumento del prezzo della manodopera

Aumento del prezzo delle attrezzature

Molte attrezzature andarono in disuso e in rovina

Spesso le aziende andarono in mano a amministratori avidi e inefficienti.

Tutto ciò portò alla caduta dei redditi signorili: crolla anche il valore della terra. Con eccezione dell'Italia settentrionale, a causa di una situazione più stabile.

Più stabilità politica + maggiore area dei domini + migliore gestione = le famiglie più nobili resistettero meglio.

Na nobiltà reagisce in vari modi:

Aumento del canone d'affitto

Nuove corvées

Nuove imposte.

Nelle zone dove il potere centrale era debole si ha

Espansione dei poteri signorili

Diffusione della servitù della gleba

Più censi, più corvées

Rivolte

Altri espedienti:

passaggio dalla condizione DIRETTA  a quella INDIRETTA. Le grandi aziende furno divise il lotti dati poi in affitto a contadini. I nobili tuttavia pretendevano che l'affitto fosse pagato in natura o che la somma in denaro fosse adeguata al potere d'acquisto della moneta.

Mezzadria: proprietari anticipavano ai contadini i mezzi di sussistenza, la semente, gli attrezzi, in cambio di una quota del raccolto. Questo avvenne soprattutto nelle zone meridionali.

Tutto ciò favorì alcuni contadini che riuscirono ad arricchirsi.


I nobili portarono anche un duplice attacco alla Chiesa:

Si impadroniscono con la forza di beni ecclesiastici utilizzando a loro favore le critiche contro la ricchezza della Chiesa.

Si accaparrano le funzioni ecclesiastiche più prestigiose e lucrative.


In alcuni casi si diedero al brigantaggio e alla rapina.


Unica soluzione, anche se questi provvedimenti non risolsero i problemi economici dei nobili:

riconversione delle aziende, cioè un incremento delle attività in rapporto alle esigenze del mercato. Alcuni proprietari decisero di organizzare la produzione scegliendo generi che avevano facile collocazione sul mercato.

Questo avvenne soprattutto in Inghilterra, dove si diffusero le "encosures" (recinzioni), con le quali erano delimitati gli "openfields" (campi aperti). Queste furono adibite all'allevamento e i contadini che vi esercitavano i diritti di pascolo furono allontanati.


TRASFORMAZIONE DELLA NOBILTA'

Avvenne una trasformazione della nobiltà stessa. Il gruppo era molto stratificato: vi erano infatti alcuni nobili ricchi con possedimenti e castelli e la maggioranza era composta dalla nobiltà più povera (piccoli e medi contadini).

Diventò un gruppo fluido, in continuo rinnovamento, soprattutto perché molti nobili si dedicavano alla guerra.

Vi erano conseguenze per il patrimonio: la principale preoccupazione è la divisione equa tra i figli: molti quindi diventano ecclesiastici.

Faceva contrasto a questo deflusso l'ascesa di nuovi individui come contadini e borghesi che entrarono a far parte della nobiltà.


LE RIVOLTE CONTADINE

Gravissimi conflitti sociali, a causa delle guerre, dell'inasprimento delle ricchezze finanziarie, della poca produzione.

z   1358 : JACQUERIE: dal nome del capo dei rivoltosi, Jacques Bonhommes. I signori chiamavano Jacques tutti i contadini e così Jacqueries diventarono le rivolte contadini.  Migliaia di contadini della Francia si ribellarono per protestare contro le devastazioni portate dalla guerra. Ottennero l'appoggio della lega dei mercanti.

Fu una rivolta breve ma furiosa soffocata da Carlo II di Navarra, con una repressione che causò la morte di 20 mila uomini.

z   1381 : KENT e ESSEX: a causa delle campagne inasprite dalle lotte tra i signori locali e maggiori obblighi per i contadini.

Il Parlamento decise di applicare la "poll-tax", cioè un'imposizione personale su tutti gli abitanti maggiori di 15 anni.

La rivolta scoppiò giudata da Wat Tyler e John Ball. I rivoltosi fecero attacchi a castelli, magazzini e abitazioni signorili.

Invasero la città di Canterbury, sede del palazzo dell'Arcivescovo.

Molti contadini furono liberati dei loro obblighi.

La rivolta così si andava generalizzando contro tutti i potenti, laici o ecclesiastici che fossero.

