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La seconda guerra mondiale
LA FIGURA DI ADOLF HITLER
Adolf Hitler nacque nel 1889; figlio di un doganiere austriaco, dopo la sconfitta della Germania alla fine della I Guerra Mondiale, s'iscrisse al partito tedesco dei lavoratori per partecipare alla ricostruzione del Paese. Nel 1921 divenne il fuhrer (guida) indiscusso del partito.
Con la promessa di creare una Germania forte, ricca e potente, Hitler, nelle elezioni del 1930, attirò milioni di elettori.
Nel gennaio 1933 fu nominato cancelliere e, giunto al potere, si trasformò rapidamente in un dittatore: in breve tempo l'economia, i mezzi di comunicazione e tutte le attività culturali furono posti sotto l'autorità nazista. Per Hitler la pura razza ariana, cioè quella germanica, ha una superiorità su tutte le altre, quindi gli ariani si devono imporre come dominatori, annientando o sconfiggendo le stirpi slave, quelle latine e quelle nere. Gli ebrei soprattutto, diffondendo le idee democratiche, hanno inquinato lo spirito guerriero dei tedeschi e devono essere fisicamente distrutti.
LO SCOPPIO E L'EVOLUZIONE DEL CONFLITTO
Nel 1938 il primo ministro inglese Chamberlain e Mussolini, capo del governo italiano, avevano consentito a Hitler di annettere alla Germania molti territori di cui parte della Cecoslovacchia e la città di Danzica, in Polonia.
Il 22 maggio 1939 Mussolini firma con Hitler il Patto d'Acciaio con il quale s'impegnava in caso di guerra ad intervenire a favore dell'alleato ma fu costretto a proclamare la non belligeranza dell'Italia data la scarsa preparazione militare.
Poi il 23 agosto 1939 Hitler e Stalin danno vita all'accordo russo-tedesco il quale prevedeva lo spartimento dei territori posti fra Germania e URSS.
La II Guerra Mondiale scoppiò il 1° settembre 1939 in seguito all' invasione della Polonia da parte della Germania dopo la conquista di diversi territori per la ricerca dello spazio vitale (Lebensraum).
Allora il 3 settembre Francia e Gran Bretagna, dopo aver chiesto inutilmente a Hitler di ritirare le sue truppe, gli dichiararono guerra ed erano propense per dichiararla anche all'URRS, ma l'impreparazione lo impedisce.
In meno di un mese la Polonia fu occupata. Le truppe polacche si arresero il 28 settembre; il territorio fu diviso fra Germania e URSS. Milioni di polacchi vengono sterminati e altri milioni sono inviati in Germania a lavorare come schiavi.
Nell'aprile 1940, Hitler scatena la "guerra lampo": le truppe tedesche invadono i territori neutrali d'Olanda e Belgio e dilagano in Francia, verso Parigi.
Allora Mussolini, impressionato dall'efficienza bellica dei tedeschi, senza dare retta a tutti i consigli di non partecipare al conflitto, il 10 giugno 1940, dichiara guerra a Francia e Gran Bretagna.
In Francia, dopo che Charles De Gaulle aveva lanciato ai francesi da Radio Londra un appello alla resistenza, il nuovo governo firmò l'armistizio con la Germania e con l'Italia: mentre Hitler s'impossessava del territorio a nord, a sud s'insediò un governo collaborazionista con sede a Vichy.
Dopo il crollo della Francia, Hitler offre alla Gran Bretagna la pace ma essa non accetta. Allora il Fuhrer da inizio all'operazione Leone Marino che dovrebbe portare in quattro settimane alla conquista della Gran Bretagna. Essa però si salva essendo molto preparata nella guerra in aria.
Nel medesimo periodo di tempo gli inglesi colpiscono duramente la marina italiana. Nell'ottobre 1940 Mussolini tentò la conquista della Grecia senza però riuscirci. Infine le truppe inglesi occupano l'Africa orientale italiana e penetrano in Libia.
