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FRA LE DUE GUERRE
Al termine della prima guerra mondiale l'Inghilterra, grazie alla spartizione delle ex colonie tedesche, amplia i propri domini e la propria sfera d'influenza. Nel 1927 gli Irlandesi, da secoli sottoposti alla dura dominazione britannica, ottengono il riconoscimento dello Stato libero d'Irlanda, che nel 1937 scioglie ogni vincolo con la corona inglese e si costituisce in Repubblica dell'Eire. Nell'Ulster, però, i protestanti inglesi prevalgono sulla minoranza indigena cattolica, e la regione continua a far parte del Regno Unito. In Egitto si formano movimenti ribelli al protettorato di fatto inglese, che continua anche dopo la formale concessione d'indipendenza nel 1922.L'India, guidata da Gandhi, che predica la non-violenza, lotta contro la dominazione inglese e si prepara a rivendicare la piena indipendenza. Nel 1931 il Commonwealth britannico assume il carattere di associazione di Paesi liberi, uniti da un "comune legame con la corona britannica".
La Francia aveva ottenuto basi importantissime nel Medio Oriente. Nel dopoguerra il clima politico subisce una netta modifica: la maggioranza passa dal Blocco delle Sinistre a un Blocco nazionale comprendente gli schieramenti di destra e ispirato al nazionalismo.
L'impero ottomano era stato privato di gran parte dei suoi territori. Il movimento dei Giovani Turchi, guidato da Mustafà Kemal, riesce ad ampliare i confini e, dopo aver sconfitto la Grecia, può sottoscrivere un trattato più favorevole. Contemporaneamente viene abolito il sultanato e proclamata la repubblica, il cui primo presidente è Kemal.
LO STALINISMO
In Russia, dopo la morte di Lenin (1924) si impone la dittatura di Stalin (vincitore dello scontro con Trotzkij). Egli decide di porre fine all'esperienza della NEP (la nuova politica economica, che si era proposta di sviluppare la produzione agricola) e di dare un deciso impulso all'industria. Per favorire lo sviluppo industriale del Paese, Stalin vara nel 1928 la politica dei Piani quinquennali e dell'industrializzazione forzata. Si procede alla collettivizzazione della terra e alla creazione di kolkoz ("fattorie collettive") e sovkoz ("fattorie sovietiche"). La resistenza dei kulak (i contadini benestanti) alla confisca delle terre è stroncata con lo sterminio. In un decennio 20 milioni di contadini sono trasferiti dall'agricoltura all'industria, e la Russia si afferma come una delle maggiori potenze industriali del mondo. La resistenza dei kulak alla confisca delle terre è stroncata con lo sterminio. I salari degli operai subiscono drastiche riduzioni; gli oppositori, veri o presunti, sono eliminati o deportati in campi di lavoro; l'arte, la cultura e la scienza devono piegarsi alle direttive del potere. Al posto della progettata dittatura del proletariato si afferma insomma la ferrea dittatura totalitaria di un singolo individuo.
In Germania, al termine della Grande Guerra, all'impero subentra la Repubblica Federale Tedesca o Repubblica di Weimar. Per oltre un decennio il partito socialdemocratico prevale su tutti gli altri partiti tedeschi. La Germania stabilisce costruttivi rapporti economici con la Russia sovietica, firmando con essa il Trattato di Rapallo (1922).
Nel 1923 la Francia e il Belgio occupano il bacino minerario della Ruhr, che da solo fornisce alla Germania i 4/5 del fabbisogno di carbone e acciaio. L'economia tedesca subisce un duro colpo; un'inflazione devastante minaccia le masse lavoratrici tedesche. Il governo tedesco risponde all'invasione proclamando la resistenza passiva, e i lavoratori della Ruhr rifiutano ogni collaborazione con i Francesi, che di fatto non ricavano alcun vantaggio dall'aggressione. Di questa situazione critica approfitta il Partito nazional-socialista di Hitler per fomentare l'odio contro il governo dei socialdemocratici. Gli Stati Uniti intervengono col loro peso determinante nei problemi dell'Europa centrale. Il finanziere statunitense Dawes mette a punto un piano di ricostruzione dell'economia tedesca (piano Dawes); esso prevede che i Francesi sgombrino la Ruhr e che la Banca Centrale Tedesca (Reichsbank) sia sottoposta alla sorveglianza degli Alleati. Si ha una ripresa dell'economia tedesca, che però subisce un nuovo tracollo in seguito alla crisi del '29. Questo riduce alla disperazione le grandi masse popolari e le rende facili vittime della propaganda nazista: fra il '33 e il '34 Hitler si può così imporre come unico Führer del Terzo Reich.