Nemmeno il fronte dei contadini era omogeneo: c'erano diverse correnti:

contadini poveri, privi di terra, spinti dalla fame che chiedevano la confisca delle terre ecclesiastiche, una ridistribuzione la libertà di lavoro, la ricostruzione di terre comuni.

Contadini agiati, che lottano per una diminuzione delle corvées e dei censi.

A volte tuttavia lottavano per motivi più radicali, come l'aspirazione alla giustizia universale. Si pensava infatti ad una società ideale, nella quale gli uomini sarebbero vissuti con i beni messi in comune. Si attendeva una nuova età dell'oro, un millennio dominato dall'uguaglianza. Questo volere era anche del basso clero e del proletariato urbano che non aveva interesse per i rapporti tra proprietari e contadini, ma aspiravano alla lotta contro la povertà e l'ingiustizia.

Questa diversità di scopi portò ad un indebolimento della compattezza.

Nel giugno del 1381 venne occupata Londra, le case dei ricchi date alle fiamme.
Riccardo II accoglie le richieste e concede

Abolizione della servitù

Alleggerimento delle prestazioni di lavoro

Amnistia generale

I contadini soddisfatti tornarono alle loro case, ma furono colti da una repressione violenta e sistematica.


LA RIVOLTA DEI CIOMPI

Nel '300 ci fu anche la crisi dei traffici commerciali e quindi delle manifatture urbane.

Duri furono gli scontri tra i datori di lavoro e i lavoratori.

FIRENE: subisce drammatici contraccolpi per la crisi economica: falliscono le due principali banche e la città uscì dal giro della finanza europea.

Nelle grandi città i laboratori e le botteghe erano in mano ai grandi imprenditori che fornivano materie prime e attrezzature. I lavoratori erano sottomessi, retribuiti miseramente, nessun diritto politico, duramente puniti per infrazioni minime, incarcerati per debiti. A causa di questa forte oppressione a Firenze era grave la situazione delle Arti della Lana che era il lavoro di 1/3 dei cittadini impiegate nelle opere manifatturiere.

Rivolta dei Ciompi: si ribellano perché costretti a lavorare 18 ore al giorno. Cercano di darsi un'organizzazione autonoma nel 1344, ma il governo nega loro il permesso.

Un operaio di nome Ciuto Brandino fu impiccato dopo aver organizzato un'associazione che raccogliere fondi per promuovere l'azione.

La situazione precipita nel 1378 a causa della crisi politica.

Firenze era occupata in guerra con il papa Gregorio XI, nella guerra degli 8 Santi, che era u conflitto di carattere economico: il papa aveva infatti porto un embargo a Firenze. Nel 1378 Firenze accetta la pace di Rivoli a caro prezzo, infatti fu costretta a pagare un forte indennizzo, che causò un aghgravaento delle finanze.

Ci fu la rottura tra la fazione guelfa e quella ghibellina, una contro e l'altra a favore della guerra.

Un esponente della forza ghibellina, Salvestro de' Medici cercò l'appoggio della popolazione e scatenò la rivolta.

I Ciompi, guidati da Michele di Lando si impadronirono del palazzo del podestà.

Con l'appoggio delle Arti minori riuscirono a creare le Arti del popolo minuto, cioè un'organizzazione di operai. Queste erano mal viste dalla borghesia.

I padroni dell'Arte della Lana chiudono le botteghe scatenando il malcontento generale.

Scoppiò così la lotta tra i Ciompi e l'Alta Borghesia. Avvenne la svolta decisiva quando le Arti Minori abbandonarono i Ciompi e l'Arte dei Ciompi venne sciolta, i capi imprigionati ed impiccati, nel 1382, sotto il governo dei Guelfi.

Motivi del fallimento:

Relativo isolamento: i Ciompi mirano a obiettivi che riguardano solo loro.

Assenza con la popolazione delle campagne: fu una rivolta solo urbana.


I TEMPI DEL LAVORO

Il tempo tradizionale = tempo agricolo: il lavoro durava dall'alba al tramonto ed era regolato del suono delle campane.

Dal '300 il tempo divenne più razionale: i padroni cercarono di allungare la giornata lavorativa.

La campana, da strumento di fede e richiamo diventa strumento per botteghe e manifatture.

Nasce un tempo più moderno, più laico.

Nascono i primi orologi verso la fine XIII sec. La loro diffusione era proporzionale al grado di urbanizzazione. Fu tuttavia una diffusione lenta, soprattutto a causa dei costi.

Nasce l'ora di 60 min.

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