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Il mondo dei Greci
La civiltà sviluppatasi nel mondo greco presentò aspetti profondamente innovativi rispetto alle altre che si erano manifestate in precedenza nel Vicino Oriente. Non solo fu completamente diverso l'atteggiamento verso i problemi politici e religiosi, ma diversi furono anche i metodi seguiti per raggiungere il sapere e la sensibilità verso le opere d'arte.
Le principali divinità erano quelle olimpiche (così chiamate perché si riteneva avessero sede sul monte Olimpo): esse, a differenza degli uomini, avevano il privilegio dell'immortalità, ma degli uomini avevano vizi e virtù. Al di sopra delle divinità vi era il Fato, contro il quale nulla era possibile.
I sacerdoti non erano considerati rappresentanti delle divinità sulla terra, così come avveniva presso i popoli orientali; essi erano semplicemente dei funzionari statali, degli esperti incaricati dalla polis di celebrare i sacrifici a nome di tutta la collettività.
Accanto alla religione ufficiale esistevano altri livelli di religiosità: attraverso i culti misterici il singolo individuo cercava di stabilire un contatto diretto e personale con la divinità per calmare le proprie sofferenze, per invocare aiuto e protezione su di sé, soprattutto per assicurarsi una sorte migliore nella vita ultraterrena.
Era inoltre convinzione comune che gli dei potessero manifestare la loro volontà e predire il futuro attraverso gli oracoli: per questo motivo sorsero numerosi santuari, meta di pellegrinaggi continui, il più famoso dei quali era a Delfi, dove si trovava l'oracolo di Apollo.
In Grecia l'arte cessò di essere al servizio del potere o della religione e acquistò un valore autonomo. Uno scultore o un pittore portavano a termine il loro lavoro anche per realizzare un'opera che desse piacere a chi la osservava, che stimolasse nell'osservatore un senso di ammirazione. L'artigiano greco, se paragonato a quello orientale, godette di una maggiore considerazione anche se non poteva aspirare a salire nella scala sociale perché per vivere doveva esercitare un lavoro manuale.
Il mondo delle poleis fu il luogo d'origine della filosofia, di una rivoluzione intellettuale che portò l'uomo greco a cercare di capire l'universo che lo circondava non facendo ricorso al mito ma attraverso la forza dimostrativa della ragione. Il sapere presso i popoli orientali era un sapere immobile, esclusivo privilegio delle caste sacerdotali, in quanto era considerato il frutto di una rivelazione divina; ogni cambiamento sarebbe stato sacrilego perché avrebbe significato andare contro un ordine voluto dagli dei. I primi filosofi rifiutarono totalmente questa concezione: ogni teoria doveva essere il risultato del ragionamento, che solo attraverso la ricerca personale, il dubbio e la critica giungeva a proporre nuove soluzioni. La filosofia perciò tendeva all'elaborazione di una cultura libera e progressiva.
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