Nel gennaio 1933 il presidente Hindenburg chiama Hitler a presiedere un governo di coalizione con altre forze della destra nazionalista, i cui esponenti vengono però allontanati dal potere nello stesso anno. Il Reichstag (Parlamento) viene sciolto anticipatamente. La campagna elettorale viene condotta da Hitler con la violenza (in particolare delle famigerate SS, Schutz-Staffeln, "squadre di protezione"). I nazisti conquistano la maggioranza assoluta nel Reichstag. Sciolti o costretti ad autosciogliersi gli altri partiti, nel luglio del 1933 il governo stabilisce che il nazismo sia l'unico partito ammesso. La Germania esce dalla Società delle Nazioni. Le nuove elezioni a lista unica rappresentano un vero trionfo per Hitler, che poco dopo, morto Hindenburg, assume anche la carica di capo dello Stato.
Comuni al fascismo e al nazismo sono l'ispirazione anticomunista e il totalitarismo, negatore di ogni libertà, la capacità di dominare le piazze con grandi manifestazioni pubbliche e di colpire la gente. Vi sono tuttavia delle differenze: il fascismo non arriva al razzismo, mentre il nazismo esalta le virtù della presunta razza germanica e rivolge il proprio odio contro gli Ebrei; il fascismo perseguita, imprigiona e a volte uccide gli esponenti dell'opposizione, mentre il nazismo procede alla sistematica eliminazione fisica non solo degli oppositori esterni, ma persino dei dissidenti interni al partito. Inoltre il fascismo, nato in un Paese come l'Italia, di potenza limitata, non è in grado di sconvolgere l'ordine internazionale; il nazismo invece, sorto in un Paese come la Germania, molto più ricco di risorse industriali e demografiche, costituisce una grave minaccia per la pace.
L'Inghilterra e la Francia si dimostrano remissive di fronte alla Germania di Hitler e, invece di bloccare le aggressioni destinate a concludersi con la seconda guerra mondiale, cercano di assecondarne le rivendicazioni nella vana speranza di salvaguardare la pace.
VERSO LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Nel decennio compreso fra la crisi del 1929 e l'inizio della seconda guerra mondiale, in diversi Paesi europei (Spagna, Portogallo, Iugoslavia, Romania, Bulgaria, Grecia, Polonia, Austria e Ungheria) s'insediarono regimi autoritari, che chiamiamo "parafascisti" perché sono vagamente paragonabili al fascismo e al nazismo, anche se in essi vi fu una scarsa mobilitazione delle masse.
Hitler iniziò a preparare una guerra di rivincita. Nel 1934, con l'aiuto di alcuni nazisti austriaci, tentò di annettere l'Austria, ma il tentativo fallì. Hitler si tirò indietro, negando che il tentativo insurrezionale fosse stato promosso dalla Germania. Nel 1935 diede inizio al riarmo accelerato della Germania.
Intanto Mussolini, per procurare all'Italia un impero coloniale, aggredì l'Etiopia e la conquistò (1936). La Società delle Nazioni, della quale faceva parte l'Etiopia, decise di applicare contro l'Italia alcune sanzioni economiche; esse però ebbero un'efficacia limitata, sia perché non si pose l'embargo sulle materie prime, sia perché il blocco non riguardava Stati che non facevano parte della Società delle Nazioni, come gli USA. Hitler offrì la propria solidarietà all'Italia fascista, preparando il terreno alla pericolosa amicizia tra Italia e Germania nazista.