Così per i tedeschi si apre un nuovo fronte, quello meridionale: le truppe di Hitler conquistano i Balcani e strappano agli inglesi l'isola di Creta. In Africa poi il generale tedesco Rommel sbaraglia le truppe britanniche.
Durante l'attacco agli stati occidentali, Stalin procedette alla conquista degli stati baltici.
Hitler allora per fermarlo firmò col Giappone il 27 settembre 1940 un patto (patto del tripartito per la partecipazione anche dell'Italia) che rappresentava un' aperta minaccia all'URSS a causa dell'impegno sottoscritto dalle potenze dell'asse di costituire una "grande Asia".
Il fallimento della guerra lampo, le conquiste russe e il profilarsi dell'intervento americano spinsero Hitler ad aprire un nuovo fronte, quello orientale.
Il 22 giugno 1941 ebbe inizio l'attacco a sorpresa, senza ultimatum e dichiarazione di guerra della Germania all'URSS.
Le armate tedesche sfondarono le frontiere russe secondo tre diverse linee di marcia, dirette la prima verso Leningrado, la seconda verso Mosca e la terza verso Kijev e Harkov. I tedeschi raggiunsero in meno di un mese la linea fortificata da Stalin, che andava dal golfo di Finlandia al mar Nero.
Nonostante le rilevanti conquiste, il piano di Hitler, che prevedeva la distruzione del nemico in meno di otto settimane, poteva dirsi già fallito: l'inverno dà una mano a Stalin per sconfiggere i tedeschi.
Il presidente americano Roosevelt aveva firmato il 14 agosto 1941 con Churchill, successore di Chamberlain, la Carta Atlantica, un progetto di ricostruzione della vita delle Nazioni fondate sui principi di autodecisione dei popoli e della collaborazione internazionale.
Roosevelt, sui principi della Carta Atlantica, il 1° gennaio 1942, propone di fondare l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU); gli Stati che aderiscono sono quarantacinque.
Esso sostituisce, su più solide basi, la Società delle Nazioni.
LA GUERRA NELL'OCEANO PACIFICO
L'episodio che provocò l'intervento statunitense nella II guerra Mondiale fu l'attacco dei Giapponesi alla base aeronavale di Pearl Harbor nelle Hawaii (7 dicembre 1941). Così l'11 dicembre gli USA dichiarano guerra al Giappone e ai suoi alleati (Italia e Germania).
Il Giappone mirava da tempo a estendere il suo dominio in Estremo Oriente; la sua avanzata è irresistibile: Thailandia, Birmania, Malesia, Isole della Sonda, Indocina francese, Hong Kong, Singapore sono occupate. I Giapponesi giungono a minacciare perfino l'India e muovono per la conquista dell'Australia e delle Hawaii.
Ma gli USA sono al sicuro al di là dell'Oceano Pacifico: in breve tempo possono costruire grandi portaerei e potenti bombardieri.
Così nelle battaglie del Mar dei coralli (maggio) e di Midway (giugno), gli Stati Uniti fermano l'avanzata dei Giapponesi.
LA FINE DELLA GUERRA IN EUROPA
I tedeschi nei territori conquistati governano con terrore sterminando nei Lager gli ebrei e tutti gli oppositori.
In Europa, di conseguenza, si formano movimenti di Resistenza.
Nel 1943 Roosevelt e Churchill decidono di combattere fino alla resa incondizionata di Germania, Giappone e Italia.
E proprio l'Italia fu la prima a essere attaccata: il 10 luglio 1943 gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia e la conquistano.
Il Gran Consiglio del Fascismo nella notte del 25 luglio 1943 chiede al re di ristabilire lo Statuto Albertino.
Tutto il popolo italiano pensa che la guerra sia finita ma al governo sale il maresciallo Pietro Badoglio il quale annuncia che la guerra continua a fianco dei tedeschi pur trattando segretamente con gli anglo-americani.
L'8 settembre 1943, al momento dell'annuncio dell'armistizio, firmato a Cassibile il 3 dello stesso mese, l'esercito italiano si trovò indifeso di fronte alla reazione tedesca: il re e Badoglio fuggirono a Pescara senza lasciare ordini ben precisi per la difesa della capitale.
