Il bandito
Si può
cominciare esaminando il banditismo come una forma isolata e minore di
violenza. I tratti essenziali della figura del bandito sono: una tradizione
ereditaria, una 'alterità' barbarica, l'affermazione della propria
personale indipendenza.
Il banditismo è una forma di violenza personale perseguita il più delle volte
da piccoli gruppi. Esso rappresenta un'affermazione del singolo, una sorta di
'protesta individuale'. La loro attività doveva essere concepita come
un aspetto della personalità. In alcuni popoli barbarici, il banditismo era
un'occupazione autorevole, ma secondo la morale dominante chi si dava al
banditismo lo faceva contro le proprie convinzioni etiche: se avesse avuto
l'opportunità di scegliere, il bandito avrebbe preferito acquistare dei beni onorevolmente.
I banditi avevano i propri principi di giustizia e vi era un sistema gerarchico
parallelo a quello della società romana. Infatti, se un bandito rubava nel suo
gruppo veniva allontanato, e se il capo non divideva equamente il bottino
veniva abbandonato dai compagni.
I banditi erano generalmente definiti 'latrones' e il banditismo
'latrocinium'. Il termine 'latro' era usata
dall'amministrazione statale soprattutto per indicare i nemici politici e si
servivano di questo termine come un mezzo efficace per condannare i loro
avversari; in questa accezione veniva usato soprattutto nella fase finale del
periodo repubblicano.
Il brigantaggio
nel Mediterraneo si è evoluto come una minaccia per lo Stato Romano, una forma
più permanente e collettiva di violenza. La roccaforte dei pirati fu dal
principio la Cilicia, da dove nacque la loro potenza. I pirati disponevano di
scali e di fari fortificati un po' dappertutto. La potenza dei pirati si estese
più o meno uniformemente in tutto il mar Mediterraneo. Si verificarono massicce
ondate di banditismo nell'Isauria e questo è stato un fenomeno storico di lunga
durata, una sorta di autonomia regionale.
Nelle campagne c'erano luoghi specifici dove si accampavano: paludi e montagne,
ma potevano spuntare da qualunque punto. I banditi si insediarono anche nelle
campagne attorno alla città di Roma e tutti i cittadini avevano paura di
spostarsi la notte. Spostarsi di notte nella capitale significava intraprendere
un itinerario spaventoso. Una delle poche protezioni era quella di non portare
con sé oggetti di valore e di essere povero. I banditi venivano inclusi tra i
disastri naturali, come il terremoto e le pestilenze.
Le città erano fornite di viatores (pattuglie stradali), stationes (posti di
guardia) e nocturni (pattuglie notturne) per tutelare l'ordine della città. Ci
furono anche dei 'cacciatori di banditi', come Giulio Senex in
Mauritania. Poiché lo stato non aveva un potente forza di polizia, doveva
contare sull'iniziativa locale; infatti i giuristi sottolineavano che era
dovere del cittadino denunciare i banditi e dar loro la caccia. Le truppe
Romane si scontrarono per la prima volta contro le organizzazioni della
pirateria verso il 150 a.C.. Nel 47, nel 44 e nel 36 a.C. si ebbero in
Occidente grandi ondate di banditismo. Le leggi non consideravano il brigante
un criminale comune: non godeva dei diritti civili, ma non veniva considerati
nemico dello stato. Gli ufficiali avevano il permesso di torturare i banditi
catturati, che sarebbero poi stati giustiziati: venivano dati in pasto alle
bestie feroci negli anfiteatri.