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IL COMUNE
La popolazione urbana acquisì man mano sempre più autonomia fino ad acquistare un'identità unitaria che favorì il sorgere dei Comuni. Essi si costituivano mediante un giuramento fra i rappresentanti più influenti della società, ma poi si aggiunsero nuovi ceti di mercanti e di piccoli artigiani. Questa nuova istituzione si diffuse soprattutto in Italia centro-settendrionale, e laddove la forza dei Comuni era più forte e coesa nacquero degli istituti politici autonomi, che amministravano la giustizia, guidavano la vita della città e trattavano le finanze del Comune. Lo scopo di questa nuova organizzazione, infatti, era proprio quella di sminuire il potere dei signori e di abolire il feudalesimo, per promuovere una società pianificata orizzontalmente.
Lotta tra Comuni ed Impero
La nascita del Comune in Italia centro - settentrionale fu favorita dalla lontananza del sovrano, e da una forte crisi interna tra i signori feudali e in contrasto con la chiesa. Federico I Barbarossa era deciso a ricondurre all'obbedienza le città lombarde, ordinando la distruzione completa di Milano: fulcro della resistenza comunale all'Impero. Tutte le città italiane, si federarono nella Lega Lombarda affrontando l'Imperatore a Legnano, dove fu sconfitto e quindi costretto a sottoscrivere la pace di Costanza che riconosceva al Comune il diritto di eleggere i consoli e stringere alleanze, lasciando all'Imperatore il diritto di confermare l'elezione dei consoli e di esigere il giuramento di fedeltà.
I DUE POTERI
DUE PRETESE DI UNIVERSALITA'
La storia del Medioevo è incentrata proprio dalla lotta tra due poteri, entrambi convinti della loro legittimazione divina: il potere spirituale, rappresentato dalla Chiesa, ed il potere temporale, rappresentato dall'Imperatore. I contrasti nacquero da Carlo Magno in poi, ossia da quando gli Imperatori si appropriarono del diritto di disegnare i vescovi, affidando loro poteri civili e religiosi di gran rilievo. Ottone I, successivamente, pretesa il giuramento di fedeltà all'Imperatore dal pontefice, motivo per cui l'elezione del pontefice venne riservata al Collegio dei cardinali.
GREGORIO VII ED ENRICO IV. LOTTA PER LE INVESTITURE
Lo scontro tra i due poteri si accese maggiormente quando il papa Gregorio VII emanò il Dictatus Papae, con il quale affermava la superiorità del pontefice non solo sull'Impero ma anche nella Chiesa stessa. L'imperatore Enrico IV reagì convocando a Worms un'assemblea, deponendo e scomunicando Gregorio VII. Il papa, quindi, intervenne immediatamente anch'egli, scomunicò l'Imperatore, il quale fu costretto a prostrarsi ai piedi del papa, il quale lo liberò dalla scomunica. Il concordato di Worms diede vita al diritto d'intervento all'investitura dei vescovi, non solo al pontefice ma anche all'imperatore.
INNOCENZO III E FEDERICO II.
Il concordato di Worms risolse i problemi inerenti le investiture, ma lasciò aperta la questione del primato tra i due poteri. Innocenzo III, infatti, era un forte sostenitore dell'ideale teocratico. La società, inoltre, si spaccò in due fazioni: i guelfi a favore della Chiesa romana, e i ghibellini pro-imperatore.
L'Impero universale di Federico II
In contrapposizione con l'ideale teocratico, Federico II cullava il sogno di un Impero universale. Egli rimasto orfano fu affidato ad Innocenzo III; essendo un imperatore cristiano, dunque, si sentì costretto a guidare una nuova crociata, ma la modalità con cui decise di affrontarla venne punita con ben due scomuniche da Gregorio IX, che ridiede vita alla Lega Lombarda.
La sconfitta di Federico II e il tramonto dell'ideale imperiale
La lotta tra Federico II ed Innocenzo III si accese tanto da risvegliare guelfi e ghibellini, che in questo modo opposero una città all'altra. Ma con la morte di Federico II si spense x sempre l'ideale universalistico dell'Impero, racchiuso nel Liber Augustalis.
BONIFACIO VIII E FILIPPO IL BELLO
Lo scontro ideologico ora interessava Bonifacio VIII e Filippo Il Bello, e si scatenò quando, per una necessità economica Filippo il Bello impose il pagamento dei tributi anche al clero, che fino ad allora ne era esentato. Il pontefice reagì immediatamente emanando l'Unam Sanctam, con la quale affermava la superiorità del papa su ogni potere terreno, riprendendo l'ideale teocratico dei suoi predecessori.