Mussolini, che era stato arrestato dal re prima, poi liberato dai tedeschi, fonda su ordine di Hitler la Repubblica Sociale Italiana a Salò. Ma gli italiani nelle zone occupate danno vita a movimenti di resistenza, guidati dai partigiani.
Gli anglo-americani, sbarcati in Calabria e a Salerno, entrarono a Napoli ormai in mano alla popolazione insorta contro i tedeschi. Badoglio dichiara guerra alla Germania e forma un governo a cui partecipano i partiti che aderiscono al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).
Gli anglo-americani, infine, liberano Roma e Firenze fino a raggiungere, all'iniziare dell'inverno, la Linea gotica (costituita dalle fortificazioni tedesche).
Sconfitta senza rimedio in Africa, la Germania iniziò il 1944 già sull'orlo della sconfitta.
Roosevelt, Churchill e Stalin si accordano per aprire un nuovo fronte a ovest (settembre 1943). Dopo una lunga preparazione le truppe anglo-americane sbarcarono in Normandia il 6 giugno 1944 con mezzi imponenti, sotto il comando del generale Eisenhower.
Nel giro di poche settimane, anche grazie alla valida opera delle forze di liberazione francesi, essi travolsero le linee difensive tedesche.
Tra marzo e aprile l'avanzata congiunta dei sovietici da oriente e degli alleati da occidente accerchiò la Germania in una morsa senza possibilità di scampo.
Nell'aprile 1945 le truppe italiane, inglesi e americane sfondano la Linea gotica: tutto il nord insorge.
Il 25 aprile, finalmente, l'Italia è tutta liberata.
Poi, dopo che Mussolini fu catturato mentre tentava di fuggire in Svizzera, fu giustiziato dai partigiani: il comando tedesco d'Italia firmò la resa. Nei giorni seguenti il suicidio di Hitler, l'entrata a Berlino dell'Armata Rossa e la firma da parte di Wilhelm Keitel della resa incondizionata segnarono la fine della II Guerra Mondiale in Europa.
LA FINE DELLA GUERRA IN ORIENTE
Al momento della resa tedesca il Giappone resisteva ancora alla massiccia superiorità aeronavale degli americani.
Gli USA possedevano intorno al Giappone tutti i punti strategici utili per dare inizio all'offensiva finale.
Il Giappone, tuttavia, non accennava ad arrendersi, anzi, ricorse all'impiego di nuovi mezzi (i kamikaze) e risparmiò la propria aviazione per resistere all'ultimo attacco nemico.
Questo iniziò nel maggio 1945.
A causa della progressiva distruzione del suo apparato bellico, il Giappone appariva già battuto quando, il 26 luglio, ricevette dal nuovo presidente degli Stati Uniti, Harry Truman, l'intimazione della resa incondizionata. Al rifiuto di Tokyo, gli U.S.A. lanciarono su Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto) due bombe atomiche che provocarono la morte di circa 500.000 persone. Fu l'ultimo spaventoso evento della II guerra mondiale: dopo che anche l'U.R.S.S. aveva dichiarato la guerra al Giappone e aveva invaso la Manciuria, l'Impero nipponico accettò la resa il 14 agosto.
LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA
Secondo le statistiche, la seconda guerra mondiale fu la guerra più devastante quanto a perdite umane e distruzione materiale. Il conflitto, che coinvolse 61 nazioni, provocò la morte di circa 55 milioni di persone, tra militari e civili: l'Italia ebbe 410 mila morti mentre il Giappone due milioni.
L'evento più terribile fu la deportazione e lo sterminio di oltre sei milioni d'ebrei nei campi di concentramento nazisti, la cosiddetta "soluzione finale del problema ebraico".
Anche la bomba atomica non fu da meno: gli effetti diedero dolori e sofferenze ai sopravissuti per tutta la durata della loro vita; molti furono irrimediabilmente deturpati dall'esplosione e dai gas presenti nell'aria.
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