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IL CRISTIANESIMO: LE CHIESE EPISCOPALI E IL MONACHESIMO DELLE ORIGINI sec. IV - VI.
Il Cristianesimo che si stava organizzando aveva mantenuto le strutture amministrative dell'impero che si stava dissolvendo.
CRISTIANESIMO E EUROPA.
Portò ad una unica fede e si attuò per due principali strade.
1: la via istituzionale che portò alla creazione della struttura urbana ecclesiale che permise l'aggregazione della popolazione attorno alle varie strutture, a il suo governo da parte dei vertici ecclesiali.
2: individuale, scelta monastica dettata dalla fede ed evangelizzazione sempre più allargata, nonchè l'organizzazione sociale da essa derivata (Acculturazione).
CHIESA, CITTA, DIOCESI.
L'evangelizzazione si concretizzava attraverso la fondazione di chiese battesimali e pievi direttamente controllate dall'episcopio. La cellula territoriale di riferimento era la DIOCESI governata dal Vescovo. L'evangelizzazione fu comunque una reciproca compenetrazione tra culto nuovo e preesistenti. Le realtà territoriali erano diverse: al Nord poche città e grandi circoscrizioni, al sud il contrario. Se in una città si insediava un vescovo, era più facile che essa sopravvivesse. Si vennero a creare così le diocesi METROPOLITE che godevano di maggior importanza rispetto a entità territoriali più piccole. Il primato lo aveva idealmente il vescovo di Roma come successore di Pietro, ma era spesso osteggiato da altre città, e che solo nell' XI° sec. divenne supremazia.
I MONASTERI E LE CAMPAGNE
Dopo l'evangelizzazione arriva il monachesimo, che è però una scelta individuale e di rifiuto del mondo in cambio del sacrificio e dell'ascesi (Eremitaggio anche in deserti). Poi però ci fu un ritorno alla vita comunitaria e qualcuno regolamento il modo di vita monastico favorendo la creazione di piccole comunità (in Italia verso il IV° sec.). Girolamo fu una figura importante verso il 380 e dopo il suo eremitaggio nel deserto siriano tornò a Roma e divenne un referente religioso importante per l'aristocrazia. Cominciò allora a diffondersi l'esperienza monastica. Altro protagonista fu Benedetto da Norcia con la sua Regola monastica (prega e lavora). Altra importante realtà fu l'Irlanda con una forma monastica molto più ascetica e rigorosa che fu apprezzata presso Franchi e Longobardi. Si diffuse anche in Gallia e arrivarono fino a Piacenza.
LA CONVERSIONE DEI BARBARI: UN PROCESSO DI ACCULTURAZIONE.
Se i missionari riuscivano a convertire i re barbari era fatta; erano gia ben predisposti al messaggio, e le aristocrazie non persero l'occasione per sacralizzare ancora di più la loro posizione. Di contro però entrò la forza e la violenza dei germanici nel culto ecclesiale. Si diffusero nei monasteri i soldati di Dio. Per Visigoti e Longobardi il processo di acculturazione fu doppio, prima nelle loro terre con l'arianesimo e in seguito nelle terre di conquista con la conversione al cristianesimo.
QUESTIONI DOTTRINALI.
La sostanziale indipendenza delle varie sedi patriarcali produsse una grande quantità di interpretazioni di culto con forti contrasti dogmatici. La Trinità era il pomo di discordia; il problema era definire la natura della figura di Cristo. L'arianesimo sbaglio'. L'ORTODOSSIA POLITICA che ne scaturì era la compenetrazione tra potere pubblico e cristianesimo. L'imperatore era il difensore del culto e per questo discostarsene voleva dire disobbedienza civica. In Oriente presero piede il nestorianesimo che valorizzava la persona di Cristo, e il monofisismo che sottolineava la sua divinità. Giustiniano cerco con l'editto dei tre capitoli di condannare le due precedenti interpretazioni, ma i vescovi di Occidente lo presero come un atto di espansione e la chiesa si spaccò. Lo scisma durò fino al VII° sec. L'obbiettivo di Giustiniano fu quello di ritrovare un dogma unitario ed ebbe successo in occidente dove il potere imperiale era indebolito, ma non in oriente dove la monarchia era forte e vitale.
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