I nuovi
mondi: Stati Uniti e Giappone
Parola chiave: Modernizzazione
Sviluppo economico e fratture sociali negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti coesistevano tre diverse società:
-Il Nord-Est industrializzato, profondamente influenzato dai valori del
capitalismo imprenditoriale;
-Il Sud, società agricola e profondamente tradizionalista, che fondava la sua
economia sulle grandi piantagioni di cotone;
-Gli Stati del West, liberi agricoltori e allevatori di bestiame.
Fino alla metà del secolo, il cotone esercitò un peso decisivo sull'economia
dell'intero paese. Quando però, con gli anni '40 e '50, lo sviluppo industriale
si allargò a nuovi settori, diminuì l'importanza della produzione cotoniera nel
complesso dell'economia americana si allentò il rapporto di dipendenza reciproca
che aveva fin allora legato i due sistemi.
Su queste premesse si inserì, intorno alla metà del secolo, l'acutizzarsi dello
scontro sulla schiavitù, che, fece sentire i suoi effetti anche in campo
politico. Schieramenti: il Patito democratico e il Partito whig. I democratici,
identificandosi sempre più con la causa dei grandi proprietari schiavisti,
persero molti dei consensi di cui godevano al Nord e all'Ovest. Il Partito
whig, diviso fra una corrente progressista e una conservatrice, si dissolse nel
giro di pochi anni.
Dall'ala progressista nacque nel 1854 una nuova formazione politica: il Partito
repubblicano. Qualificandosi in senso decisamente antischiavista e accogliendo
nella sua piattaforma politica sia le rivendicazioni degli industriali (dazi
doganali più alti), sia quelle dei coloni dell'Ovest (distribuzione gratuita
dei terreni demaniali), nel 1860 riuscì a portare alla presidenza un tipico
uomo dell'Ovest, Abraham Lincoln, un avvocato di salde convinzioni
democratiche, proveniente da una famiglia di modesti agricoltori del Kentucky.
1860-61: guerra di secessione.
1863: fu decretata la liberazione degli schiavi in tutti gli Stati del Sud
1865: l'esercito unionista occupava ormai buon parte del Sud => i
confederati si arresero (pochi giorni dopo il presidente Lincoln cadeva vittima
di un attentato per mano di un fanatico sudista).
Conseguenze: Il risultato fu una reazione di rigetto, che prima si espresse in
forma di lotta clandestina (fu creata allora l'organizzazione paramilitare e
razzista del Ku Klux Klan). Il ritorno alla normalità nel Sud, che poté
considerarsi compiuto solo alla fine degli anni '70, significò anche il ritorno
all'indiscussa supremazia dei bianchi e ad un regime di segregazione di fatto,
destinato a protrarsi, in alcuni Stati, per buona parte del secolo XX.
Intorno al 1890: la conquista del West poteva considerarsi compiuta, la
frontiera coincideva ormai con la costa del Pacifico e la nazione americana
aveva raggiunto l'estensione attuale. Vittime principali della corsa all'Ovest
furono le tribù dei pellirosse, che, dopo il 1890 decimati dalle guerre (ultima
battaglia di Wounded Knee), furono confinati nelle riserve e ridotti a un corpo
estraneo e marginale nella società americana.
La dottrina Monroe (1823), con la quale gli americani avevano affermato il loro
ruolo di custodi degli equilibri del continente contro qualsiasi ingerenza
esterna, fu intesa soprattutto in senso difensivo. Gli Stati Uniti non
intervennero attivamente nell'emisfero meridionale e anche i loro scambi col Sud
America restarono limitati. In una sola occasione gli Stati Uniti dovettero
fronteggiare la minaccia del reinserimento di una potenza europea vicino ai
propri confini. Fu quando Napoleone III cercò di imporre l'influenza francese
sul Messico, ma nel 1867, dovette ritirare le sue truppe e rinunciare al sogno
dell'Impero latino.
La Cina, il Giappone e la penetrazione occidentale
Conseguenze: mentre in Cina si ebbe un aggravamento della crisi interna, in
Giappone la reazione nazionalista e modernizzante della classe dirigente pose
le premesse per la nascita di una nuova potenza mondiale.
Impero cinese: forte isolamento. La prima e la seconda guerra dell'oppio, che
si concluse nel '60 con una nuova capitolazione, costrinsero la Cina ad aprire
al commercio, oltre ai 4 porti, tra cui Hong Kong (che dovette cedere alla Gran
Bretagna) e Shangai, anche le vie fluviali interne.
Impero del Giappone: L'isolamento fu rotto verso la metà dell'800
dall'iniziativa americana, cui subito si unirono Gran Bretagna, Francia e Russia,
ma trovò il Giappone del tutto impreparato. Lo shogun (suprema autorità
militare e il più alo dignitario imperiale) fu costretto a firmare nel 1858 una
serie di accordi commerciali che assicuravano alle potenze occidentali ampie
possibilità di penetrazione economica.
La «restaurazione Meiji» e la nascita del Giappone moderno
La firma dei del '58 suscitò in tutto il paese un'ondata di risentimento
nazionalistico, che fu guidata dai grandi feudatari (daimyo) e da una parte dei
samurai e si indirizzò contro lo shogun, principale responsabile della
capitolazione.
1868: dichiararono decaduto lo shogun e diedero vita a un governo con sede a
Tokyo che si richiamava all'autorità dell'imperatore, di soli 15 anni (Meiji
Tenno=imperatore illuminato).
Una volta rovesciato lo shogun, l'elitè dirigente condusse con risolutezza e
rapidità un'operazione volta a colmare il dislivello, senza paura di ricalcare
i modelli degli Stati europei più avanzati.
Il modello giapponese: Il Giappone nel giro di pochi anni compì quella
transizione dal sistema feudale allo Stato moderno che nella maggior parte dei
paesi europei si era realizzata in tempi lunghissimi. Fu una vera rivoluzione
dall'alto, senza alcuna partecipazione attiva delle classi inferiori, che si
accompagnò alla conservazione dei tradizionali valori culturali e religiosi.