La solidarietà nazifascista si rafforzò in occasione della guerra civile spagnola. La Spagna versava in condizioni economiche molto arretrate. Il generale Francisco Franco, comandante delle truppe stanziate in Marocco, spinse parte dell'esercito a ribellarsi al governo, formato da un Fronte popolare, dando così inizio alla guerra civile. Francia e Inghilterra proclamarono il principio del non intervento. Hitler e Mussolini, invece, stipularono in quei mesi gli accordi noti sotto il nome di Asse Roma-Berlino (ottobre 1936), che impegnavano i due Stati a sostenere la ribellione di Franco e contribuirono alla sua vittoria; egli, infatti, nel 1939, poté instaurare in Spagna un regime autoritario.
Nel novembre 1936 la Germania stipulò col Giappone un Patto antikomintern (ossia contro l'Internazionale Comunista e contro l'URSS), al quale nel '37 aderì anche l'Italia. Germania e Giappone speravano che l'URSS, minacciata da due lati, non osasse opporsi alle loro mire imperialistiche. Il Giappone nel 1937 invase la Cina. Hitler riprese il programma di annessione dell'Austria, che nel marzo 1938 accettò di essere annessa al Terzo Reich senza opporre resistenza. Francia e Inghilterra si limitarono a sollevare vane proteste verbali.
Hitler si sentì legittimato a proseguire nelle annessioni e sollevò il problema delle forti minoranze tedesche dei Sudeti (circa tre milioni), che il trattato di Versailles aveva posto sotto la sovranità della repubblica cecoslovacca. Nella Conferenza di Monaco (settembre 1938) i rappresentanti di Francia e Inghilterra accettarono parzialmente le pretese di Hitler. Egli, violando gli accordi, nel marzo 1939 occupò l'intera Cecoslovacchia, trasformandola in Protettorato della Boemia e Moravia.
Nell'aprile 1939 Mussolini procedette a sua volta all'occupazione dell'Albania. Un mese più tardi l'Italia stipulò con la Germania il cosiddetto Patto d'acciaio (maggio 1939), cioè una strettissima alleanza militare, che obbligava l'Italia ad intervenire a fianco della Germania nella guerra che il Führer già si accingeva a scatenare.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE (FASE INIZIALE)
Le cause principali della seconda guerra mondiale furono: l'imperialismo nipponico e nazista, i cedimenti delle grandi democrazie occidentali alle aggressioni naziste, gli accordi nazi-sovietici. La guerra comportò sofferenze indicibili: l'orrendo massacro degli Ebrei e la morte di quaranta milioni di uomini.
Hitler aspirava ad impadronirsi di Danzica e del corridoio polacco, ossia la fascia di territorio che metteva la Polonia in comunicazione col Mar Baltico. Aveva firmato con l'URSS un patto di non aggressione e un accordo segreto per la divisione della Polonia. Il 1° settembre 1939 Hitler invase la Polonia. Francia e Inghilterra, alleate della Polonia, il 3 settembre dichiararono guerra alla Germania, mentre l'Italia si affrettò a proclamare la sua "non belligeranza", dichiarandosi impreparata ad affrontare una lunga guerra: si schierò a fianco della Germania, ma non intervenne direttamente nel conflitto.
Hitler occupò in brevissimo tempo la parte occidentale della Polonia, compresa Varsavia, mentre i Russi, in base agli accordi, s'impadronirono delle regioni orientali del Paese. La Repubblica polacca cessava così esistere, dopo appena vent'anni di vita, senza aver ricevuto alcun aiuto concreto dai suoi alleati occidentali.
Hitler occupò inoltre i Paesi baltici (Danimarca e Norvegia), mentre la Finlandia riuscì a difendere con le armi la propria indipendenza.
I Tedeschi, con una "guerra-lampo", dopo aver violato la neutralità di Belgio, Olanda e Lussemburgo, entrarono a Parigi e costrinsero la Francia alla resa. Il 22 giugno 1940 la Francia sottoscrisse l'armistizio di Pétain (dal nome del maresciallo francese che era allora Presidente del Consiglio), in base al quale fu divisa in due regioni: la parte settentrionale rimase nelle mani dei Tedeschi, invece quella meridionale, con capitale Vichy, fu assegnata al governo di Pétain, che era comunque subordinato alla Germania.
Intanto le vittorie tedesche avevano indotto Mussolini a dichiarare guerra alla Francia e al Regno Unito (10 giugno 1940), nell'errata convinzione che la guerra fosse ormai praticamente conclusa. Hitler rivolse all'Inghilterra proposte di pace, che furono però rifiutate.
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