Fine dell'ideale teocratico
Filippo il Bello, quindi, non poté restare da spettatore, ma fece catturare il pontefice, il quale dopo essere stato liberto morì, non reggendo all'umiliazione subita. Il suo successore Clemente V fu costretto ad annullare l'Unam Sanctam e tre anni dopo trasferì la residenza papale ad Avignone.
LE GUERRE DELLA CROCE
LA RECONQUISTA
Reconquista è il termine che viene affibbiato ai movimenti volti alla "riappropriazione" della Spagna occupata dagli arabi, da parte dei cristiani. Questa riconquista fu un processo lungo e discontinuo, caratterizzato da diverse tappe:
-l'entrata in Toledo di Alfonso VI di Pastiglia;
-caduta di Saragozza
-coalizione tra i re di Castiglia, Navarra, e Aragona;
-dopo tre secoli la caduta del Regno di Granada.
I vincitori conservarono la loro tradizione guerriera, patrimoni terrieri, mentre i vinti, tra cui musulmani ed ebrei, vennero relegati in appositi quartieri e costretti al versamento dei tributi.
LE CROCIATE
Le Crociate furono indette da papa Urbano II, designando un progetto di liberazione dei luoghi sacri detenuti dagli arabi. L'ideologia si basava sulla tradizione del pellegrinaggio penitenziale, considerato come un'opportunità di purificazione dell'anima dai peccati, alla quale, però poi si aggiunse un carattere bellicoso, che faceva ricorso alle armi; queste spedizioni interessarono l'Impero bizantino contro l'Islam.
Prima crociata e ordini monastico - militari
La prima spedizione fu denominata "crociata popolare" (o dei pezzenti), poiché realizzata da una massa popolare, messasi in marcia dalla Germania e dalla Francia senza alcuna direttiva. Fu da sprone non solo il dovere spirituale ma anche la speranza di ricompense economiche. Questa spedizione fu però spenta dalla decimazione dei poveri a causa delle epidemie e dai massacri subiti.
La prima spedizione ufficiale fu, però quella che vedeva uomini provenienti da tutta Europa che conquistarono Gerusalemme. Le aspettative dell'imperatore Alessio I era però quello di estendere il suo potere in quei territori, presto fallite. Nacquero, infatti, dei piccoli Stati crociati molto fragili a causa della scarsa coesione.
La Chiesa, inoltre, per esercitare un migliore controllo sugli afflussi di uomini in Oriente, diedero vita ad ordini monastico - militari, come quello dei templari, chiamati poi cavalieri di Malta.
Seconda e terza crociata
La seconda crociata venne indirizzata da san Bernardo, secondo cui era voluta dal Signore per porgere ai peccatori un'occasione di purificarsi e giungere alla salvezza. Questa spedizione fallì clamorosamente sotto le mura di Damasco.
La terza crociata, invece, fu promossa quando giunse la notizia che il sultano Salah ad-Din aveva riconquistato Gerusalemme. Tra i crociati vi era anche Federico I Barbarossa, dopo la cui morte si chiuse questa crociata, lasciando Gerusalemme nelle mani dei musulmani. I musulmani, d'altronde, maturando una crescente intolleranza si ostinarono sempre più contro l'Oriente.
Il saccheggio di Costantinopoli e l'Impero latino d'Oriente
La quarta crociata, invece, fu spronata da Innocenzo III, con l'obiettivo di riconquistare Gerusalemme, e da Venezia, con lo scopo di conquistare punti strategici per i suo traffici commerciali. L'esercito tuttavia non raggiunse mai la Terra Santa, ma saccheggiò Costantinopoli, dove venne fondato l'Impero latino d'Oriente.
Le ultime crociate
La quinta crociata fu bandita da Gregorio IX e continuamente rinviata da Federico II, fino a quando sotto il rischio della scomunica decise di imbarcarsi per la Terra santa. Federico II, invece di combattere contro gli infedeli, s'impegnò a stilare un trattato che concedeva ai cristiani il controllo di Gerusalemme. Tuttavia la città fu saccheggiata e riconquistata nuovamente dai musulmani. Furono esercitate in seguito altre crociate improduttive, a causa della vigorosa resistenza dell'Oriente.
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